Ai margini della città di Dublino, nel quartiere Ballymun, la vecchia centrale termica è stata trasformata in un centro per il riuso aperto alla cittadinanza, noto come “Rediscovery Centre”. Un luogo nato per accogliere le imprese sociali della zona, alla ricerca di una sede in cui poter lavorare insieme al servizio della comunità locale.
Nel 2004 l’intero quartiere ha subito un processo di rigenerazione edilizia che ha spinto molti abitanti a trasferirsi e le imprese sociali del Rediscovery Centre si sono occupate di raccogliere la grande quantità di mobili e pezzi d’arredamento destinati a finire in discarica. “Il quartiere Ballymun era in una fase di profonda trasformazione, abbiamo voluto dare il nostro contributo impedendo che quest’enorme quantità di oggetti andasse sprecata”, racconta Gráinne Lambert, responsabile marketing ed eventi del Rediscovery Centre.
Dalle donazioni alla formazione
Il centro inizialmente si occupava soltanto del restauro dei mobili di seconda mano, ma a poco ha iniziato ad espandersi anche ad altri tipi di attività come il riciclo delle tinture e delle vernici, la riparazione e rivendita di biciclette e il riutilizzo di capi d’abbigliamento. “Abbiamo cominciato con le donazioni individuali, e a poco a poco siamo riusciti a stringere accordi stabili anche con i centri di riciclo che ormai ci inviano periodicamente le biciclette o le vernici da rigenerare. Ad oggi siamo ancora molto piccoli e dobbiamo selezionare attentamente il tipo di prodotti perché abbiamo forze limitate, ma speriamo di poterci espandere molto presto”.
Il centro per il riuso di Ballymun è anche uno spazio di formazione e condivisione con all’interno una caffetteria, un grande shop di smercio dei prodotti e numerose aule studio e conference room in cui ogni giorno si tengono workshop, corsi e incontri con la cittadinanza.
“Abbiamo capito che era necessario agire anche dal punto di vista sociale – continua Gráinne – e ci siamo attivati nella formazione e nel reinserimento lavorativo di molte persone che per vari motivi non riuscivano più a trovare un impiego”.
I programmi di formazione del Rediscovery Centre col tempo sono stati estesi a tutte le fasce di età, grazie a un programma di attività diversificato, pensato sia per i più piccoli che per gli studenti della scuola secondaria: “L’aspetto formativo per noi è di estrema importanza e abbiamo cercato di specializzarci nella divulgazione di buone pratiche adatte a tutte le età. Ogni volta che un ragazzo torna a casa e racconta alla famiglia ciò che ha appreso noi ampliamo la nostra comunità e rendiamo senso comune la cultura del riuso“.
Una bambina durante le attività di formazione al Rediscovery Centre di Dublino
La lezione del Covid: economia circolare significa capacità di adattamento
Il centro collabora con le istituzioni cittadine e il ministero per l’ambiente su numerosi progetti ed è ormai un’eccellenza internazionale nell’ambito della formazione nel settore del riuso, con percorsi di training individuale cuciti su misura, aperti a chiunque voglia contribuire alla lotta allo spreco e alla disoccupazione. “Siamo il centro nazionale per l’economia circolare in Irlanda e lavoriamo con molti partner europei partecipando a numerose iniziative volte ad accelerare la transizione ad un’economia pienamente circolare, con programmi di azione concreti che mirano allo sviluppo di una risposta collettiva alla crisi climatica”, afferma la ceo del Rediscovery Centre Sarah Miller.
Il grande sostegno ricevuto dalla comunità europea e dalla cittadinanza ha permesso, infatti, di promuovere ampie campagne di sensibilizzazione per la tutela dell’ambiente: “Il cambiamento inizia dal basso. Per questo abbiamo recentemente supportato una grande protesta contro l’uso eccessivo di imballaggi in plastica, chiedendo ai consumatori di lasciare alla cassa il packaging inquinante, un’azione concreta che ha spinto le imprese a prediligere prodotti con un minor impatto ambientale”, ricorda Gráinne.
Con l’esplosione della pandemia Covid-19 non il lavoro del centro è andato avanti e molte delle attività di training e formazione sono state trasferite online: “Abbiamo creato nuovi programmi di tutoring a distanza e abbiamo aperto un catalogo online con tutti i nostri prodotti. Anche se all’inizio eravamo preoccupati di dover sospendere le attività in presenza, siamo subito riusciti ad adattarci. In fondo far parte di un’economia circolare significa essenzialmente questo -conclude-, sapersi adattare all’ambiente circostante senza danneggiarlo”.
fonte: economiacircolare.com
La lezione del Covid: economia circolare significa capacità di adattamento
Il centro collabora con le istituzioni cittadine e il ministero per l’ambiente su numerosi progetti ed è ormai un’eccellenza internazionale nell’ambito della formazione nel settore del riuso, con percorsi di training individuale cuciti su misura, aperti a chiunque voglia contribuire alla lotta allo spreco e alla disoccupazione. “Siamo il centro nazionale per l’economia circolare in Irlanda e lavoriamo con molti partner europei partecipando a numerose iniziative volte ad accelerare la transizione ad un’economia pienamente circolare, con programmi di azione concreti che mirano allo sviluppo di una risposta collettiva alla crisi climatica”, afferma la ceo del Rediscovery Centre Sarah Miller.
Il grande sostegno ricevuto dalla comunità europea e dalla cittadinanza ha permesso, infatti, di promuovere ampie campagne di sensibilizzazione per la tutela dell’ambiente: “Il cambiamento inizia dal basso. Per questo abbiamo recentemente supportato una grande protesta contro l’uso eccessivo di imballaggi in plastica, chiedendo ai consumatori di lasciare alla cassa il packaging inquinante, un’azione concreta che ha spinto le imprese a prediligere prodotti con un minor impatto ambientale”, ricorda Gráinne.
Con l’esplosione della pandemia Covid-19 non il lavoro del centro è andato avanti e molte delle attività di training e formazione sono state trasferite online: “Abbiamo creato nuovi programmi di tutoring a distanza e abbiamo aperto un catalogo online con tutti i nostri prodotti. Anche se all’inizio eravamo preoccupati di dover sospendere le attività in presenza, siamo subito riusciti ad adattarci. In fondo far parte di un’economia circolare significa essenzialmente questo -conclude-, sapersi adattare all’ambiente circostante senza danneggiarlo”.
fonte: economiacircolare.com
=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria