Servono maggiore scambio tra offerta e domanda, più servizi e più auto, un’estensione delle aree, un aumento delle città, un incremento di tipologie di carsharing e una maggiore penetrazione dei veicoli elettrici. Questo il quadro degli obiettivi strategici per la condivisione e l’elettrificazione delle auto in futuro – secondo il rapporto ‘Lo sviluppo di servizi di carsharing con veicoli elettrici – Soluzioni e proposte’, messo a punto dall’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility e Motus-E – con un target al 2030 che punti alla triplicazione delle auto in sharing e una flotta 100% elettrica.
“Nel quadro italiano, che registra uno dei tassi di motorizzazione privata più alti del mondo, sharing mobility ed elettrificazione – dichiara Raimondo Orsini, responsabile dell’Osservatorio nazionale della sharing mobility – possono diventare due grandi alleate strategiche. I trasporti condivisi, come il carsharing, sono fondamentali per fornire ai cittadini un’alternativa efficace e competitiva che li incentivi a rinunciare all’auto di proprietà”.
Il documento, oltre a fare il punto su come promuovere lo sviluppo del carsharing in Italia avanza una serie di proposte e raccomandazioni al livello locale e nazionale, costituendo il primo punto di partenza per un confronto tra amministratori locali, operatori e decisori politici.
“Il car sharing potrà essere il segnale di una ripresa – conclude Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-E – secondo una diversa civiltà della mobilità e potrà contribuire a liberare le nostre strade dall’attuale affollamento di mezzi inquinanti, oltre che svecchiare il parco auto e ripulire l’aria dai veleni del traffico. Il mezzo elettrico costituisce la soluzione ideale, anche quale esempio per consumatori e pubbliche amministrazioni verso una compiuta transizione ecologica”.
La promozione del carsharing elettrico deve tenere conto della fase di transizione che attraversa il settore e alcuni elementi di contesto, come la crisi pandemica, l’uscita dal mercato di alcuni operatori elettrici (sharen’go, Bluetorino) e l’ingresso di nuovi (LeasysGo a Roma, Milano e Torino). Un quadro complessivo in cui la quota di elettrificazione del carsharing è tornata ai livelli del 2015 pur rimanendo, tra i servizi di mobilità in cui si condivide un’auto, quello più elettrificato. Una delle criticità per la diffusione dell’e-sharing e della mobilità elettrica in generale resta la non sufficiente e poco uniforme diffusione delle infrastrutture di ricarica: i ‘distributori’ elettrici sono attualmente 9.709 con un totale di 19.324 punti di ricarica e sono localizzati per il 56% nelle regioni del Nord, il 23% in quelle del Centro e solo il 21% in quelle del Sud e nelle Isole.
Secondo i rappresentanti delle istituzioni centrali e locali – nel corso del webinar di presentazione del rapporto – è di fondamentale importanza fornire “alle amministrazioni locali maggiori strumenti di tipo economico e regolatorio per supportare i servizi di carsharing con auto elettriche”, ormai “strategici per centrare gli obiettivi di mobilità sostenibile”.
fonte: www.rinnovabili.it
“Nel quadro italiano, che registra uno dei tassi di motorizzazione privata più alti del mondo, sharing mobility ed elettrificazione – dichiara Raimondo Orsini, responsabile dell’Osservatorio nazionale della sharing mobility – possono diventare due grandi alleate strategiche. I trasporti condivisi, come il carsharing, sono fondamentali per fornire ai cittadini un’alternativa efficace e competitiva che li incentivi a rinunciare all’auto di proprietà”.
Il documento, oltre a fare il punto su come promuovere lo sviluppo del carsharing in Italia avanza una serie di proposte e raccomandazioni al livello locale e nazionale, costituendo il primo punto di partenza per un confronto tra amministratori locali, operatori e decisori politici.
“Il car sharing potrà essere il segnale di una ripresa – conclude Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-E – secondo una diversa civiltà della mobilità e potrà contribuire a liberare le nostre strade dall’attuale affollamento di mezzi inquinanti, oltre che svecchiare il parco auto e ripulire l’aria dai veleni del traffico. Il mezzo elettrico costituisce la soluzione ideale, anche quale esempio per consumatori e pubbliche amministrazioni verso una compiuta transizione ecologica”.
La promozione del carsharing elettrico deve tenere conto della fase di transizione che attraversa il settore e alcuni elementi di contesto, come la crisi pandemica, l’uscita dal mercato di alcuni operatori elettrici (sharen’go, Bluetorino) e l’ingresso di nuovi (LeasysGo a Roma, Milano e Torino). Un quadro complessivo in cui la quota di elettrificazione del carsharing è tornata ai livelli del 2015 pur rimanendo, tra i servizi di mobilità in cui si condivide un’auto, quello più elettrificato. Una delle criticità per la diffusione dell’e-sharing e della mobilità elettrica in generale resta la non sufficiente e poco uniforme diffusione delle infrastrutture di ricarica: i ‘distributori’ elettrici sono attualmente 9.709 con un totale di 19.324 punti di ricarica e sono localizzati per il 56% nelle regioni del Nord, il 23% in quelle del Centro e solo il 21% in quelle del Sud e nelle Isole.
Secondo i rappresentanti delle istituzioni centrali e locali – nel corso del webinar di presentazione del rapporto – è di fondamentale importanza fornire “alle amministrazioni locali maggiori strumenti di tipo economico e regolatorio per supportare i servizi di carsharing con auto elettriche”, ormai “strategici per centrare gli obiettivi di mobilità sostenibile”.
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