In una nota diramata dalle principali associazioni europee del settore plastica, carta e imballaggio viene analizzata e criticata la bozza che sta circolando delle Linee guida della Commissione europea relative alla direttiva sugli articoli monouso in plastica (direttiva SUP, 2019/904 del 5 giugno 2019).
I firmatari - tra i quali PlasticsEurope, EuPC, Plastics Recyclers Europe, Eumpes - si dicono preoccupati per l'ampliamento del campo di applicazione rispetto al testo pubblicato in GUCE e per i riflessi sulla tenuta del mercato unico per il comparto degli imballaggi. Invece di fornire i chiarimenti necessari alla sua applicazione - si legge nel documento - le linee guida potrebbero ostacolare la riduzione dei rifiuti e la transizione verso un'economia circolare per la plastica.
Le associazioni rispondono al documento con due osservazioni volte a garantire il raggiungimento degli obiettivi politici fissati dalla direttiva SUP.
La prima riguarda l'assenza di un riferimento per il recepimento armonizzato della direttiva a livello comunitario, lasciando così troppa discrezionalità a livello nazionale, anche perché le disposizioni fondamentali della direttiva SUP non sarebbero state chiarite in modo adeguato nel testo. Toccherebbe invece alle linee guida favorire un recepimento omogeneo e armonizzato per prevenire la frammentazione del mercato, l'incertezza e gli ostacoli al commercio intracomunitario che potrebbero innescarsi da interpretazioni diverse a livello locale.
Il secondo punto critico - forse quello più rilevante per il nostro settore - concerne il disallineamento delle linee guida rispetto al testo della direttiva riguardo l'ambito di applicazione, ovvero gli articoli monouso sottoposti a restrizioni, che potrebbe costituire un precedente allarmante per l'integrità del processo decisionale all'interno della UE. Viene citato, a questo proposito, l'articolo 12 della Direttiva SUP che indica, tra i criteri utili a definire se un articolo è o non è monouso: "la tendenza del contenitore a essere disperso nell’ambiente, in ragione del suo volume o delle sue dimensioni, in particolare nel caso dei contenitori per alimenti monoporzione". Nella bozza, invece, questo criterio verrebbe messo in secondo piano, addirittura non citato nell'ultima edizione. Ciò significa che potrebbero ricadere nell'ambito della direttiva SUP anche i multipack venduti nei supermercati, quindi destinati ad un uso domestico.
Un altro esempio riguarda all'allegato, Parte A, che identifica gli articoli soggetti ad una riduzione dei consumi (quindi non vietati), tra i quali i contenitori per alimenti pronti per il consumo senza ulteriore preparazione, per esempio cottura, bollitura o riscaldamento. Nelle linee guida in bozza si afferma che lavaggio, pelatura o affettatura, come nel caso di frutta e verdura, non dovrebbero essere considerati una preparazione e quindi non andrebbero considerati criteri di esclusione dall'ambito di applicazione.
fonte: www.polimerica.it
Un altro esempio riguarda all'allegato, Parte A, che identifica gli articoli soggetti ad una riduzione dei consumi (quindi non vietati), tra i quali i contenitori per alimenti pronti per il consumo senza ulteriore preparazione, per esempio cottura, bollitura o riscaldamento. Nelle linee guida in bozza si afferma che lavaggio, pelatura o affettatura, come nel caso di frutta e verdura, non dovrebbero essere considerati una preparazione e quindi non andrebbero considerati criteri di esclusione dall'ambito di applicazione.
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