Cavallucci marini bloccati nella plastica: succede a Taranto

Nel mare di Taranto sono stati rinvenuti dei cavallucci marini bloccati dalla plastica: serve un'azione immediata per proteggere i mari.
















mari sono sempre più ricolmi di rifiuti di plastica e, a farne le spese, è soprattutto la fauna acquatica. Da diversi anni, ormai, si vedono con preoccupante frequenza le immagini di animali intrappolati in reti e sacchetti di plastica, in particolare delfini, tartarughe marine e uccelli. Ma anche i piccoli abitanti del mare ne sono colpiti, come i cavallucci marini: è quanto testimonia una notizia proveniente dal Mar Piccolo di Taranto.
Così come riferisce Repubblica, l’analisi dei fondali del Mar Piccolo hanno confermato un elevato inquinamento da rifiuti di plastica, come borse, reti, confezioni, vasetti e molto altro ancora. Nelle acque della località pugliese, ad esempio, sono stati trovati cavallucci marini impigliati nelle reti per la raccolta delle cozze, ma anche pesci che hanno costruito tane in barattoli di vetro e di plastica, nonché piante e alghe che cercano di farsi largo tra i rifiuti.
Un mare da proteggere, così come lo stesso quotidiano sottolinea, poiché i rifiuti stanno mettendo a repentaglio un patrimonio di biodiversità importantissimo, fatto di nubibranchi, spugne, microorganismi acquatici e molto altro ancora. La testata ha pubblicato anche delle immagini, realizzate durante un’immersione da Alessandro Caiulo, il quale ha provveduto a ripulire l’area dei fondali da lui esplorata, per quanto possibile.

Diversi studi hanno dimostrato come, senza un approccio preciso per contrastare l’uso della plastica, entro il 2050 ci potrebbero essere nell’oceano più frammenti di questo materiale che pesci. Rifiuti che ormai sono giunti ovunque, anche a migliaia di chilometri dai luoghi di origine: basti pensare al Pacific Vortex, l’isola di immondizia e plastica che si è venuta a creare nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico. È quindi importante agire sin da subito, modificando le proprie abitudini di consumo, evitando la plastica monouso e preferendo, invece, materiali completamente biodegradabili.