
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha elaborato alcuni indicatori compositi per misurare il posizionamento dell’Unione europea e dei singoli Stati membri rispetto ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030.
Dall’analisi di questi indicatori emerge che tra il 2010 e il 2017 nove obiettivi (salute, educazione, parità di genere, energia, occupazione, città, produzione e consumo, cambiamento climatico ed ecosistema marino) mostrano un miglioramento mentre ecosistemi terrestri e cooperazione internazionale registrano un peggioramento. Resta invariata la situazione per altri cinque obiettivi: povertà, fame, infrastrutture, disuguaglianze, pace e giustizia.
Per l’obiettivo acqua pulita e servizi igienico-sanitari non è stato possibile creare un indicatore composito per mancanza di dati.
Per quanto riguarda il confronto tra 2016 e 2017, ovvero gli ultimi due anni di osservazione, le tendenze sono diverse:
migliorano gli obiettivi 1, 2, 3, 4, 5, 8, 10, 11, 14 e 16,
stabili gli obiettivi 7, 9, 12, 13 e 17,
peggiora l’obiettivo 15.
Per gran parte degli obiettivi, si registrano situazioni molto diverse tra gli Stati membri.
Un’analisi degli obiettivi più propriamente ambientali ci mostra questo quadro:
l'obiettivo 7 (Assicurare l’accesso all'energia pulita, a buon mercato e sostenibile per tutti) mostra la più bassa variabilità tra i paesi, con il Portogallo con il valore più alto, solo 15,9 punti in più rispetto alla Polonia, il paese con il punteggio più basso. L'Italia è in quarta posizione, con un valore ben al di sopra della media europea;
per l'obiettivo 11 (Rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili), la distanza tra il primo posto (Irlanda) e l’ultimo (Romania) è di 34 punti. La performance dell'Italia è inferiore alla media europea;
l'obiettivo 12 (Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili) è quello che mostra le maggiori disparità territoriali. Il divario tra Olanda ed Estonia, primo e ultimo classificato, è di quasi 45 punti. L'Italia è al secondo posto;
nell'obiettivo 13 (Fare un’azione urgente per combattere il cambiamento climatico e il suo impatto), Malta è al primo posto e il Lussemburgo ultimo, con un divario di 36 punti. L'Italia è tra le prime posizioni;
per l'obiettivo 14 (Salvaguardare gli oceani, i mari e le risorse marine per un loro sviluppo sostenibile), i Paesi Bassi sono i migliori, con 34 punti di vantaggio sulla Svezia, il paese con il punteggio più basso. L’Italia ha registrato una performance inferiore alla media;
per l'obiettivo 15 (Proteggere, ristabilire e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, la gestione sostenibile delle foreste, combattere la desertificazione, fermare e rovesciare la degradazione del territorio e arrestare la perdita della biodiversità), la Slovenia è in testa alla classifica, con un indicatore composito che è 33,7 punti maggiore della Polonia, il paese con il punteggio più basso. L'Italia è al di sopra della media europea.
Per approfondimenti leggi il Rapporto ASviS “The European Union and the Sustainable Development Goals”
fonte: http://www.arpat.toscana.it
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