La responsabile dell'Ufficio Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città
Metropolitana di Torino, Agata Fortunato, ci ha chiesto di intervenire
per criticare un post di Conai su Facebook
In pausa pranzo mi imbatto in un post di CONAI che sulla sua pagina facebook dice: “Il recupero dei materiali
di imballaggio permette di ottenere nuova energia! Corepla”. Sotto il
messaggio un’infografica mostra come da un flacone in HDPE si possa
produrre energia sufficiente a tenere accesa una lampadina da 60 watt
per un’ora e mezza.
Il messaggio che mi arriva forte e chiaro è che dopo aver chiesto ai cittadini consumatori
(che nel prezzo di quel flacone di detersivo hanno pagato anche il fine
vita dell’imballaggio attraverso il CAC-Contributo Ambientale Conai) di mettere quel flacone nella raccolta differenziata (per fare la quale i cittadini pagano la tassa rifiuti), dopo
aver chiesto al Comune di raccogliere in modo separato gli imballaggi
in plastica e avergli chiesto di conferirli a Corepla, Corepla cosa fa?
Prende quell’imballaggio, lo fa separare e lo manda in un
termovalorizzatore per produrre energia!
Torno in
ufficio arrabbiata. Si proprio arrabbiata perché insieme ai miei
colleghi, ho passato gran parte degli ultimi dodici anni (tempo pagato
dal cittadino con le sue tasse) a spiegare quali sono i motivi per cui è
necessario fare la raccolta differenziata, a monitorare (attraverso
l’Osservatorio provinciale rifiuti) l’andamento della raccolta
differenziata, a scrivere bandi e misure di sostegno anche economico per
i Comuni affinché implementassero la raccolta differenziata e passato
altro tempo a fare la raccolta differenziata a casa (questo però lo
faccio da più di dodici anni!); e poi mi trovo davanti questa
pubblicità.
Da tecnico so bene che non tutto purtroppo è
riciclabile, anche se raccolto in modo differenziato; so bene che su
questo sarebbe necessario un incisivo intervento del governo per rendere
più che solo parole “l’economia circolare”; so anche bene che come
cittadini consumatori possiamo attraverso i nostri consumi orientare le
scelte dei produttori di beni e servizi. Questa pubblicità però guarda
al passato, almeno spero: non voglio neppure pensare che invece esprima
una nuova politica dei consorzi.
Non sono contraria alla
termovalorizzazione per produrre energia dai rifiuti, sia chiaro, ma
questa come giustamente dice la legge (europea e italiana) viene
gerarchicamente dopo il riciclo, solo per quei rifiuti che per motivi
tecnici o economici non hanno possibilità di essere riciclati.
Il flacone dell’immagine ha un valore ambientale ed economico: se raccolto in modo separato e conferito all’industria del riciclo diventa un nuovo oggetto; è solo così che “da cosa (ri)nasce cosa”! Che Conai non lo sappia mi stupisce davvero molto o molto più probabilmente è solo poco attento alla comunicazione.
Questa
non è comunicazione che fa bene all’ambiente né ai tanti che ogni
giorno lavorano per migliorarlo o se non altro cercano di limitare
l’impatto che la nostra esistenza produce.
Torno a fare
il mio lavoro, faccio finta di non aver visto anche la vecchia
lampadina a incandescenza e intanto spero in una correzione del
messaggio.
Agata Fortunato, responsabile dell'Ufficio Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino
fonte: www.ecodallecitta.it