Logistica di prossimità: come riprogettare il trasporto commerciale in ottica green

Innovare il trasporto in ambito commerciale e investire nella qualità degli spazi urbani come luoghi in cui poter lavorare e vivere: queste le sfide emerse in occasione del workshop “UMS – Ultimo Miglio Sostenibile” con il supporto di Interporto Padova e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, svoltosi all'Acquario Civico di Milano.





Per gli esperti di mobilità sostenibile non ci sono dubbi, è il momento di ripensare lo spazio pubblico in un’ottica di efficienza e decongestionamento. “Serve pensare ad una città più flessibile, che promuova l’uso dei mezzi in sharing anche per le attività commerciali e consenta maggiore agilità negli spostamenti, non solo per migliorare le attività esistenti, ma per immaginarne di nuove e innovative”. Così Barbara Meggetto, Presidente di Legambiente Lombardia, intervenuta il 18 settembre in occasione del workshop internazionale “UMS – Ultimo Miglio Sostenibile” promosso da Milano Bike City e il circolo Legambici Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità, sottolinea l’importanza di riprogettare gli spazi di vita e lavoro delle città italiane, investendo in innovazione e sostenibilità.

Servono strategie integrate in grado di affrontare lo sviluppo della logistica di prossimità in accordo alle esigenze dei cittadini che ogni giorno abitano gli ambienti urbani e hanno diritto ad una città accessibile, in cui traffico e inquinamento atmosferico siano fattori in costante riduzione. Il trasporto commerciale deve iniziare a muoversi lungo binari complementari rispetto all'evoluzione del tessuto urbano e del suo funzionamento, in sintonia con un aumento della qualità della vita.

Non è un caso che proprio Legambiente abbia presentato lo scorso settembre dieci punti in materia di mobilità e trasporto, con l’intenzione di contribuire al miglioramento della nuova legge di Bilancio. “Accelerare il cambiamento nella mobilità è decisivo nella battaglia del clima – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Per questo chiediamo al nuovo governo di essere coerente con gli impegni presi in queste settimane e di dare subito un segnale chiaro ai cittadini, ai sindaci e al sistema delle imprese. I provvedimenti che verranno approvati nei prossimi mesi, dal decreto Clima alla legge di Bilancio, dovranno definire la traiettoria delle scelte indispensabili a rilanciare il trasporto pubblico nel nostro Paese, a rendere sempre più competitiva la mobilità elettrica, a superare le barriere che ancora oggi incontra la micro-mobilità a emissioni zero nel circolare all’interno delle città”.

Tra le proposte, l’associazione ambientalista chiede di portare l’IVA al 10% per l’acquisto di mezzi elettrici dedicati al trasporto pubblico, immaginando il lancio di una nuova filiera industriale: la rigenerazione di autobus e mezzi speciali elettrici. Non ultimo, Legambiente insiste sull'eliminazione dei sussidi all'autotrasporto per i camion Euro 3, chiedendo di destinare lo stesso importo ad incentivare la sostituzione di camion inquinanti con nuovi mezzi a gas naturale liquefatto (GNL), nella prospettiva di arrivare ai mezzi funzionanti con bio-GNL, biometano avanzato, quindi esente accise.

Anche gli aerei e le navi, ricordano gli ambientalisti, devono cominciare a pagare. E se non sarà possibile già dal 2020, per i necessari tempi di adeguamento europei, ricorda Legambiente, potrebbe funzionare introdurre una tassa portuale o aeroportuale provvisoria per ogni atterraggio e decollo in scali nazionali. Grazie al workshop tenutosi a Milano il 18 ottobre, torna con forza sui tavoli di amministratori e addetti ai lavori l’idea di poter lavorare al trasporto commerciale identificando metodi più efficienti: “Lo sviluppo della logistica sostenibile di prossimità a Milano e in Italia passa per strategie che vanno nella direzione di integrare le esigenze di chi la città la vive per lavoro e il tema della lotta all’inquinamento atmosferico – spiega Barbara Meggetto, Presidente di Legambiente Lombardia – come Milano ha fatto introducendo l’Area B. Per fare questo, però, non bastano le restrizioni al traffico, è necessario riprogettare anche lo spazio pubblico. Le strade dove si muovono i cittadini, il commercio e i servizi devono migliorare la loro capacità di condividere gli spazi, oggi immobilizzati dalla sosta prolungata”.

fonte: https://www.nonsoloambiente.it