L'esperienza di guidare ogni giorno un'auto elettrica

Com'è veramente possedere e guidare un’auto elettrica? Quali sono i vantaggi e i problemi? Ha consentito dei risparmi economici o ha portato ad extra costi? Abbiamo intervistato alcuni proprietari che questi veicoli li hanno già da alcuni anni per farci raccontare la loro esperienza.



















«Fusse che fusse la volta buona…», direbbe Nino Manfredi, se fosse ancora fra noi e si interessasse di viabilità elettrica.
Questa volta infatti, come abbiamo recentemente illustrato, il passaggio fra auto con motore a scoppio ed elettrico sembra inarrestabile.
Ma mai dire mai: Dieter Zetsche, presidente della Acea, l'associazione dei costruttori europei di automobili, ha appena chiesto alla Commissione europea di rinviare al 2030 i tagli alla CO2 emessa dalle auto, previsti per il 2021, perché, dice, le industrie  sono in ritardo con l’elaborazione delle versioni elettriche dei loro modelli.
Quindi, chi non ha ancora fatto il «grande salto», potrebbe cominciare a pensarci e a chiedersi come sia veramente possedere e guidare un’auto elettrica, che vantaggi e problemi dia, se porta a risparmi o a extra costi.
Le risposte si possono cominciare ad avere intervistando chi questi mezzi li ha già da alcuni anni, avendone acquistato le primissime versioni e avendo così fatto, più o meno consapevolmente, da cavia per questa gigantesca rivoluzione nel modo di viaggiare. Ne abbiamo trovati quattro, e queste sono le loro considerazioni.

Luca Mercalli, provincia di Torino, climatologo, glaciologo e divulgatore 

«Possiedo una Peugeot iOn dal 2011, con cui ho percorso oltre 65mila km. L’acquisto è stato fatto per coerenza con le mie convinzioni su clima, energia e inquinamento. Ed era il modo ideale per utilizzare al meglio l’energia prodotta dal mio impianto fotovoltaico, assorbendo l’eccesso di produzione».
Autonomia
«In teoria si dovevano raggiungere i 150 km con una carica, ma nella realtà arrivava, i primi anni, a 110 km, nelle condizioni climatiche migliori. Adesso, per il normale degrado delle batterie, l’autonomia si aggira intono ai 100 km. Per me è sempre sufficiente, visto che la uso quasi esclusivamente fra casa mia e Torino, su un percorso medio di 60 km. Certo, scendesse ancora sarebbe un problema, in quel caso dovrei informami se sarà possibile cambiare le batterie o avere uno sconto sull’acquisto di una nuova elettrica».
Ricariche e viaggi lunghi
«Il mio lavoro mi permette spesso di lavorare a casa e quindi di ricaricare l’auto direttamente con il solare: in pratica, non spendo quasi nulla per l’energia. Non ho mai usato colonnine di ricarica,  anche quando faccio viaggi lunghi, massimo 200 km per ora, programmo il percorso con una sosta a metà strada per il pranzo, in locali o da amici, in un luogo dove possa allacciare l’auto a una presa a 220 volt. Qualche ora di sosta per accumulare i kWh consumati, mangiando, passeggiando e chiacchierando, e poi riparto con il pieno».
Guasti, inconvenienti
«Nessun guasto e manutenzione minima. La frenata che recupera energia riduce al minimo anche il consumo dei freni, che si finisce per usare solo per l’arresto finale, mai per rallentare. Un problema è il riscaldamento invernale: questo modello usa resistenze elettriche e non consente di alimentare il riscaldamento con la rete domestica, nelle mattine invernali mi tocca stare in auto con guanti e cappello, limitando il riscaldamento al minimo per disappannare i vetri; se usassi la batteria la esaurirei o quasi. Ma so che altri modelli più recenti hanno ridotto questo inconveniente».
Ha risparmiato rispetto a un’auto convenzionale?
«Non lo so, non credo di aver recuperato ancora l’extra costo. Ma non era certo questo il motivo per cui sono passato all’elettrico».
Lo rifarebbe?
«Certo, sono molto soddisfatto della mia esperienza, anche perché ha cambiato il mio modo di viaggiare. Le auto elettriche si guidano con la testa: bisogna programmare i percorsi, con ben poco spazio per l’improvvisazione, e imparare a guidarle, senza tirare troppo il motore, per non surriscaldare le batterie, fattore principale della loro usura, e sfruttando al massimo discese e rallentamenti, per recuperare energia. Ma sono comunque mezzi brillanti, molto divertenti da guidare».


fonte: http://www.qualenergia.it