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Lo stato dei comuni a rifiuti zero 2020





Il programma Zero Waste Cities , all'interno di Zero Waste Europe, ha pubblicato un nuovo rapporto " Lo stato dei comuni a rifiuti zero 2020 " per mostrare i pionieri dei comuni a rifiuti zero. Fornendo un contesto storico su come è iniziato il movimento e una descrizione di ciò che rende una città a rifiuti zero, oltre a mostrare i dati delle città a rifiuti zero in tutta Europa ed evidenziare altre best practice a rifiuti zero, questo rapporto è il primo del suo genere. Il rapporto è un momento fondamentale e mostra lo sviluppo del movimento sin dai suoi primissimi giorni nel 2007.

Comuni a Rifiuti Zero

Dal 2007, anno in cui è nata a Capannori, in Italia, la prima città a rifiuti zero, il movimento ha continuato a crescere. Oggi sono quasi 400 i comuni impegnati nella visione dei rifiuti zero. Ci sono anche molte buone pratiche e politiche in atto al di fuori delle nostre città a rifiuti zero che il rapporto evidenzia.

Un modello per il successo

Il rapporto è anche una vetrina di come esattamente queste comunità hanno progettato e implementato ambiziose strategie e politiche locali sui rifiuti zero. Segnala i vantaggi che l'avvio di un viaggio a zero rifiuti a livello locale può portare alle comunità.

Due regioni con le migliori prestazioni

La società di gestione dei rifiuti Contarina - che sovrintende ai rifiuti all'interno della regione di Treviso, in Italia - e Lubiana - la capitale della Slovenia sono evidenziate come le regioni con le migliori prestazioni. Con il passare degli anni, il volume dei rifiuti è diminuito con la diminuzione dei tassi di raccolta differenziata, mentre i costi di gestione dei rifiuti sono diminuiti o sono rimasti stabili con l'aumento dell'inflazione economica.

Leggi il rapporto completo qui .
Fonte (immagine e testo): https://zerowastecities.eu/learn/reports


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Comuni Rifiuti Zero – Comitato di Garanzia Nazionale Zero Waste Italy


Mappa, Numeri, Successi, Criticita’ Dei Comuni Italiani Rifiuti Zero A Cura Del Comitato Di Garanzia Nazionale E Di Zero Waste Italy




















Per la realizzazione della presente mappa/tabella sono stati valutati in generale:
1) Le rese operative-industriali relative alle prestazioni percentuali di RD associate alla produzione di Rur pro-capite con particolare attenzione (> o < di 100kg)
2) L’applicazione o meno della tariffazione puntuale
3) La realizzazione di significative “buone pratiche” in termini di promozione di centri di riparazione-riuso e/o di promozione della riduzione dei rifiuti (compostaggio di comunità, autocompostaggio, uso di pannolini lavabili, mercatini del riuso, agevolazione dei negozi alla spina, eventi plastic free, ecc)
4) Eventuali iniziative di coinvolgimento dei produttori per avviare forme di riprogettazione di beni e/o prodotti per renderli riciclabili.
5) Eventuale costituzione di centri di ricerca del Rifiuti urbano residuo (RUR)
6) L’istituzione dell’osservatorio Rifiuti Zero ai fini di un monitoraggio imparziale e partecipato del percorso verso Rifiuti Zero
7) La promozione di iniziative dal basso volte non solo a migliorare le informazioni inerenti l’efficienza dei sistemi di raccolta ma soprattutto tese a creare una migliore coscienza ecologica negli acquisti (GaS), nelle pratiche antispreco (anche in collaborazione con le associazioni di categoria) nello stimolo costante alla innovazione sia intesa a promuovere progetti dal basso (famiglie rifiuti zero), sia a promuovere ricerca ed educazione ecologiche, il tutto nel segno di una comunicazione orizzontale e non burocratica.
8) La eventuale coesistenza all’interno dei percorso Rifiuti Zero di impianti di incenerimento sia per R.S.U. (compresi cementifici) che per rifiuti speciali (il riferimento è anche nei confronti di impianti che bruciano biomasse) rispetto ai quali è stata valutato l’impegno dei Comuni in oggetto ad attuare una sia pur graduale, exit strategy.
Per quanto riguarda impianti di rifiuti speciali, pur prendendo atto che essi, normativamente, non dipendono dalle “volontà comunali” si è valutato comunque la volontà ad opporsi o meno da parte dei Comuni stessi agli impianti in oggetto (vedi Mantova e Terni)
Le classificazioni all’interno delle tre fasce di colore articolate anche con l’attribuzione, per quanto riguarda il verde del “doppio aquilone”” e delle “sfumature giallo-verde e/o giallo-rosso” non hanno, pertanto, solo fatto seguito ai “numeri industriali” ma anche altri fattori legati alla disseminazione delle buone pratiche e alla promozione del coinvolgimento partecipativo.
Seppure non richiamati con punti specifici indicati con la numerazione di cui sopra si è anche tenuto conto (quando è stato possibile) nell’attribuzione dei colori e del buon livello merceologico dei materiali raccolti in RD e della eventuale massiccia presenza turistica.
Per quanto sopra descritto si invita, quindi, a leggere le classificazioni di seguito in modo, a volte, non strettamente correlato ai “numeri” delle “rese industriali” pertanto si possono trovare Comuni che a parità o simile “prestazioni” fanno registrare classificazioni relativamente diverse.
Ed Ora ci siamo
1-E’ pubblicata la mappa delle classificazioni
2-Entro 1 mese verrà inviata ad ogni Comune della lista Rifiuti Zero  una comunicazione sulla avvenuta classificazione. Se poi il Comune di riferimento farà conoscere eventuali e documentati aggiornamenti relativi a miglioramenti da noi non considerati (perchè non pervenuti) sarà nostra cura “ritoccare” le classificazioni.
3-I Comuni “espulsi” hanno ancora un mese di tempo (dal ricevimento della suddetta lettera) per poter segnalare eventuale significativa evoluzione del relativo percorso Rifiuti Zero.
4-I Comuni inseriti in fascia rossa ma ancora “non espulsi” hanno 2 mesi di tempo (dall’arrivo della comunicazione di cui prima) per rispondere segnalando eventuali miglioramenti rispetto a quanto fin qui realizzato.
Da tutto ciò richiamato si ricava il lavoro costantemente in progress del processo di valutazione e di classificazione dei Comuni Rifiuti Zero


fonte: http://www.zerowasteitaly.org