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Coreve: peggiora la qualità della raccolta del vetro

Si rinnova la campagna di comunicazione su tv e social promossa da CoReVe per ricordare ai cittadini le corrette modalità di raccolta dei rifiuti



Nel 2020 la qualità della raccolta differenziata del vetro effettuata dai cittadini è peggiorata rispetto al 2019, e siamo ancora molto lontani dai livelli medi del resto d’Europa. Ancora troppi oggetti di ceramica, pyrex e cristallo, ma soprattutto di sacchetti che finiscono nella campana del vetro. Il 10,5% dei rifiuti di imballaggio (bottiglie e vasetti) in vetro recuperati all’interno delle campane o nei cassonetti del “porta a porta”, infatti, non può essere avviato a riciclo a causa della presenza di questi inquinanti. Questo perché, negli impianti di trattamento a valle della raccolta, la selezione automatizzata di questi materiali, anche se tecnologicamente sempre più evoluta, comporta inevitabilmente anche la perdita e lo scarto di vetro altrimenti perfettamente riciclabile.

Campagna tv e social
Per provare a interrompere i comportamenti errati che finiscono per compromettere parte del lavoro e dell’impegno dei cittadini più attenti, CoReVe (Consorzio Recupero Vetro), d’accordo con ANCI (Associazione dei Comuni Italiani), ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione, con il Patrocinio del MiTe (Ministero per la Transizione Ecologica) e con l’aiuto di Licia Colò, giornalista e divulgatrice, da sempre molto attenta alle tematiche ambientali e alla sostenibilità. Due mesi di campagna TV che vedranno Licia Colò raccontare ai telespettatori di Mediaset e La7, quali errori evitare nel momento in cui si vanno a differenziare i rifiuti di imballaggio in vetro, a cui, da giugno a fine anno, si affiancherà una campagna “social” voluta per raccontare agli italiani l’importanza e i benefici ambientali derivanti dal corretto riciclo del vetro.

Scotti: fanalino di coda per la qualità
“Nel 2020 – spiega Gianni Scotti, Presidente di CoReVe – la qualità della differenziata è ulteriormente peggiorata rispetto all’anno precedente. Mentre migliorano le performance degli impianti di riciclo, i cui scarti si riducono grazie al costante miglioramento tecnologico, c’è evidentemente ancora molto lavoro da fare. L’Italia, che è tra i Paesi più virtuosi d’Europa per le percentuali di raccolta differenziata degli imballaggi di vetro, è tuttavia fanalino di coda per quanto riguarda la qualità. Serve quindi un cambio di passo e serve subito, per evitare inutili sprechi e sostenere l’Economia Circolare del vetro. Per questo abbiamo deciso di lanciare la nuova campagna con un’ambasciatrice d’eccellenza per tutto ciò che riguarda l’ambiente, Licia Colò, che già in passato aveva offerto la sua autorevole voce ai messaggi del Consorzio”.

fonte: www.e-gazette.it


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Dopo “Scala Mercalli”, chiude anche “Ambiente Italia”

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Con un post su Facebook datato 10 settembre, lo storico conduttore Rai Beppe Rovera ha annunciato alla rete la chiusura del programma Tv Ambiente Italia. La trasmissione è andata in onda dal settembre del 1990 su RaiTre nazionale dalle 14.50 alle 15.50 prima e, dopo, dalle 13 alle 14. Nell’ultima edizione era poi stata ridotta a mezz’ora.
Ambiente Italia ha raccontato per oltre vent’anni “il Paese in diretta, coi suoi mali, le sue meraviglie, le sue ambiguità. Una partecipazione corale, voci, confronti, inchieste sull’onda della stretta attualità. Per capire, supportati da fonti scientifiche autorevoli, chiedendo conto a chi di dovere. Una trasmissione onesta, utile, a disposizione dei cittadini. Di servizio. Da quest’anno è sparita dal palinsesto. Amen”. Sono queste le parole utilizzate da Rovera per descrivere il fatto.
Sin da subito non sono mancati i commenti e i messaggi di indignazione e, quindi, di vicinanza, da parte del pubblico. Come hanno evidenziato in molti, tra semplici utenti ed esponenti green (per esempio Antonio Cianciullo e Sergio Ferraris), si tratta di una perdita assai consistente, che va ad aggiungersi alla precedente chiusura di “Scala Mercalli”.
La decisione di interrompere il programma rappresenta dunque un altro duro colpo per il mondo della comunicazione ambientale. Per chiedere il ripristino sia di Ambiente Italia si di Scala Mercalli sono state lanciate due petizioni online sul sito Change.org. Come ha scritto il giornalista Sergio Ferraris, “vogliamo il ripristino della trasmissione Ambiente Italia. Vogliamo continuare a essere informati, specialmente dal servizio pubblico sull’ambiente nella nostra nazione. La chiusura di Ambiente Italia non è un bel messaggio, in un’Italia che sembra essere disinteressata ai cambiamenti climatici, dove le rinnovabili arretrano – mentre in tutto il Mondo, Stati Uniti compresi aumentano – dove l’inquinamento urbano dell’aria ormai non è più urbano, ma interregionale come in Pianura Padana – che è una delle regioni europee tra le più inquinate, dove abbiamo 57 siti altamente inquinati, d’interesse nazionale o regionale con le bonifiche praticamente a zero e dove brevettiamo in Giappone case antisismiche e poi non le costruiamo ad Amatrice. Abbiamo bisogno d’informazione ambientale, per migliorare la nostra vita e quella dei nostri figli. Ambiente Italia non era solo denuncia. La squadra della trasmissione erano anche capaci di cogliere la bellezza del nostro paese. I luoghi, la cultura, le bellezze e il paesaggio erano altri punti cardine della sua trasmissione nella quale questi contenuti erano alternati ai disastri ambientali. Ambiente Italia è l’essenza del servizio pubblico e vogliamo che ritorni nei palinsesti Rai, perché essere informati con competenza, attenzione e profondità sullo stato dell’ambiente dove viviamo è un nostro diritto di cittadini”.

fonte: www.envi.info