La grande migrazione climatica e' iniziata

L'articolo pubblicato sul New York Times in data 23 luglio 2020 è stato scritto da Abraham Lustgarten.



"Oggi l'1% del pianeta è zona calda dove si può a malapena vivere. Entro il 2070 quella porzione potrebbe salire fino al 19%. Miliardi di persone chiamano casa tale territorio. Dove andranno?" 


L'articolo inizia raccontando la storia di un contadino del Guatemala, da cinque anni quasi non pioveva; poi piovve e Jorge seminò il mais, le piante crebbero bene, ma ci fu un alluvione; Jorge con l'acqua che gli arrivava al torace raccolse tutte le pannocchie che potevano ancora mangiare. Alla fine in disperazione vendette la sua capanna con tetto di latta dove viveva con la moglie e tre figli per ottenere nuovi semi; ma dopo l'alluvione di nuovo smise di piovere e tutto seccò. Jorge capì che per non morire di fame doveva lasciare il Guatemala. 

Molti di quelle zone stanno vivendo con l'incertezza sul come procurarsi il loro prossimo pasto, molti bambini hanno cronicamente fame, la loro altezza è bassa rispetto all'età ed hanno ossa deboli e pance rigonfie. El Niño insieme al riscaldamento globale sta trasformando molte parti semi- aride del Guatemala che presto somiglieranno più ad un deserto. 

In alcune parti del Guatemala prevedono che la pioggia diminuirà del 60% e potrebbe diminuire fino al 83% la quantità di acqua che va nei torrenti e tiene il suolo umido. I ricercatori prevedono che entro il 2070 le rese di alcune coltivazioni di base potrebbero ridursi di un terzo nelle zone dove abitava Jorge (Alta Verapaz). 

Questi problemi non ci sono soltanto in Guatemala: centinaia di milioni di persone provenienti dal Centro America, dal Sudan, dal Delta del Mekong (Vietnam) man mano che le loro terre non danno più sostentamento saranno costrette a scegliere tra fuggire o restare e morire di fame: il risultato sarà la più GRANDE ONDATA MIGRATORIA che ci sia mai stata. Partono spesso senza sapere dove andranno o che cosa potranno fare là dove andranno a stare.  

Nella parte successiva dell'articolo viene raccontato un articolo scientifico in cui spiegano che la specie umana è sempre vissuta all'interno di un intervallo molto ristretto di temperature, in luoghi dove il clima sosteneva una abbondante produzione di cibo. 

Con il riscaldamento globale la banda (di temperature ottimali) si sta improvvisamente spostando verso nord, di conseguenza, secondo l'articolo scientifico il nostro pianeta potrà subire un aumento nelle temperature più grande nei prossimo cinquant'anni di quello che c'è stato nei seimila anni passati tutti insieme. 

Entro il 2070 il tipo di zone estremamente calde come quelle del Sahara che adesso sono meno dell'1% delle superfici terrestri del pianeta potrebbero diventare quasi un QUINTO delle superfici terrestri, di conseguenza potenzialmente una persona ogni tre persone oggi viventi si verrebbero a trovare fuori dalla nicchia climatica in cui la specie umana aveva prosperato per millenni. 

Molti resteranno a patire caldo estremo, fame e caos politico, ma altri saranno obbligati a partire. Viene anche citato un altro studio scientifico del 2017 secondo cui entro il 2100 le temperature potranno aumentare fino al punto che in alcune luoghi, incluse parti dell'India e della Cina est, uscire all'aperto per poche ore "porterebbe alla morte anche le persone più in buona salute". Le zone da cui sono iniziate le migrazioni a causa del clima sono Sudest asiatico: da cui i migranti vanno verso MedioOriente, Europa, N. America/mentre dalla zona subsahariana del Sahel africano i migranti fluiscono verso le coste e le città. 

L'articolo prosegue affermando che se le migrazioni via dai climi troppo caldi dovessero raggiungere l'ordine di grandezza che le attuali ricerche indicano come probabile si andrebbe verso una vasta ri -mappatura delle popolazioni mondiali. L'articolo prosegue a lungo, viene anche presentato il progetto di creare un modello per capire meglio le forze e l'ordine di grandezza delle migrazioni climatiche rispetto ad un'area più ampia, per realizzare questo il New York Times Magazine e ProPubblica si sono uniti con il Pulitzer Centre per creare per la prima volta un modello sul modo in cui avverranno le migrazioni.

Hanno studiato l'America centrale usando dati climatici e di sviluppo-economico per esaminare un ventaglio di scenari, negli scenari climatici più estremi più di 30 milioni di migranti andrebbero verso i confini USA nei prossimi 30 anni. Il modello mostra che le risposte politiche sia al cambiamento climatico, sia alle migrazioni possono portare a futuri enormemente diversi. Nelle successive pagine esaminano oltre alle migrazioni conseguenti alle siccità e alle coltivazioni che vengono perse anche le conseguenze dell'aumento del livello dei mari. 

Adesso si apprende che gli scienziati del clima hanno sottostimato i futuri dislocamenti (di persone) dovuti all'aumento del livello del mare di un fattore tre, il probabile conto totale a livello globale potrebbe arrivare a 150 milioni di persone. L'articolo prosegue per molte pagine ancora. All'interno dell'articolo ci sono i link per accedere alle letture degli articoli scientifici citati. 

https://www.nytimes.com/interactive/2020/07/23/magazine/climate-migration.html


Nadia Simonini

Rete Nazionale Rifiuti Zero



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