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Un'azione rigorosa per il clima e la crescita economica non si escludono a vicenda

Obiettivi climatici ambiziosi possono essere raggiunti contemporaneamente alla crescita economica, secondo uno studio pubblicato da Sitra, il Fondo indipendente finlandese per l'innovazione


Se vogliamo mantenere il riscaldamento globale entro i limiti concordati a livello internazionale, è necessario affrontare una sfida enorme: l'obiettivo di 1,5° fissato dall'Accordo di Parigi, che richiede la riduzione delle emissioni globali allo zero netto entro il 2050, come indicato dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), può essere raggiunto ma a condizioni rigorose. Questo è quanto confermato da uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'University College di Londra e pubblicato da Sitra, il Fondo indipendente finlandese per l'innovazione; i ricercatori suggeriscono, inoltre, come un'azione rigorosa per il clima e la crescita economica non si escludano a vicenda.

Il raggiungimento dell'obiettivo climatico di 1,5° richiede sia un regime politico forte e coerente che copra tutti i settori economici, sia un'attuazione credibile delle politiche per i prossimi decenni. Ad esempio, l'uso del carbone per l'energia dovrebbe essere eliminato rapidamente in tutto il mondo e l'anidride carbonica dovrebbe essere rimossa dall'atmosfera con nuove tecnologie. E i settori del riscaldamento, dei trasporti e della trasformazione industriale devono essere incoraggiati, per quanto possibile, a utilizzare elettricità pulita al posto dei combustibili fossili.

Secondo i ricercatori, i paesi che mettono in atto tali politiche e promuovono l'innovazione e il progresso tecnologico prospereranno quando le emissioni globali scenderanno a zero.

L'argomento è tra l'altro di grande attualità poiché i paesi dovrebbero aggiornare i loro impegni sul clima ai sensi dell'accordo di Parigi in vista dei negoziati sul clima delle Nazioni Unite, previsti per il mese di novembre di quest'anno.

I risultati dello studio sottolineano che l'obiettivo sarà più facile da raggiungere se ci saranno
buona cooperazione globale tra i paesi,
rapido sviluppo tecnologico,
forti politiche ambientali,
bassa crescita della popolazione,
diminuzione delle disuguaglianze,
cambiamenti nella dieta,
protezione delle foreste.

Fino a poco tempo fa, il dibattito pubblico è stato dominato dalla percezione che la crescita economica aumentasse automaticamente le emissioni. Tuttavia, il team di ricerca ha trovato prove del disaccoppiamento delle emissioni e della crescita economica. Ad esempio, nel periodo 1990-2006, l'economia dell'UE è cresciuta di oltre il 50%, ma le emissioni associate alla combustione del carburante sono diminuite del 25%, questo grazie alle misure di efficienza energetica, alla sostituzione dei combustibili fossili con fonti di energia più pulite e ala ristrutturazione dell'economia.

I risultati dello studio suggeriscono che la crescita economica sostenibile deve essere promossa da un'ambiziosa politica climatica attraverso investimenti in tecnologie pulite e un miglioramento della produttività.

Lo studio non è comunque esaustivo nell'affrontare il disaccoppiamento degli impatti ambientali dannosi e della crescita economica, perché non è stato affrontato il disaccoppiamento dell'uso delle risorse naturali e della crescita economica, argomento che richiederebbe ricerche future.

fonte: www.arpat.toscana.it


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Emissioni zero: la Finlandia fissa lo stop dal 2035



Il paese scandinavo punta in 16 anni a una svolta socialmente, economicamente ed ecologicamente sostenibile. Il programma anti-carbonio del Governo durerà quattro anni favorendo la transizione dell’economia finlandese verso una a zero emissioni di CO2






La Finlandia sarà libera dai combustibili fossili entro il 2035. La decisione è stata presa dal governo di coalizione e il documento dell’intesa è stato pubblicato nei primi giorni di giugno. Il nuovo Primo Ministro socialdemocratico Antti Rinne ha dichiarato che «è giunto il momento che la Finlandia investa nel futuro», ponendo sul tavolo della conferenza stampa di presentazione dell’intesa, la strategia del governo finnico per il clima, che prevederà anche una maggiore spesa sociale (il cosiddetto welfare).
Nella premessa del documento presentato dallo stato nordico si legge: «La sfida maggiore del nuovo decennio è una Finlandia socialmente, economicamente ed ecologicamente sostenibile [...] Lo stato ha come pilastri fondamentali i servizi sociali, i servizi sanitari pubblici e di qualità, l’istruzione e la formazione […] dobbiamo gestire l’economia per le persone, non far sì che le persone vengano gestite dall’economia».
Il programma anti-carbonio del Governo finlandese durerà – inizialmente - quattro anni e impegnerà la nuova coalizione formatasi all’indomani delle urne, inedita tanto per il Paese quanto per gli esecutivi scandinavi. L’unione è di cinque partiti: i socialdemocratici, i centristi del Partito di Centro, i Verdi, l’alleanza rosso-verde Vasemmisto e i popolari.
Il ‘pentapartito’ finnico ha trovato l’accordo per l’attuazione di una politica di attenzione all’emergenza climatica e alla sostenibilità, in linea con il principio di 1,5C°, per favorire una transizione dell’economia finlandese verso una a zero emissioni di carbonio.
Entro il 2035, dunque, la Finlandia si pone l’obiettivo di anteporre il segno meno “-” alle cifre del consumo di emissioni di carbonio: fino a quella data si dovrà raggiungere il grado zero di emissioni, mentre a partire dal 2036 si dovrà passare al segno negativo. 
Il Primo Ministro socialdemocratico ha ribadito che la «Finlandia deve ridurre le emissioni di carbonio di almeno l’80% rispetto ai livelli del 1990», così come sancito dalla legge. Questo comporta l’aumento dell’energia solare ed eolica per quel che riguarda il riscaldamento urbano ed il trasporto, così come andrà incrementato l’uso della bioenergia, principalmente da rifiuti agricoli e dai residui forestali.
Soddisfazioni per il cammino intrapreso dalla Finlandia arrivano dalla co-presidente dei Verdi Europei Monica Frassoni: «Quello del Governo finlandese è uno degli obiettivi più ambiziosi al mondo e costituisce un esempio importante per tutti i governi europei».

fonte: www.lastampa.it

Il piano di Helsinki per diventare una città a zero emissioni

La capitale nordica vuole diventare un modello per tutta Europa puntando sull'efficienza degli edifici e su una produzione energetica a basse emissioni. Dando definitivamente l'addio al carbone.













Una capitale in piena espansione, sia a livello urbanistico che per numero di abitanti. Che ha deciso di diventare una città a zero emissioni di CO2 entro il 2035 e mitigare in questo modo il proprio impatto sui cambiamenti climatici. Un percorso a tappe quello di Helsinki, la capitale della Finlandia, che prevede di toccare i tre settori maggiormente responsabili delle emissioni: quello dei trasporti, della generazione di elettricità e soprattutto della produzione di riscaldamento. Ciò significa che la CO2 dovrà essere ridotta del 40 per cento entro il 2030 e dell’80 per cento entro il 2035, compensando il restante 20 per cento.
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La città si sta espandendo rapidamente, puntando su tecnologie smart e sostenibilità © Helsinki Marketing

Come Helsinki vuole tagliare le emissioni

Nevica abbondantemente, nonostante sia quasi primavera. Ma qua siamo nella capitale europea più a Nord, e il bel tempo è ancora lontano. “Vogliamo diventare una città modello per quanto riguarda le politiche climatiche, il che significa trasformare la città in modo che anche i cittadini possano essere rispettosi del clima”, spiega Mira Jarkko, del dipartimento per l’urbanistica e l’ambiente della città. È il riscaldamento il settore che pesa di più nel computo totale delle emissioni di CO2 della città. “La maggior parte delle nostre emissioni proviene dal riscaldamento delle abitazioni e degli edifici. Non dall’industria o dalla città in sé”, continua l’esponente dell’amministrazione pubblica. “Il riscaldamento oggi produce più della metà delle emissioni. È la che dovremo lavorare, insieme alle compagnie energetiche e i cittadini”.













Secondo l’esperta climatica le emissioni degli edifici potrebbero essere ridotte dell’80 per cento puntando sulla ristrutturazione dell’esistente e sull’efficienza energetica dei nuovi quartieri residenziali, che stanno sorgendo in tutta la città. Lo si nota camminando per le vie del nuovo quartiere Kalasatama: un cantiere a cielo aperto dove sta sorgendo un’ampia zona residenziale ad alte prestazioni con domoticacontatori intelligenti in tutti gli appartamenti e l’integrazione di fonti di energia rinnovabile e una rete di ricarica per la mobilità elettrica. Qui la giovane azienda di programmazione e gestione software Nukka doterà gli edifici di una piattaforma software capace di gestire i consumi elettrici, di ottimizzare la rete di teleriscaldamento e di raffreddamento, tutto tramite lo scambio in tempo reale di dati gestiti dall‘IoT(Internet of Things). In questo modo gli edifici diventano “intelligenti” ed è possibile gestire i flussi energetici, riducendo consumi e sprechi. E di conseguenza le emissioni.
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Una pista ciclabile nel quartiere Pasila © City of Helsinki

Teleriscaldamento e uscita dal carbone

Oggi Helsinki possiede il sistema di teleriscaldamento più grande ed efficiente al mondo, gestito dall’utility Helen, che serve il 90 per cento della città con riscaldamento e raffrescamento. “Abbiamo bisogno di molto calore e di soluzioni pratiche”, spiega Tuomas Ojanpera, direttore vendite dell’azienda, mentre ci accompagna attraverso le enormi stanze della centrale termica di Katri Vala, scavate nel granito. “Consideriamo gli edifici come dei grandi centri di produzione virtuale”. Una sorta di grandi collettori di calore che comunicano con l’intera rete sotterranea. Il calore in eccesso viene infatti recuperato, stoccato a decine di metri sotto il livello del mare e usato nelle pompe di calore per produrre il raffrescamento necessario per gli edifici. Un sistema estremamente efficiente ma alimentato ancora oggi per oltre la metà a carbone. Per raggiungere la neutralità per quanto riguarda le emissioni di CO2,la città dovrà quindi rinunciare alle fossili e puntare su biomassa e altre risorse rinnovabili, soprattutto dopo la recente approvazione da parte del parlamento di un piano per vietare l’uso del carbone entro il 2029.

Helsinki punta all’elettrificazione dei trasporti

Oggi un quinto delle emissioni della città proviene dal traffico. L’obiettivo è di ridurre le emissioni del 69 per cento rispetto ai livelli del 2005. Come? “Stiamo valutando l’elettrificazione di tutta la mobilità, usando elettricità che dovrà essere almeno per la metà prodotta da fonti rinnovabili come il solare”, spiega Mira Jarkko. L’azienda di trasporto pubblico locale Hsl ha già acquistato 30 nuovi autobus elettrici, mentre l’obiettivo è di avere il 30 per cento della flotta elettrica entro il 2025. La città sta inoltre testando nuove forme di mobilità, come gli autobus elettrici a guida autonoma, che rappresenteranno un’alternativa per il cosiddetto “ultimo miglio”. Una sfida quella di Helsinki che potrebbe fare di questa città un laboratorio permanente per le metropoli del futuro.
fonte: www.lifegate.it

Fortum ha sviluppato un sistema per riciclare l’80% delle batterie agli ioni di litio

L’azienda finlandese ha messo a punto un processo idro metallurgico a basse emissioni di CO2 capace di separare i materiali preziosi che compongono le batterie delle e-car.



















Riciclare fino all’80% dei materiali che compongono le batterie agli ioni di litio generalmente utilizzate nelle auto elettriche: il sistema, messo a punto dall’azienda finlandese Fortum, specializzata nella produzione di energia pulita e sistemi di ricarica per le e-car, sfrutta processi idro metallurgici a basse emissioni di CO2 per recuperare nichel, cobalto, litio, manganese e altri materiali particolarmente inquinanti e di difficile reperimento.

“Esistono pochissime tecnologie funzionanti ed economicamente valide per riciclare la maggior parte dei materiali utilizzati nelle batterie agli ioni di litio – ha affermato il vice presidene di Fortum, Kalle Saarimaa – Per noi si trattava di una sfida irrisolta, quindi abbiano sviluppato un sistema di riciclo che può essere usato in scala in tutti i settori che utilizzano le batterie agli ioni di litio”.

Il processo sviluppato da Fortum prevede un’iniziale passaggio in cui le batterie vengono messe in sicurezza per poi essere trattate meccanicamente: le plastiche, l’alluminio e il rame vengono separati e destinati alle rispettive filiere di riciclo. I componenti chimici della batteria vengono poi trattati tramite un procedimento idro metallurgico a basse emissioni di diossido di carbonio: sfruttando una metodologia di precipitazione chimica messa a punto dalla società finlandese Crisolteq, partner di Fortum, litio, manganese, cobalto e nichel presenti sotto forma di una sorta di miscela nelle batterie, vengono separati e possono essere riconsegnati ai produttori sotto forme di materie prime. 

Fortume Crisolteq hanno già costruito un impianto di riciclo idro metallurgico capace di trattare la miscela di materiali preziosi delle batterie su scala industriale nei pressi della città di Harjavalta, in Finlandia.

Il processo messo a punto dalle due società finniche rappresenta un vero e proprio record in Europa: attualmente, la legislazione comunitaria prevede, infatti, che “solo” il 50% delle materie componenti le batterie per auto elettriche debba essere riciclabile.
I trend di crescita del settore delle e-car, tuttavia, prevedono che entro i prossimi 10 anni la domanda di materiali come nichel e manganese salirà dell’800% rispetto ai valori attuali, mentre quella di cobalto dovrebbe crescere del 150%. Le emissioni di CO2 legate alle operazioni minerarie necessarie al reperimento di questi materiali potrebbero crescere del 500%, mentre il processo di riciclo sviluppato da Fortum potrebbe abbatterle fino al 90%.

“La disponibilità limitata e l’impatto ambientale dell’estrazione mineraria dimostrano che il riciclo di questi elementi rari per la produzione di batterie è fondamentale – ha aggiunto Saarimaa – Se non rimettiamo in circolazione i materiali, finiremo per esaurirli”.
Un approccio circolare che l’azienda finlandese sta applicando a tutto tondo: oltre ai sistemi di recupero dei materiali preziosi, Fortum sta lavorando anche sulla conversione in elementi di stoccaggio delle batterie esauste e quindi non più utilizzabili nelle auto elettriche.

fonte: www.rinnovabili.it

Dalla Finlandia le prime cannucce compostabili

Messe a punto da Stora Enso e Sulapac con un biocomposito a base cellulosica. Si pensa alla produzione industriale.












Arrivano dalla Finlandia le prime cannucce compostabili proposte come alternativa a quelle in plastica, che l’Italia e l’Europa si apprestano a bandire nell’ambito delle crescenti restrizioni all’utilizzo di articoli monouso in materiale plastico.
Allo sviluppo hanno contribuito due aziende nordeuropee, Stora Enso e Sulapac, attive nella formulazione di materiali biobased e biodegradabili a base cellulosica. Le cannucce, non ancora prodotte a livello industriale, sono state presentate alla manifestazione Slush 2018, dedicata alla nuova imprenditorialità, in programma in questi giorni a Helsinki.
Le cannucce sono realizzate con un biocomposito cellulosico, tenuto insieme da un legante naturale, sviluppato da Susapac, che oltre ad essere compostabile in impianti industriali è - a detta dell’azienda finlandese - anche biodegradabile in ambiente marino.
Materiale e tecnologia sono forniti su licenza da Stora Enso grazie ad un accordo di joint-venture siglato a maggio con Sulapac. L’intenzione è ora di passare dal prototipo allo sviluppo industriale.
fonte: www.polimerica.it

Finlandia, nuovo sistema modulare per recuperare metalli dai RAEE

Un gruppo di ricercatori finlandesi ha sviluppato un approccio modulare al riciclo delle diverse tipologie RAEE


















Un gruppo di ricercatori dell’Università di Jyväskylä, in Finlandia, ha sviluppato un approccio modulare al riciclo delle diverse tipologie di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).
Il nuovo processo di recupero è basato sull’idrometallurgia, una tecnica che si basa sulla chimica in soluzione acquosa per ricavare metalli da minerali, da minerali arricchiti o da materiali riciclati o residui. All’idrometallurgia gli scienziati hanno accoppiato la raffinazione tramite elettrolisi del rame e moderne tecnologie scavenger (lo scavenger è una sostanza chimica aggiunta a una soluzione allo scopo di rimuovere impurità indesiderate nei prodotti di reazione) per i metalli.
Ciò significa che i rifiuti elettronici trattati termicamente vengono lavorati in più fasi per separare i metalli. Il rame viene recuperato tramite estrazione per elettrolisi classica, mentre i metalli nobili vengono estratti usando un un nuovo metodo liquido combinato con scavenger di metallo all’avanguardia.


“Stiamo producendo oro, argento, palladio, rame e platino con tassi di recupero e purezza molto elevati e metalli delle terre rare come ossidi”, spiega a Recycling International il capo del progetto Ari Väisänen, docente del dipartimento di chimica dell’Università di Jyväskylä e co-autore della ricerca.
Il progetto ha avuto inizio tre anni fa grazie anche al sostegno delle industrie tecnologiche finlandesi e del fondo di innovazione Sitra.
Un aspetto fondamentale del progetto di ricerca consiste nella capacità di analizzare la presenza di metalli critici in diverse fonti, in particolare nelle acque reflue e nelle ceneri volanti, anche a livelli di concentrazione molto bassi, sottolinea Väisänen. I ricercatori sono anche riusciti a identificare singole nanoparticelle di argento.

fonte: www.rinnovabili.it