Mamme No Tap: Ribellarsi facendo

I genitori del quartiere Tamburi di Taranto che occupano la scuola per difendersi dai veleni. Un partecipato sit-in a Sulmona che blocca il sopralluogo di Snam e Saipem perché il territorio è di chi lo vive non di chi lo vuole devastare per profitto. Alcuni No Tav settantenni che fanno incursione nel cantiere per l’alta velocità di Chiomonte. Diecimila persone che si riprendono Venezia al grido «Fuori le grandi navi dalla Laguna!». E poi le azioni e le proteste dei No Tap, delle Mamme No Pfas, dei No Muos, degli antimilitaristi sardi, dei comitati in difesa degli ulivi del Salento… La cattiva notizia è che tutto questo è accaduto nelle ultime settimane ma i media sono spesso distratti e riducono il fare politica alla vita del governo. La buona notizia è che ovunque, e in molti modi diversi, migliaia di persone comuni hanno cominciato a riprendere il destino della propria vita in mano

Tratta dalla pag. fb di Mamme No Tap

Un fiume di centocinquanta mamme no Pfas (acronimo che indica le sostanze perfluoroalchiliche) a Roma dal papa, con le loro t-shirt azzurre come l’acqua pura che vorremmo avere. Francesca, mamma tarantina, occupa il tavolo della giunta comunale per ribadire il diritto alla vita di tutti bambini, anche quelli di Taranto. I genitori del quartiere Tamburi, esasperati dall’assenza delle istituzioni, occupano le scuole.

A Sulmona, un partecipato sit-in blocca il sopralluogo di Snam e Saipem, perché il territorio è di chi lo vive, non di chi lo vuole devastare. Le mamme libere di Policoro scrivono al ministro dell’ambiente dando voce alla lotta contro la contaminazione da trialometani dell’acqua. In cinquanta città italiane, l’alleanza Stop 5G promuove presidi e mobilitazioni contro l’elettrosmog.

E ancora: diecimila persone si riprendono Venezia: «Fuori le grandi navi dalla Laguna!» E, quando il corteo giunge a San Marco, la fotografia per i croceristi sono migliaia di bandiere “No Navi” che sventolano. A Catania è prevista una manifestazione dei No Muos per chiedere la chiusura delle basi militari in Sicilia. Gli antimilitaristi Sardi, che chiedono la riconversione della fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas, si sono resi protagonisti di un blitz al parlamento europeo dove hanno esposto uno striscione con la scritta “No al massacro nello Yemen”.

Alcuni No Tav over settant’anni, pochi giorni fa, hanno fatto incursione all’interno del cantiere per l’alta velocità di Chiomonte al grido di “Non ci fermeranno mai”. Il comitato No Tap ha presentato oltre dieci esposti in cui sono state segnalate tutte le criticità del progetto del gasdotto Trans Adriatico e chiede, oggi come ieri, che sia fatta chiarezza. Cosate Valle d’Itria e Popolo degli Ulivi hanno manifestato davanti alla sede RAI di Bari contro ‘l’imposizione di un nuovo latifondismo’ e a favore di una ricerca libera e della libertà di coltivazione. Chiedono lo lo stop alle misure anti xylella che impongono tagli degli ulivi e irrorazione di pesticidi. I No al carboneattaccano il sindaco di Brindisi: da sindaco ambientalista a sindaco pro fossile: la metamorfosi è inquietante, un cambio di ruolo che ha capovolto d’un botto storie personali e collettive…

E così, nonostante una specie di spaesamento che ogni tanto coglie ognuno di noi di fronte a tante “storture”, pensiamo che la concretezza di tante azioni, di tentativi di ribellione, di non assuefazione al male e alle sue troppe manifestazioni, siano la rappresentazione di un mondo, di uomini e donne, gente comune e al contempo straordinaria, che alza la voce e continua a pensare che l’unica strada possibile sia quella di continuare a percorrerla in “direzione ostinata e contraria”.

fonte: https://comune-info.net