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Reu: I rifiuti non si buttano - che fine fanno i nostri rifiuti? incontro con Rossano Ercolini - Giovedi 18 marzo 2021 - ore 21.00
Siete proprio sicure/i di sapere tutto riguardo ai nostri rifiuti? Mettetevi ancora alla prova! Questa volta vi aspettiamo giovedì 18 marzo 2021 alle 21 per parlarne con Rossano Ercolini, fondatore del movimento Rifiuti zero nonché vincitore del Goldman Environmental Prize e autore del libro "Il Bivio”. Potrete rispondere ad un simpatico quiz ed avrete la possibilità di chiarire ed approfondire alcuni concetti riguardanti questo tema così complesso ed al tempo stesso importante. Ogni giorno produciamo rifiuti ed è bene avere la consapevolezza di come vanno smaltiti, l'impatto che questi hanno e la possibilità di ridurre la loro quantità. L'evento verrà trasmesso in diretta dalla pagina Facebook di UdU Eco-solidal, quindi vi aspettiamo lì! L'organizzazione è a cura del gruppo di lavoro dedicato della Rete Ecologista Umbra, con la speciale conduzione a cura del Gruppo Locale Greenpeace Perugia e UdU Eco-solidal con l'importante collaborazione di Zero Waste Umbria. Non mancate!
Gruppo Locale Greenpeace Perugia e UdU Eco-solidal con l'importante collaborazione di Zero Waste Umbria.
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#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897. Grazie!
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Rossano Ercolini: “Occorre uscire dal sacco nero della spazzatura! Come?”
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ReteEcologistaUmbra: I Rifiuti non si buttano - incontro con Rossano Ercolini - Giovedi 14 gennaio 2021 - ore 21
Mettetevi ancora alla prova! Questa volta vi aspettiamo giovedì 14 gennaio 2021 alle 21 per parlarne con Rossano Ercolini, fondatore del movimento Rifiuti zero nonché vincitore del Goldman Environmental Prize e autore del libro "Il Bivio”.
Potrete rispondere ad un simpatico quiz ed avrete la possibilità di chiarire ed approfondire alcuni concetti riguardanti questo tema così complesso ed al tempo stesso importante. Ogni giorno produciamo rifiuti ed è bene avere la consapevolezza di come vanno smaltiti, l'impatto che questi hanno e la possibilità di ridurre la loro quantità.
L'evento verrà trasmesso in diretta dalla pagina Facebook di UdU Eco-solidal, quindi vi aspettiamo lì! L'organizzazione è a cura del gruppo di lavoro dedicato della Rete Ecologista Umbra, con la speciale conduzione a cura del Gruppo Locale Greenpeace Perugia e UdU Eco-solidal con l'importante collaborazione di Zero Waste Umbria.
Non mancate!
Rete Ecologista Umbra
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VersoRifiutiZero in Toscana: appello movimentazione regionale no inceneritori e discariche
fonte: https://www.rete-ambientalista.it/
RIFIUTI ZERO, il nuovo libro scritto da Rossano Ercolini ed. Baldini + Castoldi
I dieci passi per la rivoluzione ecologica dal premio Nobel per l’ambiente
Euro 17 – pag. 224
Euro 17 – pag. 224
Rossano Ercolini, vincitore del prestigioso Goldman Enviromental Prize, spiega come una rivoluzione ecologica sia possibile e a portata di tutti, in dieci semplici passi.
Un manuale semplice e diretto, per chi vuole provare a vivere a “Rifiuti Zero”.
Tutti noi abbiamo un’idea sbagliata dei rifiuti in Italia. Se pensiamo alle immagini dei cassonetti incendiati, degli scioperi dei netturbini che lasciano le strade sommerse di sacchi, se pensiamo alla tragedia della Terra dei fuochi e delle discariche fuori legge sparse in tutto il Paese dovremmo disperarci. Ma in realtà noi italiani siamo migliori di quello che crediamo… e ci raccontiamo. Lo dimostra la realtà di Rifiuti Zero, movimento civico e filosofia di vita che nasce da una realtà internazionale ma di cui Rossano Ercolini è il principale artefice in Italia. Grazie a uno sforzo «dal basso»di molte associazioni, il nostro Paese ha raggiunto un livello di raccolta differenziata superiore a quella di Inghilterra, Francia, e persino Danimarca e Olanda. Quindi si può vivere senza mandare tonnellate di rifiuti in inceneritori o in discarica, azzerando l’inquinamento che da essi deriva e non immettendo microplastiche nei mari? La risposta è sì, e questo libro ci indica un modello in dieci passi: dalla corretta raccolta differenziata porta a porta, al compostaggio che trasforma in fertilizzante il nostro umido, dal riciclo dei materiali al dare una seconda vita a molti nostri oggetti ed elettrodomestici, da una bolletta che premi con incentivi i cittadini virtuosi a una accorta politica degli imballaggi che li riduca all’origine o li renda compostabili.
Questa rivoluzione silenziosa è già in atto. Va verso un nuovo mondo pulito, e dipende da una nuova collaborazione responsabile e lungimirante fra cittadini, istituzioni e produttori. Perché mai come nel caso dei rifiuti, si può dire che il futuro del mondo è nelle nostre mani.
Biografia: Rossano Ercolini, toscano, maestro elementare, è ideatore e responsabile del progetto «Passi concreti verso Rifiuti Zero». Si occupa attivamente di gestione dei rifiuti da 34 anni, in particolare il suo impegno è andato alla divulgazione dei rischi ambientali derivanti dagli inceneritori e a promuovere lo stile di vita a spreco zero. Per queste sue battaglie ha ricevuto nel 2013 il prestigioso Goldman Environmental Prize, il Nobel alternativo per l’ambiente, è stato ospite del presidente Obama e ha conquistato fama mondiale. Attualmente è presidente del Centro di Ricerca Rifiuti Zero e dell’associazione Zero Waste Europe. Presiede anche l’associazione Diritto al Futuro, ed è tra i principali fondatori della Rete Nazionale Rifiuti Zero. Oltre a numerosi articoli sull’argomento, ha pubblicato nel 2014 per Garzanti Non bruciamo il futuro.
fonte: http://www.zerowasteitaly.org
Ringraziamenti!
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Gaudats, la “junk band” che fa suonare i rifiuti
L’idea di costruire e far suonare chitarre, tubofoni , sassofoni e batterie da materiali “spazzatura” (junk, in inglese) destinati ai rifiuti è di Daniele Guidotti da Capannori, in provincia di Lucca. Il paese dove fonda la Gaudats Junk Band ovvero nove componenti che riescono a mettere insieme note e fare musica dagli scarti. Fondamentale l’incontro con Rossano Ercolini, vincitore del Goldman Environmentale Prize – il “Premio Nobel dell’Ambiente” – che sposa subito la loro causa. Il collettivo di musicisti, tra l’altro, è a “chilometro zero”: si tratta infatti di amici che abitano tutti a Capinnori e dintorni, dove la cultura del trattamento ecologico dei rifiuti è molto avanzata…
D) Daniele, ormai da anni vi chiamano a fare concerti in tutta Italia e riscuotete sempre un ottimo successo. Da dove e come siete partiti in questa insolita avventura ambiental-musicale?
R) Io sono musicista, artigiano e appassionato dell’ambiente: è stato semplice unire le tre linee. Ma soprattutto abito a Capannori, dove da 12 anni vengono adottate politiche sul riciclo piuttosto spinte e il seme ha trovato terreno fertile nel mio cervello… E’ stato facile avere l’idea, la traduzione concreta non è poi però così semplice. Bisogna ottenere la musica dagli scarti. Non sono un lituaio, quindi ho studiato perché mi piaceva la sfida. All’inizio sono stati vari i tentativi e pure i fallimenti. Devo dire grazie agli amici musicisti che mi hanno aiutato in questo sogno folle: avere una band corposa, con ben nove elementi!
D) La musica è una passione, ma nella vita professionale sappiamo che fai anche altro. Sempre comunque legato agli “scarti”, al riuso, al recupero…
R) Sì, sono direttore del “Centro del Riuso” di Capinnori. E’ uno di quei posti dove i cittadini danno una seconda vita agli oggetti. Recuperiamo tutto: dai mobili agli elettrodomestici, ma è un’attività che ci da la possibilità di “recuperare” non solo oggetti ma pure persone… Ci sono volontari, ma abbiamo fatto anche sei assunzioni: persone spesso ai margini: per esempio se a 50 anni hai perso il lavoro è molto difficile trovare occupazione. Oltre a curare questo aspetto insegniamo dei mestieri attraverso laboratori pratici.
D) E’vero che Capannori ha come obiettivo “rifiuti zero”?
R) Nel Centro di Ricerca sui rifiuti zero, si cercano soluzioni alternative perché gli oggetti non diventino rifiuti. Obiettivo rifiuti zero è forse un’utopia, ma la strada è quella che conta. A Capannori la raccolta differenziata è molto spinta, si arriva già al 90%. Noi lavoriamo su quel 10% che resta. Per esempio se rileviamo un packaging “sbagliato” scriviamo una lettera all’azienda produttrice…
D) Sei quindi riuscito ad unire tutte le tue passioni e l’impegno sociale. Trovare però altri otto appassionati e convincerli della bontà della proposta non dev’essere stato facile…
R) Li ho contaminati… diciamo che ha pesato la stessa influenza territoriale e culturale perché abitiamo nello stesso luogo. Con la musica è possibile veicolare un grande messaggio: il tema del riuso, del riciclo, della lotta allo spreco prende più forza. Siamo educativi. Ci chiamano le scuole, siamo parte dell’educazione al riuso.
D) E come si declina, in concreto, la vostra pedagogia del riuso?
R) Agli studenti faccio proprio costruire degli strumenti, è un fare gioioso. Ed è più facile conservare l’attenzione rispetto al dare delle nozioni. La musica è sempre interessante.
D) Eppure mi dicono che tu non hai avuto un buon rapporto con il mondo delle sette note…
R) Io odiavo la musica a scuola, era troppo seriosa all’epoca. Non è un caso che ci sono poche persone che suonano uno strumento. Quando chiedo, negli incontri, quanti sanno suonare su 200 alzano la mano in cinque o sei!
D) Ma suonare i vostri strumenti è più difficile di un “normale” strumento musicale?
R) Ammetto che è difficile farli suonare. Abbiamo uno strumento fatto con uno scolapasta, un altro con una cassetta di vino. Partiamo dal minimo per dare il massimo. La musica comunque “prende”. Tra l’altro applichiamo la nostra filosofia del risparmio anche ad altri aspetti. Per esempio abbiamo prodotto un “disco” casalingo: la copertina è fatta con cartoncino riciclato e scritta a mano.
D) A Soliera, nel modenese, recentemente avete suonato su un palco illuminato dalle bici. E’ una costante delle vostre esibizioni?
R) Quella è stata la prima volta, ci abbiamo provato spesso ma non si sono mai create le condizioni giuste. A Soliera ci siamo riusciti. E’ stato molto bello, le persone che hanno pedalato non hanno mai smesso, lo hanno fatto per 1 ora e mezza, alimentando il palco. Una cosa diversa dal solito…fonte: http://esper.it
Ripartire da Zero… Waste!
Rossano Ercolini, vincitore del Goldman Environmental Prize 2013, è presidente di Zero Waste Italy, Zero Waste Europe e coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori. Grazie a lui, agli attivisti e alle istituzioni sensibili a problemi di portata mondiale – come i rifiuti e l’inquinamento – oggi sono 274 i Comuni Zero Waste in Italia, per un totale di 6.116.385 abitanti. Il 4 luglio 2018 è stato nostro ospite presso lo Spazio Eventi del Naked Shop di via Torino a Milano, per condividere la sua esperienza, ispirare il cambiamento e spiegarci nel concreto cosa può fare ognuno di noi per garantire al nostro pianeta un futuro migliore.
Fra i tanti concetti espressi – anche in alcuni interventi su YouTube – hai detto due parole che mi hanno colpito: insegnare e formare. Ti definisci «maestro di giorno e attivista di notte», quindi tutta la tua attività è una grande opera di insegnamento e formazione, giusto?
«Maestro e attivista» sono due facce della stessa medaglia, sempre di educazione stiamo parlando. I saperi variano sempre e a seconda dei contesti e le persone di fronte a te hanno aspettative che indirizzano quello che vuoi dire. Quando si fa un lavoro come il mio, una delle sfide è quella di essere sensibili. E nel momento in cui accetti la sfida, a mio avviso, sei già nella giusta direzione.
Come fa un Comune a diventare Zero Waste?
Esiste una procedura che spiego con una metafora: quella dell’adozione da parte di un’azienda agricola del biologico. Così come un agricoltore che vuole aderire al biologico deve rispettare un disciplinare e viene controllato da un soggetto collettivo responsabile, lo stesso avviene per lo Zero Waste: il Comune approva la delibera riassunta in un cronoprogramma e il nostro compito è proprio quello di controllare che rispetti determinati requisiti. Proprio ieri l’assessora del Comune di Muggia (Trieste) mi chiedeva cosa si dovesse fare. Le ho spiegato brevemente l’iter: prima la delibera viene approvata a livello di Giunta, ma poi l’atto deve essere portato in Consiglio. Vuoi sapere il motivo? Perché in Consiglio la delibera rimane cogente anche quando decade l’amministrazione. L’approvazione della delibera, in linea di massima, prescrive raggiungimenti di standard europei con certificazioni ad hoc. Ritengo che sia necessario iniziare ad adottare le buone pratiche da ieri, domani potrebbe essere troppo tardi. Gli attivisti Zero Waste infatti dicono sempre «forse non arriveremo mai allo zero, ma ci dobbiamo arrivare maledettamente vicino». Questo concetto è molto simile a quello del limite in matematica. Zero Waste si basa su un processo bottom-up: è la comunità che fa la differenza e la differenziata.
Sono previsti ‘premi’ per i Comuni più virtuosi?
Sì, un altro passaggio chiave è l’applicazione della tariffazione puntuale: si paga in base a quanto si butta via. Con l’applicazione della tariffazione puntuale, un ristorante - per esempio - è agevolato a fare la differenziata perché, risparmiando, può poi investire nel proprio business, e si innesca così un circolo virtuoso. Le attività arriverebbero a risparmiare all’incirca 3.000 € all’anno. Nella delibera prescrittiva la tariffazione puntuale è prevista, con un lasso di tempo che prevede sempre un determinato periodo di flessibilità. Se un Comune in un tempo prestabilito non l’ha fatto, riceve il “cartellino giallo”; se non fa nulla, riceve il “cartellino rosso” - ultimo richiamo! - e poi l’espulsione.
Riuscite a controllare tutti e 274 i Comuni?
Noi siamo una no profit con un piccolo staff ma molto efficiente: non riusciamo a controllare puntualmente i 274 Comuni, ovviamente. Nonostante questo facciamo un grande lavoro: abbiamo rapporti con le reti associative bottom up (i nostri fedelissimi, quelli che di solito hanno chiesto al loro sindaco di approvare la delibera). Noi di Zero Waste, consci delle problematiche ingenti in cui versano molte amministrazioni, tendiamo sempre a dare una seconda possibilità ai Comuni, siamo buoni insomma... Per fortuna i Comuni che vogliono diventare Zero Waste, vogliono anche essere controllati: il Comune non può essere controllore e controllato, non avrebbe senso. All’interno della delibera è prescrittiva l’istituzione di un osservatorio, che deve dire al sindaco cosa non funziona per migliorarsi giorno dopo giorno sempre più.
E se viene eletto un nuovo sindaco – magari di un partito politico differente – che succede?
Succede anche di frequente… La criticità è nel rinnovo. nella nostra ottica non cambia molto dal Centrodestra al Centrosinistra perché non è mai esistito un Comune che si vantasse di essere uscito dalla Rete Rifiuti Zero. Certo, nella fase iniziale, li controlliamo di più per vedere come si muovono. Il sistema non è perfetto ma già inizia a dare buoni risultati. Siamo in una «crisi di crescita»: molti Comuni hanno scoperto che Rifiuti Zero è figo, è fashion, non è da sfigati!
Com’è stata la tua esperienza in America? Sei stato il primo italiano a vincere il Global Environmental Prize…
L’individualità declinata in modo positivo porta a realtà come Rifiuti Zero! Noi italiani abbiamo una grande passione, e abbiamo acquisito una volta tanto la performatività di stampo più anglosassone: questo ci ha consentito di diventare leader nel settore Rifiuti Zero. Creiamo start up, sappiamo dar vita a un’impresa a partire da un’idea. Al di là dei nostri meriti abbiamo un alone, un fascino. L’italiano, quando ci mette il cuore, è vissuto come creativo.
Fate qualcosa per premiare le imprese più virtuose?Sì, attribuiamo un premio biennale. Una volta facemmo partire un ragazzo in bicicletta proprio da Milano e arrivò fino a Sorrento consegnando alcune nomination alle imprese più virtuose, che vennero poi a Capannori a ritirare al premio. Siamo arrivati alla terza edizione. Lush è un’impresa virtuosa e colorata, davvero eccezionale!
Nel tuo libro, Non bruciamo il futuro (ed. Garzanti, 2014), parli anche di quegli oggetti che alcune aziende producono, e che non si possono riciclare, definendoli giustamente «errori di progettazione». Come scrivi tu stesso: «Per i prodotti alimentari in particolare il modello di imballaggio dovrebbe essere il cono gelato, l’imballaggio più geniale che ci sia». Qual è - fra gli «errori» - il più assurdo, divertente o ridicolo che hai incontrato?
Di fondo il più grande errore è la plastica usa e getta: c’è l’estrazione delle risorse, la fase della progettazione, la fase del consumo, dell’uso (solo pochissimi minuti!) e infine la fase dello smaltimento… quanto tempo si perde per qualcosa che ci resta sullo stomaco. I mari di plastica sono la prova dell’assurdità dell’uso smodato che le persone fanno di plastica. Il polipropilene è stata una grandissima invenzione di Giulio Natta e Karl Ziegler, tuttavia assieme all’alluminio è il materiale più sciocco che il genere umano abbia creato. Nonostante la plastica sia formalmente riciclabile, il gioco vale la candela? Anche i cotton fioc non biodegradabili sono un prodotto sciocco (per fortuna diventeranno illegali a partire dal 2020!). Pensiamo poi a quanta plastica avvolge i cibi che mettiamo sulle nostre tavole ogni giorno. Rifiuti Zero scrive alle aziende che a nostro avviso producono oggetti con errori di progettazione per avviare un dialogo: perché produrre imballaggi che vanno solo a inquinare o che finiranno negli inceneritori? Di recente, assieme a molti esperti, abbiamo studiato una confezione di patatine molto conosciute: per produrre 40 g di prodotto, si producono 40 g di scarto.. non è forse questo un agire stolto?
Voi proponete un «obiettivo idealistico in un tempo realistico»: visto il trend, che tempistiche vi siete dati perché quasi tutti i Comuni italiani siano rifiuti Zero?
Tanti indicatori ci dicono che potrebbe essere troppo tardi per iniziare a ragionare nell’ottica Rifiuti Zero. Tuttavia non bisogna essere né catastrofisti né ottimisti, bisogna essere positivi: dobbiamo avere la consapevolezza del problema, ma è anche opportuno sapere che ci sono varie soluzioni. Siamo molto soddisfatti dei risultati impensabili raggiunti: erano 25 Comuni nel 2010, 114 nel 2013, oggi siamo a 274, quindi…
Qual è il prossimo sogno che vorreste diventasse realtà?
Uno dei sogni che abbiamo ovviamente riguarda Roma, la capitale (del resto, con altre realtà più piccole - tipo Modena o Lucca - il ‘gioco’ sarebbe molto più facile)! Questo accelererebbe senz’altro l’adesione al movimento Zero Waste. L’Italia è il sesto Paese al mondo per il tasso di riciclo. Tutti i grandi cambiamenti sono avvenuti bottom up, dal basso, e sono i movimenti come il nostro, pieni di passione e forza propulsiva, ad aver gettato le basi per i grandi cambiamenti.
fonte: https://it.lush.com
QUANDO RIFIUTI ZERO E’… ARTE.
E’ stato commovente (8 giugno ed ultimo giorno di scuola) vedere insieme ai bambini della mia ormai ex quinta A di Marlia (ora andranno alle scuole medie)
in anteprima il documentario della trasmissione ARTE Regards con il titolo “Zéro déchet : tous pour une ville propre” “Rifiuti Zero : tutto per una città’ Pulita”.
Ho “vissuto” insieme ai ragazzi questa visione proprio mentre loro stessi erano protagonisti(una parte del filmato è proprio dedicato al mio lavoro di maestro elementare).
Sono orgoglioso di essere riuscito in qualche modo a coinvolgere i bambini e a promuovere il mio comune di Capannori su quella che è definita la tv “culturale” più importante d’Europa.Ovviamente nel documentario si parla anche di altre storie come quella della città di Kiel e di Amburgo. Ma non voglio togliervi il gusto della visione
(eh si’ potete solo vedere perchè il video è in francese o in tedesco).
qui link video Tv ARTE: “Zéro déchet : tous pour une ville propre” “Rifiuti Zero : tutto per una città’ Pulita”
qui link video Tv ZDF: “Null Müll – Schluss mit dem Abfallwahnsinn” “Rifiuti Zero – Basta con la Follia dei Rifiuti” .
Buona Visione Rossano
fonte: http://www.zerowasteitaly.org
PRIMAVERA RIFIUTI ZERO 2018: TUTTI GLI APPUNTAMENTI NAZIONALI E NON SOLO
PRIMAVERA RIFIUTI ZERO 2018: TUTTI GLI APPUNTAMENTI NAZIONALI E NON SOLO
CON PAUL CONNETT, ROSSANO ERCOLINI E CON LA PARTECIPAZIONE DI ENZO FAVOINO.
IL TUTTO IN STRETTA COLLABORAZIONE CON COMUNI, ASSOCIAZIONI, GRUPPI E COMITATI TERRITORIALI.
Il 19 maggio, Rossano Ercolini sarà a Terni nella vertenza contro l’inceneritore che brucia lo scarto di pulper delle cartiere; verrà a presentare il Progetto Ecopulplast;
26-27 maggio ancora Rossano Ercolini sarà ad Este (PD) per partecipare ad una manifestazione organizzata dal comune mentre nel giorno successivo incontrerà le scuole;
30 maggio Paul Cobnnett e Rossano Ercolini saranno a Mantova a sostenere anche con proposte alternative la lotta delle associazioni contro l’inceneritore di una cartiera;
1 giugno, Paul Connett, Rossano Ercolini, Enzo Favoino saranno a Carmignano, comune Rifiuti Zero della provincia di Prato che ospita tra l’altro un biodistretto che su invito del sindaco Edoardo Prestanti unitamente ai GAS della zona (Gruppo di Acquisto Solidale) affronteranno tematiche di assoluta attualità anche politica ed amministrativa riguardanti le prospettive regionali toscane del progetto Rifiuti Zero alla luce delle dichiarazione del presidente Rossi contrarie all’inceneritore di Case Passerini e favorevoli ad una nuova ed aggiornata pianificazione regionale in materia;
4 Giugno c/o il Centro Ricerca Rifiuti Zero incontreremo i ragazzi di una scuola superiori di Teramo.
Tra il 2 giugno ed il 5 giugno sono previsti incontri di Paul Connett a Genova, nell’Oltre Po pavese ed un incontro presso il Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori per fare il punto sui risultati della Campagna della Doppia Sporca Dozzina dei prodotti non riciclabili;
il 7-8 giugno Paul Connett sarà in Puglia per una “raffica” di incontri compresi tra Foggia e Grottaglie;
il 10 giugno Rossano Ercolini sarà a VINCI (FI) nell’ambito di una mostra ecobio che prevede una rassegna di buone pratiche;
il 12 giugno Rossano Ercolini sarà ospite in una trasmissione della Tv “Riciclativvù”;
il 15 giugno Rossano Ercolini sarà a Roubaix al Festival “Zero Dechet” invitato a parlare delle esperienze di Capannori ed italiane;
il 23 giugno Rossano Ercolini sarà in Puglia per alcuni incontri territoriale ancora da definire nel dettaglio.
Il presente programma potrà subire variazioni di date e quindi sarà costantemente aggiornato con comunicazioni di dettaglio.
p. l’organizzazione ROSSANO ERCOLINI
fonte:http://www.zerowasteitaly.org
Come ti riciclo il Pulper! Terni, 19 maggio 2018 - ore 17
Presentazione del progetto ECOPULPLAST, progetto di riciclo del
PULPER di cartiera, quel rifiuto industriale che alimenta i due
inceneritori ternani, ACEA e Ternibiomassa. Il pulper è il residuo dello
spappolamento della carta proveniente da raccolta differenziata e
utilizzata per fare nuova carta riciclata. Si compone sostanzialmente di
un 60-70% di plastiche miste e il restante di cellulosa. In Italia il
pulper viene bruciato in diversi inceneritori tra cui i due terneni; tra
l'altro prorpio i proprietari dei due inceneritori ternani risultano
indagati per smaltimento illecito di rifiuti in un processo che vede
coinvolte alcune grandi cartiere di Lucca, impianti di smaltimento e
società di trasporto da cui sono emerse forti contiguità con i Casalesi.
Il progetto nasce dal Centro Ricerca Rifiuti Zero e Zero Waste
Europe, coordinato da ROSSANO ERCOLINI, che sarà con noi il 19. Il
centro ricerca è l'esperienza che ha fatto nascere il modello più
importante di gestione dei rifiuti in Italia, nel comune di Capannori
ormai più di dieci anni fa.
Qui il sito del progetto : http://www.life-ecopulplast.eu/
E' importante il convegno perchè verrà presentata una cosa
fondamentale: se si punta al riciclo,facendo ricerca e sperimentazione
di alternative a discariche/inceneritori, si fa davvero innovazione e
sostenibilità, e soprattutto si scopre che è possibile. In molti
infatti, più strettamente legati a interessi particolari o spesso anche
per semplice ignoranza, dicono che non ci sono alternative a
incenerimento e discarica.
Il convegno sarà anche l'occasione per aggiornarci sulle vertenze NO INC prossime venture.
SABATO 19 MAGGIO, ORE 17 PRESSO LA SALA DELL'OROLOGIO AL CAOS, VIALE CAMPOFREGOSO 95
Comitato No Inc Terni
CASO STUDIO SUGLI IMBALLAGGI COMPOSITI POLIACCOPPIATI
Questo caso studio fa seguito al lancio della
CAMPAGNA NAZIONALE
CONTRO I PRODOTTI DELLA DOPPIA SPORCA DOZZINA
e riguarda in particolare il pianeta semisconosciuto degli imballaggi poliaccoppiati o poli materiali.
C’è da dire che la confusione regna a livello merceologico ma anche a livello normativo o di regolamentazione dove collocare tali materiali.
Su questo aspetto che riguarda imballaggi che a livello empirico abbiamo riscontrato nel “sacco grigio” dei RUR (Rifiuti Urbani Residui) di Capannori ci riferiamo ad imballaggi del Mulino Bianco (Barilla), della pasta Rummo, dei tortellini Rana, del Riso Carnaroli (senza specificazione di marche), di cibo per Pet, tetrapack per latte, succhi di frutta e fagioli, per confezionamenti di pastiglie e polveri solubili acquistate in farmacia.
Abbiamo preso atto di una comunicazione congiunta di COREPLA (Consorzio delle plastiche) e di COMIECO(Consorzio della carta) che chiariscono (fino ad un certo punto in materia).
Per esempio mentre sembra “tenere” l’azione di Barilla che sui biscotti afferma di aver svolto un test di riciclabilità per cui l’imballaggio è certificato essere costituito da prevalenza di materiali cellulosici (carta- C/PAP 80-84) niente dice cosa fare con la parte mista alluminio e polipropilene (un tipo di plastica). In analogia con il tetrapack, costituito top al 72% di fibre cellulosica che (lunghe e quindi di buon pregio per produrre anche carta tissue) si dovrebbe aggiungere da parte di Barilla che se è vero (ed è vero) che la parte cellulosica del suo imballaggio è riciclabile altrettanto non lo è la parte plastica e di alluminio a meno che non si chiarisca che debba andare in impianti analoghi a quelli che riciclano il tetrapack (ne abbiamo uno presso la cartiera Lucart di Borgo a Mozzano in provincia di Lucca che produce fazzolettini e carta igienica marroncina dalla parte cellulosica del tetrapack e manufatti in “ecoallene” quali camminamenti per diversamente abili e/o pallets dalla parte costituita da polietilene ed allumini). Ma questo approccio contraddittorio di Barilla risulta oggettivamente meritorio (almeno la carta si può davvero recuperare mentre la plastica e l’alluminio vanno ad ingrossare i flussi di “scarto di pulper” in cartiera classificato come scarto speciale che solo adesso con il Progetto ECOPULPLAST si sta dimostrando RICICLABILE)
ALTRI IMPORTANTI MARCHI NON FANNO COSI’.
“TORTELLINI RANA” sulla sua confezione afferma di usare meno plastica (mischiando carta e plastica nell’imballaggio) ma non avendo sottoposto tale packaging aa test di riciclo (normato) prevede (come confermano COREPLA E COMIECO) di conferire il sacchettino nell’indifferenziato…a carico dei consumatori (alla faccia della Responsabilità Estesa dei Produttori).
Lo stesso dicasi per la PASTA RUMMO, per alcune tipologie di RISO CARNAROLI e per i BRIGIDINI DI LAMPORECCHIO (dolci tipici toscani).
Per quanto riguarda gli altri imballaggi poliaccoppiati (C/LDPE in plastica polietilene contrassegnati C/90 che si riconoscono empiricamente perchè “stanno in piedi” vedi il cibo per molti prodotti PET) e o per quelli in prevalenza alluminio (C 82-84-90 che si riconoscono perchè si flettono rimanendo piegati) appare chiaro che si possono collocare nelle rispettive raccolte differenziate che spesso sono congiunte (multimateriale leggero). Quello che non è chiaro è la loro componente merceologica e quello che spesso appare verosimile è che in ultimo finiscano a recupero di energia (incenerimento).
Per cui, in linea con il seguente caso studio e con la Campagna Contro la DOPPIA SPORCA DOZZINA-C’E POSTA PER TE invieremo lettere specifiche alle marche menzionate relative ai prodotti citati e studiati.
Va da sè che seppure con il rilievo critico menzionato dobbiamo riconoscere a BARILLA un passo in avanti che spero possa permetterci di avanzare passi ulteriori nella comune possibilità di avviare a riciclo di materia la totalità degli imballaggi costituiti prevalentemente in carta.
Per il Centro Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori
Rossano Ercolini,
vincitore Goldman Prize 2013
Presidente di Zero Waste Italy e Zero Waste Europe
#RifiutiZero #ladoppiasporcadozzina #Imballaggi#Poliaccoppiati
CAMPAGNA NAZIONALE
CONTRO I PRODOTTI DELLA DOPPIA SPORCA DOZZINA
e riguarda in particolare il pianeta semisconosciuto degli imballaggi poliaccoppiati o poli materiali.
C’è da dire che la confusione regna a livello merceologico ma anche a livello normativo o di regolamentazione dove collocare tali materiali.
Su questo aspetto che riguarda imballaggi che a livello empirico abbiamo riscontrato nel “sacco grigio” dei RUR (Rifiuti Urbani Residui) di Capannori ci riferiamo ad imballaggi del Mulino Bianco (Barilla), della pasta Rummo, dei tortellini Rana, del Riso Carnaroli (senza specificazione di marche), di cibo per Pet, tetrapack per latte, succhi di frutta e fagioli, per confezionamenti di pastiglie e polveri solubili acquistate in farmacia.
Abbiamo preso atto di una comunicazione congiunta di COREPLA (Consorzio delle plastiche) e di COMIECO(Consorzio della carta) che chiariscono (fino ad un certo punto in materia).
Per esempio mentre sembra “tenere” l’azione di Barilla che sui biscotti afferma di aver svolto un test di riciclabilità per cui l’imballaggio è certificato essere costituito da prevalenza di materiali cellulosici (carta- C/PAP 80-84) niente dice cosa fare con la parte mista alluminio e polipropilene (un tipo di plastica). In analogia con il tetrapack, costituito top al 72% di fibre cellulosica che (lunghe e quindi di buon pregio per produrre anche carta tissue) si dovrebbe aggiungere da parte di Barilla che se è vero (ed è vero) che la parte cellulosica del suo imballaggio è riciclabile altrettanto non lo è la parte plastica e di alluminio a meno che non si chiarisca che debba andare in impianti analoghi a quelli che riciclano il tetrapack (ne abbiamo uno presso la cartiera Lucart di Borgo a Mozzano in provincia di Lucca che produce fazzolettini e carta igienica marroncina dalla parte cellulosica del tetrapack e manufatti in “ecoallene” quali camminamenti per diversamente abili e/o pallets dalla parte costituita da polietilene ed allumini). Ma questo approccio contraddittorio di Barilla risulta oggettivamente meritorio (almeno la carta si può davvero recuperare mentre la plastica e l’alluminio vanno ad ingrossare i flussi di “scarto di pulper” in cartiera classificato come scarto speciale che solo adesso con il Progetto ECOPULPLAST si sta dimostrando RICICLABILE)
ALTRI IMPORTANTI MARCHI NON FANNO COSI’.
“TORTELLINI RANA” sulla sua confezione afferma di usare meno plastica (mischiando carta e plastica nell’imballaggio) ma non avendo sottoposto tale packaging aa test di riciclo (normato) prevede (come confermano COREPLA E COMIECO) di conferire il sacchettino nell’indifferenziato…a carico dei consumatori (alla faccia della Responsabilità Estesa dei Produttori).
Lo stesso dicasi per la PASTA RUMMO, per alcune tipologie di RISO CARNAROLI e per i BRIGIDINI DI LAMPORECCHIO (dolci tipici toscani).
Per quanto riguarda gli altri imballaggi poliaccoppiati (C/LDPE in plastica polietilene contrassegnati C/90 che si riconoscono empiricamente perchè “stanno in piedi” vedi il cibo per molti prodotti PET) e o per quelli in prevalenza alluminio (C 82-84-90 che si riconoscono perchè si flettono rimanendo piegati) appare chiaro che si possono collocare nelle rispettive raccolte differenziate che spesso sono congiunte (multimateriale leggero). Quello che non è chiaro è la loro componente merceologica e quello che spesso appare verosimile è che in ultimo finiscano a recupero di energia (incenerimento).
Per cui, in linea con il seguente caso studio e con la Campagna Contro la DOPPIA SPORCA DOZZINA-C’E POSTA PER TE invieremo lettere specifiche alle marche menzionate relative ai prodotti citati e studiati.
Va da sè che seppure con il rilievo critico menzionato dobbiamo riconoscere a BARILLA un passo in avanti che spero possa permetterci di avanzare passi ulteriori nella comune possibilità di avviare a riciclo di materia la totalità degli imballaggi costituiti prevalentemente in carta.
Per il Centro Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori
Rossano Ercolini,
vincitore Goldman Prize 2013
Presidente di Zero Waste Italy e Zero Waste Europe
#RifiutiZero #ladoppiasporcadozzina #Imballaggi#Poliaccoppiati
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