Anche Nissan si sta impegnando nel campo del riciclo e del recupero delle terre rare. Insieme all’Università di Waseda, una delle più importanti del Giappone, ha avviato dei test su un processo sperimentale per separare i materiali preziosi presenti nei magneti dei motori delle auto elettriche e riutilizzarli in altre applicazioni.
A quanto pare, la Casa sarà in grado di adottare questi metodi su larga scala entro la metà del decennio. Sarà un passo importante verso l’obiettivo prefissato di diventare completamente carbon neutral entro il 2050.
Verso il carbon zeroLa maggior parte dei motori per auto elettriche adotta magneti che contengono metalli rari come il neodimio e il disprosio. Dal 2010, Nissan lavora proprio per ridurre le percentuali di questi elementi nella realizzazione dei magneti, anche al fine di ridurre l’impatto ambientale di quei processi produttivi.
Ma riuscire a recuperarli da motori esistenti giunti a fine vita è un ulteriore passo nella lotta al cambiamento climatico e nell’utilizzo più efficiente delle risorse. Inoltre, un processo di riciclo come quello che Nissan sta mettendo a punto con la Waseda Univesity ha anche il duplice vantaggio di rendere la Casa meno esposta alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e alla scarsità dell’offerta conseguente all’aumento della domanda.
La forza del fuoco
Al momento Nissan sta smontando motori usati e di vecchia concezione per recuperare i metalli preziosi, ma molte delle operazioni sono ancora svolte manualmente. Questa fase di test avviata con l’Università nipponica, con la quale la Casa collabora dal 2017, è volto alla ricerca di metodi automatizzati che riducano tempi e costi e che incrementino le percentuali di materiali riciclati.
Una delle innovazioni allo studio riguarda un avanzato processo di pirometallurgia che dovrebbe portare alla fusione dei metalli non ferrosi e alla separazione dei materiali nobili senza necessità di smontare i motori.
fonte: insideevs.it