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Innovazione italiana: grucce e tavoli dal riciclo degli assorbenti

Contarina ha firmato una serie di accordi con Eurodisplay Design in Progress, DEMPLA e B&B Innovation (BBI) per valorizzare la plastica recuperata dal riciclo dei PAP Prodotti Assorbenti per la Persona usati)



“Finalmente la plastica ricavata dal riciclo dei prodotti assorbenti può avere un sbocco produttivo ed essere utilizzata come materia prima seconda”. Ad annunciarlo è Michele Rasera, Direttore Generale di Contarina spa, società che si occupa della gestione dei rifiuti e altri servizi ambientali nella provincia di Treviso.

L’azienda ha integrato nei suoi impianti la tecnologia FaterSmart che permette di “estrarre” dai cosiddetti PAP, ossia prodotti assorbenti per la persona, polimeri riutilizzabili. A reimpiegare questa materia prima seconda nella produzione di nuovi beni sono da oggi Eurodisplay Design in Progress, DEMPLA e B&B Innovation (BBI). Le tre realtà hanno firmato altrettanti accordi con Contarina per trasformare la plastica ottenuta dal riciclo in prodotti di vario genere realizzati con il processo di stampaggio ad iniezione. “Questi accordi sono l’esempio concreto di come i rifiuti non siano solamente scarti – aggiunge Rasera – ma, se valorizzati adeguatamente, possono avere una nuova vita, generando valore per le aziende coinvolte ed economie positive per il nostro paese”.

Da 1 tonnellata di rifiuti raccolti in maniera differenziata è possibile ricavare fino a 80kg di plastica, 160kg di cellulosa e 80kg di polimero super assorbente, da impiegare nei principali processi di lavorazione per dar vita a nuovi prodotti, come grucce, giocattoli o tavoli di plastica, carte di elevata qualità, prodotti tessili, fertilizzanti.

Il processo di riciclo prevede quattro fasi: i pannolini e i prodotti assorbenti per la persona usati vengono raccolti dagli utenti, stoccati, trattati in autoclave, dove la forza del vapore a pressione permette di aprire e sterilizzare i prodotti usati, eliminando completamente i cattivi odori e infine separati delle frazioni riciclabili per via meccanica.

Il primo impianto, ubicato in Veneto presso il polo impiantistico di Contarina Spa a Spresiano (Treviso), è in grado di gestire fino a 10.000 tonnellate/anno di prodotti usati. Grazie agli accordi dalla plastica proveniente dal riciclo dei PAP, Eurodisplay produrrà pallet e altre componenti per le strutture espositive, Dempla scatole con coperchio, B&BI intermedi e compound termoplastici e termo-set.

fonte: www.rinnovabili.it


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Pannolini usati: a Verona arrivano i primi smart bin, cassonetti automatizzati dedicati alla raccolta e al riciclo esclusivo

















I pannolini usati non sono più un problema e in Veneto tornano anzi a nuova vita. Se a Treviso è attivo già da un paio d’anni il primo impianto al mondo per il riciclo di pannolini e assorbenti, a Verona è partito dal 21 gennaio il primo programma di raccolta per il recupero e il riciclo totale proprio di questo tipo di prodotti.

Attraverso 8 cosiddetti “Smart Bin”, degli innovativi cassonetti automatizzati per la raccolta differenziata di prodotti assorbenti, prende infatti inizio per la prima volta in Italia un’attività di recupero appositamente dedicata ai pannolini usati.

E il materiale raccolto andrà a finire proprio alla società Contarina a Lovadina di Spresiano in provincia di Treviso, dove tramite un vero e proprio processo di riciclo, i prodotti assorbenti già utilizzati che prima finivano in discarica o in un inceneritore, vengono trasformati in stampelle, mollette, sedie di plastica, in cartoni da imballaggio industriali o anche in nuovi prodotti assorbenti.


“A Verona, per la prima volta in Italia – sottolinea il sindaco Federico Sboarina – entrerà in funzione fra pochi giorni l’unico sistema nazionale di raccolta dedicato ai pannolini usati per bambini. Un progetto pilota rivoluzionario, che è per noi non solo motivo di orgoglio ma anche un moderno servizio alle famiglie. Un nuovo processo che trasforma i pannolini da problema ambientale a risorsa per la creazione di nuovi materiali. Grazie ad una raccolta personalizzata, infatti, sarà finalmente possibile il totale riciclo di questo prodotto, fino ad oggi eliminato solo attraverso la discarica. Un sistema che avvantaggerà anche le famiglie coinvolte, con il riconoscimento di buoni sconto rispendibili per l’acquisto di nuovi pannolini”.

Ogni anno, a Verona, 3.500 tonnellate di assorbenti per persona usati finiscono nell’inceneritore, quasi 1 milione di tonnellate in Italia, 8.5 milioni di tonnellate in Europa e 30 milioni di tonnellate nel mondo. Nel momento in cui questo sistema diventerà operativo al 100%, con un regime di raccolta totale degli assorbenti usati prodotti sul territorio veronese, si andrà a risparmiare ogni anno una quantità di anidride carbonica prodotta pari all’attività di ossigenazione di un parco di 95 mila alberi.

Dove saranno gli Smart Bin e come funzionerà il servizio

Gli 8 SMART BIN, operativi dal 21 gennaio, saranno posizionati all’esterno di quattro asili nido comunali:
‘La Coccinella’ in via Centro a Borgo Roma
‘Il Quadrifoglio’ in via Sant’Euprepio a San Massimo
‘Il Girasole’ in via Don Sturzo allo Stadio
‘L’Albero Verde’ in via Trapani a Borgo Nuovo

E poi all’esterno dell’asilo statale ‘Principessa Jolanda’ in via Scuderlando a Borgo Roma e dei supermercati Esselunga di viale del Lavoro, Corso Milano e via Fincato.

Per quanto riguarda i quattro asili nido comunali, che accolgono complessivamente 216 bambini, si stima una raccolta giornaliera di circa 150 pannolini usati per struttura, pari ad un totale di 3mila pannolini usati raccolti ogni settimana.

Il servizio è dedicato ai pannolini per bambini di qualsiasi marca. Tutti i cittadini che desiderano prendere parte all’iniziativa potranno scaricare una apposita App e registrarsi al programma. A ogni asilo partecipante, inoltre, sarà riconosciuto un buono di mille euro per l’acquisto di libri o materiale didattico ed il libro ‘Lino il pannolino’, realizzato con la cellulosa recuperata dai pannolini usati, da consegnare alle famiglie.

fonte: www.greenme.it

Assorbenti e pannolini diventano sedie in plastica

















Presentata a Ecomondo 2019 FaterSmart, una tecnologia tutta italiana. I prodotti assorbenti potrebbero non finire in discarica e avere nuova vita; un gran risparmio per le discariche italiane che attualmente ricevono 1 milione di tonnellate di rifiuti all’anno.
Riciclare è dare una seconda vita: spesso però alcuni rifiuti finiscono negli inceneritori perché non destinati alla trasformazione. È il caso dei prodotti assorbenti monouso, un rifiuto che necessariamente finisce in discarica, con importanti ricadute negative per l’ambiente e per l’economia.
Dall'ultimo Rapporto dei rifiuti urbani dell’Ispra, emerge come la percentuale di rifiuti derivanti da prodotti assorbenti monouso per la persona (ovvero pannolini e assorbenti) sia circa il 3,5% – 4%  del totale generato in Italia, pari a circa 1 milione di tonnellate all’anno. 10 milioni sono i prodotti assorbenti per la persona che ogni giorno vengono gettati nelle pattumiere, 40 milioni in 4 giorni, 7 mila al minuto.
Per far fronte a questi numeri FaterSMART ha sviluppato una tecnologia in grado di trasformare gli assorbenti per la persona in oggetti di uso quotidiano, imballaggi e nuovi prodotti assorbenti.
Il brevetto tutto italiano di FaterSmart prevede che da una tonnellata di pannolini usati conferiti alla raccolta differenziata si possano ottenere 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimero super assorbente. Queste materie prime seconde possono dar vita ad una infinità di prodotti. Ad esempio con 227 kg di pannolini usati riciclati è possibile produrre una sedia di plastica, grucce e mollette, cartoni per imballaggi industriali e nuovi prodotti assorbenti. 

La scorsa settimana FaterSmart è stato ospite di Ecomondo, l’expo della Green Technology di Rimini: le novità sono statepresentate all’interno dello stand, insieme allo Smart-Bin -il cassonetto intelligente per la raccolta differenziata dei pannolini- e all'impianto che permette il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona e il recupero di plastica, cellulosa e del polimero super assorbente di alta qualità. Il loro hashtag è #chiudiamoilcerchio, perché solo attraverso politiche di economia circolare, la collaborazione e la sinergia a livello nazionale è possibile segnare la svolta.
In Veneto, nella provincia trevigiana, è nato il primo impianto di riciclo su scala industriale, Contarina spa a Lovadina di Spresiano. Allo stato attuale la raccolta differenziata di tale frazione è già stata introdotta in circa 900 comuni italiani, 14 milioni di abitanti circa.
Un grande ostacolo è stato quello normativo. Sebbene l’impianto sia pronto da anni, si è dovuto attendere luglio 2019 per il cosiddetto decreto sull’end of waste dei prodotti assorbenti usati per la persona che ha consentito a questa innovativa tecnologia di valorizzare tale tipologia di rifiuti, in piena sintonia con i principi dell’economia circolare. Per chiudere il cerchio però è necessario che le autorità locali si attivino per consentire la realizzazione di nuovi impianti di riciclo dei pannolini in Italia.
Se esteso a tutta Italia il riciclo di questi rifiuti potrebbe consentire di risparmiare ogni anno il consumo di 10 ettari di suolo, ovvero lo spazio occupato da 14 campi da calcio. In termini di emissioni è come se si riducesse l’inquinamento prodotto ogni anno da 100 mila automobili.

fonte: https://www.nonsoloambiente.it

Grande entusiasmo e partecipazione all'incontro Nazionale-Internazionale delle 300 Comunita' Italiane Rifiuti Zero svoltosi a Capannori Il 22-23-24 Novembre 2019.




















Nonostante l'allerta maltempo oltre 300 persone hanno partecipato ai diversi eventi previsti dalla tre giorni di Capannori.
In particolare la mattinata del 23 ha visto il teatro di Capannori affollato da delegazioni di attivisti pressochè arrivati da tutta Italia oltre che da delegazioni di sindaci ed assessori provenienti dalla Sicilia alla Sardegna.
Oltre 50 la amministrazioni rappresentate mentre erano presenti anche delegazioni di aziende del settore della gestione dei rifiuti, start up ed imprese rappresentative anche di grandi distretti industriali.

Dal confronto paritetico avvenuto poi negli workshop del pomeriggio organizzati su aree geografiche (nord, centro, sud ed isole) *E' SCATURITA poi la costituzione di UN COORDINAMENTO NAZIONALE A PREVALENZA DI SINDACI ED AMMINISTRATORI* (ma anche con la presenza di attivisti Rifiuti Zero provenienti da ogni "angolo" d'Italia: dalla Val d'Aosta alla Sicilia arrivando alla Sardegna) *con il compito di iniziare un efficace coinvolgimento dei 304 comuni della Lista Italiana Rifiuti Zero affinchè il "peso" delle comunità rifiuti zero* (che rappresentano circa 7 milioni di abitanti) *venga il più possibile adoperato nei confronti del Governo, dell'Associazione Nazionale dei comuni (ANCI) e del Consorzio nazionale degli imballaggi (CONAI).*

In particolare è stato ribadito quanto sia importante per la affettiva attuazione della *TRANSIZIONE ECOLOGICA* e di un sistema produttivo basato sulla *ECONOMIA CIRCOLARE* interloquire attivamente con i ministeri competenti (a partire da quello dell'ambiente anche in seguito al positivo incontro svolto tra il Ministro Costa ed una delegazione di Zero Waste Italy) affinche l'approvazione dei "collegati ambientali" successivi alla approvazione della Legge di Bilancio in corso *PREVEDANO CONGRUI STANZIAMENTI PER LE RICONVERSIONI ECOLOGICHE E NON SOLO "SPICCIOLI".*

Il coordinamento in oggetto (che rimane aperto ad ulteriori partecipazioni di altri comuni) proprio perchè rappresentativo non solo di oltre 300 comuni ma anche di un diffuso "movimento Rifiuti Zero" vede il coinvolgimento di sindaci ed assessori a partire dal Comune di Capannori (con il sindaco Luca Menesini), di comuni capoluogo come Ascoli Piceno e di sindaci e/o assessori praticamente di tutte le regioni italiane, Narni per l'Umbria, Cupra Marittima per le Marche, Santhya per il Piemonte, Vimercate e Codevilla per la Lombardia, Carbonia per la Sardegna, Montelepre per la Sicilia, Massafra e Modugno per la Puglia, Soliera per l'Emilia Romagna, Carmignano ecc per la Toscana che avvantaggiata dalla vicinanza geografica era massicciamente presente a partire dall'assessora del comune di Livorno e dal presidente del consiglio comunale di Carrara e praticamente da una lunga scia di presenze provenienti da TUTTE LE 10 province toscane (erano presenti ben 22 dei 40 comuni toscani aderenti a Rifiuti Zero!).
Naturalmente a questo appuntamento non potevano mancare le avanzatissime esperienze venete ed in particolare di Treviso rappresentate molto appropriatamente da *Paolo Contò (Consorzio Primula / Contarina spa)*.
*L'incontro di Capannori è stato però prima di tutto UNA FESTA* nella quale *la PRESENZA E GLI INTERVENTI DI Paul Connett e di Esra Tat per Zero Waste Europe (rappresentata anche da Enzo Favoino e dallo scrivente)* *hanno contribuito a* *far risaltare il carattere "locale-globale" della rete che dal 2007 (quando il comune di Capannori per primo aderi' alla strategia Zero Waste).*

*La "narrazione"* di questo percorso straordinario richiamata da Paul Connett anche attraverso aneddoti divertenti ha fatto condividere a tutti i partecipanti una potente sensazione di entusiasmo per un "riuscito movimento" che ha saputo costellare di successi locali e nazionali (l'interesse di molti comuni alla strategia Rifiuti Zero, la sconfitta di moltissimi progetti di incenerimento e non in ultimo la rivendicazione di quel 58,4% di RD su scala nazionale che è stato ottenuto non certo per merito dei governi ma grazie all'impegno dal basso di moltissime comunità, Sindaci e di un universo di associazioni e comitati spesso vituperati ed "aggraditi" dalle lobby trasversali dell'industria sporca).

*Il "respiro globale"* è stato rafforzato dall'intervento della co-direttrice di Zero Waste Europe Esra Tat che alla vigilia dell'insediamento della nuova commissione europea ha "snoccialato" le proposte che verranno avanzate anche nella sede di Bruxelles per una corretta interpretazione della Economia Circolare non includente l'incenerimento ma anche (come dichiarato efficacemente da Enzo Favoino) il "cosiddetto e fuorviante "chemical recycling" come per esempio "pompato" da Regione Toscana ed ENI in quel di Livorno (nel Polo già inquinato di Stagno) per un'operazione mistificante volta a produrre falsi "biocarburanti" peraltro da ricavare dalle plastiche!

Infine, certamente, un momento anch'esso molto alto della "tre giorni" è stato *la premiazione da parte di ZERO WASTE ITALY* (su istruttoria del Centro Ricerca Rifiuti Zero) *di 4 imprese* che a diversi livelli testimoniano la concreta possibilità di marciare verso rifiuti zero e circolarità: E' IL CASO DI *Q-Flex* che con il "vetro liquido" può rimpiazzare la plastica in gran parte del settore dell'imballaggio alimentare rendendo del tutto riciclabili e in ultimo compostabili cosi' gli imballaggi, di *ECOLINEA* che invece di proporre per feste ed eventi modalità "monouso" ancorchè compostabili ha deciso di fornire ben igienizzati kit di stovigliame e piatti che una volta usati possono essere poi lavati e...riusati! Meglio evitare i rifiuti che riciclarli! E' stato il caso di *ECOLSYSTEM* che progetta e produce manufatti in "plastica seconda vita" da scarto di pulper delle cartiere e da plastiche miste per usi stradali e a protezione di piste ciclabili.
Ma non solo imprese piccole e medie possono intraprendere questi percorsi: la premiazione di *ASTRI* rappresentativa del macro distretto tessile di Prato (con i suoi oltre 35.000 addetti) dimostra che l'economia Circolare c'è già e si può applicare non su piccola scala ma anche parlando di fatturati "miliardari". ASTRI con le sue imprese associate ricicla e rigenera decine di migliaia di tessuti usati avviandoli al mercato dell'usato ma anche producendo filati e tessuti provenienti da riciclo nel segno della "centralità" del RECUPERO DI MATERIA.

Si, SI PUO' FARE, STA GIA' AVVENENDO TUTTO CIO' E' L'INIZIO DELLA RIVOLUZIONE ECOLOGICA!

Rossano Ercolini
Presidente di Zero Waste Italy

Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero

Gesenu: La pelle del serpente






















Il 14 marzo, presso l’Auditorium di confindustria di PG, si è tenuto il convegno organizzato da Gesenu e dal Comune di Perugia sul tema: “La Nuova Gesenu ed il suo futuro”. Apprendiamo dal manifesto che non ci sarà alcun dibattito! Come al solito se la cantano e se la suonano! E pensare che tra i temi annunciati, uno in particolare è letteralmente di vitale importanza per le due popolazioni umbre di Gubbio e Spoleto: “Ruolo del CSS nella gestione sostenibile dei rifiuti”. CRURZ ha già esaminato e ritenuto assolutamente inaccettabile il Preliminare del Piano d’Ambito per la gestione dei rifiuti in Umbria fatto predisporre dall’Auri alla stessa società (Oikos srl) che aveva già redatto il procedente Piano Regionale miseramente fallito. Questo nuovo piano risulta ancora indifferente ad ogni innovazione nella gestione dei rifiuti, realtà invece in atto da anni in più parti d’Italia (Veneto con Contarina o Toscana con ASCIT ecc.). Ribadiamo che questo piano è inaccettabile in quanto rimette al centro del ciclo dei rifiuti vecchie pratiche, lontane dall’economia circolare, sempre soggette alle sanzioni europee come:


- L’ampliamento di 5 delle 6 discariche umbre (l’Europa ha sancito che le discariche dovranno essere chiuse entro il 2020!)

- La chiusura del ciclo dei rifiuti trasformando il rifiuto indifferenziato in CSS che verrà bruciato nei cementifici (due a Gubbio e uno a Spoleto). Quindi nuovamente discariche e incenerimento.

La nuova Gesenu deve fare le stesse cose di quella vecchia, saprà farle meglio visto che finora molte pratiche sono finite sotto l’occhio della magistratura con pesanti conseguenze per i cittadini? Se questo annunciato rinnovamento lascerà ai cittadini solo da pagare la pelle del serpente non rimarremo in silenzio. Siamo cittadini non sudditi!



15 Marzo 2018




Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero

Inaugurato a Treviso il primo impianto al mondo per il riciclo dei pannolini

















Martedì 24 ottobre è stato inaugurato a Lovadina di Spresiano il nuovo impianto sperimentale per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona, alla presenza delle autorità, tra cui il Presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, i Sindaci del territorio e varie aziende del settore rifiuti.
L’impianto, basato su una tecnologia innovativa sviluppata e brevettata da Fater, ricicla i prodotti assorbenti per la persona (PAP) usati di tutte le marche, traendone plastica e cellulosa sterilizzate da riutilizzare come materie prime seconde.
Si tratta di un’innovazione tecnologica e di sistema “made in Italy”, riconosciuta dalla Commissione Europea come Eco-Innovation nel 2011 (RECALL – ECO/11/304440), che rende riciclabile con provati vantaggi ambientali una categoria di prodotti tradizionalmente considerati irriciclabili.
Contarina SpA e FATER, azienda leader nella produzione di prodotti assorbenti per la persona, partecipano a questo innovativo progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea, che ha come obiettivo la realizzazione di un sistema di intercettazione e riciclo dei prodotti assorbenti per la persona (ad es. pannolini, pannoloni e assorbenti igienici). Al progetto collaborano anche il Comune di Ponte nelle Alpi e Ambiente Italia.

 

fonte: http://www.ciaccimagazine.org


Contarina: La prevenzione della produzione dei rifiuti, il riuso















Un’abitudine importante da acquisire per contribuire a ridurre i rifiuti è quella del riutilizzo degli oggetti. Capita spesso, infatti, di possedere oggetti ancora funzionanti che però non riteniamo più utili, ad esempio: capi d’abbigliamento, oggetti per la casa, elementi d’arredo, ecc.
In questi casi il dono o il prestito risultano due ottime soluzioni sia per fare spazio nel ripostiglio, sia per evitare che ciò che può essere ancora utilizzato diventi un rifiuto!
Per incentivare il riuso, Contarina ha attivato il progetto Centro mobile del riuso.


Il “Centro Mobile del Riuso” è un mezzo presso il quale puoi portare oggetti in buono stato che non si usano più, ma che sono ancora utilizzabili. Il “Centro Mobile del Riuso” è gestito in collaborazione con cooperative ed associazioni benefiche del territorio e il materiale raccolto viene donato a persone in difficoltà.
Attualmente il servizio è operativo nei seguenti EcoCentri con la collaborazione delle associazioni/cooperative indicate:
ECOCENTRO DI TREVISO – viale della Serenissima – Porta del Leon
  • Mercoledì pomeriggio: San Vincenzo De Paoli  --> NEL MESE DI AGOSTO IL SERVIZIO NON SARA' ATTIVO IL MERCOLEDì POMERIGGIO
  • Sabato mattina: Cooperativa Alternativa
  • Sabato pomeriggio: Il Cantiere per un Lavoro Solidale- La Casa di Michela

ECOCENTRO DI CORNUDA – via Piave
  • Sabato mattina: Emmaus Treviso

Per qualsiasi informazione sul progetto scrivici a riuso@contarina.it.

fonte: http://www.contarina.it/

Nasce Alea Ambiente, per una gestione diretta dei rifiuti




















Forlì, insieme ad altri 12 Comuni del comprensorio hanno dato vita alla società inhouse per la raccolta dei rifiuti. Il 6 giugno, d-day, alle 18, la firma dell’atto costitutivo. Si chiamerà Alea ambiente, come da cesariano motto “Alea iacta est”, perché, spiega il sindaco di Forlì, Davide Drei, si tratta di “una scelta convinta da cui non si torna indietro“, come quella di Giulio Cesare di varcare il Rubicone e puntare su Roma. Dunque, dopo “un lungo percorso”, arriva a conclusione uno dei “progetti più importanti per il territorio”, che tiene insieme 13 Comuni.
Al momento sono stati nominati l’amministratore unico della società, Paolo Contò, che ha avviato un progetto simile nella provincia di Treviso attraverso la società Contarina; il presidente del coordinamento dei soci, Vittorio Cicognani, assessore a Meldola; e i sindaci revisori. La società, aggiunge il primo cittadino, “muove i primi passi” e c’è “grande soddisfazione”.
Ora, in attesa del via libera da parte degli ultimi enti locali, saranno decisivi i prossimi mesi: a settembre la concessione del servizio da parte di Atersir, a gennaio 2018 il subentro all’attuale gestore Hera e nel 2019 pieno regime. La società ha un capitale sociale di due milioni di euro, avrà 121 dipendenti e una parte dei servizi esternalizzata, otto milioni di euro su un piano finanziario da 24. All’inizio ci sarà il passaggio dei cespiti e dei mezzi da Hera, con un advisor che metterà a punto il piano degli investimenti per l’acquisto, successivamente, di mezzi specifici, per un modello di raccolta diverso dall’attuale.
Gli obiettivi sono di arrivare al 74% di differenziata dopo un anno dall’entrata a regime, di passare da 700 a 500 chilogrammi di rifuti per abitante, con il residuo da 350 a 120 chilogrammi. Con ogni probabilità non si potrà andare a spegnere l’inceneritore, che accoglie i rifiuti anche di altri territori, ma una diminuzione dei conferimenti dovrà per forza esserci. “Non è un progetto contro nessuno, ma per i nostri cittadini, con l’obiettivo di una buona qualità ambientale e di valorizzare il lavoro“, precisa l’assessore all’Ambiente, Nevio Zaccarelli. Infatti “con Hera ci sono altri progetti e collaborazioni“.
Il rapporto con Contarina, consorella per il Trevigiano, continuerà finchè i sindaci lo riterranno necessario. La prospettiva è di passare da un amministratore unico a un cda a tre. Di certo, rimarca l’assessore, “il percorso è ancora impegnativo e ci sarà un rapporto costante con i cittadini”, che devono essere i primi a crederci. Si parte nel 2018 per essere a regime nel 2019, conferma Zaccarelli, con la tariffa puntuale e la raccolta porta a porta, che comporteranno una “riduzione drastica” del pattume e il recupero di tutto ciò che è recuperabile. “I risultati – è sicuro l’assessore – andranno oltre gli obiettivi della legge regionale e oltre quelli fissati nel progetto. Si tratta, aggiunge il presidente del coordinamento dei soci, Cicognani, dell'”unico modo per riprendere in mano il servizio che è la principale preoccupazione giornaliera di ogni sindaco, specie nei piccoli Comuni”.
Inoltre si separano le funzioni di raccolta e trattamento. L’amministratore unico Contò racconta l’esperienza di Treviso, arrivata in pochi mesi all’85% di differenziata e a 64 chilogrammi di residuo. A testimonianza che “il modello funziona. Dobbiamo solo lavorare e fare fatica”. I prossimi passi, conferma, sono l’affidamento del servizio entro l’estate e il subentro a fine anno, garantendo continuità di servizio e pagamento, mentre la tariffa puntuale si realizzerà nel 2019, basata su quantità di differenziata e comportamenti. Intanto si cerca un’area pubblica per il magazzino, mentre la sede amministrativa sarà in zona fiera. Inoltre si lavora per realizzare la terza stazione ecologica e un centro del riuso.
Fonte: Il Resto del Carlino

Economia circolare, vince la best practice di Contarina a Treviso






Roma, (askanews) - Mentre Roma è alle prese con la crisi rifiuti, in un costante rimbalzo di responsabilità, c'è un'Italia che crede e approfitta, anche economicamente, delle potenzialità dell'economia circolare. Poco più di tre ore di treno dalla capitale ecco infatti un modello, di valore europeo, nella valorizzazione del bene rifiuto. Porta a porta, differenziata, riciclo. Parole d'ordine declinate a Treviso da Contarina, sistema che vede coinvolti 50 comuni del trevigiano compreso il capoluogo.
Un esempio, che grazie a un'idea di Matteo Favero ha visto sul territorio più riciclone d'Italia arrivare in visita il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. Obiettivo: conoscere e approfondire le ricette vincenti del sistema Contarina e del Centro di Valorizzazione e Riciclo dei materiali.
Nel territorio servito da Contarina si riesce infatti a riciclare il doppio della media europea, producendo cinque volte meno rifiuti residui: la raccolta differenziata ha, infatti, raggiunto l'85% grazie all'applicazione della tariffa puntuale, tariffa media poco sopra i 100 euro. Il ministro Galletti:
"Questa esperienza ci dice che è possibile fare la raccolta porta a porta con una percentuale elevatissima di differenziata, siamo all'85%, avendo una tariffa dei rifiuti più bassa della media nazionale e regionale. Sfatiamo allora il mito che fare la raccolta porta a porta costi di più. Ci dice anche che l'economia circolare conviene, perchè il materiale non mandato in discarica, che è un costo, ma rivenduto come materia prima seconda diventa un ricavo. E' l'elemento base dell'economia circolare, avere meno rifiuti conviene non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico".
E' l'affermazione della filosofia dell'economia circolare nella sua massima espressione, come conferma Franco Zanatta, Presidente di Contarina SPA:
"Considerare il rifiuto non più come una cosa da bruciare o nascondere ma qualcosa che può diventare una risorsa che inserita nel processo produttivo ci rende molto più competitivi come sistema paese".
Intanto competitivo è certamente il trevigiano. Il merito in primis va agli amministratori che hanno sposato il progetto Contarina. Floriana Casella, deputata PD di Maserada:
"Amministratori che hanno saputo guardare avanti, lo dimostra questa realtà come altre in questa provincia. C'è stata una classe poltica seppure territoriale che ha saputo far tesoro, insieme a gente moralmente sana. Che è importante".
Tornando alla visita del ministro Galletti, alla soddisfazione locale per l'eccellenza raggiunta si aggiunge anche la disponibilità ad essere di supporto all'implementazione su tutto il territorio italiano. Lo ribadisce la parlamentare Pd Simonetta Rubinato, già amministratrice nel trevigiano.
"Sono felice che il ministro abbia fatto molte domande per capire, anche nell'ottica di poter esportare il modello, che poi va tarato sulle diversità delle realtà di questo paese lungo e complicato".

fonte: http://stream24.ilsole24ore.com/

End of waste: il paradosso che frena l’economia circolare “made in Italy”
















Che la green economy italiana si sia ormai ritagliata una posizione di rilievo a livello europeo lo confermano i dati pubblicati oggi dalla Fondazione Symbola nel rapporto “L’Italia in 10 selfie”. Con 47 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi recuperati per essere avviati a riciclo, si legge nel dossier, l’Italia è prima della classe in Ue per recupero di materia dagli scarti, lasciandosi alle spalle Germania, Regno Unito e Francia. Eppure, se i numeri raccontano una trionfale cavalcata verso l’economia circolare,  i fatti non di rado dipingono invece scenari ben più sfumati. Il quadro che ne emerge, piuttosto che ad una cavalcata, assomiglia anzi spesso ad una vera e propria corsa a ostacoli. Soprattutto per le imprese di settore.
Come nel caso della spa pubblica Contarina, in house controllata dal consorzio trevigiano Priula, alla quale lo scorso 16 agosto Regione Veneto aveva negato l’autorizzazione ordinaria al riciclo richiesta per l’impianto sperimentale di recupero materia dai prodotti assorbenti costruito in partnership con Fater a Lovadina di Spresiano, in provincia di Treviso. L’impianto, inaugurato nel 2015, era stato salutato con grande entusiasmo tanto dall’opinione pubblica quanto dagli addetti ai lavori. I prodotti assorbenti, simbolo dell’usa e getta, sono infatti da sempre considerati impossibili da riciclare. Puntando su tecnologie innovative e ricerca, Contarina e Fater – con il supporto dell’Ue – avevano però vinto la sfida, mettendo a punto un impianto capace di trasformare una tonnellata di prodotti assorbenti usati in 350kg di cellulosa e 150kg di plastica.
Un esempio virtuoso di economia circolare “made in Italy”, dalla portata quasi rivoluzionaria. Forse addirittura troppo rivoluzionaria per Regione Veneto, che infatti ad agosto 2016, con delibera di giunta, decide di non concedere a Contarina l’autorizzazione ordinaria al riciclo, richiesta ad ottobre 2015 dalla società pubblica «al fine di perfezionare il processo di trattamento per migliorare la qualità dei materiali riciclabili». Nella delibera, recependo un parere sulla vicenda reso a giugno 2016 dalla Commissione tecnica regionale sezione Ambiente, la giunta sostiene di non avere «titolo per definire nuove materie prime seconde o di definire, caso per caso, i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto di materiali non ricompresi negli specifici regolamenti europei o in decreti del Ministero dell’Ambiente». Niente autorizzazione, insomma, e tanti saluti all’economia circolare, visto che senza il “nulla osta” regionale i materiali generati dall’impianto non acquisiscono lo staus di materia prima seconda ma restano semplici rifiuti, da avviare, onerosamente, ad ulteriore trattamento.
Quella sul rilascio delle autorizzazioni ordinarie al riciclo è una disputa a colpi di carte bollate che da anni vede coinvolte su fronti contrapposti imprese ed enti locali ad ogni latitudine dello Stivale, al punto da spaccarne in due la geografia amministrativa: da un lato le Regioni dove è possibile ottenere le autorizzazioni, dall’altro quelle dove invece le richieste vengono nella maggior parte dei casi respinte al mittente. Pomo della discordia sono i criteri “end of waste”, ovvero i parametri che stabiliscono quando i materiali esitanti dal processo produttivo possano essere considerati “fine rifiuto”, cioè materia prima seconda tout-court. Ad oggi risultano disciplinati in maniera puntuale solo rottami ferrosi, vetro, rame e in parte i combustibili solidi da rifiuto, ma sia la normativa nazionale che quella comunitaria stabiliscono che, in assenza di criteri specifici per determinati flussi di materiali, il rilascio dell’autorizzazione ordinaria alle imprese del riciclo spetta obbligatoriamente alle Regioni o agli Enti da queste delegati, previa verifica “caso per caso” della sussistenza dei criteri di fine rifiuto stabiliti all’articolo 184-ter del Testo unico ambientale.
In realtà, sebbene sul punto la legge sia piuttosto esplicita, accade spesso che le autorità competenti, di fronte all’inerzia del legislatore nazionale e comunitario, scelgano di sottrarsi all’obbligo di legge, ritenendosi non deputate al rilascio delle autorizzazioni per quei flussi di materiali che non siano già disciplinati da appositi regolamenti. Ultimo caso in ordine di tempo è appunto quello della società in house trevigiana. La vicenda, come tante altre prima di lei, è puntualmente approdata alle aule della giustizia amministrativa. Con un esito che lascia ben sperare, visto che lo scorso 14 dicembre la terza sezione del Tar del Veneto ha dato ragione con sentenza a Contarina, annullando la delibera di giunta regionale.
Nel dispositivo si cita, tra l’altro, la circolare 10045 diramata dal Ministero dell’Ambiente il primo luglio 2016un mese prima cioè della delibera incriminata, che aveva ricordato proprio come «in via residuale, le Regioni – o gli enti da queste individuati – possono, in sede di rilascio dell’autorizzazione prevista agli articoli 208, 209 e 211, e quindi anche in regime di autorizzazione integrata ambientale (Aia), definire criteri EoW previo riscontro della sussistenza delle condizioni indicate al comma I dell’articolo 184-ter, rispetto a rifiuti che non sono stati oggetto di regolamentazione dei succitati regolamenti comunitari o decreti ministeriali». Una posizione cristallina, quella del Ministero, tuttavia non sufficiente a convincere Regione Veneto ad autorizzare Contarina ad effettuare operazioni di riciclo nell’impianto di Lovadina di Spresiano. L’auspicio è che possa riuscirci la sentenza del Tar del Veneto, mettendo finalmente la parola fine ad una impasse burocratica che rischia di rallentare la corsa dell’Italia verso un futuro all’insegna dell’economia circolare.

fonte: http://www.riciclanews.it/

Rifiuti, boom del Veneto a impatto zero

La nuova frontiera: tecnologia d’avanguardia e riciclo oltre il record virtuoso della raccolta differenziata














TREVISO. Gli scarti alimentari e i reflui di fognature si trasformano in biometano, che alimenta i camion che raccolgono i rifiuti della Sinistra Piave. Alla Sesa di Pordenone. E uno
Dalla plastica che avvolge panini e tramezzini, insalate, salumi nascono granulati blu, da usare nell’edilizia, nella asfaltature, persino nei bidoncini in cui fare la differenziata ogni giorno. E due.
Pannolini e pannoloni possono ancora essere riusati. Il 50% del loro peso diventa in metà provincia di Treviso carta e plastica di ottima qualità, richiesti dalle aziende. Contarina e Fater, la produttrice dei Pampers. E tre.
E in Polesine c’è la prima fabbrica al mondo, completamente autosufficiente, che produce mater-bi da fonti rinnovabili. La Novamont: e quattro. E i fanghi e i veleni sversati nei terreni da bonificare? Si possono recuperare, in granuli per l’edilizia, efficacissimi. Lo garantisce Integ Group: e cinque.
Economia e posti di lavoro a migliaia, ricerca e alta tecnologia che rendono migliore l’ambiente. Sviluppo vicino ormai al rifiuti zero, alla «End of Waste», come dicono gli inglesi, alla fine del rifiuto in quanto tale.
C’è una terra di Treviso primo riferimento di un Veneto leader, e di un Nordest hi-tech, all’avanguardia in Italia e in Europa. C’era una volta, e c’è ancora, il record nella differenziata della Marca, in un Veneto riciclone. Ma adesso c’è una nuova frontiera, quella che gli anglosassoni chiamano Lca Lifa cycle assessment, l’impatto zero, la chiusura del cerchio, dalla produzione al riuso e alla nuova produzione. Ricordate Lavoisier? Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Ecco, Marca Veneto e Nordest stanno raggiungendo l’utopia del rifiuti zero. Castelcucco è un paese modello: ogni abitante produce poco più di 17 chili di rifiuto secco non riciclabile. E dall’altro lato della filiera ci sono aziende, imprese, consorzio di bacino che sperimentano e allargano progetti pilota, che lasciano il 3% di scarti dal riuso del rifiuto. E i consorzi del settore imballaggi che pagano la materia prima seconda, il prodotto dei trattamenti di riuso e riciclo: in Veneto sono arrivati 54 milioni, nella Marca.
Questa avanguardia – orgoglio di questi territori e vanto dell’Italia tutta – è stata l’assoluta protagonista, ieri a palazzo dei Trecento a Treviso, del primo forum rifiuti organizzato da Legambiente veneto. Scelta di Treviso non casuale perché la Marca è oggi in vetta alle classifiche della differenziata. E come hanno sottolineato tutti i sindaci premiati, da Giovanni Manildo ad Adriano Torresan di Castelcucco, è merito dei cittadini, in un raro esempio di eccellenza che nasce dal basso. Tu chiamala se vuoi, la democrazia del cassonetto che diventa sistema economico alternativo, green come ha ammonito il Cuoa di Vicenza (autore di un progetto supportato da Regione e Ue) che rovescia il concetto storico dell’economia di produzione, perché sin dalla partenza della filiera ha in sé il concetto di riuso.
A supportare i cittadini e gli enti locali una rete di consorzipubblici,
società private attivissime, guardati dal resto del mondo per i loro traguardi. E ancora, un contesto sociopolitico anomalo, che vede la politica, dalla Lega alla sinistra, dalla destra ai centristi, in piena sintonia con gli ambientalisti: un patto unico in Italia.

fonte: http://mattinopadova.gelocal.it 

NOI L’ABBIAMO VISTO!


In riferimento all’ironico articolo della Signora Paola Pierotti “RIFIUTI che fine ha fatto la Sig.ra Carla Poli?” fa piacere comunque che alcuni semi gettati... in qualche modo siano nati, almeno come presa di coscienza di un problema! Di certo non si giustifica la produzione del CSS… ma su questo abbiamo a lungo parlato e spiegato… e siamo sempre a disposizione per ogni ragguaglio in merito. Tornando al suo articolo, la sua notizia è vecchia, è del 2014! La rassicuro, che la Poli ha ripreso la sua attività, come mi ha riferito recentemente al telefono (dicembre). Comunque nell'articolo da lei citato, hanno dimenticato di dire anche che a suo tempo la signora Poli, per la sua attività innovativa sul riciclo, ebbe la casa bruciata! Dava fastidio a certe lobby? La Poli, oltre a star bene, ha ripreso la sua attività nello stesso ambito, come altra società e come tutti gli imprenditori (si veda anche imprenditori nostrani!) è verosimilmente entrata in crisi per investimenti non andati a buon fine... Comunque resta sempre il fatto che la Unione Europea a suo tempo (2009) dette alla poli e al suo Centro Riciclo, il riconoscimento di migliore tecnologia europea (recupero dell'indifferenziato mediante estrusione per attrito) assegnandole anche un premio di 470.000 €. Resta che l’esperienza di Vedelago è stata senz’altro fondamentale per il Veneto e per tante altre parti d'Italia (e non solo) per il sorgere di esperienze che vedono oggi il Veneto, con il Consorzio CONTARINA, di cui abbiamo già parlato, come il sistema PUBBLICO di eccellenza per la soluzione di servizi ambientali quindi tra le più importanti esperienze PUBBLICHE nel campo dei servizi ambientali. Riguardo a CAPANNORI, magari avessimo la loro percentuale qui in Umbria! Di una tonnellata di rifiuti ne andrebbero in discarica, secondo quello che dice lei, 190 kg, non solo si tratterebbe di materiale inerte… ma ormai, partendo proprio dall'esperienza di Vedelago, sono sorti centri per il recupero ad oltranza, per cui si raggiunge ormai quasi il 100% di recupero, anche del materiale erroneamente definito irriciclabile. Materiale che secondo la STRATEGIA RIFIUTI ZERO non ci sarebbe, se si realizzasse il primo punto della strategia: la PROGETTAZIONE! per cui ogni prodotto deve essere costruito e distribuito in modo tale da poter recuperare a fine vita, tutta la materia di cui è composto l’oggetto. Nonostante l’ironia del suo articolo, signora Paola, sul tema dei servizi ambientali, sia come CRURZ (Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero - http://rifiutizeroumbria.blogspot.it/) e sia personalmente (gvantaggi@gmail.com) siamo disponibilissimi a darle ogni ragguaglio e documentazione sulle esperienze in atto, PUBBLICHE, riguardanti i servizi ambientali, compresa Contarina (http://www.contarina.it/) e sull’assurdità e pericolosità dell’uso del CSS come combustibile. Infine, sempre riguardo a CAPANNORI, dopo aver organizzato i servizi ambientali di Messina (in meno di un anno!) l'amico ALESSIO CIACCI, l'assessore che diede vita all'esperienza di Capannori, ora è stato chiamato a Rieti e in Val di Susa (http://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_asm_alessio_ciacci_elena_leonardi-1240743.html) (http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2015/11/03/news/ciacci-raddoppia-dopo-rieti-altro-incarico-in-val-di-susa-1.12382222). C'è di che riflettere... o no? PS: qui http://rifiutizeroumbria.blogspot.it/2014/05/centro-riciclo-vedelago-la-raccolta.html il resoconto che fu fatto a suo tempo come coordinamento, per la visita fatta al Centro Riciclo di Vedelago.

Dr. Giovanni Vantaggi

fonte: http://www.livegubbio.it

Economia Circolare, il discorso di Vella al Parlamento

vella
Lo scorso giovedì, il 18 febbraio, come preannunciato già nelle scorse settimane, il commissario europeo all’Ambiente, Karmenu Vella, è stato audito in Senato dai membri delle commissioni parlamentari dove sono allo studio le varie comunicazioni con cui la Commissione ha trasmesso al Parlamento Europeo le discusse misure del nuovo pacchetto per l’implementazione di un modello circolare di economia.
Per parte sua l’Italia deve ancora trasmettere le proprie osservazioni a Bruxelles, e l’audizione di Vella si inscrive in questa fase di studio. Di seguito la traduzione del suo intervento di fronte ai nostri parlamentari.
«Ci sono tre messaggi che voglio darvi oggi:
  1. Che il pacchetto per l’Economia Circolare della Commissione è una proposta molto forte che realizza degli obiettivi non solo ambientali, ma anche economici
  2. Che dopo la Cop 21 dobbiamo convertirci ad un modello più circolare di economia
  3. Che l’Italia è ben messa per giocare un ruolo centrale in questa svolta.
Di certo sapete come stanno le cose. Il 2 dicembre la Commissione ha adottato il Pacchetto di misure per l’Economia Circolare, con una proposta legislativa sui rifiuti ed un piano d’azione. La nostra proposta prende spunto da una dura presa di coscienza: i rifiuti nell’Unione Europea potrebbero essere gestiti meglio. Solo il 36% viene effettivamente riciclato, il 37% viene smaltito in discarica. Questo non si traduce soltanto in un danno ambientale, ma anche economico: è uno spreco di risorse preziose che l’UE non può permettersi di perdere.
Il nostro pacchetto di leggi permette una svolta, dà il supporto agli attori pubblici e privati in tutta l’Unione per sviluppare strategie di investimento a lungo termine, e stiamo supportando tutto questo con stanziamenti e strumenti finanziari. Questo permetterà ai nostri imprenditori di avere lo spazio creativo per concentrarsi sulla prevenzione, sul riuso e sul riciclo. In questo modo avremo una riduzione dei conferimenti tanto agli inceneritori quanto alle discariche.
Lo spreco di cibo è un tema di particolare preoccupazione. A settembre abbiamo adottato i target di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che includevano un dimezzamento degli sprechi alimentari entro il 2030 tanto a livello di distribuzione quanto di consumo, ma anche lungo l’intera filiera produttiva. Con gli Stati membri dell’Unione siamo impegnati a realizzare questi obiettivi. Nel piano d’azione definito dalla nostra proposta vogliamo illustrare la nostra ambizione rivolgendoci all’intero ciclo di vita dei prodotti. Ciò significa che bisogna sempre pensare a come usare al meglio delle risorse finite.
La fase del design, i processi produttivi, la coscienza dei consumatori, il riuso dei materiali: ognuno di questi passaggi dovrebbe essere considerato un “riflesso dell’economia circolare”: ne è una porzione significativa lo sviluppo di un mercato per i prodotti riciclati e per le materie prime seconde. Abbiamo una strategia specifica sulla plastica: ad oggi soltanto il 25% della plastica viene riciclata, mentre la metà finisce in discarica. Le conseguenze per il nostro ambiente, e in particolare per i nostri oceani, sono profonde. La nostra proposta colpirà direttamente la piaga dei rifiuti marini.
Queste ambizioni necessitano di un supporto pubblico e ci sono degli esempi pratici di come il supporto possa essere convertito in azione. Il public procurement (le forniture pubbliche) costituiscono quasi il 20% del PIL europeo, quindi favoriremo elementi in linea con il modello di economia circolare nei criteri nuovi o rivisti che regolano il green public procurement, e in questo la Commissione farà da esempio guida. I nostri studi mostrano che misure come prevenzione dei rifiuti, ecodesign e riuso possono portare a risparmi netti fino a 600 miliardi di euro. Si tratta dell’8% del fatturato annuo per gli affari dell’Unione Europea. E beneficerebbe il nostro clima abbattendo le emissioni di gas serra entro una forbice tra il 2 e il 4%. La fondazione Ellen MacArthur è una dei principali think tanks in materia di Economia Circolare e proietta un potenziale rialzo del PIL di almeno il +4%.
Questo significa che l’Economia Circolare è più di una esigenza ambientale: è anche un’opportunità economica. A proposito di necessità ambientali per un’Economia Circolare, sono certo che sarete d’accordo che diventa sempre più urgente agire. Sono appena stato in visita all’Assemblée Nationale di Parigi, e anche lì ho parlato del pacchetto per l’economia circolare al Parlamento. Lo scorso dicembre ho avuto il privilegio di essere a Parigi per partecipare alla Cop 21: lì ho visto la nostra famiglia di nazioni impegnarsi a frenare le nostre emissioni. La Cop 21 ha illustrato la proporzione delle nostre sfide, ma ha anche mostrato cosa è raggiungibile e lì abbiamo anche evidenziato il contributo dell’Economia Circolare agli obiettivi della Cop 21.
Dobbiamo ispirarci a quell’urgenza e a quel conseguimento: in un mondo in cui la popolazione aumenta ogni giorno, con forte domanda di terra, acqua, cibo, materie prime ed energia, il modello economico “prendi, crea, usa e getta” non è più percorribile. Questo è il fondamento principale del pacchetto. Fortunatamente è un principio che – credo – sia estremamente ben compreso qui in Italia. Come ho già detto, il pacchetto per l’Economia Circolare è fatto di proposte legislative sui rifiuti e di un piano d’azione. Per entrambi la parola chiave è “innovazione e design”, due concetti che sono parte fondamentale dell’italianità. Mi piacerebbe darvene un esempio: la società pubblica Contarina. Questa spa eroga servizi di gestione rifiuti a Treviso e Priula, che riescono a riciclare ad un tasso doppio rispetto alla media europea generando cinque volte meno rifiuti. Nel 2000 le loro percentuali di riciclo erano al di sotto del 30%, in due anni sono salite al 65% e ora sono ad un notevole 85%. Questo risultato è stato raggiunto grazie ad un approccio “pay as you throw” (vale a dire il sistema di tariffazione puntuale, ndr): Contarina è arrivata così ad una tariffazione media di soli 185 euro l’anno, mentre altrove in Italia si arriva anche a pagarne 419. Ma penso che il vero segreto del successo sia la trasparenza di un sistema dove, tramite internet, i singoli clienti possono tracciare il loro servizio su un singolo database. La trasparenza crea fiducia, che si traduce in “partecipazione” al sistema. Queste sono innovazione e design italiani al loro apice.
Altre località che hanno fatto molti progressi includono la grande città di Milano e la piccola cittadina di Capannori. Per una transizione verso un’Economia Circolare, in Italia come in tutta l’Unione Europea, abbiamo bisogno non solo di rinforzare l’innovazione, ma anche di attrarre investimenti. La maggior parte dello sforzo per un’Economia Circolare che funzioni dovrà venire dal settore privato. Alcune imprese innovative potrebbero essere piccole, altre potrebbero volersi lanciare in nuovi modelli di business: ne consegue che alcuni investimenti della circular economy potrebbero essere percepiti come rischiosi.
Per far si che le nuove iniziative e i nuovi progetti di economia circolare non cadano strada facendo, la Commissione sta proponendo un range di misure di supporto. Ad esempio, nell’ambito dei finanziamenti Horizon 2020, uno stanziamento di 650 milioni di euro chiamato “Industry 2020 in the circular economy” supporterà i progetti dimostrativi e innovativi su larga scala. Ma dobbiamo fare di più, abbiamo bisogno di finanziamenti del privato verso queste nuove opportunità. Uno strumento di finanziamento importante è l’EFSI (European Fund for Strategic Investments) che può aiutare a raccogliere finanze private, soprattutto nelle aree in cui le banche commerciali sono ancora restie a farsi coinvolgere. Nel fondo EFSI ci sono un miliardo e trecento milioni di euro previsti per 7 progetti in Italia. Di questi, 100 milioni di euro andranno ad ARVEDI, una media impresa innovativa con tecnologie all’avanguardia che fornisce componenti per veicoli elettrici e ibridi.
Vorrei dedicare una menzione speciale da parte della Commissione al contributo che il Senato Italiano ha dato alla consultazione pubblica sull’economia circolare lanciata nel 2015. Vi ringraziamo per lo sforzo di coinvolgere gli stakeholders italiani nella consultazione pubblica nazionale che proseguirà fino ad aprile. Siamo ansiosi di vedere che cosa porterà la Commissione Fiscale Ambientale di quanto è stato già previsto nel più ampio impegno di rendere “più verde” il semestre europeo. La nostra speranza è quella di consolidare ulteriormente la posizione italiana nei confronti dell’economia circolare. Lasciatemi anche sottolineare l’importanza della nuova legge italiana sulla green economy, il Collegato Ambientale, che è appena entrata in vigore. Questo può essere un modello per altri Paesi Membri. La sinergia tra questa legge e il pacchetto della Commissione dovrebbe essere evidenziato alle pubbliche autorità a livello regionale e locale: se vengono coinvolte nella sua implementazione, si massimizzerebbe l’impatto di entrambe le iniziative. Sappiamo tutti che applicare una legge pone delle sfide, che andranno affrontate dal primo momento con determinazione. Esempi come quello di Contarina a Treviso sono storie di grande successo che mostrano come sia possibile raggiungere grandi risultati in poco tempo. Il compito adesso è quello di farlo su scala nazionale. Secondo le nostre stime, se l’Italia applicasse pienamente la legislazione corrente ed avanzasse verso i target proposti per incrementare riciclo e riduzione dei conferimenti in discarica, si potrebbero creare migliaia di posti di lavoro. Ci sono impieghi a basso, medio ed alto livello di specializzazione, dal riciclo alla selezione fino all’eco-design e all’ingegneria di alto livello.
Onorevoli membri, la gestione dei rifiuti è spesso vista come un problema, come un costo, ma è anche un potenziale che avete nelle vostre mani: non perdete questa opportunità. È necessario che voi allertiate i vostri colleghi nelle autorità regionali e locali affinché lavorino per ottenere “il meglio del meglio” in Italia. Devono trovare soluzioni che possano essere riprodotte, devono investire in infrastrutture a lungo termine e affrontare i problemi laddove si presentino. La Commissione continuerà a tenere uno stretto controllo per assicurarsi che la legge europea venga applicata.
Ho bisogno che voi favoriate gli operatori economici e lavoriate con essi. In questo modo potremo trasformare le opportunità di innovazione europee in realtà. E, ultimo ma non ultimo, ho bisogno che rafforziate l’implementazione della normativa. È vitale guardare agli incentivi economici e fiscali proposti e offerti nel pacchetto per permettere agli operatori economici italiani di restare competitivi e di diventarlo anche di più. Signori e Signore, questo pacchetto è per voi cittadini e per i vostri operatori economici. Spero di avervi saputo dimostrare che la Commissione crede in questo pacchetto, che abbiamo bisogno di ispirarci alla COP 21 e raggiungere una svolta significativa per la nostra economia. E spero di avervi dimostrato che credo nella capacità dell’Italia di recitare un ruolo da protagonista in questa svolta».
 
fonte: http://www.riciclanews.it
 

Rifiuti la UE indica esempi italiani come migliore pratica


Mercoledì 17 febbraio 2016, il Commissario EU all'Ambiente Karmenu Vella, davanti alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, ha menzionato Contarina e Capannori come casi di "best practice" (la migliore pratica!) a livello europeo e come esempi da seguire. Il lato ironico e TRAGICO è che molti Membri del nostro Parlamento, per non parlare del ministro, probabilmente avranno sentito parlare di tali esempi dal Commissario europeo, mentre magari loro non ne sapevano niente, o denigravano tali esperienze al rango di situazioni folcloristiche visto come vanno le cose in Italia, e lo stesso "Sblocca Italia" che vuole costruire altri inceneritori o utilizzare il CSS come combustibile. Ricordo che Capannori per primo e poi Contarina, ma ormai molti altre realtà stanno seguendo la STRATEGIA VERSO RIFIUTI ZERO, sono statee più volte citate ed illustrate anche su questo blog, (http://www.livegubbio.it/2015/05/EPPURE-L-ASSESSORE-C-ERA - http://www.livegubbio.it/2014/09/VERSO-LA-SOCIETA-DEL-RICICLO - http://www.livegubbio.it/2012/08/FATTI-FATTI-FATTI-Capannori-docet http://www.livegubbio.it/2015/09/AVEVAMO-VISTO…-GIUSTO) non solo ma durante la precedente consigliatura Un’Altra Gubbio, organizzò a Capannori un incontro a cui parteciparono i consiglieri Pierotti (Minoranza) e Cappannelli (maggioranza) per incontrare l’assessore all’ambiente e alla partecipazione Alessio Ciacci ed il responsabile di ASCJT la società PUBBLICA che gestisce i servizi ambientali di quel comune. Ora la Comunità Europea attraverso il suo commisario K Vella porta come “MIGLIORE PRATICA” per la problematica dei rifiuti proprio Contarina e Capannori.

fonte: http://www.livegubbio.it

Caso Gesenu: ASM acquisti quote soggette ad interdittiva


Un consorzio di società pubbliche come gestore unico della raccolta e del recupero dei rifiuti in Umbria. Il modello Contarina applicato al nuovo assetto dell’AURI e del gestore unico, come braccio operativo di un nuovo piano regionale Rifiuti Zero per rilanciare l’economia e risolvere definitivamente il problema dei rifiuti. Una regione di 900mila abitanti. Le aziende di proprietà dei comuni ci sono: Gesenu, Vus, Asm, Sogepu, Tsa, Sia, Esa.
Questa la proposta del M5S che può partire da un intervento diretto dell’ASM Terni SpA, società al 100% di proprietà del Comune di Terni, attraverso la rilevazione delle quote private di GESENU oggi soggette ad interdittiva antimafia.
Terni e Perugia insieme per vincere il derby della legalità, della salute e della crisi.
Una umbrian way of life estranea alle logiche di spartizione del territorio nazionale da parte delle multiutility, ad oggi unico sinonimo della discussione sulle macroregioni. L’Umbria si sottrae e guarda alla qualità dei servizi, alla possibilità di abbattere drasticamente le tariffe e sviluppare piattaforme di materie prime seconde a basso costo: rilanciare piccole e medie imprese e l’industria manifatturiera per centinaia di nuovi posti di lavoro.
Oggi se esiste una “EMERGENZA RIFIUTI” in Umbria, di sicuro è l’inerzia degli Enti pubblici che prima dovevano controllare e non l’hanno fatto e che ora lasciano GESENU in preda a possibili appetiti di organizzazioni criminali che hanno fatto del traffico illecito di rifiuti il loro Core Business. Le pressioni fatte e l’ottenimento dell’autorizzazione a mandare avanti il fantasmagorico bioreattore di Borgo Giglione sono l’ennesima prova di come solo un cambio radicale di paradigma possa salvare l’Umbria dall’ampliamento delle discariche, dagli inceneritori e dal CSS nei cementifici. La gestione pubblica non può condurre ad esempi virtuosi se ad essa non si applicano criteri meritocratici di selezione della classe dirigente e strumenti partecipativi che coinvolgano cittadini e lavoratori. Il MoVimento Cinque Stelle è oggi l’unico interlocutore politico credibile per un cambio di passo in questa direzione.
C’è una strana aria. Qualcuno vuole farci credere che quell’odor di mafie nella gestione dei servizi, certificato dalle varie interdittive, sia un fenomeno endogeno agli appalti pubblici, “dove ci sono i rifiuti c’è anche un po’ di mafia”. Questo è il pericolo numero uno per la comunità umbra: sottovalutare i fenomeni di penetrazione criminale, sempre più diffusi e confermati, da ultimo, dalla relazione della Direzione distrettuale antimafia e arrendersi all’idea che la permeabilità alle infiltrazioni mafiose sia una sorta di “normalità” alla quale abituarsi.
I portaVoce del M5S respingeranno con tutta la loro forza ogni tentativo di infiltrazione mafiosa nei loro territori, senza se e senza ma, a prescindere da ogni calcolo di convenienza politica o protagonismo territoriale. E si opporranno anche a qualsiasi tentativo di conquista da parte dei grandi gruppi economici operanti nella gestione dei rifiuti, pronti a conquistarsi senza neppure passare da una gara pubblica una partita da 140 milioni di euro l’anno; tanto vale la gestione dei rifiuti nella nostra regione. Questo è il nuovo corso M5S.

Andrea LiberatiConsigliere regionale M5S Umbria
Cristina RosettiConsigliere comunale M5S Perugia
Thomas De LucaConsigliere comunale M5S Terni
Simone MorettiConsigliere comunale M5S Trevi
Stefania TroianiConsigliere comunale M5S Gualdo Tadino
Gruppo consiliare M5S Gubbio
Andrea TaddeiConsigliere comunale M5S San Giustino
Paola CerchiceConsigliere comunale M5S Spello
Valentina PigliapocoConsigliere comunale M5S Umbertide
Ilaria GabrielliConsigliere comunale M5S Città della Pieve

fonte: http://www.m5sumbria.it

Contarina, valorizzazione delle risorse: 51 assunzioni a tempo indeterminato“

Dipendenti Contarina: 51 assunzioni a tempo indeterminato
Il presidente Franco Zanata: "Queste nuove assunzioni garantiscono stabilità e serenità lavorativa a 51 neoassunti e alle loro famiglie, con un importante ritorno positivo sul nostro territorio"

Dipendenti Contarina: 51 assunzioni a tempo indeterminato

TREVISO Il nuovo anno è iniziato con i migliori auspici per i dipendenti di Contarina. Nel mese di Gennaio, infatti, l’azienda ha implementato un importante piano assunzioni che ha portato alla stabilizzazione, a tempo indeterminato, di 51 persone. Contarina continua ad investire sul capitale umano per garantire maggiore stabilità ai propri dipendenti, sfruttando anche gli incentivi garantiti dall’attuale normativa.Il percorso, già avviato a fine 2015 e condiviso con le Organizzazioni Sindacali, ha coinvolto i contratti in scadenza tra novembre e dicembre ed è stato sviluppato attraverso la pianificazione di sessioni multiple di assunzioni, ponendo così le fondamenta per un nuovo slancio dell’azienda.
“Siamo pronti ad affrontare le sfide e gli sviluppi futuri con l’apporto di queste nuove professionalità – ha dichiarato il Presidente Franco Zanata – Il mercato del lavoro ormai da anni fatica a ripartire, lasciando un gran numero di persone alla continua ricerca di un’occupazione. Queste nuove assunzioni garantiscono stabilità e serenità lavorativa a 51 neoassunti e alle loro famiglie, con un importante ritorno positivo sul nostro territorio”.Grazie al costante sviluppo e incremento dei servizi offerti, Contarina rappresenta oggi un importante polo occupazionale del territorio: quest’anno l’azienda è arrivata a contare ben 686 lavoratori, di cui l’89% residenti in provincia di Treviso. Un vero e proprio motore dell’economia locale.

fonte: http://www.trevisotoday.it/



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Da Capannori parte la rivoluzione del movimento “Rifiuti Zero”

Da un piccolo comune toscano, la strategia di riduzione massima dei rifiuti destinati a discarica o inceneritore si diffonde in tutta Italia. E non solo

Troppe volte l’Italia è considerato un paese poco rispettoso delle regole, soprattutto in tema di ambiente. Non è sempre così, per fortuna: lo dimostra l’esperienza del movimento “Rifiuti Zero”. Ovvero, una strategia di globale ripensamento della raccolta dei rifiuti urbani mirato a ridurre – idealmente – addirittura a zero la quantità di rifiuti che vengono conferiti alla discarica o agli impianti di incenerimento, o come si preferisce dire oggi, di termovalorizzazione, ma che in varia misura danneggiano ambiente e salute. E che punta ad arrivare a un tasso di riciclo e recupero del 100 per cento di quella che può essere definita preziosissima “materia prima seconda”.

L’intuizione di un gruppo di studiosi visionari ma considerati negli anni ’80 utopisti – tra questi c’è l’americano Paul Connett – ha trovato fertilissimo terreno di sviluppo in Italia: largamente per merito di Rossano Ercolini, un insegnante di scuola elementare della cittadina toscana di Capannori, 50mila abitanti in provincia di Lucca.

Ercolini esordì capeggiando la battaglia contro la costruzione di un inceneritore, ma oggi Capannori ha il vanto di essere stato il primo Comune d’Italia ad applicare una serissima raccolta differenziata dell’immondizia. Che ha portato alla riduzione dei volumi di rifiuti gettati (il 35% di quelli prodotti nel 2004), all’eliminazione dei cassonetti, e al raggiungimento di un tasso del 70% di raccolta differenziata.

Ovviamente l’obiettivo “rifiuti zero” è soltanto tendenziale. Quel che conta è l’approccio: comprendere che i rifiuti non sono scarti, ma carta, plastica, vetro, metallo, residui alimentari che possono essere lavorati senza macchine o procedure costose. L’importante è fare una buona separazione iniziale, condotta “porta a porta”, e dividere dal resto l’organico, che può essere tossico per acque e terreni, ma che può diventare compost per l’agricoltura.

L’esempio di Capannori è stato seguito da altri 218 Comuni italiani (sempre di dimensioni medio-piccole, da Alcamo in Sicilia a Carrara in Toscana, da Castelfranco Veneto alla campana Torre Annunziata), per un totale di quasi 4,5 milioni di cittadini. E l’esperienza si sta diffondendo a macchia d’olio nel resto d’Europa, dalla Slovenia alla Francia, passando per Spagna, Gran Bretagna ma anche Romania e Repubblica Ceca. Sono in tutto 350 le città europee zero waste: fra queste spicca la capitale della Slovenia, Lubiana.

E che il sistema zero waste sia una cosa praticabile non solo in una cittadina lo dimostra anche il successo di Contarina Spa, il consorzio pubblico di gestione dei rifiuti che raggruppa 50 Comuni della provincia di Treviso, che serve 570mila abitanti. Dal 2013 Contarina ha aderito alla strategia Rifiuti Zero, e questi sono i risultati: la produzione pro capite di rifiuti è di 360 chili l’anno a testa, contro i 550 della media italiana. La quota di rifiuti non riciclabili è scesa sotto i 65 chili pro capite. La percentuale di raccolta differenziata era all’85% nel 2013, ora anche maggiore. Contarina ricava dalla vendita dei materiali riciclati 3 milioni di euro l’anno, il 9% del bilancio. I cittadini pagano una tariffa “puntuale” con un sistema digitale: più differenziata si fa e meno si paga.

Come spiega Rossano Ercolini, “Rifiuti Zero non parla di rifiuti, ma di un tipo di democrazia diversa, che mette in mano ai cittadini la responsabilità. Il segreto per il successo è stato creare un modello che fosse facilmente replicabile e adattabile a seconda delle esigenze territoriali. Ognuno apporta qualcosa di originale, le diverse peculiarità territoriali portano ad adottare novità che vengono poi adottate anche dai comuni pionieri.

fonte: www.lastampa.it