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Acquisti online post pandemia: cresce il quantitativo di packaging e crescono i rifiuti

Confezionare i beni che consumiamo per il trasporto via corriere comporta un utilizzo di materiali decisamente maggiore rispetto agli acquisti fatti direttamente in negozio e, senza regole e buon senso, aumentano i rifiuti. Al netto dell'impero di Amazon, dagli Stati Uniti arrivano tanti esempi virtuosi




L’anno della pandemia ha segnato un’accelerazione degli acquisti online a sfavore delle compere in negozio. Un trend che, con la stagione dei regali, ha visto un’ulteriore crescita. Tra i tanti problemi che questa tendenza porta con sé da un punto di vista ambientale, non ultimo è l’aumento della produzione di rifiuti: confezionare i beni che consumiamo per il trasporto via corriere, infatti, comporta un utilizzo di materiali decisamente maggiore rispetto agli acquisti fatti direttamente in negozio.

Così, nel Natale appena passato, sotto l’albero ci siamo trovati milioni di scatole e scatoloni entrati nel ciclo dei rifiuti. Negli Stati Uniti, dove gli acquisti online erano molto diffusi già prima della pandemia, il fenomeno assume dimensioni preoccupanti e c’è chi sta provando a trovare soluzioni.

Più Internet vuol dire più imballaggio

Secondo dati del Department of Commerce, nel secondo quadrimestre del 2020 i consumatori americani hanno speso 211 miliardi di dollari online, il 16 per cento del totale degli acquisti, segnando un aumento del 44,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Nonostante una lieve flessione nel terzo quadrimestre dovuta alla riapertura dei negozi, l’e-commerce sembra il grande vincitore dell’anno che sta per finire. A conferma, basta citare un dato: nel secondo quadrimestre dell’anno, Amazon ha registrato un aumento del 40 per cento delle vendite per una cifra record pari a 88.9 miliardi di dollari.

Tutti questi acquisti arrivano nelle case dei consumatori imballati in confezioni spesso sovradimensionate. Secondo il rapporto mensile sui contenitori in cartone pubblicato lo scorso luglio dall’American Forest & Paper Association, nel primo semestre del 2020, la produzione di questi contenitori negli Usa è stata del 5 per cento maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019.

La spinta è arrivata dal settore residenziale, proprio per via dell’aumento delle consegne a domicilio e del ricorso all’e-commerce. E non c’è solo cartone nei pacchi consegnati nelle nostre case: spesso le confezioni contengono plastica e polistirolo per proteggere i prodotti in esse contenuti. Secondo il rapporto E-Commerce Plastic Packaging – Global Market Outlook, il mercato globale degli imballaggi in plastica per l’e-commerce raggiungerà i 28,60 miliardi di dollari nel 2027, quando nel 2019 ammontava a 9,62 miliardi. Il rapporto cita la crescente penetrazione di Internet e degli acquisti online tra i fattori principali di questa crescita.

Se a restituire all’azienda ci pensa lo stesso corriere

Il problema è reale e tante sono le aziende che stanno esplorando soluzioni. Da una parte, c’è la necessità di confezionare meglio ed evitando lo spreco di materiali: diverse sono le associazioni di categoria che stanno portando l’attenzione verso la spesso frustrante esperienza del consumatore che si ritrova ad aprire grossi pacchi multistrato per scartare prodotti dalle dimensioni ridotte. Dall’altra c’è una spinta a riciclare di più e meglio gli imballaggi. L’Environmental Protection Agency la scorsa primavera ha pubblicato una serie di video informativi per diffondere buone pratiche legate al riciclo, con una particolare enfasi sui cartoni per gli imballaggi, e alcune aziende stanno iniziando a prediligere materiali facilmente differenziabili e riciclabili.

Ma soprattutto si sta diffondendo sempre di più l’idea che le confezioni possano essere utilizzate più volte. In questo filone si inseriscono diverse esperienze che cercando di eliminare gli imballaggi usa e getta dalla catena dell’e-commerce. Tra queste c’è The Lime Loop che offre alle aziende la possibilità di utilizzare i propri servizi e imballaggi per garantire ai propri consumatori un’esperienza di acquisto online a rifiuti zero. Lime Loop fornisce ai propri clienti delle confezioni riutilizzabili all’interno delle quali il consumatore finale riceve i prodotti ordinati online, per poi restituire il contenitore semplicemente dandolo in consegna al corriere. Le confezioni prodotte da Lime Loop sono realizzate in vinile riciclato da vecchi cartelloni pubblicitari. Le aziende le affittano e sono riutilizzabili fino a 2000 volte. Quando il pacco arriva a destinazione, il cliente tira fuori i suoi prodotti, appone sulla confezione un’etichetta di spedizione inclusa nel pacco e lascia o spedisce il contenitore vuoto al corriere che lo restituisce al mittente.

Imballaggi su misura

La startup ha creato anche una app attraverso la quale le aziende possono tracciare le consegne, valutare la soddisfazione dei propri clienti e l’impatto ambientale della scelta di confezioni riutilizzabili. Molto simile è il modello di RePack, nata in Europa nel 2011 e arrivata anche negli Stati Uniti nel 2019. Repack offre ai commercianti che aderiscono le proprie buste riutilizzabili, le loro confezioni sono meno durevoli, ma i vantaggi sono comunque assicurati, non solo per l’ambiente ma anche per i budget delle aziende che, sul lungo periodo, spendono meno in imballaggi. Tante altre sono le aziende che progettano e vendono ai negozi online confezioni riutilizzabili.

Un esempio è quello di Returnity che offre imballaggi su misura e personalizzati sulla base degli specifici bisogni dei diversi venditori che possono ordinarne le quantità di volta in volta desiderate. Concetto simile ma design decisamente meno accattivante per Reusepac e Livingpackets. Il tema interessante, e che approfondiremo molto presto su EconomiaCircolare.com, è per chi invece chi si spinge ancora più in là proponendo alle aziende, non solo gli imballaggi per la consegna, ma contenitori riciclabili per i loro stessi prodotti, come fa Terracycle con il suo sistema Loop.

Intanto, nel nostro Paese sono ancora pochi i negozi online che si servono di imballaggi riutilizzabili. E allora buoni propositi per il nuovo anno: gli acquisti della Befana, meglio farli in negozio.

fonte: economiacircolare.com/


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Olanda: in arrivo un sistema di deposito per le bottigliette di plastica

Entro il primo luglio 2021 anche le bottigliette di plastica saranno soggette ad un sistema di deposito e ad una cauzione di 15 cent. Ogni anno nei Paesi Bassi vengono vendute 1 miliardo di bottigliette di plastica di cui si stima finiscano nell’ambiente una quantità tra i 50 e 100 milioni di pezzi.
























In controtendenza con altri paesi dove la partenza di un sistema di deposito su cauzione per contenitori di bevande è stato posticipata (1) a causa della pandemia da Covid-19 l’Olanda ha deciso di implementare al 2021 l’attuale sistema di deposito in vigore per le bottiglie in plastica di formato superiore al litro includendo anche tutti i formati più piccoli.
Dietro a questa decisione annunciata il 24 aprile scorso c’è stato il lavoro ai fianchi del governo olandese da parte di alcune associazioni (ambientaliste e non solo) che per due decenni lo hanno spronato e bloccato quando nel 2015 stava per smantellare il sistema di deposito esistente per le bottiglie superiori al litro. Una sintesi sui decenni di resistenza dell’industria delle bevande e dei loro alleati, tra cui la GDO, ve lo abbiamo raccontato solo noi per l’Italia attraverso la pubblicazione di 3 articoli su questo sito.
Nel corso degli anni, i supermercati e i produttori di bevande olandesi, nel tentativo di evitare un’estensione del cauzionamento sono riusciti ripetutamente a rimandarlo accettando accordi quadro con il governo che prevedevano vari obiettivi tra cui una riduzione di bottiglie di plastica e lattine nei rifiuti stradali e l’aumento delle percentuali di riciclo. La strategia è stata quella di prendere tempo ben sapendo che non avrebbero mai potuto mantenere le promesse.

Lo stesso copione si è ripetuto sino ad oggi considerato che i soggetti prima citati non hanno centrato obiettivi similari contenuti nell’ultimatum ricevuto anche da Stientje van Veldhoven (D66) attuale Ministro all’Ambiente e Segretario di Stato per le infrastrutture e la gestione delle risorse idriche (2017-2019).
In una lettera inviata al parlamento del marzo del 2018 Van Veldhoven aveva ribadito che qualora non fosse stato raggiunto per le bottigliette in plastica l’obiettivo di riciclo del 90% sull’immesso al consumo, abbinato ad una riduzione del 70-90% delle bottigliette disperse nell’ambiente ( ndr.di seguito littering) avrebbe annunciato nell’autunno del 2020 (senza ulteriori deroghe) la partenza di un sistema di deposito,
Nei due anni di rilevamento sulla presenza di contenitori per bevande nel littering , affidato nel 2018 a Rijkswaterstaat (la direzione generale per i Lavori pubblici e la gestione delle risorse idriche), è emerso che le bottigliette sono aumentate del 7% e le lattine del 16% .
Questa situazione ha fatto si che in una successiva lettera al parlamento del 27 settembre 2019, il segretario di stato dichiarasse di voler anticipare alla primavera del 2020 la decisione sull’entrata in vigore di un deposito basandosi sui dati poco confortanti del terzo rilevamento. Alla luce dei dati in negativo anche per il quarto rilevamento effettuato di Rijkswaterstaat lo scorso febbraio, il governo non ha potuto fare altro che confermare l’entrata in vigore di un sistema di deposito per le bottigliette a partire dal 1 luglio 2021. All’industria è stato così concesso poco più di un anno che corrisponde all’arco di tempo che la stessa industria aveva quantificato come necessario per organizzare un sistema di deposito.

Va detto che i nuovi target di raccolta/riciclo per le bottigliette previsti dalla Direttiva Single Use Plastic (77% al 2025 e 90% al 2029) che rendono inevitabile il ricorso ai sistemi di deposito, hanno avuto un peso importante in questa decisione.
Tuttavia nonostante nell’ultimo anno la maggioranza del Parlamento olandese si fosse espressa a favore di un’estensione del deposito alle lattine, il Ministro Van Veldhoven ha deciso (nuovamente) di concedere un anno di tempo all’industria per raggiungere gli stessi obiettivi che l’industria ha mancato per le bottigliette ( 90% di riciclo sull’immesso e riduzione del 70/90% delle lattine nel littering).

Intanto il Ministro ha chiesto agli organi competenti di predisporre le necessarie misure legali per essere in grado di rispettare le tempistiche previste per un eventuale deposito anche per le lattine.
Ci sono pochi dubbi sul fatto che le lattine possano sfuggire ad un cauzionamento poiché l’evidenza sull’impatto ambientale delle lattine è arrivata al Parlamento forte e chiara attraverso due mozioni (2). Gli stessi parlamentari ritengono la misura indispensabile per evitare che i produttori di bevande passino dall’impiego di bottiglie alle lattine più di quanto non stiano già facendo.


Credit: Zwerfinator

I dati di vendita confermano una crescita per le lattine in Olanda. Nel 2018 sono state vendute 1,5 miliardi di lattine 155 milioni di pezzi in più rispetto al 2016 secondo l’organizzazione Recycling Netwerk

Tutti i rilevamenti compiuti da Rijkswaterstaat hanno riscontrato che la quantità di lattine nel littering è mediamente oltre il doppio di quella delle bottigliette.

In Olanda è operativo dal settembre del 2016 Dirk Groot un’attivista dal nome di battaglia Zwerfinator che ha raccolto e registrato le tipologie di contenitori di bevande trovate disperse nell’ambiente in 45 comuni. Le elaborazioni effettuate da Zwerfinator sulla base di questi rilevamenti sono state incluse negli ultimi rapporti governativi per la loro attendibilità accanto ai rilevamenti ufficiali .

Dall’inizio della sua attività sino al primo trimestre del 2020 Zwerfinator ha raccolto 51.331 pezzi percorrendo un totale di 1414 km dai quali emerge che la quantità di lattine nel littering è 2,7 volte quella delle bottiglie.



Rappresentazione grafica riferita alla media di bottiglie (in blu) e lattine (in giallo) trovate per ogni km percorso nei semestri riferiti a 3 anni di raccolta e catalogazione.

RIFIUTI DA IMBALLAGGIO E COSTI PER I COMUNI

Secondo lo studio di KplusV che ha indagato sulle dimensioni e costi del fenomeno finiscono nell’ambiente dai 100 a 150 milioni di lattine ogni anno. Infine anche le lattine, come la plastica, quando abbandonate nei campi o sui cigli delle strade possono diventare armi letali per gli animali da pascolo. Una volta che finiscono sotto le lame dei taglia erba le lattine vengono tagliate e i frammenti nascosti nell’erba vengono ingeriti accidentalmente dagli animali.
Uno studio commissionato da Recycling Netwerk Benelux un’organizzazione tra le più attive nella promozione dei sistemi di deposito in Olanda e Belgio a Robin van der Bles ricercatore della Wageningen University ha quantificato in 12.000 capi le mucche ferite ogni anno a seguito dell’ingestione di frammenti di alluminio, di cui 4.000 circa non sopravvivono.
Recycling Netwerk è stata cofondatrice nel 2017 della Statiegeld Alliantie (Deposit Return System Alliance) un’iniziativa che ha contribuito ad aggregare in Belgio e Olanda un vasto fronte di soggetti a sostegno del sistema e permesso di arrivare all’attuale traguardo in Olanda. L’alleanza è cresciuta molto rapidamente e oggi conta 1055 soggetti aderenti tra Enti Locali ( il 98% dei comuni olandesi), ONG, associazioni dei consumatori, associazioni aziendali del settore agricolo e dell’allevamento e un’ampia varietà di altri enti e organizzazioni.

Secondo uno studio del 2010 commissionato a Deloitte l’abbandono dei rifiuti nell’ambiente in Olanda costa 250 milioni di euro all’anno. Il 95,6 % di questo importo dovuto al solo littering, ovvero 239 milioni di euro , viene sborsato dai comuni e dalle aziende (principalmente autorità pubbliche) che gestiscono i rifiuti a livello locale.

Uno studio condotto da CE Delft del 2010 per conto del governo olandese ha stimato quanto potrebbe valere la riduzione dei costi a carico degli enti pubblici conseguente all’introduzione di un sistema di deposito per bottiglie e lattine. Lo studio ha quantificato in 80 milioni di euro all’anno il risparmio di cui beneficerebbero ogni anno gli enti locali. La necessità di ridurre i costi di gestione degli imballaggi monouso spiega perché il 98% dei comuni olandesi , tutte le 12 province e i 21 bacini idrici si schierino compatti nel chiedere al governo olandese di introdurre un deposito su bottiglie e lattine. Un sondaggio del 2018 aveva rilevato che il 78% degli olandesi sarebbe a favore di un sistema di deposito per bottiglie e lattine.




Contenitori bevande nel littering in % : azzurro=lattine, arancione=bottiglie di plastica, grigio=altri contenitori Credit : Zwerfinator

Uno studio commissionato dalle autorità olandesi nel 2017 a CE Delft per valutare l’impatto economico e ambientale di un sistema di deposito, ha prodotto dei risultati molto convincenti. In ogni scenario prospettato nello studio i benefici netti stimati per le imprese superano i costi di gestione . Per dare qualche numero un cauzionamento per contenitori di bevande in plastica e lattine in Olanda permetterebbe un risparmio pari a 5,5 – 8 milioni di euro che corrisponde ai costi di raccolta e gestione degli stessi imballaggi attraverso i sistemi di raccolta attuali (3). Per quanto riguarda invece i costi a carico dei comuni derivanti dai costi di pulizia ambientale incluso gli svuotamenti dei cestini e contenitori su suolo pubblico si potrebbero risparmiare tra gli 83 e 90 milioni di euro.
Una variabile che aiuta a comprimere tali costi è rappresentata dalla riduzione del 70-90% stimata dallo studio nella quantità di contenitori per bevande (coperti dal sistema) presenti nel rifiuto stradale e dispersi nell’ambiente, che andrebbero invece ad aumentare in modo significativo i tassi di riciclaggio di bottiglie di plastica e lattine. La stima è stata calcolata sulla base dei dati riferiti all’abbandono di rifiuti nell’ambiente tra bottiglie di plastica e lattine, come lo studio KplusV prima citato (e altri rilevamenti), e le quantità degli stessi contenitori immessi al consumo che verrebbero coperti da un cauzionamento.

PERCHE’ IL CASO OLANDESE E’ INTERESSANTE PER L’ITALIA?

Il caso studio olandese è interessante per più di un motivo. Innanzitutto perché sarà uno degli esempi europei più recenti e più vicini alla nostra realtà tra gli oltre 40 tra stati e regioni che hanno adottato tali sistemi, a cui l’Italia potrà ispirarsi per disegnare un modello di cauzionamento adatto per il nostro paese. Anche l’Italia dovrà pur centrare i target di raccolta e riciclo al 2025 e 2029 per le bottiglie di plastica previste dalla Direttiva SUP, no? Lo stesso ripensamento dovrà investire gli attuali modelli di raccolta per gli imballaggi che non sono più in linea con i tempi e i nuovi modelli di consumo. Anche per quanto riguarda la ripartizione dei costi generati da imballaggi e altri articoli usa e getta a fine vita le nuove direttive chiedono di superare ( e ribaltare) l’attuale situazione in cui sono i cittadini a pagare oltre i due terzi delle spese dovute al loro avvio a riciclo o smaltimento.



NB. Posticipata di un anno l’entrata in vigore del sistema per la Scozia e la Slovacchia.

Come hanno dimostrato casi studio recenti di successo come quello della Lituania non esistono altri strumenti efficaci quanto i sistemi di deposito per raggiungere in poco più di un anno percentuali di intercettazione superiori all’80% che salgono ad oltre il 90% lavorando su variabili come l’importo del deposito e l’efficientamento dei processi lungo tutta la filiera.

Lo ha ribadito recentemente in una video-intervista il vicepresidente esecutivo della nuova Commissione europea, Frans Timmermans che ha il doppio ruolo di coordinare il green deal europeo e gestire le azioni politiche legate al clima.

Infine il caso olandese, se avrete la pazienza di leggere i post citati in apertura del post, ha dimostrato che le iniziative dal basso quando si coalizzano in uno sforzo comune, come è avvenuto per l’alleanza costituitasi in Olanda, riescono a tenere testa alle lobby industriali e ai loro appoggi politici.

Chissà che anche in un paese come l’Italia, dove ognuno si muove in ordine sparso per portare acqua al proprio mulino, non si arrivi a creare un fronte collaborativo su questi temi che vada oltre al firmare qualche documento e petizione rivolta al governo.

Come associazione comuni virtuosi aderiamo alla piattaforma Reloop per la promozione dei sistemi di deposito e dei modelli di economia circolare basati sul riuso e condivisione dei beni. Personalmente sono una grande sostenitrice dei sistemi di deposito in quanto strumento straordinario di logistica inversa che può avere infiniti campi di applicazione. Sono diventata, pertanto un membro (entusiasta) del network internazionale per la promozione dei questi sistemi che si riunisce ogni due anni in un summit che avrà luogo nel settembre prossimo (stavolta in formula virtuale ).

Silvia Ricci

(1) Tra i quali la Scozia, Slovacchia e lo stato dell’Australia Occidentale.

(2) Le mozione dei parlamentari Dik – Faber (2018) e Paternotte (2019) hanno delineato proposte su modalità e tempistiche per l’introduzione di un sistema di cauzionamento che sono state prese in considerazione nella stesura dell’atto legislativo.

(3) L’importo indicato, che esprime il risparmio complessivo dei costi di gestione qualora fosse adottato un sistema di deposito, si ottiene moltiplicando 0.2 cent per il numero totale di contenitori di bevande gestiti attraverso un cauzionamento. Partendo dal presupposto che ogni contenitore quando gestito dai sistemi di raccolta convenzionali porta a porta o similari costi 0,2 cent in più.


fonte: https://comunivirtuosi.org


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EUREPACK A RIMINI PRESENTA LA RETE EUROPEA PER IL RIUTILIZZO DELL’IMBALLAGGIO















EURepack, il consorzio italiano di aziende che promuovono l’imballaggio riutilizzabile, partecipa a Macfrut 2018 per presentare “R1-Reuse”, la rete europea per il riutilizzo formatasi con l’obiettivo specifico di accreditare maggiormente il tema del riuso a livello di istituzioni comunitarie e di opinione pubblica.
“EURepack lavora alacremente per convogliare attorno al concetto di riutilizzo quanti in Europa sono come noi convinti che esso sia centrale in ogni discorso sull’economia circolare” afferma Carlo Milanoli, presidente di EURepack. “Il nostro Consorzio nasce proprio con l’obiettivo di contribuire a colmare il ritardo del sistema Italia nella prevenzione della formazione di rifiuti da imballaggio, promuovendo la cultura del riutilizzo come soluzione veramente efficace, in tutti gli ambiti ove ciò sia al contempo fattibile tecnicamente e vantaggioso economicamente” aggiunge.
Con l’intento di posizionarsi come riferimento nazionale della rete europea del riutilizzo, EURepack organizza il convegno “R1-Reuse, la rete europea per il riutilizzo” durante il quale verrà analizzata la funzione strategica del riutilizzo quale garanzia di vantaggi molto significativi sotto il profilo ambientale ed economico.
Il riutilizzo nei sistemi di imballaggio (pallets, contenitori, cassette, ecc.) consente infatti l’eliminazione dei costi legati allo smaltimento del rifiuto, al tempo stesso favorendo maggior efficienza nella logistica industriale e nella filiera distributiva. Inoltre, la continua ricerca sui materiali impiegati permette un numero sempre più elevato di cicli di riutilizzo sui quali distribuire il costo iniziale di manifattura, riducendone l’incidenza sul costo unitario del riutilizzo. Infine, laddove nel processo manifatturiero siano impiegate le materie plastiche, queste permettono, a fine vita, il completo riciclo della materia prima in manufatti analoghi, senza perdita significativa di valore.
I relatori coinvolti presenteranno ricerche o esperienze specifiche nell’ambito del riutilizzo dei materiali e si confronteranno sulla collaborazione a livello europeo che li vede protagonisti. Gli interventi saranno tenuti da:
– Manuel López Montero del consorzio spagnolo Areco (Asociación de Operadores Logísticos de Elementos Reutilizables Ecosostenibles) che ha promosso uno studio sui vantaggi economici ed ambientali della cassetta riutilizzabile in plastica realizzato con l’UNESCO e l’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona;
– Lucia Rigamonti del Politecnico di Milano, che illustrerà lo stato del riutilizzo oggi in Italia, alla luce di una recente ricerca commissionata da CONAI sull’impatto dell’economia circolare in Italia;
– Clarissa Morawski, co-fondatrice e managing Director di Reloop, la prima piattaforma paneuropea con sede in Germania, Spagna e Belgio attiva sulle questioni relative ai rifiuti e al business ad essi correlato nell’ambito dell’Unione Europea;
– Silvia Ricci, rappresentante dell’Associazione dei Comuni Virtuosi che da anni si batte per la progressiva eliminazione degli shopper usa e getta.
Non mancheranno rappresentanti di aziende attive nello sviluppo di sistemi riutilizzabili, selezionati per le innovazioni che hanno proposto sul mercato. Vi saranno:
– Michelangelo Metal Box, l’azienda di Ospitaletto diventata nota per aver inventato il contenitore in alluminio riutilizzabile per pizza da asporto, che mantiene anche inalterato il sapore e la temperatura;
– RePack, pluripremiata società finlandese che ha creato buste di imballaggio riutilizzabili con materiali riciclati che rimborsa gli acquirenti online del deposito di spedizione RePack quando la borsa rientra in azienda;
– Fellybag è invece una borsa elastica, robusta, lavabile e riciclabile che risolve la problematica degli shopper usa e getta.
La conclusione dei lavori sarà a cura dell’on. Elisabetta Gardini, membro della Commissione Ambiente dell’Europarlamento, che illustrerà l’operato del Parlamento e delle altre Istituzioni europee in merito al tema dell’economia circolare, oltre alle iniziative legislative e regolamentari relative alla prevenzione dei rifiuti.

Il convegno di EURepack si terrà mercoledì 9 maggio alle 14, presso la Sala Ravezzi 1 del Rimini Expo Centre.

fonte: http://www.corriereortofrutticolo.it

Reloop: Video realizzato per la promozione dell’Economia Circolare

Come funziona il deposito su cauzione per i contenitori di bevande e quali sono i vantaggi del sistema per l'ambiente e l'economia. Video realizzato da RELOOP una piattaforma europea multi-stakeholder per la promozione dell’Economia Circolare. L'Associazione Comuni Virtuosi è per ora l’unica organizzazione italiana ad aver aderito a Reloop.





Porta la Sporta Campagna

Il giro del mondo del deposito su cauzione per i contenitori di bevande




















L’impressionante aumento del marine litter ha contribuito a riaccendere l’interesse per un ritorno del deposito su cauzione per recuperare a fine vita i contenitori di bevande. I sistemi di deposito su cauzione, ( DRS: Deposit Return System) hanno dimostrato di essere lo strumento più efficace per rendere l’economia degli imballaggi post consumo più circolare. Principalmente perchè permettono di intercettare l’80-90 % degli imballaggi immessi al consumo e per l’alta qualità dei materiali raccolti da destinare al riciclo o al riutilizzo.
Oltre 130 milioni di europei vivono in paesi che hanno adottato un sistema di deposito per i contenitori di bevande. L’ultimo paese ad averlo adottato in Europa è la Lituania nel 2016. Altri stati che hanno adottato il cauzionamento sono la maggior parte delle province canadesi, 10 stati americani e due stati australiani dove però vive grande parte della popolazione australiana.
In considerazione dell’interesse crescente verso il sistema e i suoi benefici correlati e soprattutto nell’ottica di un raggiungimento di prossimi obiettivi di riciclo vincolanti, la piattaforma Reloop e CM Consulting hanno pubblicato uno studio che offre una panoramica globale sul cauzionamento che può essere scaricato a questo link.
Questa relazione fornisce un riepilogo completo e aggiornato dei programmi di DRS in 38 paesi o regioni in tutto il mondo. Per ogni paese lo studio fornisce informazioni accurate sul funzionamento del programma, sul campo di applicazione, sugli organismi responsabili dell’esercizio del programma, sul funzionamento del sistema di rimborso e le tariffe più recenti, e molto altro ancora.
Per una consultazione veloce dello studio, mirata a specifici stati,  a questa pagina si può cliccare sulle bandiere corrispondenti.

Il video di presentazione
The effects of deposit return on municipalities (video)
















Tra i paesi dove è in vigore il deposito su cauzione va aggiunta la Lituania.

fonte: http://comunivirtuosi.org