Come previsto, la riunione del comitato fitosanitario permanente si è conclusa senza prendere una decisione sul glifosato. Per evitare lo stallo non si è votato sulla proposta della Commissione Europea, che intende rinnovare l’autorizzazione all’erbicida per altri 10 anni, nonostante l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro lo abbia classificato come “probabile cancerogeno” per l’uomo.
Il fronte dei contrari al rinnovo è
guidato dalla Francia, con l’Italia che per bocca del Ministro
dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha deciso di accodarsi all’ultimo
momento. Per bloccare la proposta di Bruxelles basta una minoranza
composta da circa il 45% degli stati membri o da un gruppo di almeno 4 paesi che rappresentino almeno il 35% della popolazione UE.
Se la prima condizione è più difficile da soddisfare, la seconda è
ampiamente alla portata della cordata di oppositori del glifosato.
Infatti la Germania al momento non è in grado di assicurare un voto
favorevole alla proposta della Commissione, per paura di far saltare
l’eventuale alleanza con i Verdi. Angela Merkel sta cercando
faticosamente di organizzare una coalizione di governo dopo che i
socialisti hanno mollato la presa in seguito alle elezioni di settembre,
e il partito ambientalista carezza l’idea di tornare nella stanza dei
bottoni. Potrebbe essere l’alleato giusto in un momento complesso, ma
per fare questo matrimonio è necessario lasciare i dossier più scottanti
fuori dalla porta.
Il travaglio interno alla Germania sta
dunque rallentando il processo di riautorizzazione, per la stizza del
Commissario UE alla salute, Vytenis Andriukaitis, secondo cui gli stati membri si nascondono dietro Bruxelles tentando di scaricare sull’Europa la responsabilità della scelta.
Pertanto, ha annunciato che se da qui a fine anno gli esperti indicati
dai governi non raggiungeranno una maggioranza qualificata nel comitato
fitosanitario, il glifosato non tornerà in commercio.
Il calendario prevede una riunione il 23
ottobre, ma l’agenda non è ancora definita. In ogni caso, fino al 31
dicembre c’è tempo per raggiungere un accordo. Le associazioni
ambientaliste hanno chiesto che si tenga conto delle 1,4 milioni di firme dell’iniziativa dei cittadini europei (ECI), raccolte in pochissimi mesi per bandire il glifosato. Nel frattempo, una nuova inchiesta di Le Monde
svela la trama di potere organizzata da Monsanto, che avrebbe pagato
diversi scienziati considerati influenti per rafforzare la tesi che il
suo diserbante non è cancerogeno.
fonte: www.rinnovabili.it