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Auto elettriche e disabili, le colonnine di ricarica sono ancora poco accessibili

Emerge un nuovo limite al pieno sviluppo delle auto elettriche: una ricerca inglese ha rilevato le criticità denunciate dagli automobilisti con disabilità.



Per la piena affermazione delle auto elettriche sono centrali i nodi dei costi per l’acquisto, dell’autonomia delle batterie e del numero delle infrastrutture di ricarica. Ma proprio rispetto all’ultimo elemento, una ricerca inglese evidenzia un altro aspetto problematico: quello dell’accessibilità delle persone disabili alle colonnine pubbliche. Lo studio, pubblicato dal Research institute for disabled consumers e commissionato da Urban Foresight – fornitore di colonnine urbane che fuoriescono dalla sede stradale al momento dell’uso – ha rivelato le preoccupazioni dei conducenti con mobilità ridotta rispetto alla ricarica dei mezzi al 100 per cento elettrici.


Propensi all’acquisto di auto elettriche ma preoccupati

Secondo l’indagine, la maggior parte dei conducenti disabili è propensa all’acquisto di auto elettriche, ma lo farà solo se le colonnine e i sistemi di collegamento fra i mezzi e la rete saranno resi più accessibili; nella forma attuale, infatti, oltre due intervistati su tre considerano la ricarica “difficile o molto difficile da effettuare”, un particolare che finisce per scoraggiarli. Vari aspetti del consueto processo di ricarica sono stati identificati come potenzialmente problematici, in particolare la rimozione del cavo dall’auto, l’inserimento dello spinotto e gli spostamenti tra il mezzo e la colonnina.


I problemi di accessibilità scoraggiano la maggior parte degli intervistati © Pixabay

Quelli che per molti sono considerati gesti di routine, diventano scogli insormontabili per persone anziane e disabili, compresi coloro che soffrono di artrite, malattie muscolari o controllo motorio compromesso, oppure che si stanno riprendendo da un ictus. Il 54 per cento ha affermato che sollevare il cavo di ricarica dal bagagliaio e poi collegarlo può essere un’operazione molto complessa; il 41 per cento teme di dover faticare troppo per portare il cavo al caricabatterie, a cui si aggiunge un 66 per cento che esprime preoccupazioni sui pericoli di inciampo sulle barriere attorno la colonnina.

Il rischio di escludere fasce consistenti di consumatori

Altre questioni emerse includono la preoccupazione per il collegamento di cavi pesanti e punti di connessione di ricarica fuori portata, quindi inutilizzabili per gli utenti in sedia a rotelle. Il risultato, a fronte di oltre due terzi degli intervistati che esprime il desiderio di possedere un veicolo elettrico, è una certa ritrosia a sposare in pieno la mobilità sostenibile.


Le colonnine per le auto elettriche non sono pensate per le persone con disabilità © Matt Cardy/Getty Images

Oppure, come nel caso di Mike Jones – un utilizzatore di sedia a rotelle di 52 anni e proprietario di un’auto elettrica – un’insoddisfazione successiva all’acquisto: “Volevo un modello a batteria poiché sono ansioso di fare la mia parte per proteggere l’ambiente, dato che faccio principalmente piccoli viaggi. Sono rimasto deluso, tuttavia, dalla mancanza di punti di ricarica pubblici vicino a dove vivo e dal fatto che le strutture di ricarica non sono progettate per gli utenti su sedia a rotelle, perché di solito non c’è molto spazio per manovrare”. Anche rispetto al grande tema della mobilità del futuro, in sostanza, c’è il rischio concreto di immettere sul mercato prodotti o servizi non pensati per tutti. Con il risultato di tagliare fuori fasce consistenti di consumatori che sarebbero pronte a fornire il proprio contributo, a vantaggio di tutti.

fonte: www.lifegate.it


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Roma: On lancia un nuovo servizio integrato per la mobilità elettrica

120 colonnine di ricarica Sicharge AC22 consentiranno la ricarica di diverse tipologie di veicoli elettrici in città. Siemens fornirà la piattaforma basata su cloud per la gestione dell’infrastruttura di ricarica.









Siemens consegnerà diverse colonnine di ricarica e la piattaforma per la gestione dell’energia basa su cloud a On in Italia. Le soluzioni forniranno le basi per un nuovo servizio di mobilità elettrica per la città di Roma sviluppato dalla startup italiana On.
Le prime 23 colonnine di ricarica sono già state installate nel centro della capitale romana, le altre saranno implementate nel corso dell’anno. Per supportare la transizione verso un trasporto urbano più sostenibile, la città di Roma sta implementando il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. L’obbiettivo è quello di promuovere l’accessibilità a tutti e migliorare la qualità della vita, della salute pubblica e la sostenibilità ambientale. Fattore strategico in questa direzione è l’implementazione di servizi di mobilità condivisa, per esempio il car sharing e il bike sharing.
Siemens sta fornendo l’infrastruttura di ricarica per il progetto, che comprende 120 colonnine di ricarica compatte Sicharge AC22. In ognuna delle stazioni, potranno ricaricarsi simultaneamente due veicoli elettrici attraverso due connettori con una capacità di 22 kW. A due ulteriori prese da 230 Volt AC, potranno fare il pieno di energia anche le e-bike, gli e-scooter e altri nuovi piccoli veicoli elettrici. Le colonnine sono tutte connesse in cloud alla piattaforma di gestione dell’energia Siemens E-Car Operation Center (E-Car OC).
La piattaforma è in grado di gestire l’infrastruttura di ricarica e di fornire a sistemi esterni dati elaborati per l'uso in ulteriori processi, quali la fatturazione. Questi dati sono usati dalla app On per mostrare agli utenti dove si trovano i punti di ricarica sulla mappa, la loro disponibilità e il loro stato in tempo reale. In questo modo è possibile avviare il processo di ricarica e accedere ai servizi di pagamento direttamente attraverso la app.

fonte: www.greencity.it


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Auto elettriche, alle Shetland si caricano con le onde del mare

Auto elettriche cariche con le onde del mare, l'innovazione alle Isole Shetland: energia completamente pulita per le colonnine di ricarica.



Caricare le auto elettriche solamente con l’energia prodotta dalle onde del mare, in modo completamente sostenibile e rinnovabile. È questo il singolare traguardo raggiunto dalle Isole Shetland, in Scozia, dove da tempo l’energia elettrica è prodotta dal movimento ondoso dell’oceano.

Grazie a una partnership con Nova Innovation, uno dei principali fornitori di energia elettrica dal mare del Regno Unito, sono state installate delle nuove colonnine elettriche. L’energia utile ad alimentarle è ricavata al 100% dal moto ondoso e non prevede, pertanto, il ricorso a inquinanti combustibili fossili.

Auto elettriche caricate dalle onde del mare

Nova Innovation ha investito sulla produzione di energia dal mare ormai da diversi anni, tanto che sulle Isole Shetland fornisce questo servizio da oltre un lustro. La tecnologia sviluppata sfrutta le correnti tipiche delle acque marine e, soprattutto, l’alternanza quotidiana tra le maree. I movimenti oceanici mettono quindi in moto delle speciali turbine, capaci di produrre energia al 100% pulita.

La società ha ora deciso di installare colonnine di ricarica rapida per auto elettriche sull’arcipelago scozzese, con le prime stazioni già disponibili nei pressi di Bluemull Sound. Un progetto colto con entusiasmo dalla popolazione locale, ma anche dalla stessa Nova Innovation, così come spiega il Chief Executive Officer Simon Forrest:

Oggi abbiamo la realtà delle auto alimentata dall’energia delle maree, che dimostra l’enorme passo avanti che stiamo facendo nell’affrontare l’emergenza climatica e raggiungere l’obiettivo zero emissioni, lavorando in completa armonia con il nostro ambiente naturale.

La risorsa è particolarmente utile per le Isole Shetland, dove la gran parte della popolazione vive sulle coste, dove queste innovative colonnine sono più facili da installare. E la transizione alle auto elettriche sarà anche utile per rispettare un simile paradiso naturale, riducendo le emissioni non solo di anidride carbonica, ma anche di altri contaminanti come i metalli pesanti. Soddisfazione anche dal Ministro dei Trasporti Michel Matheson:

Questo tipo di innovazione è la chiave per rispondere all’emergenza dei cambiamenti climatici e sottolinea le opportunità che sono disponibili qui in Scozia.

Fonte: BBC


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Ricarica auto elettriche ultrarapida e da rinnovabili, prove di futuro sull’autostrada tedesca

Il progetto finale prevede più di cento colonnine, alimentate in parte da un impianto fotovoltaico e due pale eoliche con batterie di accumulo.




Come saranno le stazioni di rifornimento dedicate alle auto elettriche?

Un esempio arriva dalla Germania, dove è stata inaugurata una stazione, Ladepark Kreuz Hilden (all’intersezione tra le autostrade A3-A46 presso Düsseldorf), che è la più grande del paese a utilizzare le colonnine per la ricarica veloce.

Il progetto è figlio della collaborazione tra la compagnia olandese Fastned, Tesla e Seed & Greet (un bistro-caffetteria). In totale la stazione può contare su otto colonnine Fastned, dove altrettante vetture possono ricaricare circa 300 km di autonomia in appena 15 minuti, e su 20 supercharger Tesla.

Ma questa è solo la prima fase dell’intero progetto, che porterà la mega-stazione di ricarica ad avere oltre cento colonnine tra supercharger, punti Fastned fino a 350 kW e punti per la ricarica più lenta a 22 kW dedicati agli impiegati e clienti di Seed & Greet.

Tra i punti di forza della nuova infrastruttura, c’è la possibilità di ricaricare l’auto con energia elettrica 100% rinnovabile, in parte generata in loco da un impianto fotovoltaico da 336 kW – che sarà ampliato fino a 700 kW – installato sulle pensiline del parcheggio, e in parte da due piccole turbine eoliche.

Nella stazione c’è anche un sistema di batterie al litio da 2 MWh fornito dalla società tedesca Tesvolt, in modo da gestire con maggiore flessibilità le ricariche delle auto: le batterie, infatti, possono accumulare l’energia prodotta in eccesso dai pannelli e-o dalle turbine eoliche (o accumulare energia prelevata dalla rete nei momenti in cui l’elettricità costa meno), e fornire energia immediata per coprire i picchi di consumo quando diverse vetture si connettono contemporaneamente alle colonnine.

fonte: www.qualenergia.it


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Fiumicino: installate colonnine di ricarica rapida al Leasys Mobility Store dell’aeroporto

Previsto, entro il 2020, un totale di 1.200 punti di ricarica presso i 400 Leasys Mobility Store distribuiti su tutto il territorio nazionale e, entro il 2021, il 60% della flotta negli Store composto da veicoli ibridi o elettrici.











La rivoluzione italiana della mobilità sostenibile realizzata da FCA Bank e dalla sua controllata Leasys si arricchisce di un nuovo importante tassello con l'installazione dei primi 10 punti di ricarica rapida presso l'Aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino.
Iniziato con l'inaugurazione del Leasys Mobility Store di Torino Caselle, il primo a essere totalmente elettrificato degli oltre 400 presenti presso tutti i principali centri urbani, aeroporti, porti e stazioni del Paese, il progetto di FCA Bank e Leasys prevede, entro la fine del 2020, l'elettrificazione dei Leasys Mobility Store in tutta Italia, per un totale di 1.200 nuovi punti di ricarica, installati con il supporto di Enel X, partner di Leasys in questo progetto.
Gli interventi presso i Leasys Mobility Store fanno parte di un più ampio progetto che prevede anche l'elettrificazione della flotta di Leasys grazie alla nuova gamma di veicoli FCA, tra i quali la Nuova Fiat 500 elettrica nonché i modelli ibridi plug-in Jeep Renegade e Compass 4xe. L'obiettivo è quello di raggiungere entro il 2021 una flotta composta per il 60% da veicoli elettrici o ibridi, con un'importante riduzione delle emissioni di CO2.
Con l'arrivo di questa nuova gamma di veicoli, Leasys ha sviluppato nuove formule di noleggio e mobilità che comprendono la disponibilità alternata di vetture elettriche, ibride e a combustione tradizionale, garantendo vantaggi, oltre che sulla sostenibilità, anche sulla libertà di movimento, consentendo di accedere alle zone a traffico limitato delle grandi città. Ne è un esempio Leasys CarCloud, il primo abbonamento all'auto in Italia, che ha presentato il nuovo programma Renegade & Compass Plug-in Hybrid, la nuova ed esclusiva formula targata Jeep.
Con Leasys CarCloud Renegade & Compass Plug-in Hybrid, a fronte di un canone fisso mensile di 479 euro, si avrà la possibilità di guidare, a seconda delle proprie necessità, una Jeep Renegade 4xe Plug-in Hybrid o una Jeep Compass 4xe Plug-in Hybrid, tutte disponibili all'interno dello stesso abbonamento.
Le vetture avranno in dotazione un cavo per la ricarica da presa domestica e inoltre, tramite il servizio e-parking disponibile sull'app CarCloud e sul sito mobilitystore.leasys.com, sarà possibile visualizzare un Mobility Store dotato di colonnina elettrica e raggiungerlo per ricaricare gratuitamente il veicolo.

fonte: www.greencity.it


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Auto elettriche, batteria a noleggio azzera tempi di ricarica

Nuova iniziativa da parte della cinese Nio, che offrirà ai suoi clienti auto elettriche a prezzi ridotti e batterie a noleggio.



Auto elettriche vendute a prezzi più bassi e batterie a noleggio. Questa l’offerta che la casa automobilistica cinese Nio ha rivolto ai propri clienti. Riduzione di circa 8.530 euro dal prezzo di listino (70.000 yuan), con tale cifra sostituita da un canone mensile per l’affitto della batteria. Previsti vantaggi anche in termini di ricarica del dispositivo.

L’offerta per auto elettriche lanciata da Nio è la “Battery as a service“. Valida per i modelli ES8, ES6 o EC6, l’opzione costerà mensilmente 980 yuan (circa 120 euro) e permetterà il noleggio di una batteria da 70 kW. Tra le novità più interessanti quelle riguardanti la ricarica, che non sarà più l’unico modo per ottenere nuova autonomia per la vettura.

Ai propri clienti Nio offre la possibilità di scambiare, presso una delle 143 stazioni di cambio sparse nel territorio cinese, la propria batteria a corto di energia con un’altra già carica. Una possibilità che interviene direttamente in uno dei punti critici del settore, ovvero i tempi di ricarica degli accumulatori.

Le batterie da utilizzare per il servizio di noleggio “Battery as a service” verranno acquistate dalla Battery Asset Company. Si tratta di una società formata dalla Nio insieme alla Catl e due ulteriori aziende. Prosegue anche l’impegno per aumentare i punti vendita in Cina con un nuovo centro ogni settimana. Previsti ulteriori 300 punti nel solo 2021.


Auto elettriche, infrastrutture in Italia

Sul fronte italiano vengono segnalate come in evidente crescita le infrastrutture per la ricarica della auto elettriche. Tra settembre 2019 e gennaio 2020 sono aumentati di 3074 unità i punti di ricarica, a fronte di 1957 nuove stazioni. Particolare attenzione viene rivolta a quelli che sono gli spostamenti lunghi.

In tale ottica rientra il Piano di Autostrade per l’Italia al 2023, con una copertura iniziale di 6 colonnine in 67 aree di servizio (31% del totale) e l’obiettivo finale di una copertura completa. Previste anche iniziative da parte di case automobilistiche, come Electrify Verona (in collaborazione con VW, impegnata anche nel progetto Ionity).

fonte: www.greenstyle.it


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Enel X e ALD Automotive insieme per sviluppare il noleggio di auto elettriche

Le tecnologie avanzate di Enel X per la ricarica dei veicoli elettrici saranno integrate nelle nuove offerte di noleggio di ALD Automotive in tutta Italia.




Un’innovativa soluzione per la diffusione della mobilità elettrica in Italia: nasce JuiceMotion, la più completa offerta di noleggio a lungo termine di auto elettriche esistente oggi sul mercato. Grazie all’ormai consolidata partnership tra ALD Automotive ed Enel X i clienti che scelgono di noleggiare un veicolo Full electric o Hybrid plug-in, potranno accedere ai servizi di ricarica avanzati di Enel X.
Da tempo ALD Automotive ha inserito all’interno del proprio parco auto veicoli ad alimentazione ibrida o elettrica e grazie al know-how di Enel X, la business line globale del Gruppo Enel dedicata ai prodotti innovativi e soluzioni digitali, ha creato le condizioni per essere pienamente operativa in questo segmento.
Ora con JuiceMotion, ALD Automotive e Enel X offrono un nuovo prodotto, rivolto tanto ai clienti privati quanto alla mobilità aziendale, che renderà ancora più conveniente il noleggio a lungo termine di un’auto elettrica attraverso un canone tutto incluso "senza pensieri" e un pagamento diluito negli anni di noleggio. Una soluzione che, offrendo tra le varie opzioni una card con 1.350 KWh inclusi da utilizzare presso i punti di ricarica di Enel X e la fornitura dell’infrastruttura domestica JuiceBox per la ricarica, consentirà di avvicinare alla mobilità elettrica anche coloro che ancora temono di dover sopportare costi elevati rispetto a quelli delle motorizzazioni tradizionali e di “rimanere a secco di energia” per mancanza di infrastrutture di ricarica.
Alla convenienza del canone mensile tutto compreso, all’interno del quale sono inclusi servizi come assicurazione, bollo auto, manutenzione e soccorso stradale, con JuiceMotion si aggiunge quindi la comodità e la semplicità di poter usufruire di una infrastruttura di ricarica direttamente a casa.

fonte: www.greencity.it


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Mobilità elettrica, ARERA: ulteriore passo verso la definizione del 'vehicle to grid'



"Promuovere la partecipazione dei veicoli elettrici al funzionamento della rete elettrica, studiando i meccanismi di ricarica e di accumulo ma anche di cessione di energia al sistema". Al centro del documento per la consultazione che ARERA ha pubblicato le regole da condividere per definire le modalità con cui includere le nuove generazioni di colonnine di ricarica, dotate di tecnologia vehicle to grid, nei progetti avanzati di dispacciamento al fine di contribuire al bilanciamento del sistema elettrico.
Nel documento di consultazione sono elencati i primi orientamenti dell'Autorità, alla luce delle disposizioni previste dal decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 30 gennaio 2020.
Nel dettaglio, la consultazione con tutti gli stakeholder interessati servirà a migliorare l'inserimento delle colonnine di ricarica dotate di tecnologia vehicle to grid nei progetti pilota relativi all'innovazione del dispacciamento elettrico e a porre le basi per la copertura, prevista dal decreto 30 gennaio 2020, dei costi aggiuntivi della tecnologia vehicle to grid (distinguendo il caso in cui sono possibili anche iniezioni di energia dalla batteria del veicolo verso la rete - V2G - dal caso in cui ciò non è possibile).
L'ARERA, inoltre, provvederà a completare la definizione delle regole per la copertura dei costi della tecnologia vehicle to grid non appena il Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) avrà individuato i requisiti tecnici minimi che dovranno avere i dispositivi e i misuratori installati presso il punto di connessione (anche quando integrati nelle infrastrutture di ricarica) per l'erogazione dei servizi ancillari.
I soggetti interessati sono invitati da ARERA a far pervenire le proprie osservazioni e proposte entro il 6 luglio 2020.
Per approfondimenti: regolazione e mobilità elettrica.


fonte: www.greencity.it


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Germania: il piano di ripresa punta sulle auto elettriche

Negli ultimi anni, la domanda di veicoli elettrici è stata limitata da un “ansia d’autonomia”. Per questa ragione, la Germania si prepara a migliorare l’infrastruttura.





La Germania ha annunciato che obbligherà tutte le stazioni di servizio ad offrire servizi di ricarica per auto elettriche. L’obiettivo di questa decisione è agevolare la crescita della domanda di veicoli “verdi” nell’ambito della sua strategia di ripresa economica da 130 miliardi di euro, che include delle tasse per penalizzare la proprietà di grandi veicoli inquinanti e un sussidio di 6.000 euro per l’acquisto di auto elettriche.

Secondo The Mobility House, società di consulenza tecnologica, quello tedesco è “un chiaro impegno nei confronti dei veicoli alimentati a batteria, che vede nella mobilità elettrica una tecnologia del futuro e pone la Germania nel gruppo leader nel supporto di veicoli elettrici a batteria”.

Nel programma di stimolo del governo di Berlino, infatti, si prevede una spesa di 2,5 miliardi di euro per la produzione di celle a batteria e per l’infrastruttura di ricarica, un campo in cui le major petrolifere, i servizi pubblici e le case automobilistiche, tra cui Shell, Engie e Tesla, si contendono il dominio.

Negli ultimi anni, la domanda di auto elettriche è stata limitata proprio dalle preoccupazioni relative alla gamma operativa limitata dei veicoli. L’anno scorso, in Germania, le auto elettriche rappresentavano solo l’1,8% delle immatricolazioni di nuove autovetture, con le auto diesel e benzina che rappresentavano rispettivamente il 32% e il 59,2%. Delle 168.148 nuove immatricolazioni registrate a maggio, solo 5.578 (3,3%) sono state auto elettriche.

Tuttavia, secondo Diego Biasi, presidente e co-fondatore di Quercus Real Assets, il piano tedesco fornirà un notevole impulso all’adozione di veicoli elettrici. “Sappiamo che uno dei principali motivi per cui non si acquistano auto elettriche è l’ansia da autonomia. La mossa tedesca è un modo per cercare di risolvere questo problema”.

Secondo BDEW, l’Associazione tedesca per l’industria dell’energia e dell’acqua, in Germania sono necessarie almeno 70.000 stazioni di ricarica e 7.000 stazioni di ricarica rapida per raggiungere un mercato di massa dei veicoli elettrici. Questo, insieme ai miglioramenti nelle prestazioni, riguardanti soprattutto il design delle batterie e il funzionamento delle celle, potrebbe rappresentare un considerevole passo in avanti.



fonte: www.rinnovabili.it
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Joinon, da Gewiss le nuove colonnine di ricarica smart che si gestiscono via app

















I veicoli elettrici sono sempre più diffusi nelle nostre città, dalle auto alle moto fino ai mezzi di trasporto. La maggiore sensibilità verso la tutela dell’ambiente ma anche le restrizioni imposte per far fronte all’inquinamento atmosferico (blocco auto, ZTL), stanno spingendo sempre di più i cittadini a scegliere soluzioni più ecologiche per spostarsi.
Si ricorre quindi di più ai veicoli elettrici. Da ciò nasce la necessità di avere a disposizione anche una infrastruttura di ricarica al passo coi tempi per ricaricare i veicoli elettrici in modo semplice, veloce e smart, monitorando anche via app lo stato del proprio mezzo.
Esistono varie soluzioni ma Gewiss ha messo a disposizione un sistema unico di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. Si chiama JOINON.
L’elettricità sta prendendo sempre più piede nelle strade delle nostre città. Da una parte il calo dei costi dei veicoli a zero emissioni, dall’altra una maggiore offerta di soluzioni per la ricarica, stanno favorendo la diffusione delle auto elettriche, all’insegna della smart mobility.
Gewiss ha cercato di far propria questa idea con JOINON, l’offerta per la ricarica di tutti i veicoli elettrici, che comprende sia l’infrastruttura tecnologica, la colonnina vera e propria, che la sua totale gestione. In altre parole, offre sia le stazioni di ricarica che gli strumenti per utilizzarle al meglio. Tra queste l’App per smartphone e tablet, che garantisce una intelligente delle colonnine.
Esistono varie tipologie di colonnine di ricarica JOINON, una per uso privato (ad esempio installata nei garage personali) e due per gli spazi pubblici.
Per l’uso privato JOINON offre Easy, un’unità di ricarica adatte a periodi di sosta prolungati in abitazioni o condomini con posti assegnati. È disponibile sia nelle versioni con cavo e potenze di ricarica fino a 4,6 kW sia in versione con presa fissa e potenze di carica fino a 22 kW.
Le unità di ricarica messe a disposizione da JOINON per l’uso pubblico sono due: I-On da pavimento e JOINON. I loro punti di forza? Sono in grado di resistere ad ogni tipo di urto, sollecitazione, atto vandalico e agente atmosferico. Con un guscio in lamiera d’acciaio verniciato con trattamento anti-graffiti e due prese di ricarica antivandalo Tipo 2 con shutter, raggiungono i 32A 400V e permettono la ricarica simultanea di due veicoli fino a 22 kW. Grazie alla caratteristica forma esagonale poi sono compatibili con qualsiasi configurazione di parcheggio (a pettine, a nastro, a lisca di pesce) garantendo la migliore visibilità delle prese. È presente anche un display TFT retro illuminato e due LED RGB, per segnalare dello stato delle prese, sia frontalmente che lateralmente.


Software, app e cloud JOINON

Insieme alle colonnine JOINON, GEWISS mette a disposizione un servizio di comunicazione in cloud, una piattaforma web che consente di gestire le infrastrutture e il servizio di ricarica tramite software (per i gestori) e APP per smartphone o tablet (a disposizione degli utilizzatori).
Per quanto riguarda il software di gestione, esso permette ai proprietari delle stazioni di monitorare la situazione delle singole unità in tempo reale. La piattaforma web invece consente di censire la fruizione dei servizi di ricarica raccogliendo direttamente gli introiti.
L’app, gratuita e disponibile sia in versione Android che IoS, consente all’utente E-driver ossia a ogni guidatore di auto elettrica di visualizzare in ogni momento la disponibilità di ogni unità di ricarica, di monitorare lo stato delle sigole prese e di riservare, attivare o disattivare tutte le operazioni di ricarica.
Infine, la piattaforma in cloud di JOINON permette a ogni E-driver che ha già un contratto con altri Provider di utilizzare liberamente i dispositivi JOINON.

Garanzia e manutenzione di JOINON

Le colonnine di ricarica JOINON non richiedono manutenzione frequente grazie alla possibilità di eseguire diagnosi a distanza. In questo caso, si può risolvere il problema da remoto in maniera molto veloce ed economica.

fonte: www.greenme.it

Mobilità elettrica in Italia: a che punto siamo?

A che punto siamo con la diffusione della mobilità elettrica in Italia? Perché rispetto ad altri Paesi europei nel Belpaese l’emobility stenta ancora a decollare? Si risparmia o si inquina meno con un’auto elettrica? Risponde a queste ed altre domande uno dei massimi esperti del settore in Italia: Simone Franzò, Assistant Professor e Direttore Osservatorio Smart Mobility - Energy & Strategy del Politecnico di Milano.

















Professore, a che livello è la diffusione di mezzi elettrici e quali prospettive di sviluppo ci sono per la mobilità elettrica in Italia?


Nel 2018 sono state immatricolate 9.579 auto elettriche (+96% rispetto al 2017), di cui 5.010 veicoli elettrici “puri” (+150% rispetto al 2017) e 4.569 veicoli elettrici “ibridi plug-in” (+60% rispetto al 2017), pari complessivamente allo 0,5% delle immatricolazioni di auto registrate in Italia. Questo porta il totale delle auto elettriche circolanti in Italia a fine 2018 a circa 22.000 unità. Nei primi otto mesi del 2019, le immatricolazioni di BEV in Italia sono in crescita del 109% rispetto allo stesso periodo del 2018 e sono pari a oltre 6.000 unità trainate dall’entrata in vigore dell’Ecobonus, avvenuta ad aprile 2019. Gli scenari di diffusione delle auto elettriche che abbiamo elaborato sono molto interessanti: si prevede che il parco circolante di veicoli elettrici al 2030 (sia “puri” che “ibridi plug-in”) sarà di oltre 2,5 milioni nello scenario più conservativo, fino a quasi 7 milioni nello scenario di sviluppo “accelerato”.




Quali sono state finora le principali barriere all’emobility in Italia, rispetto ad altri Paesi europei?

La principale barriera all’acquisto di un veicolo elettrico in Italia è di tipo economico e fa riferimento all’elevato costo iniziale dell’auto elettrica (rispetto a modelli comparabili con motorizzazioni tradizionali). È una barriera su cui si sta lavorando, sia a livello italiano che internazionale, con l’introduzione di incentivi all’acquisto dei veicoli elettrici.Di minor incidenza invece i “problemi” relativi all’inadeguatezza della rete di ricarica, peraltro in diminuzione in virtù del significativo incremento del numero di punti di ricarica registrato nel nostro Paese, ed in secondo luogo all’autonomia limitata dei veicoli elettrici.




La diffusione dell’infrastruttura di ricarica in Europa è davvero così limitata?

L’Europa vede a fine 2018 la presenza di circa 160.000 punti di ricarica pubblici (pari al 30% dei punti di ricarica pubblici installati a livello globale), di cui circa il 15% «fast charge», complessivamente in crescita del 14% rispetto all’anno precedente. La crescita dei punti di ricarica «fast charge» è stata molto più accentuata rispetto a quella dei punti «normal charge» in termini percentuali (rispettivamente 30% e 12%). Tale fermento è confermato da quanto accaduto nei primi 8 mesi del 2019, quando sono stati installati più di 15.000 punti di ricarica pubblici, portando il totale dei punti di ricarica installati a circa 176.000. Guardando a livello di singolo Paese, la diffusione dei punti di ricarica a fine 2018 è estremamente disomogenea nei diversi Paesi europei, sia in termini assoluti che rapportando il numero di punti di ricarica agli abitanti, con una significativa predominanza dei Paesi del nord Europa.


Quando si ha un’auto elettrica si risparmia davvero?

I fattori che possono influenzare l’effettivo risparmio derivante dall’utilizzo di un veicolo elettrico sono molti: la tipologia di ricarica (ad esempio a pagamento piuttosto che gratuita), la possibilità di usufruire di agevolazioni per l’utilizzo del veicolo (come i parcheggi gratuiti su strisce blu o l’accesso a ZTL), lo stile di guida…giusto per citarne alcuni. All’interno dello Smart Mobility Report (ed. 2019) si è cercato di rispondere a questa domanda, analizzando il cosiddetto Total Cost of Ownership di un veicolo elettrico rispetto ad un veicolo «tradizionale» equivalente, basandosi su condizioni medie di mercato. Dall’analisi emerge che la «sola» presenza dell’incentivo all’acquisto nazionale a favore del veicolo elettrico fa sì che esso impieghi circa 5 anni per «pareggiare» il costo di un’auto a benzina, risultando in un risparmio di circa 7.000 € nell’arco dei 10 anni. Uno scenario più “favorevole” vede la presenza di un incentivo regionale all’acquisto di auto elettriche pari a €3.500, cumulabile con l’Ecobonus, in aggiunta alla presenza di incentivi all’uso del veicolo elettrico, fa sì che l’auto elettrica impieghi circa 2 anni per «pareggiare» il costo di un’auto a benzina.





Al di là dei costi, è vero che un’auto elettrica inquina come quelle diesel o a benzina?

Le analisi del sopracitato Rapporto mostrano che le emissioni di anidride carbonica lungo il ciclo vita del veicolo risultano inferiori per i veicoli elettrici (BEV) rispetto ai veicoli con motore a combustione interna (ICEV). È da sottolineare, anche in questo caso, che i risultati risentono in maniera significativa ad esempio della localizzazione della produzione dei componenti del veicolo e del mix di generazione con cui il veicolo elettrico è alimentato. In entrambe le tipologie di veicolo (BEV ed ICEV), si identifica come «worst case» lo scenario in cui la produzione della batteria e l’assemblaggio del veicolo avvengono in Cina, in primis dovuto alle caratteristiche del mix di generazione di energia; viceversa, il «best case» è associato alla filiera «100% italiana», in cui tutti i componenti del veicolo sono prodotti ed assemblati in Italia. Passando da produzione ed assemblaggio cinese ad italiana, il «risparmio» è nell’ordine o superiore al 30% per i BEV ed al 15% per gli ICEV. Si evidenzia inoltre un margine di miglioramento rilevante per i veicoli elettrici nella fase di utilizzo analizzata per l’Italia, legato ad una potenziale maggiore penetrazione delle fonti di energia rinnovabile nel mix di generazione di elettricità, peraltro attesa nei prossimi anni in Italia sulla base di quanto previsto dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima).

@AndreaBertaglio

fonte: https://www.mondoabb.it

Ricarica auto sul posto di lavoro: un vantaggio per le aziende

Secondo gli analisti di WoodMac, in Europa e Nord America uffici e aziende potrebbero offrire 1,2 milioni di punti ricarica entro il 2025: una soluzione che porterebbe benefici a imprese e mercato elettrico



















Lievitano le stime dei futuri veicoli elettrici su strada e, di pari passo, aumenta anche la ricerca di soluzioni ad hoc per la ricarica auto. Secondo gli esperti di Wood Mackenzie, i mercati europei e nordamericani dovrebbero guardare con particolare attenzione ai sistemi di e-charge sul posto di lavoro, una soluzione in grado di offrire diversi vantaggi 
 La società ha elaborato una nuova analisi in cui si stima che il potenziale di crescita nelle due regioni. Nel dettaglio, gli analisti ritengono che in Europa i punti di ricarica legati ad uffici e aziende possono raggiungere entro il 2025 una quota compresa tra 1 milione (high case scenario) e 534.000 unità (low-case scenario). Per l’America settentrionale invece, gli scenari di Wood Mackenzie variano tra 375.000 (low) e 680.000 colonnine (high) entro il 2025.

Ovviamente la crescita di questa opzione di ricarica auto è parte integrante della rivoluzione dei veicoli elettrici, ma esistono fattori ben precisi che spiegano la sua attrattività per questi due macro mercati. Oggi molti dei proprietari di auto elettriche possiedono anche impianti domestici per fare il “pieno” alle loro macchine. Ma si tratta di una soluzione non sempre praticabile, soprattutto nei grandi centri urbani: non tutti hanno un vialetto o un garage dove ricaricare il proprio veicolo e la sola ricarica residenziale potrebbe non essere sufficiente per superare l’ansia da autonomia di chi abita in zone rurali ed extraurbane.
Di contro, le aziende di oggi devono attrarre e trattenere una forza lavoro moderna che possa valutare vantaggi come una comoda ricarica dei veicoli elettrici. Allo stesso tempo le colonnine aziendali possono costituire un beneficio anche lato cliente e non solo in termini di brand reputation. Ad esempio per un’impresa al dettaglio, fornire questa opzione potrebbe voler dire assicurarsi più tempo speso dai conducenti all’interno del negozio, in attesa della ricarica. Oggi i punti di ricarica sul luogo di lavoro sono principalmente installati per attirare clienti e dipendenti, aumentando l’accesso all’infrastruttura e supportando precisi programmi di sostenibilità”, spiega Ben Kellison, direttore della ricerca presso Wood Mackenzie. Nel tempo, però, potrebbe essere utilizzata dai proprietari per gestire i costi della domanda elettrica o sfruttata dagli operatori di rete migliorare l’integrazione delle energie rinnovabili”.
Guardando a lungo termine, infatti, le colonnine aziendali possono contribuire ai servizi di flessibilità della rete. La ricarica diurna coincide con la produzione di energia solare, pertanto i veicoli elettrici possono essere utilizzati per assorbire il surplus fotovoltaico durante i periodi di picco di generazione. Ciò significa un’opportunità per le aziende di trarre vantaggio dallo storage mobile come risorsa di flessibilità, ottenendo in cambio incentivi o la riduzione delle proprie bollette energetiche. 

fonte: www.rinnovabili.it

Ricarica auto elettriche, in Europa solo 144mila punti disponibili

L’infrastruttura di ricarica langue nel vecchio Continente: in soli 4 Paesi concentrato il 76% dei punti di e-charge europei

















Quali progressi sta facendo in Europa la decarbonizzazione della mobilità? Quanto sta crescendo il mercato dei veicoli ecologici e quanto è diffusa la rete di ricarica auto elettriche? A tutte queste domande risponde oggi il nuovo rapporto (testo in inglese) dell’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA). Presentato a Francoforte, in occasione dell’apertura del celebre Salone dell’auto, il documento mette subito a fuoco due elementi critici per l’e-mobility del Vecchio Continente: infrastruttura di ricarica e accessibilità economica rimangono due importanti nodi da sciogliere.
Ad oggi infatti, nonostante il numero di colonnine pubbliche sia tre volte quello di 5 anni fa, gli automobilisti europei hanno a disposizione solo 144mila punti di e-charge a pagamento in tutta l’UE. Il dato è insoddisfacente per due motivi. In primo luogo, i trend di crescita sono ancora troppo lenti in prospettiva dell’obiettivo dei 2,8 milioni di punti di ricarica  necessari per il 2030. Il secondo motivo è che la maggior parte delle colonnine è concentrata in solo quattro Paesi europei: Paesi Bassi, Germania, Francia e Regno Unito rappresentano attualmente il 76% di tutti i punti di ricarica auto elettriche nell’UE.
Come sottolinea il rapporto, esiste un chiaro legame tra la diffusione sul mercato dei veicoli “con la spina” e l’estensione della relativa infrastruttura: quasi tutti gli Stati membri con meno di 1 punto di ricarica per 100 km di strada hanno anche una quota di mercato auto elettriche inferiore all’1%.
Va ovviamente peggio sul fronte dell’idrogeno. Nel 2018 c’erano solo 47 stazioni di rifornimento in appena 11 Paesi dell’UE. La relazione riporta anche il dato della mobilità a gas che conta oggi circa 3.400 stazioni di rifornimento (in aumento del 17,5% dal 2014), due terzi delle quali sono concentrati in Italia e Germania.


Un altro grosso problema evidenziato dall’Associazione è l’accessibilità economica dei nuovi veicoli ecologici. I dati ACEA mostrano che la diffusione sul mercato di veicoli elettrici è direttamente correlata al tenore di vita del Paese. E attualmente solo 12 Stati Membri offrono bonus o incentivi ai nuovi acquisti ecologici.
Il nostro settore è impaziente di spostarsi il più rapidamente possibile verso la mobilità a emissioni zero. Ma questa transizione è una responsabilità condivisa “, ha sottolineato Carlos Tavares, Presidente ACEA e Presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo PSA. “Richiede un approccio a 360 gradi. Dobbiamo salvaguardare il diritto alla mobilità delle persone, indipendentemente da dove vivono o dai loro mezzi finanziari. La mobilità deve essere pulita, sicura ed economica”.

fonte: http://www.rinnovabili.it