Sono allo studio apposite misure di incentivazione per il rinnovo del parco veicolare e per la diffusione degli autoveicoli elettrici”. È quanto ha fatto sapere ieri il sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, rispondendo a un’interrogazione del Movimento 5 stelle in IX commissione alla Camera. Il punto di partenza della domanda, a firma dall’onorevole dell’Orco e colleghi, è il profondo gap che divide oggi l’Italia da Paesi come Francia, Olanda, Svezia o Germania – nazioni europee che hanno fatto personali proclami in tema di mobilità sostenibile. Ad accumunare questi Stati è soprattutto la volontà di vietare la vendita delle auto diesel e benzina con la definizione di tempistiche precise e misure di supporto alla transizione del settore. E il Bel paese – si chiedono i deputati pentastellati – cosa sta facendo?
A livello nazionale l’e-mobility, infatti, rappresenta solo lo 0,1% dell’intero mercato dell’auto.
La crescita è lenta, a volte quasi impercettibile, e una delle cause di
questo ritardo è sicuramente la mancanza quasi totale di incentivi alle
auto elettriche.
Lo strumento principale per supportare l’elettromobilità è oggi costituito dal PNire,
il Piano Nazionale infrastrutturale per gli impianti di ricarica dei
veicoli elettrici, redatto dal Ministero dei trasporti. Il PNire ha
l’ambizione di preparare, entro il 2020, un’infrastruttura per oltre
130.000 veicoli elettrici, aggiungendo agli attuali 9000 punti di e-cherger
altri 4.500 – 13.000 punti “normal power” e 2.000-6.000 del tipo “high
power”. Peccato che, come evidenzia l’E-Mobility Report redatto
dall’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, il mercato
delle auto non sembra ritenere possibile andare oltre le 70.000
auto immatricolate nei prossimi 4 anni. lo scollamento è evidente e
problematico.
Per riallineare i due elementi,
l’Energy&Strategy Group consiglia alcune soluzioni, tra cui il
rafforzamento dei meccanismi di incentivazione per la vendita delle
e-car.
E qualcosa potrebbe cambiare a breve, come spiega il sotto segretario ai Trasporti ”Senza
dubbio, come evidenziato dagli Onorevoli interroganti, la mobilità
elettrica potrà svolgere un ruolo chiave nel raggiungimento degli
obiettivi fissati dall’accordo di Parigi sul clima; occorre, dunque una
spinta acceleratoria sul fronte della mobilità sostenibile in linea con
quanto già fatto in altri paesi europei. Al riguardo i competenti
Ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico hanno evidenziato che
sono allo studio apposite misure di incentivazione per il rinnovo del
parco veicolare e per la diffusione degli autoveicoli elettrici. Tali
misure rientrano tra quelle finalizzate a ridurre le emissioni
inquinanti e climalteranti e i consumi energetici del settore dei
trasporti, previste nell’ambito del Quadro Strategico Nazionale sui
carburanti alternativi”.
Ma vista l’ormai prossima fine della legislatura lo spazio di manovra potrebbe essere ridotto.
fonte: www.rinnovabili.it