La
mega fabbrica di batterie, a regime, sarà dotata di impianti di
produzione energetica alimentati a fonti rinnovabili per raggiungere
un’energia netta pari a zero
La ‘Gigafactory’ di batterie che Tesla
sta costruendo in Nevada è la chiave di volta della strategia aziendale
per accelerare la diffusione sul mercato di massa delle auto elettriche. “Per raggiungere questo obiettivo – spiega la stessa compagnia – dobbiamo produrre veicoli elettrici in volume sufficiente da spingere al cambiamento l’industria automobilistica”.
Accelerare la produzione porterà però innegabili sfide, prima fra tutte
quella di riuscire a fornire dispositivi di accumulo in quantità
sufficienti a soddisfare la domanda dei veicoli previsti. Le prime stime
effettuate da Tesla, prevedono che la società raggiunga per la seconda
metà di questo decennio un ritmo di produzione previsto di 500.000 e-car l’anno: una cifra che da sola richiederà tutta l’attuale produzione mondiale di batterie agli ioni di litio.
La Tesla Gigafactory nasce
esattamente da questa necessità, unitamente all’urgenza di ottenere
dispositivi di energy storage a prezzi più convenienti di quelli
attuali. Ma se finora molto si è detto sulle potenzialità di questo
immenso stabilimento – sarà uno degli edifici più grandi mai realizzati e avrà una capacità annuale di produzione delle batterie di 35 GWh – ancora poco si conosce dell’aspetto energetico del progetto. Nel sito della società è riportato unicamente che “la Gigafactory verrà alimentata da fonti di energia rinnovabili, allo scopo di raggiungere un’energia netta pari a zero”. Ora il Chief Technical Officer di Tesla, JB Straubel, ha fornito alcuni dettagli in più sull’argomento in occasione di un recente discorso all’Università del Nevada:
“Fin dal primo concept, abbiamo voluto rendere questo impianto a energia netta pari a zero. Quindi, si sa, la cosa più visibile che stiamo facendo è coprire l’intero sito con l’energia solare. L’intero tetto della Gigafactory è stato progettato fin dall’inizio con in mente l’uso del fotovoltaico […] Ma da sola questa copertura solare non basta”.
Ed è così che l’azienda ha progetto di realizzare impianti fotovoltaici
anche sui terreni circostanti lo stabilimento e di implementare una
serie di soluzioni che permettano di rinunciare all’energia fossile
(come ad esempio l’impiego di una pompa di calore ad alta efficienza).
La promessa di Straubel è che le uniche emissioni del sito siano legate
ai veicoli non elettrici utilizzati per la logistica “ma proveremo a risolvere anche questo un pezzo alla volta”.
Ricordiamo che lo stabilimento è già parzialmente in funzione, ma che secondo i piani aziendali dovrebbe raggiungere la piena capacità solo nel 2020 “producendo annualmente più batterie agli ioni di litio di quante ne sono state prodotte nel mondo nel 2013”.
fonte: http://www.rinnovabili.it
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