Siamo un passo più vicini a un accordo globale sullo stop all’inquinamento da plastica. La buona notizia arriva da Ginevra, dove l’Agenzia dell’Onu per la protezione ambientale (Unep) ha riunito più di 1000 rappresentanti da 140 paesi e decine di organizzazioni non governative.
Sul tavolo il testo di un trattato legalmente vincolante per scrivere la parola fine sull’inquinamento da plastica. Inquinamento che, secondo dati Unep, consiste in più di 300 milioni di tonnellate di rifiuti plastici prodotti ogni anno. E visti i tempi di degrado del materiale, quello che conta è anche l’inquinamento cumulativo. Dagli anni 50, l’agenzia dell’Onu calcola che siano state prodotte più o meno 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, di cui almeno il 60% è finito in discarica o direttamente nell’ambiente. Finendo in gran parte negli oceani, causando così la morte di più di 1 milione di uccelli acquatici e di 100mila mammiferi marini ogni anno.
La bozza di accordo è stata presentata dal Perù e dal Ruanda e ha subito ricevuto l’appoggio dell’Unione Europea. Bruxelles chiede che venga creato un comitato intergovernativo per gestire i negoziati futuri. Intanto, la prima stesura ha già raccolto l’adesione di 25 paesi e un impegno informale da altri 50.
Nel testo, tra gli aspetti più rilevanti, va segnalato l’accento nesso sulle microplastiche, minuscoli frammenti che hanno letteralmente colonizzato ogni ecosistema terrestre, dalla fossa delle Marianne ai ghiacciai alpini spinti da venti e correnti. L’obiettivo dell’accordo sull’inquinamento da plastica è “promuovere un’economia circolare e affrontare l’intero ciclo di vita della plastica dalla produzione, consumo e progettazione alla prevenzione, gestione e trattamento dei rifiuti”, si legge nella bozza di testo, riportata dall’agenzia AFP.
Anche se la partenza sembra abbastanza in discesa, prima di arrivare all’entrata in vigore di un accordo ci vorranno anni. La bozza, intanto, sarà discussa il prossimo anno durante l’assemblea delle Nazioni Unite sull’ambiente che si terrà a Nairobi in Kenya.
fonte: www.rinnovabili.it
=> #RepairCafe
=> #Twitter
=> #Telegram
=> #Youtube