Visualizzazione post con etichetta #RaccoltaDifferenziataSpinta. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #RaccoltaDifferenziataSpinta. Mostra tutti i post

Curitiba -- la citta' del Brasile senza monnezza











 Jaime Lerner

Curitiba, stato del Parana'. 

E' una citta' del Brasile che nel 1989 stava letteralmente soffocando nell'immondizia. Scene come quelle che vediamo oggi nei fiumi dell'Indonesia, nei mari di Santo Domingo e a volte anche nelle nostre civilissime citta' italiane.

Cosa fare?

Trenta anni fa hanno avuto la brillante idea di iniziare con la raccolta differenziata "spinta", coinvolgendo per prima cosa i ragazzini, con gioco, con scambi di immondizia per bonus da spendere sul cibo, soldi per l'autobus, sussidi per cancelleria scolastica, regalini di Natale.

E quei ragazzini del 1989 hanno insegnato la lezione ai loro genitori, ma anche ai loro figli.

Qualcuno di loro e' diventato impegnato in politica, altri hanno avuti ruoli di responsabilita', ma il seme dell'importanza del recupero della monnezza e' rimasto.

Oggi il 70% dell'immondizia di Curitiba, una citta' di 3 milioni di persone e' reciclato, e quasi tutto viene raccolto. Ci sono circa 10,000 impegnati nella gestione dei rifiuti. Le spese per infrastruttura e' molto diminuita nel corso degli anni, perche' e' la gente e' impegnata da se. 

Ad esempio, servono sempre meno camioncini dell'immondizia.



Il 100% delle famiglie fa la raccolta differenziata.

Un altro risvolto dell'impegno personale dei cittadini nel gestire la propria immondizia e' che il numero di infezioni da zanzare infettive e' calato del 99%.

Tutto questo e' nato da un progetto del sindaco della citta' del tempo, un architetto dal nome Jaime Lerner che volle rendere la sua citta' un laboratorio ambientale. 

Nel 1960 il famoso archietto brasiliano Oscar Niemeyer aveva costruito la capitale, Brasilia, una citta' pensata a tavolino, ordinata, precisa, diversa dal caos delle altre citta' del paese.

Curitiba si trova a 1500 chilometri di distanza, ma volevano anche loro fare la stessa cosa, ordinare la citta'. Costruirono strade, demolirono edifici vecchi e storici per far spazio al nuovo, e la citta' scopri' viadotti nuovi sfreccianti nel cielo, incuranti di tutto quello che c'era sotto. 

Al tempo era una cittadina che gravitava attorno a San Paolo, con un passato agricolo non troppo lontano. E infatti era nata sulla scia dei tanti immigrati europei, tedeschi, italiani, polacchi, ukraini, che si sono qui stabiliti verso il 1870. Accanto ai campi agricoli hanno portato i loro ristoranti, le loro aree di culto, i loro negozi. 

La crescita della citta' continuo' senza sosta, finche' negli anni 1940 divenne troppo grande. La macchinizzazione della cultura di soia porto' disoccupazione a tanti contadini che si riversarono nella citta', e la popolazione raddoopio, fino a raggiungere 360mila persone nel 1960. 

Favela, traffico, aria sporca avevano preso il posto delle chiesette e dei piccoli negozi degli immigranti della prima ora. 

Nel 1964 ci fu un colpo di stato in Brasile. La giunta militare decise di portare ordine a tutto il paese. 

Il sindaco Ivo Arzua di Curitiba volle appunto prendere spunto da Brasilia, con crescita ordinata, verso l'alto, e dare spazi maggiori al re della strada, la macchina. 

Tutta questa spinta verso il modernismo svincolato dal passato non piaceva a Lerner, che voleva invece conservare l'aspetto originale della sua citta'. Un giorno sarebbe stato il sindaco della cittadina ma al tempo era solo uno studente di architettura.

Pian piano Lerner costrui' la sua carriera come pianficatore urbano.

Nel frattempo non ci furono passi concreti verso la "modernizzazione" come pensata da Ivo Aruza, a causa di burocrazia, parole, carte, documenti. 

Ed e' stata una fortuna perche' finalmente nel 1972 Lerner divento' sindaco lui di Curitiba. Inizio' a spingere per una citta' fluida, cercando di unire lavoro e residenza, tempo libero e traffico, ricchi e poveri, futuro e passato, in spazi che possono coesistere.

Nel 1972 trasformo' una delle vie piu' grandi della citta', Rua Quinze de Novembro in una strada pedonale. I negozianti non ne vollero sapere ma lui ando avanti, certo che sul lungo andare sarebbe stato un successo. 

La trasformazione da strada a via pedonale del primo tratto della strada avvenne in un weekend, in silenzio, da Venerdi' a Lunedi.

Poco democratico, certo, ma a quel tempo di democratico in Brasile c'era poco.

Al Lunedi' mattina i negozianti furono sopresi (e arrabbiati!) dalla chiusura al traffico automobilistico, ma ancora di piu' dal traffico pedonale che non solo si era riversato in strada, ma che perdurava anche dopo le ore di chiusura degli uffici. In poco tempo gli altri negozianti chiesero di pedonalizzare tutta la strada e cosi fu. 

Nel 1974 introdussero per la prima volta corsie dedicate agli autobus, con l'ingresso da pensiline centro della strada in modo da non fermare il traffico ai margini, seguirono metodi di prepagamento del biglietto, tratte speciali piu' veloci con meno fermate, ed autobus piu' lunghi,  tutte novita' per l'epoca, partite tutte da Curitiba.

Per esempio, fu Lerner ad ingaggiare la Volvo affinche' costruissero autobus snodabili e piu' lunghi in modo da portare piu' persone. Quando li vediamo nelle nostre citta', e' da Curitiba che arriva l'idea. 

Oggi l'85% dei residenti della citta' usa l'autobus, e il sistema delle fermate limitate e' stato copiato in mezzo mondo, anche Londra che prese ispirazione da Curitiba, e piu' di recente da Shanghai.

Allo stesso tempo si penso' di incentivare il verde pubblico. Nel 1971 Curitiba aveva un solo parco pubblico. Oggi ne ha varie decine, con circa 50 metri quadri a persona. Un numero enorme per l'America Latina, considerato che per esempio a Buenos Aires il numero e' di 2 metri quadri a persona.

Tutto fu fatto in modo sostenibile usando il legno di vecchi pali dismessi dalle ditte di elettricita', piantando alberi, incoraggiando la gente ad averne cura.





E cosi' non e' raro nel centro della citta' vedere pappagalli, uccelli, alberi rigogliosi. 

Dove hanno trovato la terra? Al tempo c'era l'idea di cementificare il vicino fiume Iguazu, quello delle cascate, per le troppe esondazioni. La citta' compro' le terre vicino al fiume, le bonifico' e le trasformo' in parchi. Una soluzione eccellente: piu' spazi verdi e sistema ecologico protetto, e minor paura delle esondazioni. 



Il centro della citta' fu preservato dalla scure dei modernisti estremisti.

Sopratutto la citta' venne consegnata ai cittadini, con l'idea che gli spazi erano *di tutti* e che *tutti* ne erano responsabili.  Sta qui la chiave di tutto secondo me, che tutti sentiamo di essere parti della res publica, quale che sia il nostro ruolo nella societa'.

E veniamo alla monnezza, un grande problema per la citta' negli anni 1980, quando la popolazione per la prima volta raggiunse il milione di abitanti.





Era difficile fare la raccolta tradizionale dell'immondizia, specie nelle favela: tanta gente, strade strette, monnezza gettata a casaccio, pure nei fiumi, incuranza.

Nel 1989 l'assistente di Lerner, Nicolai Kluppe, penso' di creare un sistema di incentivi per il recupero della monnezza. Era molto semplice: immondizia in cambio di gettoni per l'autobus.
Il sindaco accetto di provare l'idea. Non avevano soldi, e questo esperimento era a basso rischio. 

Dopo quattro mesi, anche le zone piu' difficili di Curitiba, erano state ripulite dai residenti stessi.
  
E da li altre idee: non solo gettoni per l'autobus ma anche da spendere su cose utili. E cosi' a scelta, quattro chilogrammi di immondizia danno diritto ad un buono di un chilogrammo di verdura, uova e frutta. E poi ancora con il tempo a libri, e pure biglietti per il cinema.

Il sistema funziona a tuttoggi.  

Certo, a partecipare in questo programma sono stati per primi i piu' poveri, ma nel tempo si sono coinvolti i ragazzi e con loro le scuole, gli adulti, le generazioni. Reciclare, non sprecare, e' diventato un modo di pensare.

Anche nei centri commerciali si usano le forchette di metallo, il polystirolo e' essenzialmente inesistente, il riuso e' diffuso.

I 10,000 raccoglitori di immondizia sono ora ben organizzati con uniformi, metodi diversi per la raccolta di vetro, metallo, olio usato e pure materiale contaminato.  Qualcuno di loro ha il compito di scopare le strade, di raccogliere le cicche, di trasportare la monnezza nei posti appropriati di smaltimento o di reciclaggio.

Si parla spesso della teoria dei vetri rotti - cioe' che piu' degrado c'e', piu' il degrado cresce. Qui invece e' la teoria della citta' bella - cioe' che piu' e' bella la citta', piu' la gente ne avra' cura.

E ha funzionato.

I centri di recupero monnezza di Curitiba sono 23 in tutta la citta' e operano come non profit. Creano materiale da isolamento da materiale da costruzione, vetro torna ad essere vetro e cosi pure metalli e carta. La plastica diventa sedie da giardino. C'e' pure materiale per i tetti fatto di tubi di dentifricio con garanzia quinquennale.

Tutto quello che ricavano viene usato per comprare sedie a rotelle per chi ne ha bisogno. 

Jaime Lerner divenne sindaco nel 1972 lo fu fino al 1992 con alcune pause intermedie. Fu poi nel governatore dello stato di Parana, di cui Curitiba e' capitale dal 1994 al 2002.  Ha anche creato un istituto per la pianficazione urbana di Curitiba, l'Instituto de Pesquisa e Planejamento Urbano de Curitiba che esiste tuttora e che funziona da laboratorio di idee.

Qui ha implementato le stesse idee di coinvolgimento della gente per il recupero dei fiumi e dei laghi inquinati.

Le regioni confinanti hanno preso un mutuo dal Fondo Monetario Internazionale per ripulire i loro fiumi. Lerner ha preso zero soldi, ma ha convinto la sua gente a farlo.

E' stato davvero intelligente. Per esempio, coinvolse i pescatori: quando le condizioni meteo erano cattive per catturare pesci, convinse loro di catturare monnezza in acqua. Lo stato li avrebbe pagati, proprio come a Curitiba.  E qui la strategia ha davvero funzionato, perche' non solo fiumi e laghi sono diventati piu' puliti, ma senza monnezza e' aumentato anche il numero di pesci e la pesca ne ha beneficiato enormemente. 

Jaime Lerner ha vinto ogni sorta di premio ambientale possibile.

Dice che occorre partire dal basso, rendere tutti partecipi, iniziare le cose e avere poi il coraggio di riadattarle, di migliorarle, ascoltando la gente. 


Ovviamente Curitiba e il Parana' non sono dei paradisi assoluti. Anche oggi, circa l'8% di Curitiba vive nelle favela, il traffico negli ultimi anni e' aumentato, e cosi pure il crimine, i graffiti. Pero' e' certo che se paragonata alle altre citta' del Brasile, Curitiba e' rimasta piu' umana, un po speciale e piu' bella. 

Sopratutto trenta anni dopo l'esperimento dei biglietti dell'autobus, Curitiba e' una citta' ad immondizia zero.


fonte: https://dorsogna.blogspot.com/

Un sasso nello stagno

1
Fintanto che è un comune come Ponte nelle Alpi, comunità di qualche migliaio di abitanti confinata nelle montagne della provincia bellunese, il problema non sussiste. E’ l’eccezione che conferma la regola, l’esempio di un piccolo comune che non può far notizia. Davide contro Golia.
Ma se una città capoluogo di provincia grande quanto Forlì, insieme ad altri 12 comuni del territorio forlivese decidono di mettersi in testa di far da sé, per gestire al meglio la partita gigantesca dei rifiuti, le cose cambiano e possono cambiare. Diventa un pericoloso precedente, che può mutare le regole del gioco. Soprattutto se tutto questo avviene in un contesto normativo in costante mutamento e in un territorio che vede una presenza massiccia (a volte invasiva) di alcune tra le più grandi multiutility legate a una gestione novecentesca dei rifiuti: discariche ed inceneritori.
Abbiamo chiesto a Nevio Zaccarelli, assessore all’ambiente del Comune di Forlì, di raccontarci a che punto è la messa in campo della nuova società per la gestione dei rifiuti. Ecco di seguito le sue considerazioni.
 “La scelta che abbiamo fatto è quella di andare verso un modello di raccolta differenziata porta a porta spinto, con l’obiettivo di superare entro un anno dall’avvio il 70% di raccolta differenziata e, contestualmente, ridurre la produzione di rifiuti, nell’ambito degli obiettivi della L.R.E.R n. 16/2015: riduzione del 20/25% la produzione pro-capite di rifiuti, raccolta differenziata almeno al 73%, riciclaggio di materia almeno al 70%, applicazione di tariffa puntuale quale strumento incentivante.
 La presentazione in power point che riporto riassume i numeri delle utenze, dei comuni e delle produzioni attese di rifiuti prima e dopo l’introduzione del nuovo modello, assieme alla stima del costo pro-capite in un confronto tra il prima e il dopo.
 La società, destinata ad operare per i 13 comuni del progetto, potrà contare su oltre 120 dipendenti diretti (parte dei quali saranno di estrazione HERA, in applicazione della clausola di salvaguardia per il vecchio gestore), oltre a circa altrettanti operatori di cooperative sociali per l’inserimento lavorativo.
 Sono previsti ovviamente ingenti investimenti da realizzare: oltre alla dotazione di capitale della società, cui provvederà Livia Tellus Romagna Holding SpA quale società capogruppo delle partecipazioni e del controllo da parte dei Comuni interessati, i volumi degli investimenti in mezzi, contenitori, strumenti di gestione e, non meno importante, educazione e comunicazione ai cittadini, ammontano inizialmente a quasi 20 milioni di euro, cui si aggiungeranno nel corso del periodo di affidamento del servizio (ipotizzato in 15 anni) altri 15 milioni di euro di investimenti sostitutivi.
Ad oggi siamo in attesa del parere autorizzativo, da parte di ATERSIR, al piano industriale e a quello economico-finanziario presentato a fine febbraio scorso. Qualora l’autorizzazione arrivasse, come auspicato, prima dell’estate, si potrà procedere alla costituzione della nuova società e all’avvio della fase di subentro ad HERA, attuale gestore, con l’obiettivo, ottimistico ma non irrealizzabile, di attivare il servizio in capo alla nuova società dall’inizio del 2017.
 Il 2017 rappresenterà ancora un anno ponte, con ogni probabilità gestito secondo la precedente metodologia della raccolta parzialmente stradale e parzialmente porta a porta, applicando ancora la tassa sui rifiuti. L’anno successivo, invece, vorremmo arrivare alla piena applicazione del modello porta a porta spinto con l’adozione della tariffazione puntuale, con i relativi pieni benefici ambientali ed economici per i cittadini”.
Girando sempre su se stessi, vedendo e facendo sempre le stesse cose, si perde l’abitudine e la possibilità di esercitare la propria intelligenza. Lentamente tutto si chiude, si indurisce e si atrofizza come un muscolo”. Intorno a questo pensiero di Albert Camus si nascondono molti dei tanti ritardi e treni persi di una politica locale che, tra inerzie, pigrizie e interessi, cede il passo ad un cambio di strategia per la risoluzione dei problemi. Manca la visione, troppo spesso, la voglia e la caparbietà di affrontare con occhi e braccia nuove scelte che si trascinano nel tempo.
Non è certo il caso di quanto sta avvenendo a Forlì. Dove la costruzione di questa nuova società dei rifiuti è guardata da molti con attesa e speranza (da altri con avversione e diffidenza). Per mutare lo scenario, cambiando le regole del gioco a tutto beneficio dei cittadini e della salubrità ambientale.

fonte: http://comunivirtuosi.org/

Presidio a TERNI martedì 12/1

a gennaio ripartono i tavoli del ministero dell'ambiente per chiudere il decreto attuativo dell'articolo 35 dello sblocca italia. per l'umbria si confermano 130mila tonnellate da bruciare e un nuovo inceneritore. ma la storia sembra essere un'altra e malgrado le dichiarazioni amezzo stampa la regione umbria non fa quello che dovrebbe. rigettare lo sblocca italia, spingere per la raccolta differenziata, nuovi impianti per il recupero di frazioni riclabili dall'indifferenziato, compostaggio dell'umido e tariffa puntuale.
ci vediamo li in contemporanea con la seduta del consiglio regionale che sarà a perugia alla stessa ora.
diamo massima diffuzione!!!! ci vediamo li martedì prossimo


 

 

 

 

 

Comitato No Inceneritori Terni

Approvato uno il Piano regionale rifiuti Molise



“Abbiamo approvato un Piano Regionale dei Rifiuti storico: raccolta differenziata spinta, svuotamento delle discariche e nessun ampliamento delle stesse, zero incenerimento dei rifiuti”.

Lo dichiara l’Assessore regionale alla Tutela Ambientale, Vittorino Facciolla, a seguito dell’approvazione ieri, in consiglio regionale, del Piano per la Gestione dei Rifiuti della Regione Molise. Il documento approvato definisce le linee programmatiche per la pianificazione ed attuazione delle soluzioni gestionali ed impiantistiche da realizzare al fine di garantire un sistema di gestione integrato e sostenibile dei rifiuti urbani e speciali nella Regione Molise.

“Si tratta di un Piano significativo, a favore della tutela ambientale e della salute umana- sottolinea l’Assessore Facciolla- frutto di un'approfondita analisi dell’attuale situazione impiantistica e logistica del sistema regionale di trattamento dei rifiuti, mirato a una nuova determinazione dei fabbisogni e ad un maggior incentivo al recupero di materia ed energia”.

Uno strumento operativo indispensabile per una gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti, che permette una conservazione di risorse quali materiali, acqua, energia e territori, una minimizzazione dell’impatto del ciclo dei rifiuti ed una sostenibilità economica dello stesso. Una nuova visione nella gestione dei rifiuti per promuovere il riciclo e la prevenzione e consegnare, alle generazioni future, un territorio più pulito, stabile e sano dal punto di vista economico.

“Un Piano fondamentale per arrivare, nell’arco di tre- quattro anni, agli obiettivi prefissati di una raccolta differenziata al 50% in un primo stadio, al 65% in un secondo momento. Un passo straordinario che ci permetterà di raggiungere risultati importanti in termini di qualità della vita e dell’ambiente- continua Facciolla, elencando le numerose attività promosse dalla Regione Molise per il raggiungimento degli obiettivi.

 

Si tratta di monitorare lo stato di attuazione e di sviluppo della raccolta differenziata regionale mediante un sistema informatico su web, accessibile ai cittadini; attivare tavoli tecnici tra gli enti preposti al controllo del territorio; sviluppare studi sulla sostenibilità ambientale delle soluzioni previste dal PRGR; stimolare ed incentivare l’utilizzo di prodotti della filiera del recupero di materia e di energia; destinare adeguati finanziamenti all’attivazione di sperimentazioni su sistemi innovativi; promuovere attività di ‘landfill mining’ sui siti di discarica già esistenti ed esauriti al fine di recuperare risorse sia in termini di materia e di energia che di volumi di discarica disponibili; programmare attività di aggiornamento periodico del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti.
 
fonte: Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero