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Alea Ambiente: dopo un mese di avvio tocca 80% raccolta differenziata

Paolo Contò: Dopo tanta fatica arrivano i risultati! Alea Ambiente dopo un mese di avvio tocca 80% raccolta differenziata e riduce di 50k tonn anno a incenerimento


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Forli Rifiuti, Alea dà i dati del primo mese: "Secco calato più della metà"

Rifiuti, Alea dà i dati del primo mese: "Secco calato più della metà"
Diminuzione del rifiuto secco e aumento della raccolta differenziata. E' il trend che viene individuato da Alea a un mese dall’avvio del sistema porta a porta con tariffa puntuale













Rifiuti, Alea dà i dati del primo mese: "Secco calato più della metà"
Diminuzione del rifiuto secco e aumento della raccolta differenziata. E' il trend che viene individuato da Alea a un mese dall’avvio del sistema porta a porta con tariffa puntuale. Secondo Alea, si sarebbe verificato un alo significativo del secco residuo rispetto alla media dei primi 8 mesi, - 55% (in termini assoluti 270 tonnellate in meno in un mese). I Comuni partiti il 3 settembre sono Castrocaro Terme e Terra del Sole, Modigliana, Dovadola, Rocca San Casciano, Tredozio, Portico e San Benedetto e sono oltre 8mila le utenze interessate in questo primo mese dalla nuova raccolta differenziata.
“L’andamento positivo, rispetto la media dei primi otto mesi, si registra anche nelle altre frazioni: la raccolta degli imballaggi leggeri cresce del +22%; il vetro registra un +5%. Da segnalare anche l’aumento medio di conferimenti presso gli Ecocentri rispetto ai primi 8 mesi, pari a +32%, e una proporzionale crescita di aumento di utenti che hanno conferito (+40%). Aumenta sensibilmente, inoltre, la percentuale di umido rispetto alla media dei primi 8 mesi pari a +123%”, sempre la nota di Alea.
“I dati sono confortanti e confermano l’efficacia del modello che Alea Ambiente, azienda nata pochi mesi fa, ha introdotto nei primi sei comuni del forlivese partiti con il Porta a Porta a Tariffa Puntuale – dichiara il Direttore di Alea Ambiente, Paolo Contò – Un ringraziamento è rivolto sicuramente a tutti quei cittadini che si stanno impegnando a differenziare correttamente, dimostrando così di voler contribuire alla tutela dell’ambiente, dimostrandolo con fatti concreti. Siamo tutti consci che il porta a porta rappresenta per molti una nuova “cultura” di gestione dei rifiuti, è necessario del tempo per prendere familiarità col sistema che poi diventerà una abitudine quotidiana".
Un altro numero importante è l'aumento delle richieste di compostaggio: +122%; il direttore di Alea Ambiente, Contò sottolinea come “in linea con la filosofia del modello di raccolta differenziata e con le prospettive dell’economia circolare, Alea Ambiente ha sempre incoraggiato l’uso del compostaggio domestico attraverso il composter, fornito gratuitamente dall’azienda, oppure con metodi naturali. Tant’è che abbiamo proposto ai comuni soci che dovranno adottare il regolamento tariffario una riduzione sulla quota variabile della Tariffa per chi fa compostaggio domestico - e chiude Contò - Infine, un altro dato positivo, grazie al lavoro svolto capillarmente sul territorio durante il censimento delle utenze, è che sono stati aperti più di 800 nuovi contratti, rispetto al numero di partenza".

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Vi spiego il modello Forlì: produce la metà dei rifiuti

L’intervista al direttore generale di Alea Ambiente, la società pubblica per la raccolta, che ha spezzato il monopolio Hera





















È il modello Forlì, quello che tutti vogliono copiare. Dove la raccolta dei rifiuti è separata dallo smaltimento e affidata ad una società pubblica. Quella fondata dai 13 comuni del forlivese si chiama Alea Ambiente e ha mutuato dalla sua gemella trevigiana, Contarina Spa, le pratiche più virtuose d'Italia: raccolta porta a porta, cassonetti personali per gli utenti e una tariffa che varia in base all'indifferenziata prodotta. Un sistema che, rispetto al precedente, assicura il direttore generale di Alea Paolo Contò, 54 anni, di Treviso, «manda in smaltimento la metà dei rifiuti».

Direttore, quando nasce Alea Ambiente?
«La costituzione, ossia l’atto dal notaio, è stato fatto il 6 giugno 2017, circa un anno fa, ma era una società solo sulla carta che aveva bisogno di tutto, anche della concessione del servizio pubblico da parte dell'autorità preposta. E quindi, per prima cosa, abbiamo lavorato per ottenere l'affidamento del servizio nei 13 Comuni che avevano scelto questa forma di gestione, ossia quello di una società pubblica. Dal primo gennaio è diventata operativa».

Come si è arrivati alla costituzione dell’in-house?
«Negli anni precedenti ci sono stati dei provvedimenti dell’autorità che hanno portato all'identificazione del bacino, distinguendolo da quello precedente dove operava Hera. Si tratta di un'area di 1.000 km quadrati, abitata da 183 mila persone, tutti i comuni forlivesi ad eccezione di Premilcuore e Santa Sofia. Successivamente è stato presentato un progetto per il servizio, fatto dall'azienda per l'ambiente trevigiana Contarina. Ottenuta la concessione del servizio ad ottobre, ci siamo poi preparati di corsa all'avvio dell'attività il 2 gennaio».

Qual è il vostro rapporto con Contarina?
«C'è un accordo di cooperazione, ovvero un accordo di diritto pubblico, che generalmente coinvolge gli enti e cioè, in questo caso, l'unione dei comuni del forlivese e l'ente pubblico proprietario di Contarina. Nell'accordo i due enti hanno coinvolto le società figlie. Nell'interesse pubblico che perseguono, le società collaborano tra di loro, mettendosi reciprocamente a disposizione. Non è un rapporto commerciale. Le due società non hanno finalità di utili. Alea ha persino il divieto di fare dividendi per statuto».

Cos'è, quindi, il modello Forlì?
«È un sistema dove la raccolta è separata dallo smaltimento. I due interessi sono distinti. Alea fa solo la raccolta, differenziata in particolare, altre società si occupano dello smaltimento. Una delle motivazioni dei soci era sciogliere quel legame, caratterizzato da due interessi contrapposti. Da una parte chi raccoglie tende a diminuire il rifiuto, dall'altra chi smaltisce tende ad alimentare i propri impianti. In questo senso si può parlare di modello Forlì. Il modello dei servizi, invece, è stato mutuato dall'esperienza di Treviso».

Cioè?
«Abbiamo da 18 anni a Treviso la tariffa puntuale, legata al rifiuto indifferenziato prodotto dall'utente. Nella raccolta porta a porta, ogni utente ha il suo contenitore con microchip che assicura la misurazione automatica delle quantità prodotte. La vecchia tassa è stata sostituita da una nuova tariffa, composta da una quota fissa per servizi come lo spazzamento o le pulizie che riguardano il territorio e una quota, quella più importante, che dipende dalla quantità di indifferenziata prodotta. Gli utenti, cittadini o aziende che siano, saranno, quindi, stimolati al comportamento virtuoso. È un sistema indicato nel contratto di Governo come modello. Motivo per cui io da trevigiano sono stato chiamato a portarlo a regime industriale a Forlì».

Questo sistema di raccolta è meno costoso del precedente?
«La raccolta in senso stretto costa di più, perché ha bisogno di più persone, e quindi, di più mezzi perché raggiunge tutte le abitazioni della città. Costa meno come smaltimento perché va a minimizzare la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti. Addirittura qui a Forlì è previsto meno della metà dei costi, una riduzione drastica. A Treviso siamo ad un terzo rispetto al precedente. Complessivamente i costi tra raccolta, trasporto, smaltimento e gestione sono più che concorrenziali rispetto ai precedenti. C'è un vantaggio economico per il cittadino, non solo per l’ambiente».

Ma un bilancio dei costi di Alea non è prematuro?
«I costi sono tutti identificati nel progetto presentato, nel piano industriale e anche nel contratto di servizio. Le autorità per darci l'affidamento in-house hanno avuto l'obbligo di verificare che fosse conveniente al cittadino, sia per qualità che dal punto di vista economico».

E quanto costa al cittadino?
«I cittadini fanno la loro tariffa. Più riciclano, meno indifferenziato producono, meno pagano. Diventano in questo modo attori del costo complessivo, oltre a quello proprio. Differenziando di più, inoltre, si ottengono quantità maggiori di riciclabile che possono essere vendute, anche perché con la raccolta domiciliare aumenta la qualità e si riducono gli scarti. Oggi abbiamo tariffe diverse per tutti i 13 comuni. In media nel bacino, la previsione è di un costo di 135 euro ad abitante, sempre che non vengano richiesti servizi straordinari di spazzamento. Forlì dovrebbe essere 170».

Secondo l’annuale rapporto Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale dell’Emilia-Romagna, nel 2016 una tonnellata di spazzatura raccolta e smaltita a Bologna è costata 16,43 centesimi, Forlì riesce a fare meglio?
«Il costo a tonnellata è un’unità di misura criticabile, perché fa sembrare basso il costo di chi produce tanti rifiuti. In realtà, quello che a noi interessa è la cifra che gli abitanti pagano all'anno e non il costo dei rifiuti al chilo».

La gestione dei rifiuti, secondo lei, è un business redditizio?
«Nell'immaginario collettivo ha la nomea di utilità elevata. Questo però avviene soprattutto nel trattamento. Chi gestisce gli impianti, e sono pochi operatori, ha una posizione dominante e i prezzi possono essere tenuti a una marginalità maggiore. Gli operatori che fanno solo raccolta, invece, non hanno molti margini, anche perché impiegano più risorse tra uomini e mezzi».

fonte: https://incronaca.unibo.it/

Alea, il dado è tratto: finisce l'epoca Hera, si pagherà per quanti rifiuti si producono

Alea, il dado è tratto: finisce l'epoca Hera, si pagherà per quanti rifiuti si producono
La più grossa novità sarà l’introduzione – a partire del 1° gennaio 2019 – della tariffa puntuale secondo il principio “Paga quanto produci” 

















Alea, il dado è tratto: finisce l'epoca Hera, si pagherà per quanti rifiuti si producono

Se la celebre frase di Giulio Cesare che varcava il Rubicone “Alea iacta est” (“Il dado è tratto”) è all'origine del nome di 'Alea ambiente', oggi è proprio il caso di usare quest'espressione per indicare la rivoluzione copernicana che dal 1 gennaio entra nel vivo, dopo anni di discussioni e gestazioni, per quanto riguarda il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti nel Forlivese. L'elemento più significativo è che non ci sarà più Hera a gestire il servizio, l'holding pubblico-privata quotata in Borsa che è nata esattamente 15 anni fa dalla fusione delle ex municipalizzate dei servizi da Modena, Bologna e la Romagna, compresa Forlì stessa, che resta azionista.

Hera resta nella gestione dell'inceneritore

Forlì e 12 Comuni del suo territorio hanno deciso di tornare all'antico, con una società completamente pubblica. “Municipalizzata” è un termine che non va più di moda, e si dice “società in house”, ma poco cambia. Il 31 dicembre sarà l'ultimo giorno del servizio affidato ad Hera, mentre dal 1 gennaio a gestire la raccolta dei rifiuti e le relative bollette sarà 'Alea', un nome che presto entrerà nell'uso comune dei forlivesi. Hera, tuttavia, resta per gli altri servizi che eroga come acqua, luce e gas, ma anche come “fornitore” di Alea, principalmente come proprietaria dell'inceneritore di via Grigioni a cui continueranno a pervenire i rifiuti urbani indifferenziati del territorio. Mentre prima Hera raccoglieva e “bruciava” sotto le medesime insegne, ora il passaggio dei rifiuti all'inceneritore è normato da un contratto, siglato a dicembre, tra Alea ed Hera. “Un rapporto obbligato, previsto dalla legge, contrattualizzato e con tariffe decise dall'autorità regionale”, precisa Paolo Contò, amministratore unico di Alea Ambiente.

Obiettivo: pagare per i rifiuti che si producono

E’ stata presentata giovedì la società dei 13 comuni della Romagna Forlivese (Bertinoro, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Forlì, Forlimpopoli, Galeata, Meldola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Rocca San Casciano e Tredozio), che dal 1° gennaio 2018 si occuperà della gestione dei rifiuti, in base ad un sistema integrato, dove il rifiuto viene considerato dalla produzione, alla raccolta, al trattamento e recupero. La più grossa novità sarà l’introduzione – a partire del 1° gennaio 2019 – della tariffa puntuale secondo il principio “Paga quanto produci”. Per riuscire a raggiungere quest'obiettivo nel corso del 2018 Alea investirà le sue risorse per riuscire a tracciare quanto più individualmente possibile i conferimenti di ogni singola utenza.

Inaugurata la sede

E' stato aperto anche il primo Punto Alea situato in via Golfarelli 123 a Forlì, subito dopo la rotonda con via Enrico Mattei che porta in tangenziale: si tratta di un luogo di incontro tra azienda e cittadini, dove sarà possibile ricevere tutte le informazioni necessarie inerenti le nuove modalità di raccolta ed espletare le pratiche relative al contratto per la gestione dei rifiuti. Una sala è già stata attrezzata come front office. Qui bisognerà venire, dal 1 gennaio, per tutte le problematiche connesse ai rifiuti e alla 'Tari', la tassa che per tutto il 2018, anno di transizione, resterà con le medesime modalità, se non per il fatto che a Forlì e Forlimpopoli la bollettazione sarà gestita direttamente da Alea e non più affidata ad Hera. La sede operativa dei mezzi invece sarà in via Budrione, nell'area industriale inizialmente destinata alla Querzoli-Ferretti tra Villa Selva e la via Emilia. Entrambe le sedi sono in affitto, ma in futuro si conta di utilizzare dei locali di proprietà pubblica che saranno individuati.

La carta d'identità di Alea Ambiente

La società è stata costituita il 6 giugno 2017 e a settembre ha ricevuto ufficialmente l’affidamento del servizio per la gestione dei rifiuti di 13 Comuni della Romagna Forlivese: un territorio di 1.014 km quadrati, con 183mila abitanti. Saranno oltre 86mila le utenze domestiche servite da Alea Ambiente e più di 11mila quelle non domestiche. Gli obiettivi della nuova società, entro un anno dall’avvio, sono ambiziosi: l'introduzione e gestione della raccolta differenziata porta a porta in tutto il territorio servito, il raggiungimento almeno del 74% di raccolta differenziata, la diminuzione del 22% del rifiuto totale prodotto, la diminuzione del 54% del rifiuto secco residuo prodotto (quello per l'inceneritore). La principale differenza con Hera? Contò la sintetizza nell'essere “una società organizzata industrialmente come una Spa ma con i cromosomi del servizio pubblico”. Alea, per statuto, non potrà fare utili e distribuire dividendi e questo la proietterà – è l'auspicio – in una logica di servizio, mettendo al primo posto riduzione dei costi al cittadino e qualità ambientale.
“Abbiamo messo su in pochi mesi una società pienamente operativa – commenta Contò -. In molti ci chiedevano se se l'avremmo fatta in così poco tempo. Ora possiamo dire di avercela fatta. Alea, anche grazie al supporto di 'Contarina', ha tutto il necessario per partire”. E sui rapporti con Hera, con cui si vocifera di frizioni per l'uscita del comparto rifiuti dalla multiutility, Contò è diplomatico: “Per noi è un importante vicino di casa e un buon fornitore”, mentre il sindaco Davide Drei ringrazia Hera per “aver facilitato e collaborato nei complessi passaggi della transizione”.

Cosa cambia dal 1 gennaio 

A partire dal 1° gennaio 2018 gli operatori di Alea Ambiente svolgeranno il regolare servizio di raccolta dei rifiuti, in continuità con quanto svolto dalla precedente gestione. Resterà, quindi, attiva la raccolta stradale, o il porta a porta dove presente; anche il sistema tributario resterà invariato.
A partire dalla primavera 2018 si tornerà ad estendere il 'porta a porta': inizierà gradualmente la consegna del materiale adeguato alla nuova modalità di raccolta dei rifiuti (contenitori, sacchetti e materiale informativo). Gli addetti alla distribuzione, muniti di tesserino di riconoscimento, consegneranno il materiale a domicilio a tutte le utenze; inoltre verranno organizzati degli incontri pubblici per illustrare alla cittadinanza il nuovo sistema. Nel corso del secondo semestre 2018, la nuova modalità di raccolta verrà introdotta gradualmente in tutti i 13 Comuni serviti da Alea e dal 1° gennaio 2019 su tutto il territorio sarà attivo il 'porta a porta' e verrà applicata la tariffa puntuale a tutte le utenze servite.
La raccolta domiciliare dei rifiuti viene integrata dai Centri di Raccolta diffusi sul territorio: spazi appositamente attrezzati per la raccolta di particolari rifiuti che, per dimensioni o tipologia, non possono essere gestiti con il porta a porta, come: inerti, ingombranti, apparecchi elettrici ed elettronici, rifiuti pericolosi, ecc. Vi possono accedere tutte le utenze servite da Alea Ambiente. Oltre al servizio ordinario, le utenze non domestiche con elevata produzione di rifiuti possono usufruire di un servizio di raccolta a chiamata, svolto in continuità con le modalità finora adottate.
Per il centro storico di Forlì sono previsti due servizi aggiuntivi, denominati EcoBus ed EcoStop, a supporto della normale raccolta porta a porta, svolti con automezzi itineranti e studiati per garantire un servizio capillare in tutte le aree più centrali della Città.

fonte: http://www.forlitoday.it





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Nasce Alea Ambiente, per una gestione diretta dei rifiuti




















Forlì, insieme ad altri 12 Comuni del comprensorio hanno dato vita alla società inhouse per la raccolta dei rifiuti. Il 6 giugno, d-day, alle 18, la firma dell’atto costitutivo. Si chiamerà Alea ambiente, come da cesariano motto “Alea iacta est”, perché, spiega il sindaco di Forlì, Davide Drei, si tratta di “una scelta convinta da cui non si torna indietro“, come quella di Giulio Cesare di varcare il Rubicone e puntare su Roma. Dunque, dopo “un lungo percorso”, arriva a conclusione uno dei “progetti più importanti per il territorio”, che tiene insieme 13 Comuni.
Al momento sono stati nominati l’amministratore unico della società, Paolo Contò, che ha avviato un progetto simile nella provincia di Treviso attraverso la società Contarina; il presidente del coordinamento dei soci, Vittorio Cicognani, assessore a Meldola; e i sindaci revisori. La società, aggiunge il primo cittadino, “muove i primi passi” e c’è “grande soddisfazione”.
Ora, in attesa del via libera da parte degli ultimi enti locali, saranno decisivi i prossimi mesi: a settembre la concessione del servizio da parte di Atersir, a gennaio 2018 il subentro all’attuale gestore Hera e nel 2019 pieno regime. La società ha un capitale sociale di due milioni di euro, avrà 121 dipendenti e una parte dei servizi esternalizzata, otto milioni di euro su un piano finanziario da 24. All’inizio ci sarà il passaggio dei cespiti e dei mezzi da Hera, con un advisor che metterà a punto il piano degli investimenti per l’acquisto, successivamente, di mezzi specifici, per un modello di raccolta diverso dall’attuale.
Gli obiettivi sono di arrivare al 74% di differenziata dopo un anno dall’entrata a regime, di passare da 700 a 500 chilogrammi di rifuti per abitante, con il residuo da 350 a 120 chilogrammi. Con ogni probabilità non si potrà andare a spegnere l’inceneritore, che accoglie i rifiuti anche di altri territori, ma una diminuzione dei conferimenti dovrà per forza esserci. “Non è un progetto contro nessuno, ma per i nostri cittadini, con l’obiettivo di una buona qualità ambientale e di valorizzare il lavoro“, precisa l’assessore all’Ambiente, Nevio Zaccarelli. Infatti “con Hera ci sono altri progetti e collaborazioni“.
Il rapporto con Contarina, consorella per il Trevigiano, continuerà finchè i sindaci lo riterranno necessario. La prospettiva è di passare da un amministratore unico a un cda a tre. Di certo, rimarca l’assessore, “il percorso è ancora impegnativo e ci sarà un rapporto costante con i cittadini”, che devono essere i primi a crederci. Si parte nel 2018 per essere a regime nel 2019, conferma Zaccarelli, con la tariffa puntuale e la raccolta porta a porta, che comporteranno una “riduzione drastica” del pattume e il recupero di tutto ciò che è recuperabile. “I risultati – è sicuro l’assessore – andranno oltre gli obiettivi della legge regionale e oltre quelli fissati nel progetto. Si tratta, aggiunge il presidente del coordinamento dei soci, Cicognani, dell'”unico modo per riprendere in mano il servizio che è la principale preoccupazione giornaliera di ogni sindaco, specie nei piccoli Comuni”.
Inoltre si separano le funzioni di raccolta e trattamento. L’amministratore unico Contò racconta l’esperienza di Treviso, arrivata in pochi mesi all’85% di differenziata e a 64 chilogrammi di residuo. A testimonianza che “il modello funziona. Dobbiamo solo lavorare e fare fatica”. I prossimi passi, conferma, sono l’affidamento del servizio entro l’estate e il subentro a fine anno, garantendo continuità di servizio e pagamento, mentre la tariffa puntuale si realizzerà nel 2019, basata su quantità di differenziata e comportamenti. Intanto si cerca un’area pubblica per il magazzino, mentre la sede amministrativa sarà in zona fiera. Inoltre si lavora per realizzare la terza stazione ecologica e un centro del riuso.
Fonte: Il Resto del Carlino

Tassa sui rifiuti a Forlì, sconti per i quartieri che differenziano di più

Gli sconti andranno dal 5 al 10%. L’anno scorso a ottenere l’agevolazione più alta è stata la zona Cervese













Sconti dal 5% al 10% per le utenze domestiche in tutte quelle zone della città dove è stato raggiunto, nel 2016, un livello predeterminato di raccolta differenziata di rifiuti urbani. Questo il senso dell’articolo 9 del regolamento Tari, la tassa sui rifiuti. Gli sconti saranno applicati nella parte variabile della tariffa sulla base, si legge nel regolamento, «dei risultati collettivi raggiunti».
I beneficiari della riduzione, «sono le utenze domestiche residenti/non residenti servite con sistema di raccolta domiciliare porta a porta o con raccolta con cassonetti stradali». Lo sconto lo si vedrà nella prima bolletta Tari utile (la scadenza della prima rata è il 31 maggio); sarà indicata con la dicitura ‘riduzione (del 5 o 10% a seconda della zona, ndr) per raccolta differenziata’.
I tecnici hanno diviso la città in sette macroaree, assegnando a ciascuna un livello massimo e minimo di raccolta differenziata da raggiungere nel 2016 e un relativo livello sconto da applicare. Sei macroaree sono quelle servite con il sistema porta a porta – Ronco, Bussecchio, Cervese, Foro Boario, Spazzoli e Piscina –; la settima corrisponde al resto della città, dove viene attuata la raccolta differenziata con i cassonetti stradali.
Entrando nel merito, se i cittadini delle macroaree Ronco, Bussecchio, Foro Boario, Spazzoli e Piscina raggiungeranno (in base, ribadiamolo, ai dati dello scorso anno), un livello di raccolta differenziata del 71,5%, la riduzione in bolletta sarà pari al 10%. Se invece la raccolta differenziata toccherà quota 66,5%, lo sconto sarà del 5%.
Un caso a parte è quello della zona Cervese, che prevede «obiettivi di raccolta differenziata inferiori in quanto quella della frazione organica non è stata effettuata a domicilio». Dovessero, i residenti in questa macroarea, arrivare al 66,5% di differenziata, beneficerebbero del 10% di sconto; il 5% verrebbe invece applicato se la raccolta differenziata dovesse fermarsi al 61,5%.
Nel resto della città, dove ancora non vengono utilizzati i bidoncini per il porta a porta, ma i rifiuti si differenziano nei cassonetti stradali, i livelli richiesti sono più bassi. Lo sconto del 10% sarà applicato in caso di ottenimento del 45,5% di differenziata (il 5% invece con il 40,5%). La misura della scontistica verrà decisa, anno per anno, dalla giunta comunale. Hera sta effettuando in queste settimane il calcolo del livello di differenziata prima di applicare gli eventuali sconti.
Questo è il terzo anno che viene applicato tale sistema. L’obiettivo è chiaro: incentivare i cittadini, con bollette più leggere, a differenziare i rifiuti in maniera più corretta, «al fine di incrementare le percentuali di raccolta differenziata e la qualità merceologica della frazione raccolta». Nel 2016 (con dati di differenziata relativi al 2015) la Cervese ha ottenuto il 10% di sconto; 5% per Ronco, Foro Boario e Piscina.

fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it

Un sasso nello stagno

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Fintanto che è un comune come Ponte nelle Alpi, comunità di qualche migliaio di abitanti confinata nelle montagne della provincia bellunese, il problema non sussiste. E’ l’eccezione che conferma la regola, l’esempio di un piccolo comune che non può far notizia. Davide contro Golia.
Ma se una città capoluogo di provincia grande quanto Forlì, insieme ad altri 12 comuni del territorio forlivese decidono di mettersi in testa di far da sé, per gestire al meglio la partita gigantesca dei rifiuti, le cose cambiano e possono cambiare. Diventa un pericoloso precedente, che può mutare le regole del gioco. Soprattutto se tutto questo avviene in un contesto normativo in costante mutamento e in un territorio che vede una presenza massiccia (a volte invasiva) di alcune tra le più grandi multiutility legate a una gestione novecentesca dei rifiuti: discariche ed inceneritori.
Abbiamo chiesto a Nevio Zaccarelli, assessore all’ambiente del Comune di Forlì, di raccontarci a che punto è la messa in campo della nuova società per la gestione dei rifiuti. Ecco di seguito le sue considerazioni.
 “La scelta che abbiamo fatto è quella di andare verso un modello di raccolta differenziata porta a porta spinto, con l’obiettivo di superare entro un anno dall’avvio il 70% di raccolta differenziata e, contestualmente, ridurre la produzione di rifiuti, nell’ambito degli obiettivi della L.R.E.R n. 16/2015: riduzione del 20/25% la produzione pro-capite di rifiuti, raccolta differenziata almeno al 73%, riciclaggio di materia almeno al 70%, applicazione di tariffa puntuale quale strumento incentivante.
 La presentazione in power point che riporto riassume i numeri delle utenze, dei comuni e delle produzioni attese di rifiuti prima e dopo l’introduzione del nuovo modello, assieme alla stima del costo pro-capite in un confronto tra il prima e il dopo.
 La società, destinata ad operare per i 13 comuni del progetto, potrà contare su oltre 120 dipendenti diretti (parte dei quali saranno di estrazione HERA, in applicazione della clausola di salvaguardia per il vecchio gestore), oltre a circa altrettanti operatori di cooperative sociali per l’inserimento lavorativo.
 Sono previsti ovviamente ingenti investimenti da realizzare: oltre alla dotazione di capitale della società, cui provvederà Livia Tellus Romagna Holding SpA quale società capogruppo delle partecipazioni e del controllo da parte dei Comuni interessati, i volumi degli investimenti in mezzi, contenitori, strumenti di gestione e, non meno importante, educazione e comunicazione ai cittadini, ammontano inizialmente a quasi 20 milioni di euro, cui si aggiungeranno nel corso del periodo di affidamento del servizio (ipotizzato in 15 anni) altri 15 milioni di euro di investimenti sostitutivi.
Ad oggi siamo in attesa del parere autorizzativo, da parte di ATERSIR, al piano industriale e a quello economico-finanziario presentato a fine febbraio scorso. Qualora l’autorizzazione arrivasse, come auspicato, prima dell’estate, si potrà procedere alla costituzione della nuova società e all’avvio della fase di subentro ad HERA, attuale gestore, con l’obiettivo, ottimistico ma non irrealizzabile, di attivare il servizio in capo alla nuova società dall’inizio del 2017.
 Il 2017 rappresenterà ancora un anno ponte, con ogni probabilità gestito secondo la precedente metodologia della raccolta parzialmente stradale e parzialmente porta a porta, applicando ancora la tassa sui rifiuti. L’anno successivo, invece, vorremmo arrivare alla piena applicazione del modello porta a porta spinto con l’adozione della tariffazione puntuale, con i relativi pieni benefici ambientali ed economici per i cittadini”.
Girando sempre su se stessi, vedendo e facendo sempre le stesse cose, si perde l’abitudine e la possibilità di esercitare la propria intelligenza. Lentamente tutto si chiude, si indurisce e si atrofizza come un muscolo”. Intorno a questo pensiero di Albert Camus si nascondono molti dei tanti ritardi e treni persi di una politica locale che, tra inerzie, pigrizie e interessi, cede il passo ad un cambio di strategia per la risoluzione dei problemi. Manca la visione, troppo spesso, la voglia e la caparbietà di affrontare con occhi e braccia nuove scelte che si trascinano nel tempo.
Non è certo il caso di quanto sta avvenendo a Forlì. Dove la costruzione di questa nuova società dei rifiuti è guardata da molti con attesa e speranza (da altri con avversione e diffidenza). Per mutare lo scenario, cambiando le regole del gioco a tutto beneficio dei cittadini e della salubrità ambientale.

fonte: http://comunivirtuosi.org/