Visualizzazione post con etichetta #Gigafactory. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Gigafactory. Mostra tutti i post

La prima gigafactory italiana per le batterie a ioni di litio sorgerà nell’area ex Olivetti di Scarmagno

Sarà l’impianto più grande d’Europa, con 4.000 posti di lavoro diretti e altri 1,500 nella supply chain



Italvolt, fondata e guidata da Lars Carlstrom, già fondatore di Britishvolt, ha annunciato di aver scelto l’area ex Olivetti di Scarmagno (TO) «per la realizzazione della prima “Gigafactory” in Italia, ovvero un impianto che sarà dedicato alla produzione e allo stoccaggio di batterie a ioni di litio per veicoli elettrici. La prima fase del progetto, che prevede un investimento complessivo di circa 4 miliardi di euro, sarà completata entro la primavera 2024».

Italvolt ha selezionato l’area ex Olivetti di Scarmagno, di proprietà del Fondo Monteverdi gestito da Prelios SGR, per le sue caratteristiche tecniche e per la sua collocazione geografica particolarmente favorevoli e spiega che «Il sito è oggi una vasta area industriale dismessa che si estende per circa 1 milione di m2, scelta già ai tempi della Olivetti dagli architetti Marco Zanuso ed Eduardo Vittoria per la facilità dei collegamenti stradali, autostradali e ferroviari, sia con Ivrea che con la città di Torino. Altro fattore che rende l’area di Scarmagno ideale ad ospitare il progetto di Italvolt è il suo forte legame con il tessuto produttivo del Piemonte che è la prima regione in Italia per quanto riguarda la produzione industriale Automotive».

La Gigafactory di Italvolt si estenderà su 300.000 m2 e punta a una capacità iniziale di 45 GWh, che potrà raggiungere i 70 GWh, rappresenta quindi «Un’importante opportunità di rilancio economico-industriale dell’area di Scarmagno, con un impatto significativo anche a livello regionale. Si stima infatti che nell’impianto verranno impiegati circa 4.000 lavoratori, con un indotto che nel complesso potrà arrivare a creare fino a 15.000 nuovi posti di lavoro».

Un impianto che sarà progettato dalla divisione Architettura di Pininfarina e pensato per rispondere alla crescente domanda di batterie in Europa che, secondo dati Mckinsey, dovrebbe «aumentare a livello globale di 17 volte fino a circa 3.600 gigawatt (GWh) entro il 2030».

A Italvolt promettono che il progetto sarà realizzato «Con una forte attenzione all’impatto ambientale e sociale, Pininfarina intende progettare un impianto industriale di nuova generazione, intelligente e responsabile, applicando metodologie costruttive DFMA e aprendo l’edificio al suo contesto, al fine di integrarlo nelle dinamiche economiche e sociali del territorio. Comau, leader mondiale nel campo dell’automazione industriale, con oltre 45 anni di esperienza e una forte specializzazione nei processi di elettrificazione, sarà il fornitore di soluzioni innovative, impianti e tecnologie per il gigaplant. Inoltre, Comau si occuperà della realizzazione del laboratorio di Ricerca e Sviluppo che accoglierà accademici e partner industriali impegnati nello sviluppo delle tecnologie più all’avanguardia nel settore della mobilità elettrica».

Carlstrom ha concluso: «Il sostegno della Regione Piemonte, delle amministrazioni locali e delle associazioni di categoria è stato oltre le nostre aspettative, l’intensa e proficua collaborazione degli ultimi otto mesi è stata determinante per la nostra decisione. Siamo particolarmente entusiasti di poter avviare il nostro progetto in Piemonte, dove abbiamo trovato la perfetta combinazione dei fattori che credo siano necessari per cogliere al meglio l’opportunità dell’industrializzazione verde: una solida tradizione industriale e un know-how tecnologico altamente specializzato proprio nell’industria automobilistica. Siamo infine onorati di avere la possibilità di costruire la nostra Gigafactory nell’area di Scarmagno, un tempo occupata dal polo industriale Olivetti, azienda che ha segnato la storia dell’industria italiana e ancora oggi rappresenta un’icona della tecnologia made in Italy».

fonte: www.greenreport.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

La filiera europea delle batterie? Sarà pronta già nel 2025

Secondo il vicepresidente della Commissione Šefčovič entro 5 anni l’Ue produrrà abbastaza celle a ioni di litio da soddisfare la domanda interna e alimentare l’export









L’Europa potrebbe essere autonoma nella produzione di batterie per veicoli elettrici già nel 2025. Ne è sicuro il vicepresidente della Commissione europea, Maros Šefčovič. Che vede la possibilità di far partire anche l’export entro la stessa data e creare una filiera europea delle batterie solida.

“Sono fiducioso che, entro il 2025, l’UE sarà in grado di produrre abbastanza celle di batteria per soddisfare le esigenze dell’industria automobilistica europea e persino per costruire la nostra capacità di esportazione”, ha detto Šefčovič in un intervento alla European Conference on Batteries il 24 novembre.

Con il Green Deal, Bruxelles ha dato una sferzata decisiva alla produzione di batterie a ioni di litio, necessarie per sostenere la transizione verso una mobilità più sostenibile e l’espansione del mercato degli EV. Oggi è la Cina ad avere uno strapotere su gran parte della filiera, oltre che a costituire di gran lunga il principale mercato delle auto elettriche al mondo. Il colosso asiatico ospita circa l’80% della produzione mondiale di celle agli ioni di litio. Ma la capacità dell’Europa è destinata ad espandersi rapidamente.

“Anche se estraiamo il litio, al momento dobbiamo ancora spedirlo in Cina per affinarlo e quindi l’impronta di carbonio lo rende meno attraente per i consumatori che, ad esempio, vorrebbero acquistare un’auto elettrica”, ha spiegato Šefčovič mettendo in luce uno dei punti deboli che dovrebbero essere affrontati nel creare una filiera europea delle batterie.

Il vicepresidente della Commissione Ue sostiene che nel giro di 5 anni la produzione europea riuscirà a rifornire 6 milioni di veicoli. Secondo le stime di Transport&Environment, quest’anno nonostante la pandemia vedremo un raddoppio delle vendite di veicoli a basse emissioni, con 1 milione di unità tra EV e modelli ibridi.


Il balzo previsto al 2025 dovrebbe essere agevolato dalle 15 Gigafactory in costruzione nel continente, supportate da 100 miliardi di investimenti nella filiera pianificati da Bruxelles. Ma anche con l’introduzione di norme più stringenti sulle importazioni di batterie, attese entro l’autunno, che dovrebbero mettere più pressione all’industria cinese e al suo export.

fonte: www.rinnovabili.it

#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria 

Una gigafactory per l’idrogeno: il piano condiviso di Francia e Germania

I due Paesi stanno stanno investendo miliardi di euro nelle rispettive filiere dell’idrogeno e per il futuro sono pronte a stringere un’alleanza simile a quella già attiva nelle batterie





Si consolida l’asse energetico Francia-Germania. Dopo i progetti comuni avviati nel settore dell’accumulo, le due nazioni cercano ora un punto di contatto sul nuovo oro verde della transizione energetica: l’idrogeno. Lo scorso venerdì il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire si è recato a Berlino per incontrare il suo omologo, Peter Altmaier. L’obiettivo dell’incontro era quello di definire le modalità con cui i rispettivi piani nazionali di sviluppo e resilienza potessero completarsi a vicenda, aumentando l’impatto sulla ripresa economica. Una riunione proficua da cui sono usciti alcuni progetti congiunti in ambito spaziale, digitale ed energetico. E che hanno fatto compiere passi avanti alla visione franco-tedesca in tema di idrogeno.

L’interesse a collaborare sul celebre vettore era stato annunciato quest’estate ed entrambi i Paesi possono già contare su strategie e investimenti dedicati.

Il governo francese ha da poco pubblicato il suo piano di ripresa destinando all’idrogeno 7,2 miliardi di euro. Una cifra che dovrebbe bastare per realizzare una capacità di generazione da 6,5 GW entro il 2030, diffondendo il vettore nel settore industriale e in quello dei trasporti. Nei sui documenti Parigi parla di “hydrogène vert” (idrogeno verde), etichetta che viene assegnata alla produzione sostenuta da rinnovabili. Tuttavia è molto probabile che il nucleare sia la fonte d’alimentazione primaria per gli impianti di elettrolisi (idrogeno rosa).

Il governo tedesco intende, invece, investire nel comparto 9 miliardi di euro grazie ai quali portare la capacità di elettrolisi a 5 GW entro il 2030 e 10 GW entro il 2040. Il piano non contempla solo l’idrogeno verde ma anche quello “blu“, ossia ottenuto dal gas naturale con l’aggiunta della rimozione della CO2. Dei fondi sopracitati, 2 miliardi di euro saranno destinati esclusivamente alle partnership internazionali per l’approvvigionamento. L’idea è quella creare uno schema delocalizzato nei paesi del Golfo e in Nord Africa sfruttando l’energia solare per alimentare le centrali produttive.

Cosa faranno insieme le due economie? Secondo quanto riportato oggi da Euractiv, il piano è quello di costituire una “gigafactory” per l’idrogeno, iniziativa che ricalca da vicino i progetti comuni sulle batterie ricaricabili. Per l’impianto, le due nazioni potrebbero fornire 1,5 miliardi di euro, richiedendo a Bruxelles all’UE lo status di “Progetto di comune interesse europeo” (IPCEI). Prima di poter avviare la collaborazione, le due economie dovranno necessariamente trovare un accordo sulla tipologia di produzione dal momento che il conflitto rosa/blu per ora crea un alto muro tra le ambizioni di Germania e Francia.

fonte: www.rinnovabili.it


RifiutiZeroUmbria - #DONA IL #TUO 5 X 1000 A CRURZ - Cod.Fis. 94157660542


=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

In Polonia una fabbrica di materiali innovativi per le batterie delle auto elettriche

Sarà realizzata dalla multinazionale inglese Johnson Matthew grazie anche al finanziamento della Banca europea per lo sviluppo. Prende forma la filiera industriale europea nel campo delle batterie?



Si moltiplicano gli investimenti europei in nuove fabbriche di batterie per le auto elettriche, tanto da arrivare in Polonia, paese finora più noto per il massiccio impiego di carbone, invece che per il suo impegno nelle energie pulite.

In una nota della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (nell’acronimo inglese EBRD, European bank for reconstruction and development), si legge di un prestito complessivo da 135 milioni di euro, destinato alla costruzione di una fabbrica di componenti innovativi per batterie al litio in Polonia.

Più precisamente, 90 milioni di euro arriveranno dalla stessa EBRD, e altri 45 milioni dalla banca tedesca KfW IPEX-Bank.

Destinatario dei finanziamenti è il gruppo Johnson Matthey, multinazionale inglese specializzata nella chimica e nelle tecnologie sostenibili, che li userà per sviluppare uno stabilimento a Konin, il primo al mondo a produrre la nuova generazione di materiali per il catodo delle batterie, sviluppata dalla società con sede a Londra.

L’azienda ha diffuso pochi dettagli sulle caratteristiche di questi materiali, battezzati eLNO.

In particolare, si parla di una percentuale molto limitata di cobalto nella composizione chimica e di un’elevatissima densità energetica, che secondo Johnson Matthey consentirà di aumentare parecchio l’autonomia dei veicoli elettrici.

La fabbrica di Konin, la cui costruzione è già iniziata quest’anno, entrerà in funzione nel 2022 con una capacità pari a 10.000 tonnellate/anno di eLNO, sufficienti per circa 100.000 vetture plug-in a batteria, con il potenziale di fare economie di scala fino a decuplicare il livello produttivo, portandolo a 100.000 tonnellate/anno.

Più in generale, Johnson Matthey punta a creare una filiera delle batterie a basso impatto ambientale, utilizzando energie rinnovabili e rifornendosi di materie prime – litio, cobalto, nickel – provenienti da miniere “etiche”.

Infatti, ricordiamo che uno dei problemi principali del cobalto è la sua provenienza da siti minerari, perlopiù in Congo, in cui non si rispettano le condizioni di salute e dignità dei lavoratori.

Nei giorni scorsi è stata la svedese Northvolt a raccogliere nuovi finanziamenti per 1,6 miliardi di dollari che serviranno a realizzare due super-stabilimenti di celle/batterie al litio, in Svezia e Germania; la prima gigafactory, quella di Skelleftea, sarà operativa nel 2021 con una capacità massima annuale di 40 GWh.

Sta così prendendo forma – con questa e altre iniziative nell’ambito della Battery Alliance europea e della Global Battery Alliance (di cui fa parte Johnson Matthey) – quella filiera industriale europea nel campo delle batterie, che proverà a contrastare l’attuale dipendenza dai fabbricanti esteri, soprattutto asiatici.

Secondo Bruxelles, saranno necessarie 10-25 gigafactory al 2025 nel nostro continente per soddisfare la crescente domanda di batterie e competere con i produttori stranieri, in particolare asiatici.

fonte: www.qualenergia.it



RifiutiZeroUmbria - #DONA IL #TUO 5 X 1000 A CRURZ - Cod.Fis. 94157660542

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz 
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Auto Elettriche: Per le batterie la Ue supera gli Usa

















PER L’UNIONE EUROPEA SIAMO AL PUNTO DI SVOLTA. MA SI APRE LA GUERRA DELLE BATTERIE, CON UN FORTE PRESSING DELLA CINA

I prossimi anni saranno il punto di svolta per le auto elettriche in Europa. Dai 60 modelli disponibili alla fine del 2018, nel 2021 si salirà a 214. Lo calcola la Federazione europea per i trasporti e l’ambiente (Transport & Environment, T&E) utilizzando i dati di IHS Markit: “Fino a poco tempo fa, il mercato di vetture elettriche era limitato a una nicchia di early adopter, ma il panorama di domani sarà molto diverso man mano che i veicoli elettrici entreranno in una nuova fase, vicina al mercato di massa”.

INCENTIVI FISCALI PER GLI AUTOMOBILISTI

La maggior parte dei produttori è pronta ad abbracciare l’elettrificazione, sostiene T&E. Ma i governi devono garantire che gli automobilisti abbiano i giusti incentivi fiscali e l’infrastruttura di ricarica. Nel 2021 le case automobilistiche prevedono di introdurre sul mercato 92 modelli completamente elettrici, 118 ibridi plug-in, 4 a fuel cell a idrogeno. Se la previsione si avvererà, il 22% dei veicoli prodotti e venduti nell’Ue potrebbe avere una spina entro il 2025. Il che consentirebbe alle case motoristiche di raggiungere facilmente i 95 grammi/km di emissioni di CO2 richiesto dai regolamenti dell’Ue entro il 2025.
I più grandi impianti di produzione di auto elettriche saranno in Germania, Francia, Spagna e Italia, indicano le previsioni. Si calcola che la Slovacchia produrrà il maggior numero di veicoli elettrici pro capite entro il 2025. Anche la Repubblica Ceca e l’Ungheria saranno centri di produzione significativi.

NELLE BATTERIE EUROPA SUPERA USA

L’Europa avrà però bisogno di un elemento in più per facilitare il passaggio a un trasporto meno inquinante: una maggiore quantità di batterie per alimentare le auto elettriche. Sono confermati circa 16 nuovi impianti di batterie agli ioni di litio su larga scala, che dovrebbero iniziare a operare entro il 2023 in Europa. Secondo un report di Bloomberg New Energy Finance, la produzione di batterie agli ioni di litio in Europa supererà i 198 GWh entro il 2023, aumentando esponenzialmente dai 18 GWh di oggi. La produzione di batterie creerà circa 120.000 posti di lavoro direttamente e indirettamente. Ma T&E sostiene che l’Ue dovrà anche garantire che le batterie vendute in Europa abbiano una bassa impronta di carbonio e vengano riutilizzate e riciclate.
Ciò permetterà all’Europa di superare gli Stati Uniti nella produzione totale di batterie (la maggior parte di quelle americane viene dalla Gigafactory 1 di Tesla, in Nevada). Ma resterà una notevole distanza rispetto alla Cina che prevede di arrivare  a 800 GWh l’anno entro il 2023, totalizzando due terzi della produzione globale pari a 1,2 TWh.
Per Lucien Mathieu, analista della mobilità presso T&E, “questo è un momento cruciale per l’industria automobilistica europea”: le case motoristiche stanno investendo un totale di 145 miliardi di euro nell’elettrificazione e “la produzione di batterie arriverà finalmente in Europa”. Ciò che preoccupa i leader europei è che gran parte della capacità produttiva nel continente sarà di proprietà di società cinesi. In una relazione pubblicata ad aprile, la Commissione europea ha avvertito che “l’elevata dipendenza dell’Ue dalle importazioni di batterie potrebbe esporre l’industria a costi e rischi elevati nella catena di approvvigionamento e compromettere la capacità dell’industria automobilistica di competere con i concorrenti stranieri”.

I CINESI LAVORANO PER BMW E VOLKSWAGEN

La cinese Amperex Technology sta investendo in una fabbrica di batterie da 14 GWh in Germania per rifornire le case tedesche BMW e Volkswagen. Svolt Energy Technology, anch’essa cinese, sta progettando una fabbrica europea con una capacità di 24 GWh l’anno entro il 2025. Anche i produttori della Corea del Sud guardano al mercato europeo delle batterie. LG Chem, Samsung SDI e SK Innovation stanno pianificando grandi operazioni nel continente. Proprio questo mese un’altra società sudcoreana, Inzi Controls, ha annunciato che investirà poco più di 50 milioni di dollari in una fabbrica di ioni di litio in Ungheria, che inizierà a funzionare nel 2020.
A questa pressione stanno rispondendo Germania e Francia che guidano gli sforzi europei per creare un’industria manifatturiera di batterie. Insieme hanno formato l’European Battery Alliance con il compito di investire 100 miliardi di euro nella catena di approvvigionamento delle batterie con 400 GWh l’anno di capacità di produzione prevista per il 2025. Per raggiungere questo traguardo sarà necessario costruire fino a 25 grandi fabbriche di batterie.
fonte: https://www.allacarica.it

Accumulo: finanziata la gigafactory più grande d’Europa

Northvolt completa l’aumento del capitale azionario per la realizzazione della prima fabbrica di batterie al litio per auto della Svezia. Prossima meta: la Germania















Tutto è pronto a Skellefteå, in Svezia, per realizzare la prima gigafatory d’Europa per la produzione di batterie auto al litio. A darne l’annuncio è la svedese Northvolt comunicando l’accordo per un aumento di capitale azionario da ben 1 miliardo di dollari. Il Gruppo Volkswagen insieme ai fondi gestiti dalla Divisione Merchant Banking del Goldman Sachs Group, guideranno la raccolta di risorse insieme al capitale fornito dal BMW Group, AMF, Folksam Group e IMAS Foundation. Un passo avanti fondamentale per l’industria europea dell’accumulo, celebrato così Peter Carlsson, co-fondatore e CEO della società svedese “Ciò non rappresenta solo una grande pietra miliare per Northvolt, segna anche un momento chiave per l’Europa che dimostra chiaramente che siamo pronti a competere nella prossima ondata di elettrificazione, e che lo faremo usando batterie con il minimo impatto di CO2”.

L’impianto in questione, il “Northvolt Ett”, era stato annunciato per la prima volta nel 2017 e a maggio di quest’anno aveva ricevuto il primo finanziamento – 350 milioni di euro – dalla Banca europea degli Investimenti (BEI). L’aumento di capitale permette ora di passare all’azione, previa approvazione dell’autorità svedese della concorrenza.
Il piano prevede di realizzare la gigafactory a Skellefteå, nel nord del paese, una regione che ospita un importante giacimento di materie prime e miniere, e con una lunga storia di produzione e riciclaggio dei processi. Inoltre il territorio può contare su percentuali di rinnovabile nel mix energetico così alte da permettere alla futura fabbrica di funzionare al 100% con energia pulita. I lavori di costruzione inizieranno ad agosto di quest’anno e si prevede che la produzione su larga scala inizi a partire dal 2021. A regime, spiega la società, avrà una capacità produttiva di 32 GWh l’anno di batterie agli ioni di litio.
La notizia dell’aumento di capitale, è stata anche l’occasione per Northvolt di annunciare la nuova una joint venture con Volkswagen: insieme i due partner realizzeranno una seconda gigafatory, stavolta a Salzgitter, in Germania.

fonte: www.rinnovabili.it

Produzione batterie, in costruzione le prime gigafactory europee

Ad un anno dal lancio della European Battery Alliance, Bruxelles fa il punto della situazione per capire quanta strada la distanzi ancora dai grandi competitor internazionali



















“Se l’Europa vuole guidare e competere con altri grandi attori industriali in tutto il mondo, dobbiamo sbrigarci”. Così Elżbieta Bieńkowska, commissaria europea per il mercato interno, ha ricordato ieri a Bruxelles quanto sia importante la tempestività nella gara internazionale dell’energy storage. In occasione del primo anniversario dell’EU Battery Alliance (EBA), l’esecutivo ha, infatti, voluto fare il punto della situazione europea per analizzare progressi e opportunità nel mondo dell’accumulo. I riflettori sono ovviamente puntati sulla capacità di sviluppare e produrre batterie entro i confini comunitari, per creare un mercato capace di competere con i colossi stranieri che oggi godono di un netto vantaggio sull’UE.
Il Vecchio Continente ha iniziato tardi a preoccuparsi dell’accumulo, soprattutto sul fronte trasporti dove trovava una certa rassicurazione dalla sua storica leadership nell’automotive. Nel frattempo, potenze come gli Stati Uniti e la Cina, ridisegnavano il mercato globale a loro favore si sul fronte dello storage stazionario che di quello mobile.

Per recuperare il tempo perso, o scorso anno l’Europa ha lanciato l’EU Battery Alliance, una piattaforma dove far incontrare responsabili politici, investitori e stakeholder industriali. L’obiettivo dell’Alleanza è creare in Europa una catena del valore manifatturiera competitiva e focalizzata su batterie sostenibili, che significa con il minor impatto ambientale possibilelungo tutta la loro vita. Secondo le prime stime, per coprire la domanda di storage della sola Unione Europea, il mercato comunitario avrebbe bisogno di almeno da 10 a 20 “gigafactories”, ovvero impianti di produzione su larga scala.

Con questo obiettivo nella mente, Bieńkowska e il collega Maroš Šefčovič, vicepresidente per l’Unione dell’Energia hanno incontrato ieri gli Stati membri e gli amministratori delegati per presentare i principali risultati e discutere i prossimi passi. Da un lato ci sono società come Umicore, Basf e Solvay che stanno lavorando su materiali all’avanguardia per l’accumulo, dall’altro ci sono i progetti per le prime linee di produzione batterie Made in EU. Northvolt, ad esempio, ha già iniziato a costruire una linea dimostrativa che entrerà in funzione nel 2019, ottenendo il permesso di costruire uno stabilimento di grandi dimensioni a Skellefteå in Svezia. L’obiettivo è di aumentare la produzione batterie fino a 32 GWh nel 2023. Siemensinvece si è impegnata a realizzare le prime linee di produzione completamente automatizzate e digitalizzate in Europa.


“Questa alleanza è il fulcro della nostra politica industriale: un’industria delle batterie forte si adatta perfettamente alla nostra ambizione di promuovere la mobilità pulita – spiega Bieńkowska -. Ma stiamo già pensando a come l’alleanza possa essere utile anche per camion, navi marittime e traghetti”.
La Commissione ha fatto sapere che il 24 gennaio 2019 aprirà una call per un bando da 114 milioni di eurodal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 per temi relativi all’energy storage. Nel 2020 verrà ampliato lo spettro dei progetti con altri 70 milioni di euro di finanziamenti. Bruxelles ha anche l’intenzione di proporre un “partenariato” sulle batterie nell’ambito di Horizon Europe, creando parallelamente una nuova piattaforma europea per la tecnologia e l’innovazione.

fonte: www.rinnovabili.it