L’inquinamento dell’aria è letale e non si tratta di un’affermazione esagerata. Uccide davvero. Più di alcune malattie trasmissibili, del tabagismo e persino della guerra. E chi vive nelle aree più inquinate del mondo ha un’aspettativa di vita inferiore a 5 anni. A svelare gli effetti nefasti dell’inquinamento sulla salute umana è un nuovo studio portato avanti dall’Energy Policy Institute dell’Università di Chicago, che ha elaborato un indice di qualità dell’aria (Air Quality Life Index), in grado di misurare gli effetti prodotti dalle polveri sottili.
Dalla ricerca emerge uno scenario a dir poco inquietante:
A meno che l’inquinamento atmosferico da particolato globale non venga ridotto per soddisfare le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in media ogni persona perderà 2,2 anni della propria vita. Chi vive nelle aree più inquinate del mondo potrebbe vivere anche oltre 5 anni in meno. Agendo in maniera invisibile all’interno del corpo umano, l’inquinamento da particolato ha un impatto più devastante sull’aspettativa di vita rispetto a malattie trasmissibili come la tubercolosi e l’HIV/AIDS, al vizio del fumo e persino alla guerra.
@AQLI
In molti Paesi del mondo il lockdown legato al Covid-19 ha rappresentato una vera e propria boccata di ossigeno per la popolazione (oltre che per la Natura), che quotidianamente respira pericolose polveri sottili. Ma dopo aver finalmente sperimentato un’aria più pulita, con le riaperture si è tornati ad altissimi livelli di inquinamento.
Durante un anno senza precedenti durante il quale alcune persone abituate a respirare aria sporca hanno sperimentato l’aria pulita e altre abituate all’aria pulita hanno visto la loro aria sporca, è diventato estremamente evidente l’importante il ruolo svolto dalla politica e che potrebbe svolgere nella riduzione dei combustibili fossili che contribuiscono sia al inquinamento atmosferico e cambiamento climatico – spiega il professor Michael Greenstone, direttore dell’Energy Policy Institute dell’ Università di Chicago. L’Air Quality Life Index (AQLI) dimostra i vantaggi che queste politiche potrebbero apportare per migliorare la nostra salute e allungare le nostre vite.
Le aree del mondo dove l’inquinamento è in crescita
Purtroppo l’inquinamento è un fenomeno che riguarda tutto il Pianeta, ma esistono delle aree del mondo in cui sta diventando una minaccia sempre più pericolosa per la popolazione. È il caso di alcuni Paesi del Sud-Est asiatico, in particolare le metropoli come Bangkok, Ho Chi Minh City e Jakarta.
“Il residente medio in queste città guadagnerebbe dai 2 ai 5 anni di aspettativa di vita se i livelli di inquinamento fossero contenuti per soddisfare le linee guida dell’OMS” chiariscono gli studiosi.
I benefici delle politiche a favore dell’aria pulita sarebbero ancora maggiori in regioni come l’India settentrionale, dove 480 milioni di persone respirano livelli di inquinamento 10 volte peggiori di quelli riscontrati in qualsiasi altra parte del mondo.
Allo stesso tempo, nell’Africa centrale e occidentale gli effetti dell’inquinamento da particolato sull’aspettativa di vita sono ormai paragonabili a quelli di minacce ben note come l’HIV/AIDS e la malaria, ma ricevono meno attenzione. Ad esempio, nell’area del Delta del Niger, il residente medio è sulla buona strada per perdere quasi 5 anni di aspettativa di vita in caso di mancato contenimento dei livelli di inquinamento.
La lotta all’inquinamento intrapresa dalla Cina
La Cina è considerata uno dei Paesi più inquinati al mondo, ma negli ultimi anni le autorità hanno messo in atto delle strategie concrete per diminuire le polveri sottili. Da quando ha intrapreso la sua “guerra contro l’inquinamento” nel 2013, la Cina ha ridotto il suo inquinamento da particolato del 29%.
Di conseguenza, la popolazione cinese ha aggiunto circa 1,5 anni alla propria vita – sottolineano i ricercatori dell’Università di Chicago – Per contestualizzare il successo della Cina, ci sono voluti diversi decenni e recessioni per gli Stati Uniti e per l’Europa per ottenere le stesse riduzioni di inquinamento che la Cina è stata in grado di realizzare in 6 anni.
Il successo della Cina, che partiva da una situazione davvero disastrosa, dimostra che ridurre le emissioni e combattere l’inquinamento (anche nel giro di pochi anni) è possibile. Cosa stiamo aspettando? Mentre si decide come agire, il Pianeta soffoca e la gente continua a morire, per aver semplicemente respirato…
fonte: www.greenme.it
Le aree del mondo dove l’inquinamento è in crescita
Purtroppo l’inquinamento è un fenomeno che riguarda tutto il Pianeta, ma esistono delle aree del mondo in cui sta diventando una minaccia sempre più pericolosa per la popolazione. È il caso di alcuni Paesi del Sud-Est asiatico, in particolare le metropoli come Bangkok, Ho Chi Minh City e Jakarta.
“Il residente medio in queste città guadagnerebbe dai 2 ai 5 anni di aspettativa di vita se i livelli di inquinamento fossero contenuti per soddisfare le linee guida dell’OMS” chiariscono gli studiosi.
I benefici delle politiche a favore dell’aria pulita sarebbero ancora maggiori in regioni come l’India settentrionale, dove 480 milioni di persone respirano livelli di inquinamento 10 volte peggiori di quelli riscontrati in qualsiasi altra parte del mondo.
Allo stesso tempo, nell’Africa centrale e occidentale gli effetti dell’inquinamento da particolato sull’aspettativa di vita sono ormai paragonabili a quelli di minacce ben note come l’HIV/AIDS e la malaria, ma ricevono meno attenzione. Ad esempio, nell’area del Delta del Niger, il residente medio è sulla buona strada per perdere quasi 5 anni di aspettativa di vita in caso di mancato contenimento dei livelli di inquinamento.
La lotta all’inquinamento intrapresa dalla Cina
La Cina è considerata uno dei Paesi più inquinati al mondo, ma negli ultimi anni le autorità hanno messo in atto delle strategie concrete per diminuire le polveri sottili. Da quando ha intrapreso la sua “guerra contro l’inquinamento” nel 2013, la Cina ha ridotto il suo inquinamento da particolato del 29%.
Di conseguenza, la popolazione cinese ha aggiunto circa 1,5 anni alla propria vita – sottolineano i ricercatori dell’Università di Chicago – Per contestualizzare il successo della Cina, ci sono voluti diversi decenni e recessioni per gli Stati Uniti e per l’Europa per ottenere le stesse riduzioni di inquinamento che la Cina è stata in grado di realizzare in 6 anni.
Il successo della Cina, che partiva da una situazione davvero disastrosa, dimostra che ridurre le emissioni e combattere l’inquinamento (anche nel giro di pochi anni) è possibile. Cosa stiamo aspettando? Mentre si decide come agire, il Pianeta soffoca e la gente continua a morire, per aver semplicemente respirato…
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