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Gesenu: La pelle del serpente






















Il 14 marzo, presso l’Auditorium di confindustria di PG, si è tenuto il convegno organizzato da Gesenu e dal Comune di Perugia sul tema: “La Nuova Gesenu ed il suo futuro”. Apprendiamo dal manifesto che non ci sarà alcun dibattito! Come al solito se la cantano e se la suonano! E pensare che tra i temi annunciati, uno in particolare è letteralmente di vitale importanza per le due popolazioni umbre di Gubbio e Spoleto: “Ruolo del CSS nella gestione sostenibile dei rifiuti”. CRURZ ha già esaminato e ritenuto assolutamente inaccettabile il Preliminare del Piano d’Ambito per la gestione dei rifiuti in Umbria fatto predisporre dall’Auri alla stessa società (Oikos srl) che aveva già redatto il procedente Piano Regionale miseramente fallito. Questo nuovo piano risulta ancora indifferente ad ogni innovazione nella gestione dei rifiuti, realtà invece in atto da anni in più parti d’Italia (Veneto con Contarina o Toscana con ASCIT ecc.). Ribadiamo che questo piano è inaccettabile in quanto rimette al centro del ciclo dei rifiuti vecchie pratiche, lontane dall’economia circolare, sempre soggette alle sanzioni europee come:


- L’ampliamento di 5 delle 6 discariche umbre (l’Europa ha sancito che le discariche dovranno essere chiuse entro il 2020!)

- La chiusura del ciclo dei rifiuti trasformando il rifiuto indifferenziato in CSS che verrà bruciato nei cementifici (due a Gubbio e uno a Spoleto). Quindi nuovamente discariche e incenerimento.

La nuova Gesenu deve fare le stesse cose di quella vecchia, saprà farle meglio visto che finora molte pratiche sono finite sotto l’occhio della magistratura con pesanti conseguenze per i cittadini? Se questo annunciato rinnovamento lascerà ai cittadini solo da pagare la pelle del serpente non rimarremo in silenzio. Siamo cittadini non sudditi!



15 Marzo 2018




Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero

Al via ufficialmente presso il Centro Agro Alimentare di Torino il sistema di cassette riutilizzabili Oikos

Obiettivi: movimentare 4 milioni di colli in cassette riutilizzabili nel 2018, 10 milioni nel 2019, fino al tetto di 50 milioni di colli nel giro di quattro anni 

















Parte da Torino per aprirsi presto ad altre città italiane ed europee. Oikos è il nuovo progetto che prevede l’introduzione di cassette riutilizzabili all’interno della filiera agroalimentare, con l’obiettivo di abbattere la produzione di rifiuti dovuti agli imballi “a perdere” dell’ortofrutta (cartone, legno o plastica). Un fenomeno stimato annualmente intorno a circa 55 mila tonnellate di rifiuti per la Regione Piemonte, di cui circa 15 mila per la sola città di Torino.
Ad idearlo è stata Oikos – Servizi, la società torinese vincitrice del Climathon 2016 nella sezione Business Innovation, la maratona mondiale di 24 ore sul clima organizzata dal Comune di Torino e dall’Environment Park di Torino lo scorso ottobre.  “Abbiamo dato il via a un processo virtuoso che rende concreta l’applicazione dei concetti di economia circolare e contribuisce in modo importante alla tutela dell’ambiente – spiega Alberto Lucchese, amministratore delegato Oikos – Grazie al circuito creato si va oltre i concetti di raccolta differenziata, recupero e riciclaggio e, soprattutto, si evita direttamente la creazione del rifiuto. Il CAAT vuole essere la rampa di lancio per rendere replicabile questo modello in altre città italiane e internazionali”.
Il sistema Oikos è semplice quanto ingegnoso: creare un circolo virtuoso e sostenibile tra produttori ortofrutticoli, grossisti e commercianti/ambulanti attraverso l’utilizzo di un nuovo tipo di cassetta realizzata in polipropilene vergine: più resistente, più pregiata, comoda da trasportare (grazie alle sponde abbattibili che la fanno passare da 20 a 3 centimetri), durevole nel tempo (fino a 7-8 anni) e, soprattutto, riutilizzabile.
Il progetto ha preso il via ufficialmente presso il CAAT (Centro Agro Alimentare di Torino) di Grugliasco e ha coinvolto, in questa prima fase, 4 grossisti e circa 50 tra ambulanti e commercianti per testare le procedure, il sistema informatico e le attività di deposito. Nelle prime due settimane di attività sono già state movimentate oltre 1.000 cassette con 2 grossisti e 3 produttori ortofrutticoli e in breve tempo l’intero sistema entrerà a regime
Oikos - sottolinea Davide Canavesio, amministratore delegato di Environment Park - è un esempio concreto di come le aziende possono sviluppare nuove opportunità di business, puntando sull’innovazione della sostenibilità ambientale e sfruttando le opportunità generate dall’ecosistema adatto, come quello creato da Environment Park”.
I passaggi fondamentali del circuito Oikos sono tre:
1.       il produttore ortofrutticolo consegna al grossista, di base al CAAT, la merce suddivisa nelle cassette riutilizzabili precedentemente noleggiate da Oikos;
2.       Il grossista vende all’ ambulante o al commerciante la merce e comunica ad Oikos il numero di imballi consegnati;
3.       quando torna al CAAT per acquistare le merci, l’ambulante o il commerciante riconsegnano al deposito Oikos le cassette vuote, che saranno riaffittate al produttore ortofrutticolo e il circolo virtuoso ricomincia.
Gli obiettivi di lungo periodo sono ambiziosi: movimentare circa 4 milioni di colli nel 2018, e superare i 10 milioni nel 2019 fino a raggiungere, nel giro di quattro anni, 50 milioni di colli, la metà circa dei 100 milioni che annualmente transitano al CAAT.
La soglia del 50% di cassette riutilizzabile consentirebbe di ottenere benefici sia dal punto di vista ambientale*, sia dal punto di vista economico:
·         Minori rifiuti da imballo prodotti dal commercio di ortofrutta e quindi per le città minori costi per la pulizia delle aree mercato.
·         Riduzione di 19 milioni di Kg di CO2 immessa nell’atmosfera ogni anno.
·         66 milioni di Kwh di energia elettrica risparmiata ogni anno.
·         125 mila alberi l’anno salvati, pari a 250 ettari di bosco
·         800 autoveicoli tolti dalla circolazione ogni anno.
*(i dati sugli impatti ambientali sono tratti dagli studi condotti dalle Università di Bologna, di Stoccarda e di Leeds, sull’uso di imballaggi riutilizzabili nella Grande Distribuzione Organizzata)
Accanto ai benefici per la comunità, il progetto Oikos garantisce un sistema di incentivi a tutti gli attori coinvolti. È previsto infatti un Bonus Tari, pari a 4 centesimi per ogni cassetta movimentata nel corso dell’anno, riservato agli operatori che svolgono la loro attività nella città di Torino.  A questo si aggiunge un Bonus Oikos e cioè un incentivo logistico per ogni cassetta riconsegnata al deposito presso il CAAT. 

fonte: www.ecodallecitta.it