Produzione batterie, in costruzione le prime gigafactory europee

Ad un anno dal lancio della European Battery Alliance, Bruxelles fa il punto della situazione per capire quanta strada la distanzi ancora dai grandi competitor internazionali



















“Se l’Europa vuole guidare e competere con altri grandi attori industriali in tutto il mondo, dobbiamo sbrigarci”. Così Elżbieta Bieńkowska, commissaria europea per il mercato interno, ha ricordato ieri a Bruxelles quanto sia importante la tempestività nella gara internazionale dell’energy storage. In occasione del primo anniversario dell’EU Battery Alliance (EBA), l’esecutivo ha, infatti, voluto fare il punto della situazione europea per analizzare progressi e opportunità nel mondo dell’accumulo. I riflettori sono ovviamente puntati sulla capacità di sviluppare e produrre batterie entro i confini comunitari, per creare un mercato capace di competere con i colossi stranieri che oggi godono di un netto vantaggio sull’UE.
Il Vecchio Continente ha iniziato tardi a preoccuparsi dell’accumulo, soprattutto sul fronte trasporti dove trovava una certa rassicurazione dalla sua storica leadership nell’automotive. Nel frattempo, potenze come gli Stati Uniti e la Cina, ridisegnavano il mercato globale a loro favore si sul fronte dello storage stazionario che di quello mobile.

Per recuperare il tempo perso, o scorso anno l’Europa ha lanciato l’EU Battery Alliance, una piattaforma dove far incontrare responsabili politici, investitori e stakeholder industriali. L’obiettivo dell’Alleanza è creare in Europa una catena del valore manifatturiera competitiva e focalizzata su batterie sostenibili, che significa con il minor impatto ambientale possibilelungo tutta la loro vita. Secondo le prime stime, per coprire la domanda di storage della sola Unione Europea, il mercato comunitario avrebbe bisogno di almeno da 10 a 20 “gigafactories”, ovvero impianti di produzione su larga scala.

Con questo obiettivo nella mente, Bieńkowska e il collega Maroš Šefčovič, vicepresidente per l’Unione dell’Energia hanno incontrato ieri gli Stati membri e gli amministratori delegati per presentare i principali risultati e discutere i prossimi passi. Da un lato ci sono società come Umicore, Basf e Solvay che stanno lavorando su materiali all’avanguardia per l’accumulo, dall’altro ci sono i progetti per le prime linee di produzione batterie Made in EU. Northvolt, ad esempio, ha già iniziato a costruire una linea dimostrativa che entrerà in funzione nel 2019, ottenendo il permesso di costruire uno stabilimento di grandi dimensioni a Skellefteå in Svezia. L’obiettivo è di aumentare la produzione batterie fino a 32 GWh nel 2023. Siemensinvece si è impegnata a realizzare le prime linee di produzione completamente automatizzate e digitalizzate in Europa.


“Questa alleanza è il fulcro della nostra politica industriale: un’industria delle batterie forte si adatta perfettamente alla nostra ambizione di promuovere la mobilità pulita – spiega Bieńkowska -. Ma stiamo già pensando a come l’alleanza possa essere utile anche per camion, navi marittime e traghetti”.
La Commissione ha fatto sapere che il 24 gennaio 2019 aprirà una call per un bando da 114 milioni di eurodal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 per temi relativi all’energy storage. Nel 2020 verrà ampliato lo spettro dei progetti con altri 70 milioni di euro di finanziamenti. Bruxelles ha anche l’intenzione di proporre un “partenariato” sulle batterie nell’ambito di Horizon Europe, creando parallelamente una nuova piattaforma europea per la tecnologia e l’innovazione.

fonte: www.rinnovabili.it