Sacchetti che non solo non inquinano i mari,
ma possono trasformarsi in acqua e cibo per persone e animali. L’idea
che fa bene all’ambiente è del biologo indonesiano Kevin Kumala.
Dopo anni negli Stati Uniti, Kevin
Kumala è tornato nella sua Bali, ma ciò che ha trovato davanti ai suoi
occhi l’ha letteralmente sconvolto. Le spiagge sconfinate e l’acqua
cristallina del mare avevano lasciato spazio a rifiuti di ogni sorta,
capitanati dalla plastica.
Una situazione a cui non è estranea
neanche l’Italia, ma un fenomeno globale tanto che c’è già a chi sta
pensando alla pulizia degli oceani grazie a dei dispositivi realizzati
ad hoc.
Ma prevenire è sempre meglio che curare, soprattutto in paese come l’Indonesia dove si stima che circa 3,2 milioni di tonnellate di plastica siano riversate nella costa.
Ma prevenire è sempre meglio che curare, soprattutto in paese come l’Indonesia dove si stima che circa 3,2 milioni di tonnellate di plastica siano riversate nella costa.
Non a caso, dopo la Cina, il paese indonesiano è il più grande inquinatore del mondo. A pagarne le conseguenze sono gli animali in primis che ogni anno muoiono con la plastica nello stomaco.
E pensare che la soluzione è a portata
di mano, diminuire e pian piano abolire l’utilizzo quotidiano della
plastica e soprattutto riciclare. In questa direzione, va l’idea di
Kumala che ha inventato un sacchetto che sostituisce quello tradizionale
creato con il petrolio.

I suoi sacchetti 'I am not plastic' sono realizzati con la manioca,
una pianta indonesiana che cresce in maniera sconfinata, sono
biodegradabili, compostabili e si consumano in 100 giorni come quelli in
materbi.
Ma la novità sta nel fatto che se finiscono in mare, non sono un’arma letale, ma possono diventare acqua e cibo, come mostra Kumala in un video che ha fatto il giro del mondo. Come vedete lui stesso mette un sacchetto in acqua calda e lo beve:
I sacchetti costano cinque centesimi in più rispetto a quelli in plastica, ma il gioco vale la candela quando in ballo c’è il futuro del nostro Pianeta.

La fabbrica Avani eco di Kumala si trova sull’isola di Java
e produce anche altri tipi di imballaggi fatti dall’amido di mais,
piuttosto che dallo zucchero di canna, soia e girasole. Tutti i prodotti
che una volta che non servono più possono essere usati come compost.
fonte: www.greenme.it