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Lifeproof Wake: la custodia che protegge lo smartphone e l’ambiente
Arriva sul mercato la nuova linea di custodie Wake di Lifeproof con la quale è possibile con un solo gesto proteggere sia il telefono e sia l'ambiente. Il merito è di un progetto nato proprio per rispondere alla crescente sensibilità dei consumatori nei confronti di questi temi, in modo particolare il rispetto del Pianeta.
I prodotti della linea Wake sono realizzati utilizzando per l'85% materiale plastico riciclato dagli scarti recuperati nell'oceano. In modo particolare il materiale viene fornito da un'azienda scandinava, partner dell'iniziativa, specializzata proprio nella realizzazione di Green Plastics, che utilizza tra l'altro le corde e le reti abbandonate dai pescatori.Nonostante le custodie siano realizzate con questo materiale le Wake garantiscono una protezione ideale degli smartphone, assicurando una resistenza agli urti fino a 2 metri d'altezza. Belle da vedere, con un design che ricorda le onde del mare, le custodie sono anche particolarmente sottili e offrono un ottimo grip.Le Lifeproof Wake, distribuite in Italia da Attiva, sono disponibili nei colori blu, grigio e nero al prezzo al pubblico di 29,99 euro e sono compatibili con gli iPhone 11, 11 Pro, 11 Pro Max, iPhone 8/7/6s.
fonte: www.greencity.it
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La plastica di Haiti diventa un case per lo smartphone
Una giovane azienda progetta custodie per cellulari, al prezzo di 10 dollari, utilizzando la plastica raccolta dalla comunità haitiana
La custodia dello smartphone? È fatta al 100 per cento con la plastica raccolta per le strade e le discariche di Haiti e opportunamente avviata al riciclo. A produrla è un’azienda statunitense, ReYuze Cases, che ha avviato l’attività di raccolta in uno dei paesi più poveri del mondo, che è costretto ad affrontare anche gravi problemi di inquinamento (leggi anche Progettazione partecipata e sostenibilità per ricostruire Haiti). Per ogni custodia del telefono venduta un dollaro va a The First Mile Coalition, associazione che supporta i bambini sfruttati attraverso il lavoro minorile. Dalla sua fondazione nel 2016, la First Mile Coalition ha aiutato circa cinquanta bambini.
Attualmente sono quasi 400 le famiglie di Haiti ad avere come fonte primaria di reddito la raccolta dei rifiuti nella discarica Tritier. “Queste famiglie spesso affrontano la difficile decisione di coinvolgere i bambini in questo lavoro al fine di garantire la sicurezza economica e il benessere del nucleo familiare”, è spiegato sul sito reyuzecases.com dove si sottolinea che, al momento, ben 300 bambini vivono e lavorano nella discarica per assicurarsi una fonte di sopravvivenza.
Il fondatore e amministratore delegato di ReYuze Cases è Jack Foley, un diciottenne neodiplomato del Maryland. Foley ha dato vita alla startup con l’intenzione iniziale di combattere il marine litter e salvare gli oceani dalla plastica. Di recente, ha ridefinito il suo punto di vista e guardato in un posto che aveva bisogno del suo aiuto per rimuovere la plastica e la spazzatura: Haiti.
Foley ha così deciso di progettare custodie per cellulari che fossero robuste e flessibili, al prezzo di 10 dollari, utilizzando la plastica raccolta dalla comunità haitiana e fabbricando polietilene ad alta densità (HDPE).
Foley ha così deciso di progettare custodie per cellulari che fossero robuste e flessibili, al prezzo di 10 dollari, utilizzando la plastica raccolta dalla comunità haitiana e fabbricando polietilene ad alta densità (HDPE).
fonte: www.rinnovabili.it
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