Mini-grid, potrebbero fornire elettricità a 500mln di persone nel 2030

La Banca Mondiale fa il punto sull’industria e il mercato globale, analizzando costi e innovazioni tecnologiche
















Da soluzione di nicchia a tecnologia mainstream per colmare l’attuale divario di accesso all’energia e accelerare la decarbonizzazione: questo il destino che attende le mini-grid (letteralmente “mini-reti”) con le giuste politiche di supporto. A sostenerlo è la World Bank nella pubblicazione Mini Grids for Half a Billion People: Market Outlook and Handbook for Decision Makers. Il rapporto è lo studio più completo mai effettuato sino ad oggi sul tema: il documento fa il punto sull’industria e il mercato globale, analizza i costi e le innovazioni tecnologiche e mostra l’importanza della microfinanza e delle attività che producono reddito. E stima che questa soluzione possa fornire elettricità a 500 milioni di persone entro il 2030, aprendo a strada ad un’espansione infrastrutturale più redditizia di quella attuale.

Cosa sono le mini-grid?

Ad oggi non esiste ancora una definizione universale di “mini rete”. Il termine identifica, generalmente, un sistema di distribuzione elettrica off-grid che coinvolga la produzione di energia su piccola scala e con una potenza nominale inferiore a 15 MW. Nati nei Paesi sviluppati e ad alto reddito, questi impianti rappresentano oggi la migliore soluzione per portare energia alle comunità remote nelle economie in via di sviluppo grazie ad una serie di vantaggi finanziari, tecnici e ambientali. Relativamente veloci e facili da implementare in aree senza elettricità, le mini-grid non richiedono necessariamente una fonte di combustibile tradizionale per essere alimentate. Possono infatti funzionare grazie a impianti solari, eolici, a biomasse o ibridi, riducendo i costi operativi e le emissioni associate.
Non solo: l’uso di mini reti diminuisce il tempo di funzionamento dei generatori a basso carico aumentando così l’efficienza dell’intero sistema. 

Le potenzialità delle mini-grid

“Le mini reti rappresentano oggi una delle soluzioni principali per la chiusura del gap di accesso energetico – spiega Riccardo Puliti, Senior Director of Energy and Extractives presso la Banca Mondiale – Siamo convinti che via sia un grande potenziale per il loro sviluppo su larga scala e stiamo lavorando con i Paesi per mobilitare attivamente investimenti pubblici e privati”. Globalmente, sono state installate almeno 19.000 mini-grid in 134 Nazioni, per un investimento totale di 28 miliardi di dollari e fornitura di elettricità che soddisfa 47 milioni di persone. L’Asia vanta attualmente il numero maggiore di installazioni, mentre l’Africa ha la quota maggiore di progetti pianificati. 

Tuttavia, la strada da compiere è ancora lunga: per portare l’elettricità ai quei 500 milioni di persone sopracitati serviranno 210mila nuovi impianti in questi due Continenti, per un investimento totale di 220 miliardi di dollari. “Ciò – spiega l’istituto – può essere ottenuto istituendo politiche che supportino programmi di elettrificazione completi, promuovendo modelli di business fattibili e fornendo finanziamenti pubblici, ad esempio attraverso sovvenzioni basate sulle prestazioni”.
Secondo gli autori del rapporto la maggior parte delle nuove mini-grid dovrebbe essere caratterizzata da un mix di fotovoltaico con batterie. Raggiungere un tale traguardo vedrebbe i costi dei moduli fotovoltaici scendere da 690 a 140 dollari il kWp (entro il 2030) mentre le batterie agli ioni di litio passerebbero da 598 $/ kWh a 62 $/ kWh.

fonte: www.rinnovabili.it