Visualizzazione post con etichetta #Ecoricariche. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Ecoricariche. Mostra tutti i post

Street soap: il furgoncino itinerante che consegna i detersivi alla spina sotto casa

Una start up cilena ha lanciato un nuovo servizio a domicilio per ricaricare i flaconi vuoti di detersivo con prodotti alla spina




Nel quartiere Las Condes di Santiago, in Cile, i flaconi vuoti di detersivo non vengono più gettati via ma riutilizzati per acquistare detergenti alla spina direttamente sotto casa.
Algramo, una start up cilena, ha lanciato la consegna porta a porta di detersivi alla spina a basso costo, grazie alla quale i cittadini possono ricaricare i contenitori vuoti dei loro saponi e detersivi liquidi sia presso i punti vendita sia presso erogatori mobili nel proprio quartiere.
Il flacone viene acquistato durante la prima spesa ed è realizzato con una tecnologia particolare in grado di identificare, tracciare e gestire i prodotti: dopo il primo acquisto, l’imballaggio può essere riutilizzato infinite volte dallo stesso cliente.
In questo modo si riducono sensibilmente i rifiuti di plastica e le persone sono più incentivate ad acquistare alla spina perché chi è impossibilitato a recarsi al supermercato, può sfruttare il servizio di ricarica gratuito a domicilio.
Oltre alla comodità e ai prezzi convenienti, a invogliare i consumatori c’è anche un premio in denaro: ogni ogni volta che un cliente ricarica un flacone vuoto, riceve infatti in cambio un buono spesa per gli acquisti futuri.
Il servizio è offerto a bordo di un mezzo elettrico da cui per il momento si possono acquistare solo prodotti per la pulizia della casa.
In futuro l’azienda conta di espandere la propria offerta e proporre anche detergenti liquidi per l’igiene personale e alimenti per cani e gatti.
Una bella idea che potrebbe essere copiata anche in Italia dove, grazie alle agevolazioni previste dal decreto Ambiente   previste per chi decide di vendere alla spina, attirerebbe sicuramente numerosi consumatori.
fonte: www.greenme.it

Carrello verde: 71 punti dove fare la spesa sostenibile in Emilia Romagna

La Regione assegna i supermercati e negozi primi loghi che certificano l’impegno dell’esercizio commerciale nella protezione ambientale


















In Emilia Romagna capire quali sono i negozi della distribuzione organizzata più attenti all’ambiente è semplice: basta cercare il Carrello Verde della Regione, il logo che certifica l’impegno sostenibile del punto vendita. L’amministrazione ha assegnato in questi giorni i primi 71 marchi agli esercizi commerciali di 9 comuni, entrando nella fase proattiva del progetto (leggi anche Un “carrello verde” per riconoscere i punti vendita sostenibili).  “I 71 punti vendita certificati – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo – sono un buon risultato, ma rappresentano solo la prima tappa di un percorso che porterà a estendere la rete degli esercizi commerciali aderenti e ad elevare progressivamente la sostenibilità ambientale delle attività commerciali presenti sul territorio regionale”.

Di cosa si tratta nella pratica? Il Carrello Verde è un progetto che coinvolge l’Agenzia territoriale per i servizi idrici e i rifiuti dell’Emilia-Romagna e la sezione regionale della Legacoop: si tratta di un riconoscimento richiesto in maniera volontaria dei punti vendita con cui si riconosce l’impegno e le iniziative avviate dall’esercizio stesso per migliorare e proteggere l’ambiente. Per ottenere il logo è necessario possedere dei requisiti minimi stabiliti dal Sistema di qualificazione ambientale dell’Emilia Romagna, che variano a seconda della classe dimensionale e delle caratteristiche dei negozi. Gli elementi di valutazione sono molteplici possono riguardare sia l’offerta al consumatore che la gestione del punto vendita.

Ad esempio, fanno parte dei requisiti minimi la vendita di prodotti sfusi o le eco-ricariche (i cosiddetti “prodotti alla spina”), l’offerta biologica e di prodotti da banco con imballaggi facilmente riciclabili, la presenza di stoviglie usa e getta in materiali biodegradabili o compostabili, la vendita di borse riutilizzabili. Inoltre gli esercizi commerciali si devono impegnare a impiegare cassette riutilizzabili per l’ortofrutta e a organizzare sistemi di raccolta differenziata negli spazi a disposizione del personale, compresi i contenitori di raccolta toner. L’impegno richiesto riguarda anche le scelte costruttive e impiantistiche, come il ricorso alla luce naturale e a sistemi d’illuminazione a basso consumo, la chiusura dei banchi frigo con sportelli isolanti, lo sfruttamento di fonti rinnovabili e il controllo della temperatura estiva e invernale.

“L’iniziativa – aggiunge il presidente di Legacoop ER, Giovanni Monti– è frutto di un accordo a cui hanno aderito alcune cooperative del consumo e dei dettaglianti fortemente radicate sul territorio. Si tratta di Coop Reno, Coop Alleanza 3.0, e Nordiconad, che hanno collaborato attivamente nella definizione degli aspetti tecnici del sistema e si sono impegnate a promuoverne l’adesione presso i propri associati, consentendo di raggiungere un’ampia platea di consumatori, nonché di contribuire a valutarne gli effetti attraverso il monitoraggio”.  Gli esercizi commerciali certificati sono distribuiti su tutto il territorio regionale: la provincia con il maggior numero di attività commerciali iscritte è Bologna con 35 punti vendita, seguita da Modena con 15, Ferrara con 8, Ravenna con 4, Reggio con 3, chiudono Parma e Rimini con 2 punti vendita ciascuna e le province di Piacenza e Forlì/Cesena con un punto vendita a testa.

fonte: www.rinnovabili.it