Pacchetto Ecodesign & Energy label, il ritardo ci costerà mld di euro

La Commissione Europea prende tempo sui nuovi standard di progrettazione ed etichettatura energetica. Per la maggior parte dei prodotti la decisione potrebbe essere rimandata al nuovo esecutivo






















La Commissione Junker si era data un tempo preciso: il 2 novembre 2018 avrebbe adottato il nuovo Pacchetto Ecodesign & Energy Labelling, contenente l’aggiornamento delle misure d’attuazione per progettazione ed etichettatura energetica per una quindicina di prodotti. Misure, che per stessa ammissione dell’esecutivo UE, avrebbero permesso ai consumatori di risparmiare fino a 165 TWh l’anno fino al 2030, che corrisponde a oltre il 5 per cento del consumo complessivo di elettricità europea. Con molta probabilità, tuttavia, Bruxelles mancherà ancora una volta la scadenza.
Secondo fonti interne all’UE, infatti, ben due terzi dei nuovi regolamenti attesi non saranno pronti per novembre. “Le misure sono in ritardo e siamo preoccupati”, ha confidato al Guardian un diplomatico europeo in condizione di anonimato. “Sappiamo che alcuni dei prodotti non ce la faranno, ma speriamo di averne almeno nove o dieci”.


Ciò significa che, con le elezioni europee di mezzo, la parte più cospicua del Pacchetto Ecodesign & Energy Labelling potrebbe non vedere la luce prima dell’inizio del 2020. Un rischio che fa innervosire molti. “I ripetuti ritardi accumulati negli ultimi anni hanno un prezzo per tutti – spiega l’European Citizens Organization for Standards (Ecos) – Risparmi perduti per i cittadini e il clima, costi dovuti all’incertezza e al ritardo degli investimenti nel settore e quelli legati alla mobilitazione delle risorse per i dipendenti pubblici coinvolti nel processo decisionale. Queste misure sono fondamentali per l’attuazione degli obiettivi dell’UE in materia di clima, energia ed economia circolare”.

Nel complesso il pacchetto dovrebbe includere standard per una serie di elettrodomestici (quali frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie), elettronica (display, server) e prodotti commerciali e industriali come motori elettrici, attrezzature per la saldatura e ventilatori.  Come sottolineato anche da Ecos, non sarebbe solo l’ambito dei consumi energetici a beneficiarne. I regolamenti permetterebbero di evitare all’atmosfera 62 milioni di tonnellate di CO2 – pari alle emissioni del consumo annuo di energia primaria in Svezia – e introdurrebbero requisiti innovativi per il riciclaggio e la riparabilità dei prodotti.

fonte: www.rinnovabili.it