Con l'arrivo del Covid asporto e consegna a domicilio sono diventate la norma nella ristorazione italiana. Aumentando pratiche dannose come ...
il monouso e lo spreco di cibo. La soluzione? Il“primo aggregatore di servizi ‘zero waste’ del settore food”Asporto e consegna a domicilio hanno rappresentato per mesi l’unica fonte di reddito per i ristoratori italiani e non solo. Molti di loro prima della pandemia non erano nemmeno attrezzati per questa modalità di vendita ma ora, stando a diverse ricerche e sondaggi, non rinunceranno a usare anche questa modalità di vendita. L’impatto, in termini di diffusione di contenitori monouso e di spreco di cibo, è sotto gli occhi di tutti, ma c’è chi anche nel nostro Paese non si arrende all’idea e contribuisce alla rivoluzione del riutilizzo. Giulia Zanatta, Daniele Cagnazzo e Alberto Garuccio sono i creatori di Around, che definiscono come “il primo aggregatore di servizi ‘zero waste’ del settore food”. L’idea è nata proprio durante il periodo di lockdown quando l’unica alternativa alla chiusura totale era la vendita online o l’asporto.La prima fase di lancio è partita a fine giugno di quest’anno, con un primo gruppo di 5 ristoranti milanesi che hanno messo a disposizione dei propri clienti i contenitori riutilizzabili di Around. Nuove adesioni sono attese per l’autunno, quando ci sarà il lancio vero e proprio con la partenza delle scuole. Dopo Milano, i fondatori di Around contano di estendere l’iniziativa alle principali città italiane passando per Torino, Bologna, Firenze. EconomiaCircolare.com ha chiesto a Giulia Zanatta e Daniele Cagnazzo di raccontare come funziona il servizio che Around offre agli amanti del cibo da asporto e a domicilio e quali vantaggi comporta.
Come funziona Around e quali sono le sue particolarità rispetto a iniziative analoghe?
La missione di Around è quella di incoraggiare ed ispirare modelli di consumo che riducano l’imballaggio usa e getta e lo spreco di cibo nei servizi di ristorazione. Il progetto punta a costruire un ecosistema di riutilizzo innovativo e facilmente accessibile basato sull’impiego di packaging riutilizzabile nei servizi di asporto e di food delivery e sulla vendita a prezzi scontati del cibo rimasto invenduto dagli esercizi a fine giornata, sempre con contenitori riutilizzabili. Quest’opzione “Zero food waste” permette ai clienti di trovare sull’app la lista del cibo messo in offerta dai ristoranti e a quest’ultimi di evitare giacenze e sprechi, offrendo il cibo invenduto a un prezzo scontato in modo da ottimizzare le risorse giornaliere e di ampliare la clientela.
Cosa devono fare i clienti dopo aver portato a casa il contenitore riutilizzabile e consumato il cibo?
In questa prima fase di lancio i clienti che acquistano cibo da asporto con i nostri contenitori riutilizzabili presso un ristorante aderente, sono tenuti a riportarli entro 7 giorni allo stesso locale. Man mano che il network degli esercizi affiliati ad Around crescerà, i clienti avranno la possibilità di noleggiare e consegnare i contenitori utilizzati presso qualsiasi altro ristorante aderente al nostro sistema.
Stiamo lavorando ad accordi e partnership con gli operatori del settore delle consegne a domicilio, in modo da estendere il servizio anche al mondo del food delivery e garantire sia la consegna che il ritiro dei nostri contenitori riutilizzabili.
Chi vuole utilizzare il vostro servizio cosa deve fare?
I clienti degli esercizi che hanno aderito al nostro sistema possono scegliere e acquistare il cibo direttamente dall’app e passare per il ritiro nella fascia oraria indicata dal ristorante. I contenitori riutilizzabili di Around sono dotati di un Qr code che rimanda all’app, disponibile su Apple store e Google play. Non chiediamo alcun deposito per il contenitore per non scoraggiare l’adesione al servizio. Dall’altro lato però, chiediamo la riconsegna dei contenitori entro sette giorni dalla data del noleggio. Se ciò non avviene, è previsto un addebito di 10 euro per la mancata riconsegna.
Per l’utente c’è il vantaggio di ridurre il packaging monouso da gestire e la soddisfazione di aver contribuito alla riduzione degli sprechi alimentari usando una sola piattaforma. Il tutto senza rimetterci economicamente, anzi.
E un ristoratore cosa ci guadagna?
Per il ristoratore è doppiamente vantaggioso, perché risparmia sui costi di gestione degli imballaggi monouso e riduce i costi del cibo invenduto potendo decidere liberamente cosa promuovere sull’app e la percentuale di sconto da applicare.
Quanti tipi di contenitori proponete?
Per questa prima fase di lancio abbiamo messo a disposizione tre diversi contenitori con coperchio ermetico, ma siamo già al lavoro per creare nuovi modelli che rispondano alle esigenze delle diverse tipologie di piatti da asporto richieste da aziende, ristoranti e servizi di catering.
Il vostro servizio può essere esteso anche ad attività commerciali diverse dai ristoranti? Gastronomie, supermercati, servizi di catering…
Assolutamente sì. È un modello facilmente scalabile per tutti gli operatori che consumano grandi quantità di contenitori monouso e vogliono ridurre lo spreco di cibo. Grazie alla tecnologia che abbiamo sviluppato il sistema si può integrare con altri operatori del settore per creare un ecosistema del riutilizzo che offre la possibilità di ridurre l’impatto ambientale dell’asporto e del delivery.
Come avviene il processo di sanificazione?
In questa prima fase terminato l’utilizzo il cliente riconsegna il contenitore al ristorante che si occuperà del suo lavaggio e sanificazione, secondo le norme previste dal protocollo Haccp. Con l’aumentare dei ristoranti in ogni città, il sistema di lavaggio e redistribuzione dei contenitori verrà preso direttamente in carico da Around, che gestirà in maniera centralizzata raccolta, lavaggio e stoccaggio.
Quali sono i costi di adesione al vostro servizio?
Il servizio verso i consumatori finali è completamente gratuito: non c’è alcun costo né per il noleggio del contenitore né per la sottoscrizione del servizio. Per gli operatori della ristorazione sono previsti dei pacchetti – basic, standard, extra, premium, custom – con offerte differenziate a seconda delle loro necessità, caratteristiche e volume di affari. Ogni ristorante può sottoscrivere il pacchetto più adatto alla propria attività in base ai servizi che intende attivare: dall’adesione al programma “zero food waste”, al servizio di lavaggio centralizzato. A questi si possono aggiungere servizi di marketing, come le sponsorizzazioni rese possibili attraverso l’app e/o la gestione dei contenuti aziendali da lanciare sui social media. Nell’abbonamento mensile rientrano anche altri servizi come l’assistenza tecnica, la garanzia sui contenitori, la geolocalizzazione sulla mappa. E c’è il ritorno di immagine derivante dalla comunicazione digitale che attiviamo sui nostri canali. Inoltre mettiamo a disposizione degli esercizi una web app dedicata che permette di seguire in tempo reale le proprie prestazioni in termini di utilizzi, transazioni e costi.
C’è un costo fisso o anche una parte variabile?
Ogni pacchetto è composto da un costo fisso – l’abbonamento mensile – e una parte variabile che corrisponde ad una fee per ogni rotazione (utilizzo) effettuata dai contenitori, come avviene nei modelli del “product as a service”. Quando un esercizio si serve anche del servizio “Zero food waste” per offrire l’invenduto con lo sconto tramite l’app, paga una piccola commissione sull’importo del valore economico del venduto.
Oltre all’indubitabile beneficio ambientale, rispetto al monouso la vostra soluzione è più o meno conveniente?
Il valore economico dei diversi pacchetti è stato calcolato in modo da rendere vantaggioso agli operatori della ristorazione l’adesione al nostro servizio, comparandoli al costo da loro sostenuto per l’acquisto del packaging monouso, in particolare quello biodegradabile, e la gestione del fine vita. Quando poi anche la Tari che gli esercizi devono pagare i Comuni si baserà sui rifiuti effettivamente prodotti sia nei locali sia nelle case dei consumatori, applicando la tariffa puntuale e non più il calcolo in base ai metri quadri dei locali, ecco che i modelli come il nostro potranno diventare mainstream.
fonte: economiacircolare.com
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