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Riciclaggio delle batterie EV, Audi e Umicore chiudono il cerchio

Impiegando il know how acquisito nel riciclaggio di materiale tecnologico, l’azienda belga garantisce il recupero del cobalto e del nichel e il loro riutilizzo nella produzione di nuove batterie





















Il riciclaggio delle batterie dei veicoli elettrici (EV) rappresenta un tema complesso con sfide ancora aperte. Molte delle componenti utilizzate per la loro produzione presentano, infatti, seri problemi ambientali sia in fatto di estrazione che di successivo smaltimento. Per trovare soluzioni utili c’è voluto del tempo e, soprattutto, un adeguato numero di veicoli “dismessi”, ma chiudere ancora definitamente il cerchio non è un’impresa facile.
A provarci è oggi la nuova partnership tra la casa automobilistica tedesca Audi e la società belga Umicore.
Le due realtà hanno concluso lo scorso dicembre i test di un progetto finalizzato al riciclo sostenibile delle batterie dell’Audi e-tron. Il risultato? Umicore è stato in grado di recuperare da  questi dispostivi il 90 per cento del cobalto e del nichel presenti.


L’ottimo valore raggiunto non rappresenta però l’obiettivo finale. La partnership mira a rendere l’intera filiera circolare, ossia trasformare le fasi finali della gestione batterie in quelle iniziali di un nuovo ciclo produttivo. Nel dettaglio, in questi giorni è stata avviata la seconda fase del progetto, che prevede di utilizzare cobalto e nichel recuperati per sintetizzare materiali precursori e catodi per nuove Audi e-tron.
Nonostante manchino al momento conferme ufficiali, è lecito immaginare che lo stesso processo potrà in futuro, rimanendo in Casa Audi, essere impiegato anche per il riciclaggio delle batterie Volkswagen e Porsche.
Un circuito chiuso per il recupero ed il riutilizzo delle materie prime della batteria è un grande salto tecnologico. Così facendo – ha detto Bernd Martens, membro del consiglio di amministrazione IT di Audi – risparmieremo risorse preziose e ridurremo le emissioni di CO2. In questo modo ci avviciniamo in modo significativo all’obiettivo di una catena di approvvigionamento completamente sostenibile. Una pietra miliare verso il raggiungimento delle emissioni nette pari a zero entro il 2050”.In base a quanto annunciato da entrambe le aziende, nel prossimo futuro saranno sviluppate ulteriori e superiori capacità di riciclaggio. 

fonte: www.rinnovabili.it

Fortum ha sviluppato un sistema per riciclare l’80% delle batterie agli ioni di litio

L’azienda finlandese ha messo a punto un processo idro metallurgico a basse emissioni di CO2 capace di separare i materiali preziosi che compongono le batterie delle e-car.



















Riciclare fino all’80% dei materiali che compongono le batterie agli ioni di litio generalmente utilizzate nelle auto elettriche: il sistema, messo a punto dall’azienda finlandese Fortum, specializzata nella produzione di energia pulita e sistemi di ricarica per le e-car, sfrutta processi idro metallurgici a basse emissioni di CO2 per recuperare nichel, cobalto, litio, manganese e altri materiali particolarmente inquinanti e di difficile reperimento.

“Esistono pochissime tecnologie funzionanti ed economicamente valide per riciclare la maggior parte dei materiali utilizzati nelle batterie agli ioni di litio – ha affermato il vice presidene di Fortum, Kalle Saarimaa – Per noi si trattava di una sfida irrisolta, quindi abbiano sviluppato un sistema di riciclo che può essere usato in scala in tutti i settori che utilizzano le batterie agli ioni di litio”.

Il processo sviluppato da Fortum prevede un’iniziale passaggio in cui le batterie vengono messe in sicurezza per poi essere trattate meccanicamente: le plastiche, l’alluminio e il rame vengono separati e destinati alle rispettive filiere di riciclo. I componenti chimici della batteria vengono poi trattati tramite un procedimento idro metallurgico a basse emissioni di diossido di carbonio: sfruttando una metodologia di precipitazione chimica messa a punto dalla società finlandese Crisolteq, partner di Fortum, litio, manganese, cobalto e nichel presenti sotto forma di una sorta di miscela nelle batterie, vengono separati e possono essere riconsegnati ai produttori sotto forme di materie prime. 

Fortume Crisolteq hanno già costruito un impianto di riciclo idro metallurgico capace di trattare la miscela di materiali preziosi delle batterie su scala industriale nei pressi della città di Harjavalta, in Finlandia.

Il processo messo a punto dalle due società finniche rappresenta un vero e proprio record in Europa: attualmente, la legislazione comunitaria prevede, infatti, che “solo” il 50% delle materie componenti le batterie per auto elettriche debba essere riciclabile.
I trend di crescita del settore delle e-car, tuttavia, prevedono che entro i prossimi 10 anni la domanda di materiali come nichel e manganese salirà dell’800% rispetto ai valori attuali, mentre quella di cobalto dovrebbe crescere del 150%. Le emissioni di CO2 legate alle operazioni minerarie necessarie al reperimento di questi materiali potrebbero crescere del 500%, mentre il processo di riciclo sviluppato da Fortum potrebbe abbatterle fino al 90%.

“La disponibilità limitata e l’impatto ambientale dell’estrazione mineraria dimostrano che il riciclo di questi elementi rari per la produzione di batterie è fondamentale – ha aggiunto Saarimaa – Se non rimettiamo in circolazione i materiali, finiremo per esaurirli”.
Un approccio circolare che l’azienda finlandese sta applicando a tutto tondo: oltre ai sistemi di recupero dei materiali preziosi, Fortum sta lavorando anche sulla conversione in elementi di stoccaggio delle batterie esauste e quindi non più utilizzabili nelle auto elettriche.

fonte: www.rinnovabili.it