La rete genovese che rivoluziona il riciclo delle eccedenze alimentari: la storia di Ricibo

Un progetto per il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari, attivo sul territorio genovese dal 2017. Grazie alla piattaforma che incrocia domanda e offerta, Ricibo ha dato vita a una fitta rete che lega pubblico e privato con profit e non-profit perseguendo un obiettivo semplice, ma ambizioso: puntare a una città a spreco zero.











Ogni settimana sprechiamo poco meno di 5 euro in alimenti che non riusciamo a gestire adeguatamente, il che ci porta a un dato nazionale di 6,5 miliardi di euro “sprecati” dalle famiglie italiane. Un dato in calo del 25% rispetto all’ultimo Rapporto Waste Watcher 2019, che registrava un valore di circa 6,60 euro di cibo sprecato settimanalmente. Un buon risultato, certo, ma si può fare ancora di meglio.

A Genova un progetto coordinato dalla Comunità di San Benedetto abbassa la media nazionale: si chiama Ricibo e mette in rete le associazioni attive nella ridistribuzione di cibo a sostegno alle persone in situazione di disagio economico, offrendo strumenti per migliorare l’efficacia del proprio intervento e, allo stesso tempo, implementare il recupero delle eccedenze alimentari.

Abbiamo incontrato Marco Malfatto, il responsabile della rete RICIBO, che ci ha raccontato com’è nato e come si sta sviluppando il progetto.



COSA FA RICIBO

«Delle quasi diecimila tonnellate di cibo sprecato annualmente a Genova, Ricibo ne raccoglie circa 180 tonnellate. Si tratta di prodotti freschi e di altissima qualità, provenienti da mercati, rosticcerie, negozi, traghetti, mense scolastiche e industrie alimentari». A Genova ci sono almeno duecento realtà che si occupano di raccolta e ridistribuzione di cibo a mense sociali, case famiglia e persone in difficoltà e si contano più di 170 servizi tra mense, social market, centri di consegna dei pacchi alimentari: spesso, però, queste associazioni non si conoscono tra loro, con il risultato che il recupero di eccedenze alimentari è complessivamente molto più basso rispetto a quello potenziale.

UNA RETE, UNA COMUNITÀ, UN PROGETTO: INSIEME SI VA PIÙ LONTANO

«Nato da un accordo di rete promosso dal Comune di Genova, proprio per ovviare alle carenze logistiche e organizzative delle singole associazioni attive sul territorio, Ricibo segue fedelmente una logica di “comunità” ed è la cooperazione ad aumentare la sinergia tra i vari progetti in corso, raggiungendo con sempre maggiore capillarità le fasce più fragili dei luoghi in cui abitiamo». La rete è anche un progetto, sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Carige, con la Comunità di San Benedetto come capofila, che opera in stretta collaborazione con sette partner che hanno raccolto l’istanza del Comune, sottoscrivendo l’accordo insieme ad altre cinquanta associazioni del territorio.

L’APP

Bring the food è l’App che è stata progettata per semplificare la procedura per la donazione degli alimenti: oltre a preparare in anticipo tutta la documentazione ai fini degli sgravi fiscali previsti, agevola l’incrocio di domanda e di offerta, collegando il profilo del negozio o del ristorante a quello dell’associazione e dei volontari che ritireranno in loco le donazioni. Per poterla scaricare, però, occorre inviare una mail all’indirizzo info@ricibo.org, indicando i dati dell’azienda (ragione sociale, indirizzo P. Iva e mail).

LA MATRICE IDENTITARIA

«Ricibo costruisce un senso di identità delle associazioni aderenti rispetto al tema del cibo: le realtà che aderiscono sono consapevoli di essere all’interno di un rete che funziona e che consente di conoscersi, collaborare e creare reti dentro le reti». In questo modo, i valori e la filosofia di ogni singola realtà si fondono insieme, mantenendo la propria identità, ma riconoscendosi in un obiettivo comune. Attraverso la sua rete, Ricibo mette, quindi, insieme i tasselli di una comunità solidale a tutto tondo. Per cambiare il mondo, un chilo di cibo recuperato alla volta.

fonte: www.italiachecambia.org


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