La nuova frontiera: tecnologia d’avanguardia e riciclo oltre il record virtuoso della raccolta differenziata
TREVISO. Gli scarti alimentari e i
reflui di fognature si trasformano in biometano, che alimenta i camion
che raccolgono i rifiuti della Sinistra Piave. Alla Sesa di Pordenone. E
uno
Dalla plastica che avvolge panini e tramezzini, insalate,
salumi nascono granulati blu, da usare nell’edilizia, nella asfaltature,
persino nei bidoncini in cui fare la differenziata ogni giorno. E due.
Pannolini
e pannoloni possono ancora essere riusati. Il 50% del loro peso diventa
in metà provincia di Treviso carta e plastica di ottima qualità,
richiesti dalle aziende. Contarina e Fater, la produttrice dei Pampers. E
tre.
E in Polesine c’è la prima fabbrica al mondo, completamente
autosufficiente, che produce mater-bi da fonti rinnovabili. La Novamont:
e quattro. E i fanghi e i veleni sversati nei terreni da bonificare? Si
possono recuperare, in granuli per l’edilizia, efficacissimi. Lo
garantisce Integ Group: e cinque.
Economia e posti di lavoro a
migliaia, ricerca e alta tecnologia che rendono migliore l’ambiente.
Sviluppo vicino ormai al rifiuti zero, alla «End of Waste», come dicono
gli inglesi, alla fine del rifiuto in quanto tale.
C’è una terra
di Treviso primo riferimento di un Veneto leader, e di un Nordest
hi-tech, all’avanguardia in Italia e in Europa. C’era una volta, e c’è
ancora, il record nella differenziata della Marca, in un Veneto
riciclone. Ma adesso c’è una nuova frontiera, quella che gli
anglosassoni chiamano Lca Lifa cycle assessment, l’impatto zero, la
chiusura del cerchio, dalla produzione al riuso e alla nuova produzione.
Ricordate Lavoisier? Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si
trasforma.
Ecco, Marca Veneto e Nordest stanno raggiungendo
l’utopia del rifiuti zero. Castelcucco è un paese modello: ogni abitante
produce poco più di 17 chili di rifiuto secco non riciclabile. E
dall’altro lato della filiera ci sono aziende, imprese, consorzio di
bacino che sperimentano e allargano progetti pilota, che lasciano il 3%
di scarti dal riuso del rifiuto. E i consorzi del settore imballaggi che
pagano la materia prima seconda, il prodotto dei trattamenti di riuso e
riciclo: in Veneto sono arrivati 54 milioni, nella Marca.
Questa
avanguardia – orgoglio di questi territori e vanto dell’Italia tutta – è
stata l’assoluta protagonista, ieri a palazzo dei Trecento a Treviso,
del primo forum rifiuti organizzato da Legambiente veneto. Scelta di
Treviso non casuale perché la Marca è oggi in vetta alle classifiche
della differenziata. E come hanno sottolineato tutti i sindaci premiati,
da Giovanni Manildo ad Adriano Torresan di Castelcucco, è merito dei
cittadini, in un raro esempio di eccellenza che nasce dal basso. Tu
chiamala se vuoi, la democrazia del cassonetto che diventa sistema
economico alternativo, green come ha ammonito il Cuoa di Vicenza (autore
di un progetto supportato da Regione e Ue) che rovescia il concetto
storico dell’economia di produzione, perché sin dalla partenza della
filiera ha in sé il concetto di riuso.
A supportare i cittadini e gli enti locali una rete di consorzipubblici,
società private attivissime, guardati dal resto del mondo per i loro
traguardi. E ancora, un contesto sociopolitico anomalo, che vede la
politica, dalla Lega alla sinistra, dalla destra ai centristi, in piena
sintonia con gli ambientalisti: un patto unico in Italia.
fonte: http://mattinopadova.gelocal.it