Il solare batte già il carbone in alcuni specifici contesti ma entro il 2025 - sostiene Bloomberg New Energy Finance (BNEF) - potrebbe essere in media, a livello globale, più conveniente della fonte fossile.
Quindi
in meno di dieci anni, si legge in un articolo firmato da Jess
Shankleman e Chris Martin su Bloomberg, il fotovoltaico potrebbe
diventare la risorsa energetica con il minor costo di generazione in buona parte del pianeta.
Di recente abbiamo citato alcune considerazioni di BNEF sulla crescente competitività del solare nei confronti delle diverse fonti elettriche, eolico compreso, grazie alla rapida discesa dei costi per costruire nuovi impianti di grandi dimensioni (utility scale).
Anche il costo “tutto compreso” sul ciclo di vita del fotovoltaico, espresso dai valori medi LCOE (levelized cost of energy) è in continua diminuzione, come abbiamo spiegato in questo articolo tratto dagli ultimi dati di Lazard.
Bloomberg ricorda che dal 2009 a oggi i prezzi del solare FV sono crollati del 62%,
con tagli generalizzati in tutti gli anelli della filiera produttiva,
dalla lavorazione del silicio alla fabbricazione di moduli e celle.
L’anno
scorso, prosegue l’analisi, in vari paesi tra cui Cile ed Emirati
Arabi, si sono svolte aste che hanno assegnato nuova potenza rinnovabile
a prezzi bassissimi. Parliamo di 2-3 centesimi di dollaro per kWh per l’elettricità generata dai migliori progetti solari.
La
tendenza, osservano gli esperti finanziari, è destinata ad accentuarsi,
contando anche sulle nuove aste organizzate in un numero sempre più
ampio di nazioni, soprattutto quelle emergenti tra cui Messico, Arabia Saudita e Giordania.
Le
stesse agenzie internazionali (IEA e IRENA), ricordano gli analisti, si
aspettano riduzioni consistenti dei costi del solare nei prossimi
cinque-dieci anni (vedi anche questo articolo di QualEnergia.it) tanto da aver innalzato le previsioni sullo sviluppo complessivo delle rinnovabili nel medio termine.
Secondo le stime di BNEF, il costo finale per installare 1 MW di fotovoltaico a terra scenderà da poco più di un $/watt oggi a 74 centesimi di dollaro per watt
nel 2025, con una riduzione complessiva del 36% resa possibile da una
serie di fattori, legati soprattutto alla maggiore efficienza dei
moduli, alle economie di scala e alla produttività in aumento degli
stabilimenti.
Il sorpasso del fotovoltaico sul carbone avverrà con velocità e tempi diversi. Paesi importatori del
combustibile fossile o soggetti a restrizioni ambientali-carbon tax, ad
esempio il Brasile e molti Stati europei, vedranno il solare al primo
posto già intorno al 2020, se non addirittura prima.
In paesi con ampie riserve domestiche di carbone,
come Cina e India, molto probabilmente ci vorrà qualche anno in più. La
principale critica mossa dai paladini carboniferi alle rinnovabili non
programmabili, prosegue BNEF, è che queste ultime non possono garantire
una fornitura costante di energia, quando il sole non splende o il vento non soffia.
Ecco perché il numero uno della World Coal Association,
Benjamin Sporton, è convinto che nel 2035 il carbone sarà competitivo
con le tecnologie pulite: difatti, osserva Sporton, bisogna calcolare
gli extra costi necessari per mantenere in equilibrio il sistema
elettrico con la capacità di generazione di backup, assicurata dai combustibili fossili.
Tuttavia,
aggiungiamo noi, questo ragionamento esclude i vantaggi di una filiera
più corta del solare e gli svantaggi degli elevati extra costi sociali-ambientali
correlati all’uso del carbone, normalmente scaricati sulla
collettività, anziché rientrare nel computo totale di vantaggi-svantaggi
economici delle diverse fonti energetiche.
In
definitiva, sostiene BNEF, il fotovoltaico è sulla buona strada per
fare piena concorrenza alle fonti “sporche” anche assumendo gli esborsi
complessivi di sistema. In Cina, il principale mercato mondiale del
solare, il costo di questa fonte rinnovabile è dato inferiore a quello
del carbone intorno al 2030.
Il
problema maggiore per la Cina è l’inadeguatezza delle linee di
trasmissione-distribuzione, che spesso costringe le utility a tagliare
una parte dell’output rinnovabile per evitare congestioni di rete (Il solare FV in Cina tra boom e obiettivi al ribasso), ma anche a questo si porrà rimedio.
fonte: http://www.qualenergia.it