Al via la causa di inadempimento dell'Italia per non essersi messa in regola con la normativa sulle discariche di rifiuti. "Al momento, nessuna sanzione contro l’Italia viene, o può essere, richiesta. Tuttavia, appare opportuno evidenziare che, quando la Corte riconosce che uno Stato membro ha mancato ad uno degli obblighi ad esso incombenti in virtù del diritto dell’Unione, tale Stato è tenuto a prendere i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza della Corte comporta", riferisce in una nota la Corte Ue dopo che la Commissione Ue ha chiesto alla stessa Corte di giustizia di accertarsi che l’Italia sarebbe venuta meno agli obblighi prevista dalla direttiva 1999/31/CE, relativa alle discariche di rifiuti.
La Commissione, qualora ritenga che uno Stato membro non abbia
adottato tutte le misure necessarie ad eseguire una sentenza della
Corte, sottolinea la Corte di Giustizia Ue, "può fissare un termine per
l’esecuzione. Allo scadere di tale termine, la Commissione può adire
nuovamente la Corte ove uno Stato si trovi in una situazione di
'inadempimento nell'inadempimento', ossia quando, dopo essere stato
oggetto di una prima sentenza di inadempimento, persista nella
violazione delle norme del diritto dell’Unione e si trovi ancora in una
situazione di inadempimento. Solo a questo punto, la Commissione può
proporre alla Corte di condannare lo Stato 'doppiamente' inadempiente a
sanzioni pecuniarie, cioè a una penalità e/o a una somma forfettaria".
La direttiva 1999/31/CE, relativa alle discariche di rifiuti,
definisce il concetto di discariche cosiddetti 'preesistenti': si tratta
delle discariche che hanno già ottenuto un’autorizzazione o che erano
già in funzione prima del 16 luglio 2001, data entro la quale la
direttiva stessa doveva essere trasposta nel diritto nazionale. Secondo
la direttiva, entro il 16 luglio 2009, le Autorità competenti di
ciascuno Stato membro dovevano o completare i lavori per rendere le
discariche preesistenti conformi ai requisiti stabiliti nella direttiva o
chiuderle definitivamente.
Nel 2017, la Commissione ha promosso contro l’Italia la presente
azione di inadempimento, ritenendo che, dagli elementi forniti
dall’Italia nel corso della fase pre-contenziosa della procedura,
risultasse che nessuno dei suddetti adempimenti fosse stato completato
in relazione a 44 discariche preesistenti, con la conseguenza che, per
tali discariche, l’Italia sarebbe venuta meno agli obblighi di cui alla
direttiva. Questo è quanto, secondo la Commissione, la Corte di
giustizia doveva accertare.
Fonte: (AdnKronos)