Torino, Milano e Firenze città guida della e-mobility

Mobilità elettrica, cambiamento in ordine sparso e ancora troppo lento. La classifica stilata da un indagine del progetto “Alla Carica. Generation Electricity”














Nelle nostre città l’auto elettrica non ha ancora cominciato a correre. Per dare il via all’e-mobility serve uno sforzo infrastrutturale notevole: colonnine di ricarica, soprattutto, ma anche parcheggi, normative, agevolazioni fiscali. In questa fase nascente ci si muove in ordine sparso, senza un piano nazionale: ma una «pagella» per le 8 maggiori città italiane è stata stilata, in base ai dati forniti dai Comuni, all’interno del progetto «Alla Carica. Generation Electricity», sostenuto dal ministero dell’Ambiente per la sensibilizzazione dei millennials sulle smart city (www.allacarica.it).

Torino 
È al primo posto valutando lo stato dell’arte: ben 303 le colonnine, che diventeranno 564 entro dicembre, e ci sono agevolazioni su Ztl e parcheggi per chi possiede auto elettriche o ibride. Sono 196 le auto del car sharing elettrico e la prospettiva è che arrivino a 330 entro fine anno. Consistente anche la quota dello scooter sharing: 150 mezzi. Per la mobilità pubblica, si contano 51 bus elettrici e ben 200 tram.


Milano 
È la città italiana in testa per le politiche di sviluppo già programmate sull’e-mobility. L’auto elettrica privata è a quota 811 (dicembre 2017) e le colonnine sono solo 32, ma saliranno a un migliaio entro il 2020. Meglio la mobilità pubblica: l’obiettivo è full electric nel 2030. Ben 2.950 taxi su un totale di 4.900 sono ibridi. A oggi, sono 1.150 le due ruote a pedalata assistita nel bike sharing, 410 gli scooter elettrici.
Bologna 
È prima per capillarità degli interventi: a fine 2017 le ibride erano 4.273 su 200.000 veicoli (ma le elettriche solo 75). Il car sharing elettrico è a quota 120, destinato a raddoppiare a breve. Mezzi pubblici: 95 filobus e 6 bus (più 86 ibridi). Punta sui taxi, su 5 mila bici elettriche incentivate (320 in arrivo in sharing).
Firenze 
È la città con il maggior numero di mezzi elettrici privati in rapporto alla popolazione: 4.000. Inoltre dei quattro gestori privati di car sharing due sono elettrici, e dispongono di un totale di 220 veicoli. Per ricaricarli, ci sono 173 colonnine, più 90 home station per i mezzi comunali, sei fast charger per i taxi. E soprattutto, ben otto bus su dieci sono elettrici.
Roma 
Al dicembre 2017 erano 2.400 le auto elettriche, con appena 120 colonnine, destinate a diventare 700 entro la fine del 2020. Il car sharing elettrico pubblico non va oltre l’atto simbolico: un’auto e un van. Un po’ meglio sul fronte dei binari, vecchia tradizione smantellata negli anni ‘60: 160 tram, 156 mezzi tra metro e ferrovie regionali, 75 filobus. Ma 5 linee total electric risultano disattivate con 60 bus in attesa di revamping.
Genova 
Flotta privata ibrida a quota 1.965, 50 colonnine (200 entro il 2020) e 34 taxi ibridi (1 elettrico). Il car sharing elettrico è ancora in rampa di lancio: 10 veicoli in corso di attivazione.
Palermo 
Car sharing elettrico a quota 24 auto, destinate ad arrivare a 80 entro il prossimo anno. Ci sono poi 17 tram, 8 colonnine e 16 punti a ricarica veloce.
Napoli 
Numeri bassi, ma incentivi: sgravi fiscali a chi acquista elettrico, agevolazioni su Ztl e parcheggi. Sono stati programmati 120 punti pubblici di ricarica, per ora le auto elettriche private sono solo 50. Per la mobilità pubblica, 61 filobus e 42 tram (non in servizio per lavori sulla linea).
fonte: www.lastampa.it