Nel campo della mobilità l’obiettivo principale dell’emergenza climatica è quello di ridurre al massimo il traffico dei mezzi privati – auto e furgoni – una delle principali fonti di emissione, prima in città, poi anche nei percorsi interurbani, per sostituirli con mezzi condivisi, che riducano il rapporto emissioni/passeggero-chilometro ed emissioni/chilogrammo-kilometro.
Auto e furgoni in movimento sono fonte di congestione, posteggiate riducono la capacità del sistema viario, rallentando gli spostamenti (quasi un terzo delle auto in movimento non stanno percorrendo l’itinerario origine-destinazione, ma sono alla ricerca di un parcheggio).
Con le strade più libere la capacità di trasporto dei mezzi pubblici di massa (bus e tram) sarebbe moltiplicata anche per tre: più passaggi a parità di mezzi e personale, meno stop and go, principale fonte di emissioni. La sostituzione del trasporto condiviso a quello automobilistico, soprattutto per quanto riguarda il trasporto passeggeri in città non può essere fatto solo con i mezzi di linea tradizionali (bus, tram e metro). Nelle ore di morbida e nelle zone periferiche far viaggiare bestioni da sessanta-centi-deucento posti vuoti o quasi è un costo, imposto dalla legge che prescrive dei livelli minimi di servizio, che per le aziende di trasporto urbano sono la principale fonte di deficit (mentre sulle linee di forza e negli orari di maggior utilizzo il servizio sarebbe in attivo anche solo con il puro prezzo del biglietto. Inoltre, i livelli minimi di servizio non soddisfano l’utenza: troppo alte le cadenze dei passaggi, troppo lontane le fermate dai punti di origine e destinazione degli spostamenti. Questo spinge a non utilizzare il servizio, aumentando ulteriormente il suo costo per passeggero trasportato.
La soluzione non può che essere l’abbinamento del servizio di massa con un servizio flessibile a domanda e personalizzato che trasporti i passeggeri dai e verso i punti di origine degli spostamenti verso le fermate principali del trasporto di massa (metro e linee di forza, come sono a Milano, per esempio il 14 o il 3) e viceversa, con mezzi leggeri (feeder da sei-dodici posti) che effettuano di fatto un servizio personalizzato a domicilio: in pratica un taxi collettivo. Lo stesso vale per la distribuzione delle merci in città e per le consegne a domicilio. Le tecnologie ITC sono oggi perfettamente in grado di gestire soluzioni del genere. Quanto al costo, è sicuramente inferiore all’uso di grandi mezzi di linea per trasportare poche persone per gran parte della giornata e delle tratte. Il servizio può essere finanziato con i sussidi e le tariffe attuali oppure fornito gratuitamente, mettendolo a carico della collettività, il che incentiverebbe sicuramente il suo utilizzo.
Svuotare le strade del traffico privato per sostituirlo con un trasporto pubblico e condiviso non si può fare in poco tempo. È un work in progressche deve essere programmato. Il servizio flessibile di trasporto condiviso e personalizzato può supplire agli inconvenienti che si possono presentare nel corso della transizione.
fonte: https://comune-info.net