Il nuovo dossier dell’Agenzia europea
dell’ambiente, che però ricorda: «Gli urbani rappresentano appena il 10%
circa del totale dei rifiuti prodotti nell'Ue»
Negli ultimi dieci anni, o meglio in quelli che vanno dal 2004 al
2014 (quando si ferma la disponibilità di dati), la percentuale di
rifiuti urbani conferiti in discarica nei vari paesi europei è diminuita
da un originario 49% a un più sostenibile 34%. Naturalmente, ciò non
significa che sia la performance media sia anche omogenea: nonostante i
progressi ottenuti, all’Italia resta ancora molto da migliorare con il
suo 31% di rifiuti urbani inviati in discarica.
È quanto riporta l’ultimo dossier pubblicato in merito dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea), Municipal waste management across European countries,
nel quale si sottolinea come in altri Paesi – ovvero Austria, Belgio,
Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svizzera – già oggi
«praticamente nessun rifiuto urbano sia inviato in discarica». Un
risultato dunque alla portata di mano, raggiunto grazie a migliori
performance in fatto di riciclo effettivo e anche di recupero energetico
tramite termovalorizzazione (disdegnato ma incentivato in Italia,
singolarmente all’esatto opposto di quanto avviene per il riciclo).
Senza dimenticare, come non ci stanchiamo di sottolineare, che i dati
utilizzati dalla Eea sono «i migliori attualmente disponibili», ma è
l’Agenzia stessa ad evidenziare una volta di più come la «comparabilità
dei dati nazionali disponibili e degli indicatori è limitata», con i
vari Paesi europei che hanno «differenti definizioni su cosa costituisca
i rifiuti urbani o sulla composizione dei materiali riciclati». Un
marasma che si perpetua tale e quale anche all’interno di un singolo
Paese, il nostro, dove dal 1997 il decreto Ronchi ha introdotto la
raccolta differenziata e previsto un metodo unico per la sua
contabilizzazione… metodo
che a quasi venti anni dal decreto che lo invocava ancora, di fatto,
non è arrivato sebbene il ministero dell’Ambiente abbia introdotto
quest’anno delle linee guida in proposito.
Un’ultima nota di merito: come noto, in Italia almeno, l’attenzione
politica e mediatica rimane costantemente incentrata sulla dimensione
dei rifiuti urbani. Quanti sono? Quali? Come sono raccolti?
Dove sono conferiti? Domande legittime quanto importanti, senza però
dimenticare che «i rifiuti urbani – come ricorda la Eea – rappresentano
appena il 10% circa del totale dei rifiuti prodotti nell’Ue». Sono solo
la parte più visibile; non sarebbe male occuparsi anche del restante
90%.
fonte: www.greenreport.it