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Una 2a vita alle batterie al litio: nasce la filiera italiana del recupero

















Cobat, RSE e alte sette realtà del mondo aziendale, associazionistico e delle ricerca fanno squadra impegnandosi nella riconversione delle batterie a ioni di litio non più utili ai veicoli elettrici

Nasce la prima filiera italiana per il riciclo e recupero delle

Lightyear One, l’auto elettrica fotovoltaica che fa 710km con una ricarica

Ottime prestazioni per il prototipo di Lightyear che sulla pista tedesca di Aldenhoven ha percorso più di 700 km con una batteria di solo 60 kWh



Aveva promesso un’autonomia di 725 km ma il risultato raggiunto sino ad oggi, anche se leggermente più basso, non delude. Sulla pista di Aldenhoven, l’auto elettrica fotovoltaica Lightyear One, ha dato il meglio di sé. Con una sola ricarica ha percorso ben 710 km, valutati sul ciclo WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicles) usando una batteria di appena 60 kWh. Si tratta di un’autonomia di tutto rispetto per un prodotto ideato nel 2017 e sviluppato solo nel 2019.

Lex Hoefsloot e Arjo van der Ham, i due co-fondatori e rispettivamente a.d. e CTO della società, continuano a macinare progressi per portare la compagnia e la loro auto elettrica fotovoltaica verso la fase produzione commerciale. E le prestazioni catturate nel centro test tedesco, dimostrano che Lightyear One è sulla buona strada.

“Dopo quattro anni di duro lavoro e sviluppo interno, abbiamo raggiunto una pietra miliare ingegneristica e tecnologica molto importante”, spiega Hoefsloot. “Convalida la nostra tecnologia brevettata e dimostra che siamo davvero in grado di mantenere la nostra promessa di introdurre il veicolo elettrico più efficiente di sempre. Questo prototipo ha oltre 710 km di autonomia con un consumo energetico di soli 83 Wh/km a 85 kmh. Anche le auto elettriche più efficienti oggi sul mercato consumano circa il 50% in più di energia a questa velocità relativamente bassa”.

Il Ceo è fiducioso di riuscire a portare la sua auto elettrica fotovoltaica a consumi simili anche con una velocità autostradale. “Ridurre il consumo per km di un veicolo elettrico significa poter fornire molta autonomia con una piccola batteria”. E “poiché le batterie sono la parte più costosa di un veicolo elettrico, è possibile abbassare il prezzo di acquisto dell’auto e ottenere auto elettriche convenienti con un’ampia autonomia che non richiedono molta ricarica. Le auto a basso consumo energetico possono anche ottenere maggiori benefici dall’aggiunta di celle solari”.

Allo stato attuale il veicolo incorpora su tettuccio e cofano cinque metri quadrati di celle solari che dovrebbero aggiungere circa 70 km alla percorrenza al giorno. Ben al di sotto della spinta fornita che il fotovoltaico regala al competitor Sion di Solo Motors, ma con risultati di autonomia difficilmente paragonabili. Questo primo test di convalida non è ancora una prova ufficiale del ciclo di guida WLTP, ma le ultime sperimentazioni arriveranno a breve. I primi 946 veicoli dovrebbero entrare in produzione nella prima metà del 2022, per poi giungere sul mercato di massa a partire dal 2024.



fonte: www.rinnovabili.it


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Roma: On lancia un nuovo servizio integrato per la mobilità elettrica

120 colonnine di ricarica Sicharge AC22 consentiranno la ricarica di diverse tipologie di veicoli elettrici in città. Siemens fornirà la piattaforma basata su cloud per la gestione dell’infrastruttura di ricarica.









Siemens consegnerà diverse colonnine di ricarica e la piattaforma per la gestione dell’energia basa su cloud a On in Italia. Le soluzioni forniranno le basi per un nuovo servizio di mobilità elettrica per la città di Roma sviluppato dalla startup italiana On.
Le prime 23 colonnine di ricarica sono già state installate nel centro della capitale romana, le altre saranno implementate nel corso dell’anno. Per supportare la transizione verso un trasporto urbano più sostenibile, la città di Roma sta implementando il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. L’obbiettivo è quello di promuovere l’accessibilità a tutti e migliorare la qualità della vita, della salute pubblica e la sostenibilità ambientale. Fattore strategico in questa direzione è l’implementazione di servizi di mobilità condivisa, per esempio il car sharing e il bike sharing.
Siemens sta fornendo l’infrastruttura di ricarica per il progetto, che comprende 120 colonnine di ricarica compatte Sicharge AC22. In ognuna delle stazioni, potranno ricaricarsi simultaneamente due veicoli elettrici attraverso due connettori con una capacità di 22 kW. A due ulteriori prese da 230 Volt AC, potranno fare il pieno di energia anche le e-bike, gli e-scooter e altri nuovi piccoli veicoli elettrici. Le colonnine sono tutte connesse in cloud alla piattaforma di gestione dell’energia Siemens E-Car Operation Center (E-Car OC).
La piattaforma è in grado di gestire l’infrastruttura di ricarica e di fornire a sistemi esterni dati elaborati per l'uso in ulteriori processi, quali la fatturazione. Questi dati sono usati dalla app On per mostrare agli utenti dove si trovano i punti di ricarica sulla mappa, la loro disponibilità e il loro stato in tempo reale. In questo modo è possibile avviare il processo di ricarica e accedere ai servizi di pagamento direttamente attraverso la app.

fonte: www.greencity.it


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Il Regno Unito ricicla i metalli delle terre rare utilizzati nella produzione di veicoli elettrici

Un nuovo impianto di riciclaggio consentirà al Regno Unito di creare un'economia circolare attorno ai magneti e ai metalli rari necessari per i veicoli elettrici (EV) e la tecnologia rinnovabile.






















L'UKRI ha assegnato all'Università di Birmingham 4,3 milioni di sterline per la realizzazione dell'impianto, che sarà situato a Tyseley Energy Park, una struttura di ricerca e sviluppo dedicata alla fornitura di innovazione energetica pulita.

L'impianto sarà in grado di riciclare materiali da una varietà di flussi di rifiuti contenenti magneti, inclusi veicoli elettrici, prodotti audio e unità disco rigido.

Questi magneti a terre rare sono una componente essenziale di migliaia di prodotti elettrici, dagli altoparlanti e dai dischi rigidi dei computer alle turbine eoliche e ai veicoli elettrici.

Negli ultimi anni il mercato di questi metalli rari è stato dominato dalla Cina, che dispone di grandi riserve di questi materiali.

Si spera che questo impianto di riciclaggio completerà la catena di approvvigionamento con sede nel Regno Unito per magneti sinterizzati e consentirà al Regno Unito di sviluppare un'economia circolare attorno a motori e magneti ad alte prestazioni che darebbero un contributo significativo agli obiettivi netti zero del Regno Unito sulle emissioni di carbonio .

Il professor Allan Walton, co-direttore del Birmingham Centre for Strategic Elements and Critical Materials, che guida il progetto, ha dichiarato: “Questa è un'enorme opportunità per il Regno Unito di diventare un leader mondiale nel riciclaggio dei magneti ad alte prestazioni.

'Con l'espansione del mercato dei veicoli elettrici, la nostra dipendenza da questi componenti aumenterà rapidamente. Stabilire una catena di approvvigionamento end-to-end garantirà non solo di poter sfruttare adeguatamente queste nuove tecnologie, ma garantirà anche un approvvigionamento locale di questi materiali riducendo al contempo in modo significativo il carico ambientale della produzione ".

Nelle notizie correlate, i ricercatori studiano i modi per fornire una fonte sostenibile dei magneti delle terre rare necessari per i veicoli elettrici e ibridi.

Il progetto RaRE (Riciclaggio delle terre rare per macchine elettriche) da 2,6 milioni di sterline, che sarà condotto dall'Università di Birmingham e Bentley Motors ed è stato finanziato dall'Office for Low Emission Vehicles (OLEV), esaminerà i modi per stabilire il prima catena di fornitura end-to-end di magneti in terre rare riciclate nel Regno Unito.

fonte: airqualitynews.com



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La rincorsa dei veicoli elettrici: adesso la svolta è davvero vicina

Secondo alcune previsioni, già nel 2023 gli EV potrebbero diventare più convenienti delle vetture con motore a combustione interna. E i precedenti indicano che le vendite potrebbero impennarsi



Il mercato globale dei veicoli elettrici sta arrivando a un punto critico. Lo genera soprattutto un fattore: il crollo costante del costo delle batterie. Presto gli EV diventeranno i veicoli più economici, anche in assenza di incentivi statali. Un momento che le principali previsioni piazzano tra il 2023 e il 2025.

Il punto di svolta è già stato superato dalla Norvegia. E le dinamiche del paese scandinavo sono chiare: con le agevolazioni fiscali in essere, che rendono i veicoli elettrici più convenienti di quelli con motori a combustione interna, nel 2020 la quota di mercato degli EV è stata del 54%. Una distanza abissale rispetto agli altri paesi europei, dove in media la quota di mercato dei veicoli ecologici si sta attestando ancora soltanto sul 5%.

Gli osservatori si attendono che il calo dei prezzi dei veicoli elettrici generi un rimbalzo simile nelle vendite a livello globale. Bastano differenze di prezzo molto contenute, scommettono gli analisti. Di nuovo, il caso Norvegia è preso come esempio. Comprare un EV a Oslo è appena lo 0,3% più conveniente rispetto all’acquisto di una vettura tradizionale. Eppure i norvegesi scelgono chiaramente e in massa la mobilità elettrica, che pesa per metà del mercato. Viceversa, laddove siano le auto a combustione a essere anche di poco più convenienti, la quota degli EV crolla drasticamente. In UK le auto a batteria sono circa l’1,3% più care e la loro quota di mercato è appena dell’1,6%.

Secondo Bloomberg, la parità di prezzo sarà raggiunta già nel 2023. Anno in cui la media del costo del pacco batterie dovrebbe attestarsi sui 100$/kWh. E il suo costo potrebbe continuare a scendere ancora, fino a 60$/kWh alla fine del decennio. Appena più cauta la stima fornita invece da McKinsey, che in un’analisi pubblicata di recente prevede che le auto elettriche diventeranno la scelta più conveniente in molte parti del mondo entro i prossimi 5 anni.

fonte: www.rinnovabili.it


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Zero Motorcycles e Reneos: partnership per riciclo delle batterie dei veicoli elettrici

Per la raccolta e il riciclo delle batterie per veicoli elettrici, Zero Motorcycles ha deciso di affidarsi a Reneos, la prima piattaforma europea con un'alta expertise in materia.









L'e-mobility non si ferma e la sua rapida e costante crescita nel mondo, spesso sostenuta da politiche di incentivi statali e da una più intensa consapevolezza verso le problematiche ambientali, ha portato anche a un inevitabile incremento dei volumi di produzione di batterie per veicoli elettrici. Una tendenza che, in concomitanza con questa crescente elettrificazione della mobilità, come dimostrano alcuni studi, è destinata in futuro a salire, determinando a sua volta un aumento della domanda di soluzioni sostenibili per la raccolta e il riciclaggio delle batterie dismesse da parte delle aziende interessate.
Zero Motorcycles, azienda che opera nel settore delle moto elettriche, a partire dal mese di ottobre 2020, ha deciso di affidarsi a Reneos, la piattaforma europea per il riciclo delle batterie: una realtà nata dall'esigenza delle società presenti in diversi Paesi (Belgio, Paesi Bassi, Germania, Norvegia e Italia) e leader nel settore della raccolta e riciclo delle batterie, di unire le forze per creare una rete onnicomprensiva in grado di soddisfare le richieste delle aziende internazionali che operano in Europa.
Reneos, grazie alla rete di società locali e alla loro esperienza nei singoli territori, è in grado di provvedere al riciclaggio su larga scala delle batterie agli ioni di litio delle multinazionali. Le società locali possono infatti garantire il trasporto sicuro e lo stoccaggio delle batterie usurate e danneggiate nel rispetto delle linee guida europee e della legislazione nazionale dei singoli Paesi relativa alla movimentazione di merci pericolose, per poi dare a questi materiali dismessi una seconda vita attraverso il loro riciclo. Una soluzione che permette a Reneos di affrontare in maniera altamente sostenibile il problema dell'inevitabile aumento della produzione di batterie.

fonte: www.greencity.it


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La filiera europea delle batterie? Sarà pronta già nel 2025

Secondo il vicepresidente della Commissione Šefčovič entro 5 anni l’Ue produrrà abbastaza celle a ioni di litio da soddisfare la domanda interna e alimentare l’export









L’Europa potrebbe essere autonoma nella produzione di batterie per veicoli elettrici già nel 2025. Ne è sicuro il vicepresidente della Commissione europea, Maros Šefčovič. Che vede la possibilità di far partire anche l’export entro la stessa data e creare una filiera europea delle batterie solida.

“Sono fiducioso che, entro il 2025, l’UE sarà in grado di produrre abbastanza celle di batteria per soddisfare le esigenze dell’industria automobilistica europea e persino per costruire la nostra capacità di esportazione”, ha detto Šefčovič in un intervento alla European Conference on Batteries il 24 novembre.

Con il Green Deal, Bruxelles ha dato una sferzata decisiva alla produzione di batterie a ioni di litio, necessarie per sostenere la transizione verso una mobilità più sostenibile e l’espansione del mercato degli EV. Oggi è la Cina ad avere uno strapotere su gran parte della filiera, oltre che a costituire di gran lunga il principale mercato delle auto elettriche al mondo. Il colosso asiatico ospita circa l’80% della produzione mondiale di celle agli ioni di litio. Ma la capacità dell’Europa è destinata ad espandersi rapidamente.

“Anche se estraiamo il litio, al momento dobbiamo ancora spedirlo in Cina per affinarlo e quindi l’impronta di carbonio lo rende meno attraente per i consumatori che, ad esempio, vorrebbero acquistare un’auto elettrica”, ha spiegato Šefčovič mettendo in luce uno dei punti deboli che dovrebbero essere affrontati nel creare una filiera europea delle batterie.

Il vicepresidente della Commissione Ue sostiene che nel giro di 5 anni la produzione europea riuscirà a rifornire 6 milioni di veicoli. Secondo le stime di Transport&Environment, quest’anno nonostante la pandemia vedremo un raddoppio delle vendite di veicoli a basse emissioni, con 1 milione di unità tra EV e modelli ibridi.


Il balzo previsto al 2025 dovrebbe essere agevolato dalle 15 Gigafactory in costruzione nel continente, supportate da 100 miliardi di investimenti nella filiera pianificati da Bruxelles. Ma anche con l’introduzione di norme più stringenti sulle importazioni di batterie, attese entro l’autunno, che dovrebbero mettere più pressione all’industria cinese e al suo export.

fonte: www.rinnovabili.it

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Fiumicino: installate colonnine di ricarica rapida al Leasys Mobility Store dell’aeroporto

Previsto, entro il 2020, un totale di 1.200 punti di ricarica presso i 400 Leasys Mobility Store distribuiti su tutto il territorio nazionale e, entro il 2021, il 60% della flotta negli Store composto da veicoli ibridi o elettrici.











La rivoluzione italiana della mobilità sostenibile realizzata da FCA Bank e dalla sua controllata Leasys si arricchisce di un nuovo importante tassello con l'installazione dei primi 10 punti di ricarica rapida presso l'Aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino.
Iniziato con l'inaugurazione del Leasys Mobility Store di Torino Caselle, il primo a essere totalmente elettrificato degli oltre 400 presenti presso tutti i principali centri urbani, aeroporti, porti e stazioni del Paese, il progetto di FCA Bank e Leasys prevede, entro la fine del 2020, l'elettrificazione dei Leasys Mobility Store in tutta Italia, per un totale di 1.200 nuovi punti di ricarica, installati con il supporto di Enel X, partner di Leasys in questo progetto.
Gli interventi presso i Leasys Mobility Store fanno parte di un più ampio progetto che prevede anche l'elettrificazione della flotta di Leasys grazie alla nuova gamma di veicoli FCA, tra i quali la Nuova Fiat 500 elettrica nonché i modelli ibridi plug-in Jeep Renegade e Compass 4xe. L'obiettivo è quello di raggiungere entro il 2021 una flotta composta per il 60% da veicoli elettrici o ibridi, con un'importante riduzione delle emissioni di CO2.
Con l'arrivo di questa nuova gamma di veicoli, Leasys ha sviluppato nuove formule di noleggio e mobilità che comprendono la disponibilità alternata di vetture elettriche, ibride e a combustione tradizionale, garantendo vantaggi, oltre che sulla sostenibilità, anche sulla libertà di movimento, consentendo di accedere alle zone a traffico limitato delle grandi città. Ne è un esempio Leasys CarCloud, il primo abbonamento all'auto in Italia, che ha presentato il nuovo programma Renegade & Compass Plug-in Hybrid, la nuova ed esclusiva formula targata Jeep.
Con Leasys CarCloud Renegade & Compass Plug-in Hybrid, a fronte di un canone fisso mensile di 479 euro, si avrà la possibilità di guidare, a seconda delle proprie necessità, una Jeep Renegade 4xe Plug-in Hybrid o una Jeep Compass 4xe Plug-in Hybrid, tutte disponibili all'interno dello stesso abbonamento.
Le vetture avranno in dotazione un cavo per la ricarica da presa domestica e inoltre, tramite il servizio e-parking disponibile sull'app CarCloud e sul sito mobilitystore.leasys.com, sarà possibile visualizzare un Mobility Store dotato di colonnina elettrica e raggiungerlo per ricaricare gratuitamente il veicolo.

fonte: www.greencity.it


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Ricarica bidirezionale, a Torino il progetto Vehicle-to-Grid da record

FCA, Engie Ep. e Terna lavora insieme per testare la ricarica V2G nel complesso di Mirafiori. Nel 2021 l’impianto permetterà di interconnettere fino a 700 veicoli elettrici, fornendo una risorsa preziosa al bilanciamento del sistema elettrico nazionale.




L’Italia inizia a fare sul serio in materia di Vehicle-to-Grid (V2G), recuperando il tempo perso. Lo dimostra, da ultimo, l’ambizioso progetto pilota presentato stamane, a Torino, da FCA, Engie e Terna. Insieme le tre realtà realizzeranno la più grande infrastruttura di ricarica bidirezionale del mondo: entro un anno nell’hub logistico di Drosso (complesso Mirafiori), all’ombra di 12mila moduli fotovoltaici, fino a 700 auto elettriche potranno far dialogare le proprie batterie con la rete.

Il progetto è stato inaugurato ufficialmente stamane con le prime 32 colonnine V2G, capaci di connettere simultaneamente 64 veicoli. Questa fase permetterà ai partner di sperimentare la tecnologia della ricarica bidirezionale e la gestione logistica del parcheggio, prima di ampliarne ulteriormente le dimensioni.
Il Vehicle-to-Grid in salsa italiana

Per il Belpaese si tratta di un prezioso progresso, soprattutto rispetto alla corsa tecnologia degli altri Paesi europei. Le prime norme italiane in materia di ricarica bidirezionale, infatti, hanno visto la luce solo a febbraio 2020, con un decreto ad hoc recante criteri e modalità per favorire la diffusione a livello nazionale della nuova tecnologia. Il provvedimento stabilisce in che modo le auto elettriche e le speciali colonnine V2G possano partecipare al mercato per i servizi di dispacciamento (MSD).

Ora anche l’Italia è pronta a cimentarsi seriamente con il Vehicle-to-Grid, ma la strada da percorrere è tutta all’inizio.

Il progetto firmato FCA, ENGIE Eps e Terna sfrutta le rispettive competenze per creare una sorta di ecosistema energetico, capace di scambiare energia in maniera intelligente con la rete. E in questo modo fornire una risorsa preziosa al bilanciamento del sistema elettrico nazionale.

La tecnologia bidirezionale – che consente sia di caricare i veicoli elettrici sia di restituire energia alla rete – funzionerà in modo efficace quando auto e infrastruttura di ricarica parleranno un linguaggio comune. Ed è proprio questo linguaggio, l’obiettivo primario della sperimentazione. La gestione della seconda fase sarà invece dettata da logiche di economicità. In tal senso si aspetta la definizione da parte del governo dei nuovi incentivi dedicati. “Ora – spiega Roberto Di Stefano, responsabile e-Mobility di FCA – dovrà seguire un completo framework normativo, riferito alla giusta remunerazione dei servizi di stabilizzazione alla rete e a copertura dei costi aggiuntivi associati all’installazione dei dispositivi di connessione bidirezionali e dei sistemi di misura, ai fini dell’erogazione dei servizi ancillari”.

“FCA – ha aggiunto Pietro Gorlier, Chief Operating Officer della region EMEA del gruppo – sta investendo 5 miliardi di euro, che toccano tutti i nostri stabilimenti, di cui due per il comprensorio di Mirafiori. In questo contesto, oltre al V2G si inseriscono numerosi altri progetti, come i pannelli fotovoltaici della Solar Power Production Units: una superficie di 150 mila metri quadrati in grado di produrre 15 MW di elettricità e contribuendo così alla riduzione delle emissioni per oltre 5 mila tonnellate di CO2. O il Battery Hub che prevede l’assemblaggio di batterie con l’uso di tecnologie all’avanguardia”.

fonte: www.rinnovabili.it


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Enel X e ALD Automotive insieme per sviluppare il noleggio di auto elettriche

Le tecnologie avanzate di Enel X per la ricarica dei veicoli elettrici saranno integrate nelle nuove offerte di noleggio di ALD Automotive in tutta Italia.




Un’innovativa soluzione per la diffusione della mobilità elettrica in Italia: nasce JuiceMotion, la più completa offerta di noleggio a lungo termine di auto elettriche esistente oggi sul mercato. Grazie all’ormai consolidata partnership tra ALD Automotive ed Enel X i clienti che scelgono di noleggiare un veicolo Full electric o Hybrid plug-in, potranno accedere ai servizi di ricarica avanzati di Enel X.
Da tempo ALD Automotive ha inserito all’interno del proprio parco auto veicoli ad alimentazione ibrida o elettrica e grazie al know-how di Enel X, la business line globale del Gruppo Enel dedicata ai prodotti innovativi e soluzioni digitali, ha creato le condizioni per essere pienamente operativa in questo segmento.
Ora con JuiceMotion, ALD Automotive e Enel X offrono un nuovo prodotto, rivolto tanto ai clienti privati quanto alla mobilità aziendale, che renderà ancora più conveniente il noleggio a lungo termine di un’auto elettrica attraverso un canone tutto incluso "senza pensieri" e un pagamento diluito negli anni di noleggio. Una soluzione che, offrendo tra le varie opzioni una card con 1.350 KWh inclusi da utilizzare presso i punti di ricarica di Enel X e la fornitura dell’infrastruttura domestica JuiceBox per la ricarica, consentirà di avvicinare alla mobilità elettrica anche coloro che ancora temono di dover sopportare costi elevati rispetto a quelli delle motorizzazioni tradizionali e di “rimanere a secco di energia” per mancanza di infrastrutture di ricarica.
Alla convenienza del canone mensile tutto compreso, all’interno del quale sono inclusi servizi come assicurazione, bollo auto, manutenzione e soccorso stradale, con JuiceMotion si aggiunge quindi la comodità e la semplicità di poter usufruire di una infrastruttura di ricarica direttamente a casa.

fonte: www.greencity.it


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Batteria allo stato solido, il prototipo Samsung punta a 800km d’autonomia

Con il 50% in meno di volume rispetto a una tipica batteria agli ioni di litio, le celle a stato solido create dal big sudcoreano dell’elettronica, consentirebbero ad un’auto elettrica di percorre 800 km con una ricarica.




Le ultime novità sul fronte dell’accumulo mobile arrivano oggi da Samsung. La multinazionale sudcoreana ha creato, infatti, una batteria allo stato solido in grado di superare le prestazioni delle tradizionali unità a ioni di litio. E di aprire le porta ad un’autonomia per le auto elettriche di ben 800km con una sola ricarica.

Il merito va ad ad un gruppo di ricercatori del Samsung Advanced Institute of Technology (SAIT) e del Samsung R&D Institute Japan (SRJ). Nell’articolo pubblicato su Nature Energy (testo in inglese), il team ha presentato la un prototipo di batterie allo stato solido ad alte prestazioni e di lunga

Rispetto alle classiche batterie agli ioni di litio che utilizzano elettroliti liquidi, questa tecnologia fa affidamento su ceramiche o polimeri solidi. Una differenza che gli conferisce una certa sicurezza d’utilizzo e una maggiore densità di energia.


Il loro tallone d’Achille è sempre stato il costo elevato e la facilità di crescita dendritica a livello degli elettrodi. Di cosa si tratta? Il litio solido con cui è realizzato l’anodo metallico è soggetto alla formazione di strutture ramificate (dendriti) sulla sua superficie durante i cicli di ricarica. Questi elementi possono penetrare il separatore della batteria e creare cortocircuiti che, a loro volta, possono innescare surriscaldamento, incendi e persino esplosioni.

Per ovviare a tale problema, i ricercatori Samsung hanno proposto di utilizzare, per la prima volta, uno strato composito argento-carbonio (Ag-C) come anodo. Il team ha scoperto che il nuovo materiale permette alla batteria allo stato solido non solo di migliorare la sua sicurezza ma anche di aumentare capacità e durata.

Nel dettaglio sono bastati 5 µm di nanocomposito Ag-C per ridurre lo spessore dell’anodo e aumentare la densità di energia fino a 900 Wh a litro.

Non solo. Il prototipo ha già oggi un volume del 50% inferiore a una batteria agli ioni di litio convenzionale. “Questa promettente ricerca – scrive la società in una nota stampa – dovrebbe aiutare a guidare la diffusione dei veicoli elettrici. Il prototipo di cella a marsupio sviluppato dal team consentirebbe a un veicolo elettrico di percorrere fino a 800 km con una singola carica offrendo una durata del ciclo di oltre 1.000 cariche”.

Come ha spiegato Dongmin Im, a capodel Next Generation Battery Lab di SAIT e leader del progetto, “il prodotto di questo studio potrebbe essere una tecnologia di base per future batterie più sicure e ad alte prestazioni. Continueremo a sviluppare e perfezionare i materiali per batterie a stato solido e le relative tecnologie di produzione per contribuire a portare l’innovazione dello storage per veicoli elettrici al livello successivo”.

fonte: www.rinnovabili.it

Joinon, da Gewiss le nuove colonnine di ricarica smart che si gestiscono via app

















I veicoli elettrici sono sempre più diffusi nelle nostre città, dalle auto alle moto fino ai mezzi di trasporto. La maggiore sensibilità verso la tutela dell’ambiente ma anche le restrizioni imposte per far fronte all’inquinamento atmosferico (blocco auto, ZTL), stanno spingendo sempre di più i cittadini a scegliere soluzioni più ecologiche per spostarsi.
Si ricorre quindi di più ai veicoli elettrici. Da ciò nasce la necessità di avere a disposizione anche una infrastruttura di ricarica al passo coi tempi per ricaricare i veicoli elettrici in modo semplice, veloce e smart, monitorando anche via app lo stato del proprio mezzo.
Esistono varie soluzioni ma Gewiss ha messo a disposizione un sistema unico di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. Si chiama JOINON.
L’elettricità sta prendendo sempre più piede nelle strade delle nostre città. Da una parte il calo dei costi dei veicoli a zero emissioni, dall’altra una maggiore offerta di soluzioni per la ricarica, stanno favorendo la diffusione delle auto elettriche, all’insegna della smart mobility.
Gewiss ha cercato di far propria questa idea con JOINON, l’offerta per la ricarica di tutti i veicoli elettrici, che comprende sia l’infrastruttura tecnologica, la colonnina vera e propria, che la sua totale gestione. In altre parole, offre sia le stazioni di ricarica che gli strumenti per utilizzarle al meglio. Tra queste l’App per smartphone e tablet, che garantisce una intelligente delle colonnine.
Esistono varie tipologie di colonnine di ricarica JOINON, una per uso privato (ad esempio installata nei garage personali) e due per gli spazi pubblici.
Per l’uso privato JOINON offre Easy, un’unità di ricarica adatte a periodi di sosta prolungati in abitazioni o condomini con posti assegnati. È disponibile sia nelle versioni con cavo e potenze di ricarica fino a 4,6 kW sia in versione con presa fissa e potenze di carica fino a 22 kW.
Le unità di ricarica messe a disposizione da JOINON per l’uso pubblico sono due: I-On da pavimento e JOINON. I loro punti di forza? Sono in grado di resistere ad ogni tipo di urto, sollecitazione, atto vandalico e agente atmosferico. Con un guscio in lamiera d’acciaio verniciato con trattamento anti-graffiti e due prese di ricarica antivandalo Tipo 2 con shutter, raggiungono i 32A 400V e permettono la ricarica simultanea di due veicoli fino a 22 kW. Grazie alla caratteristica forma esagonale poi sono compatibili con qualsiasi configurazione di parcheggio (a pettine, a nastro, a lisca di pesce) garantendo la migliore visibilità delle prese. È presente anche un display TFT retro illuminato e due LED RGB, per segnalare dello stato delle prese, sia frontalmente che lateralmente.


Software, app e cloud JOINON

Insieme alle colonnine JOINON, GEWISS mette a disposizione un servizio di comunicazione in cloud, una piattaforma web che consente di gestire le infrastrutture e il servizio di ricarica tramite software (per i gestori) e APP per smartphone o tablet (a disposizione degli utilizzatori).
Per quanto riguarda il software di gestione, esso permette ai proprietari delle stazioni di monitorare la situazione delle singole unità in tempo reale. La piattaforma web invece consente di censire la fruizione dei servizi di ricarica raccogliendo direttamente gli introiti.
L’app, gratuita e disponibile sia in versione Android che IoS, consente all’utente E-driver ossia a ogni guidatore di auto elettrica di visualizzare in ogni momento la disponibilità di ogni unità di ricarica, di monitorare lo stato delle sigole prese e di riservare, attivare o disattivare tutte le operazioni di ricarica.
Infine, la piattaforma in cloud di JOINON permette a ogni E-driver che ha già un contratto con altri Provider di utilizzare liberamente i dispositivi JOINON.

Garanzia e manutenzione di JOINON

Le colonnine di ricarica JOINON non richiedono manutenzione frequente grazie alla possibilità di eseguire diagnosi a distanza. In questo caso, si può risolvere il problema da remoto in maniera molto veloce ed economica.

fonte: www.greenme.it

Enevate promette la ricarica in 5 minuti

I tecnici dell’azienda statunitense avrebbero sviluppato nuove batterie con anodo in silicio puro che consentirebbero di ridurre i tempi di “rifornimento” fino a 5 minuti. Altri pregi sarebbero l’incremento della capacità di ricarica, migliori prestazioni ai climi freddi e un costo di produzione più basso
















Ricaricare la moto elettrica con gli stessi tempi di un modello a benzina? Per il momento è ancora un’utopia, ma in un futuro non troppo lontano potrebbe essere realtà. La moderna tecnologia elettrica è giovane e si evolve velocemente apportando innovazioni per eliminare i limiti che ancora penalizzano i veicoli elettrici come, appunto, i tempi di “rifornimento” lunghi. Un progresso che ha già portato allo sviluppo di soluzioni per accorciare l’attesa da alcune ore a circa 20-30 minuti, ma che potrebbe subire un’ulteriore riduzione. A prometterlo è la Enevate Corporation, azienda specializzata nella produzione di accumulatori per veicoli elettrici fondata nel 2005 a Irvine, in California. I responsabili della società, infatti, hanno dichiarato di avere messo a punto una nuova generazione di batterie agli ioni di litio che impiegano al posto della grafite sintetica il silicio puro per la realizzazione dell’anodo. Un cambio di materiale e tecnologico che, secondo i tecnici statunitensi, consentirebbe di creare accumulatori più piccoli ed economici e con una durata di 1.000 cicli di ricarica completa. La principale novità, però, riguarderebbe proprio i tempi di ricarica con la possibilità di effettuare il 75% del “pieno” in appena 5 minuti, poco di più di un rifornimento di benzina. Un dato riferito alla ricarica delle auto, quindi molto più breve per moto e scooter dotate di batterie con minore capacità. Tra gli altri pregi dichiarati dai responsabili di Enevate ci sono l’incremento del 30% della capacità di accumulo e migliori prestazioni con i climi freddi, quelli più temuti dalla due ruote che, per ragioni di spazio, non possono avere sistemi per stabilizzare le temperature delle batterie. Per vederle applicate sui veicoli in commercio si dovrà però attendere almeno fino al 2024, più probabilmente nel 2025.

fonte: https://www.insella.it

Riciclaggio delle batterie EV, Audi e Umicore chiudono il cerchio

Impiegando il know how acquisito nel riciclaggio di materiale tecnologico, l’azienda belga garantisce il recupero del cobalto e del nichel e il loro riutilizzo nella produzione di nuove batterie





















Il riciclaggio delle batterie dei veicoli elettrici (EV) rappresenta un tema complesso con sfide ancora aperte. Molte delle componenti utilizzate per la loro produzione presentano, infatti, seri problemi ambientali sia in fatto di estrazione che di successivo smaltimento. Per trovare soluzioni utili c’è voluto del tempo e, soprattutto, un adeguato numero di veicoli “dismessi”, ma chiudere ancora definitamente il cerchio non è un’impresa facile.
A provarci è oggi la nuova partnership tra la casa automobilistica tedesca Audi e la società belga Umicore.
Le due realtà hanno concluso lo scorso dicembre i test di un progetto finalizzato al riciclo sostenibile delle batterie dell’Audi e-tron. Il risultato? Umicore è stato in grado di recuperare da  questi dispostivi il 90 per cento del cobalto e del nichel presenti.


L’ottimo valore raggiunto non rappresenta però l’obiettivo finale. La partnership mira a rendere l’intera filiera circolare, ossia trasformare le fasi finali della gestione batterie in quelle iniziali di un nuovo ciclo produttivo. Nel dettaglio, in questi giorni è stata avviata la seconda fase del progetto, che prevede di utilizzare cobalto e nichel recuperati per sintetizzare materiali precursori e catodi per nuove Audi e-tron.
Nonostante manchino al momento conferme ufficiali, è lecito immaginare che lo stesso processo potrà in futuro, rimanendo in Casa Audi, essere impiegato anche per il riciclaggio delle batterie Volkswagen e Porsche.
Un circuito chiuso per il recupero ed il riutilizzo delle materie prime della batteria è un grande salto tecnologico. Così facendo – ha detto Bernd Martens, membro del consiglio di amministrazione IT di Audi – risparmieremo risorse preziose e ridurremo le emissioni di CO2. In questo modo ci avviciniamo in modo significativo all’obiettivo di una catena di approvvigionamento completamente sostenibile. Una pietra miliare verso il raggiungimento delle emissioni nette pari a zero entro il 2050”.In base a quanto annunciato da entrambe le aziende, nel prossimo futuro saranno sviluppate ulteriori e superiori capacità di riciclaggio. 

fonte: www.rinnovabili.it

Vehicle to grid, il decreto in Gazzetta ufficiale














È stato pubblicato in GU il decreto MiSE 30 gennaio 2020, che stabilisce criteri e modalità per favorire la diffusione della tecnologia di integrazione tra i veicoli elettrici e la rete elettrica, conosciuta come "vehicle to grid".


Secondo quanto previsto dal decreto, il "vehicle to grid" consente ai veicoli elettrici di erogare, attraverso le infrastrutture di ricarica, i seguenti servizi:

• servizi di riserva terziaria e bilanciamento, articolati nelle modalità "a salire" e "a scendere", nonchè di risoluzione delle congestioni;

• ulteriori servizi tra i quali la regolazione primaria e secondaria di frequenza e la regolazione di tensione, ove tecnicamente fattibile.

Tali servizi sono denominati "V2G" quando comportano anche iniezioni di potenza dalla batteria del veicolo verso la rete; diversamente, essi sono denominati "V1G".

Entro il 16 maggio 2020, Arera dovrà integrare le proprie disposizioni sul dispacciamento, "affinchè i requisiti minimi prestazionali per l'abilitazione a ciascun servizio, compresi i servizi di breve durata ed a risposta rapida, consentano adeguata partecipazione delle infrastrutture di ricarica, tenendo conto delle caratteristiche e della specificità delle stesse infrastrutture, incluse le domestiche, nonchè delle esigenze dei veicoli per la mobilità".
Riferimenti

Decreto MinSviluppo economico 30 gennaio 2020 - Promozione dell'integrazione tra veicoli elettrici e rete elettrica (cd. "vehicle to grid") - Ex articolo 1, comma 11, legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018)
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)



fonte: www.nextville.it

Agire sul traffico per ridurre le concentrazioni di biossido di azoto

Secondo gli scienziati del Centro comune di ricerca (JRC), le concentrazioni di biossido di azoto nelle 30 principali città europee potrebbero essere ridotte fino al 40% con le giuste misure e politiche relative al traffico



Il biossido di azoto, responsabile nel 2016 di 68.000 decessi prematuri all'interno dell'UE, continua a superare regolarmente gli attuali limiti normativi in molte città europee.

La pubblicazione Urban NO2 Atlas, curata dal Centro comune di ricerca, identifica le principali fonti di emissione di tale inquinante per 30 città europee esaminate (per l’Italia Milano e Roma), con l’intento di supportare la progettazione e l’applicazione di misure efficaci per ridurre la concentrazione di biossido di azoto.

Per tutte le città analizzate nel rapporto, il contributo medio del trasporto alle emissioni complessive di ossidi di azoto è stato del 47%. Nell'intera UE, il trasporto su strada è il principale responsabile dell'inquinamento da ossidi di azoto, prima dei settori dell'energia, commerciale, istituzionale e domestico.

Il contributo del trasporto stradale sulle emissioni totali di ossidi di azoto a livello locale differisce notevolmente in Europa: ad Atene e Milano, ad esempio, oltre il 70% delle emissioni proviene dai trasporti, mentre a Lisbona, dove le emissioni da trasporto marittimo sono elevate, il trasporto su strada è responsabile solo del 20% dell'inquinamento da ossidi di azoto.

Uno sguardo più attento al settore dei trasporti su strada mostra che il biossido di azoto nelle città proviene principalmente dalle emissioni dei veicoli diesel. La mappa seguente mostra che, ad eccezione della Grecia, i veicoli diesel sono responsabili della maggior parte delle emissioni di ossidi di azoto nel trasporto su strada in tutti i paesi dell'UE.



Gli scienziati del Centro comune di ricerca stimano che, riducendo il flusso del traffico che emette ossidi di azoto, le città potrebbero ridurre le emissioni di biossido in media del 40%.

Una riduzione del 15% circa potrebbe provenire dalle autovetture diesel per passeggeri, il 13% dai camion e il 6% dai furgoni.

L'efficacia locale delle misure di traffico dipende in gran parte dal contributo del trasporto su strada alle emissioni di ossidi di azoto. I flussi di traffico che li emettono possono essere ridotti limitando l'accesso di veicoli altamente inquinanti - principalmente automobili diesel più vecchie - alle aree interne delle città. Lo stesso risultato può essere raggiunto anche incoraggiando i veicoli elettrici e promuovendo l'uso di mezzi pubblici, nonché la mobilità ciclabile e pedonale.

Queste misure non migliorerebbero solo la qualità dell'aria ma limiterebbero anche i livelli di rumore e gli incidenti, contribuendo così ad una migliore qualità di vita.

fonte: http://www.arpat.toscana.it/

Batterie per veicoli elettrici, l’Ue approva un sostegno pubblico di 3,2 miliardi di 7 Stati membri e c’è anche l’Italia

Progetto paneuropeo di ricerca e innovazione. Patuanelli: «Un passo importante nella direzione del rafforzamento di una comune strategia industriale europea»






















La Commissione europea ha approvato un importante progetto di comune interesse europeo (“IPCEI”), notificato congiuntamente da Italia, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Polonia e Svezia per sostenere la ricerca e l’innovazione nel settore prioritario comune europeo delle batterie e in una nota spiega che «I sette Stati membri erogheranno nei prossimi anni finanziamenti fino a circa 3,2 miliardi di € a favore di tale progetto che ci si aspetta possa mobilitare 5 miliardi di € supplementari di investimenti privati. Il completamento del progetto nel suo insieme è previsto per il 2031 (con un calendario diverso per i singoli sottoprogetti)».
Il progetto coinvolgerà 17 partecipanti diretti (per l’Italia Solvay, Endurance, FAAM, Enel X, Kaitek), soprattutto industrie, alcune delle quali con attività in più di uno Stato membro. I partecipanti diretti collaboreranno strettamente tra loro e con oltre 70 partner esterni, quali piccole e medie imprese e organismi pubblici di ricerca di tutta Europa.
L’Italia ha chiesto l’autorizzazione a concedere finanziamenti per circa 570 milioni di euro; il Belgio 80 milioni di €; la Finlandia 30 milioni di €; la Francia 960 milioni di €; la Germania 1,25 miliardi di €; la Polonia 240 milioni di € e la Svezia 50 milioni di €. Ma una quota significativa degli utili aggiuntivi realizzati dai partecipanti sarà condivisa con i contribuenti mediante un meccanismo di recupero. In altri termini, se i progetti si riveleranno efficaci, generando entrate nette supplementari al di là delle proiezioni, le imprese restituiranno ai rispettivi Stati membri una parte del denaro dei contribuenti ricevuto.
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva designata per “Un’Europa pronta per l’era digitale” e Commissaria responsabile per la concorrenza, ha sottolineato che «La produzione di batterie in Europa riveste un interesse strategico per l’economia e la società dato il suo potenziale in termini di mobilità pulita e di energia, creazione di posti di lavoro, sostenibilità e competitività. I nostri importanti progetti di comune interesse favoriscono la cooperazione tra autorità pubbliche e industrie di diversi Stati membri per la realizzazione congiunta di ambiziosi progetti di innovazione con ricadute positive per i settori industriali e le regioni. L’aiuto approvato garantirà che questo importante progetto possa essere realizzato senza falsare indebitamente la concorrenza»
i partecipanti al progetto e i loro partner concentreranno il loro lavoro su quattro settori: 1.  Materie prime e materiali avanzati: il progetto mira a definire processi innovativi sostenibili per l’estrazione, la concentrazione, la raffinazione e la purificazione dei minerali al fine di generare materie prime di elevata purezza. Per quanto riguarda i materiali avanzati (come catodi, anodi e elettroliti), il progetto si propone di migliorare i materiali esistenti, o di crearne di nuovi, da utilizzare in celle di batterie innovative. 2,  Celle e moduli: il progetto mira a sviluppare celle e moduli innovativi con l’obiettivo di garantire la sicurezza e le prestazioni necessarie sia per le applicazioni automobilistiche sia per quelle di altro tipo (ad es., accumulatori stazionari di energia, utensili elettrici, ecc.). 3. Sistemi di batterie: il progetto ha l’obiettivo di sviluppare sistemi innovativi di batterie, compresi software e algoritmi per la gestione delle batterie e metodi di prova innovativi. 4  Ridestinazione, riciclaggio e raffinazione: il progetto ha l’obiettivo di mettere a punto processi sicuri e innovativi per la raccolta, lo smantellamento, la ridestinazione, il riciclaggio e la raffinazione dei materiali riciclati.
Secondo il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli. «Con l’approvazione della Commissione Ue del progetto comune promosso dall’Italia insieme ad altri sei Paesi membri si compie un passo importante nella direzione del rafforzamento di una comune strategia industriale europea. L’obiettivo è quello di supportare le imprese nella produzione di batterie di nuova generazione, con ricadute positive sia in termini di sostenibilità ambientale che di competitività del sistema industriale europeo. Grazie a questa misura, l’Italia mette in sicurezza e consolida – con un piano di investimenti tra fondi pubblici e privati di circa 850 milioni di euro – il suo presidio manifatturiero in questo settore strategico».
Alla fine del 2017 la Commissione europea aveva varato la “European Battery Alliance” con gli Stati membri e i rappresentanti dell’industria interessati e nel maggio 2018 aveva adottato un piano d’azione strategico per le batterie e Maroš Šefčovič, vicepresidente della commissione Ue per le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, ha evidenziato che «I nostri sforzi per dare impulso all’innovazione nell’ambito dell’European Battery Alliance si stanno traducendo nella creazione di forti partenariati industriali. Grazie agli intensi sforzi prodigati da sette Stati membri, dall’industria e dalla Commissione, si sta creando il primo grande ecosistema paneuropeo delle batterie, con progetti all’avanguardia in tutti i segmenti di questa strategica catena del valore. Abbiamo trovato la ricetta giusta per la nostra politica industriale del 21° secolo: una forte cooperazione all’interno del settore industriale, un’azione concertata volta ad accelerare l’innovazione dai “laboratori al mercato”, la combinazione di strumenti finanziari provenienti sia dal settore pubblico che da quello privato e un quadro normativo proiettato verso il futuro per sostenere un’economia europea più forte e basata sulla conoscenza».
La commissione europea conclude: «La transizione verso la neutralità climatica, anche attraverso una mobilità pulita e a basse emissioni, offrirà notevoli opportunità per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo tecnologico. La domanda di batterie dovrebbe crescere molto rapidamente negli anni a venire. Le politiche lungimiranti in materia di ricerca, sviluppo e innovazione avranno un ruolo fondamentale per consentire all’Europa e ai suoi Stati membri di trarre il massimo vantaggio da questa transizione. Il progetto, che si iscrive in questa serie di iniziative, sostiene lo sviluppo di tecnologie altamente innovative e sostenibili per le batterie agli ioni di litio (elettrolita liquido e stato solido) che hanno una durata maggiore, tempi di ricarica più brevi oltre ad essere più sicure ed ecologiche di quelle attualmente disponibili. Il progetto comporta attività di ricerca ambiziose e rischiose per realizzare innovazioni che vadano oltre lo Stato dell’arte in tutta la catena del valore delle batterie, dall’estrazione e lavorazione delle materie prime, alla produzione di sostanze chimiche avanzate, alla progettazione di celle e moduli di batterie e alla loro integrazione nei sistemi intelligenti, al riciclaggio e alla ridestinazione delle batterie usate. Le innovazioni mireranno inoltre specificamente a migliorare la sostenibilità ambientale in tutti i segmenti della catena del valore delle batterie, con l’obiettivo di ridurre l’impronta di CO2 e i rifiuti generati nei differenti processi di produzione e di mettere a punto processi di smantellamento, riciclaggio e raffinamento sostenibili e rispettosi dell’ambiente, in linea con i principi dell’economia circolare».
fonte: www.greenreport.it