Quali stoviglie negli eventi?

Uno studio commissionato dal Canton Ticino analizza l’impatto ambientale di diverse alternative per il catering di fiere o sagre.










Il cantone svizzero del Ticino ha pubblicato una analisi sugli impatti ambientali delle stoviglie utilizzate nel corso di eventi come fiere o sagre, ovviamente ’tagliato' sul sistema di gestione rifiuti presente nella regione. La ricerca ha messo a confronto le principali opzioni disponibili, quali stoviglie monouso in plastica e in bioplastica, stoviglie riutilizzabili in plastica (polipropilene e melammina) e in altri materiali (ceramica, vetro e metallo).

Il documento (scaricabile QUI) si inquadra negli obiettivi sanciti dalla Confederazione nel piano di attuazione dell’Agenda 2030, nell’ottica di uno sviluppo più sostenibile e rispettoso delle risorse, ma va visto anche alla luce della decisione presa dalle autorità ticinesi il 22 giugno scorso che vieta l'utilizzo di stoviglie di plastica monouso (non biodegradabili o riciclabili) a partire dal 1° gennaio 2023.




Secondo lo studio, il passaggio dalle stoviglie monouso a quelle riutilizzabili (la soglia per rientrare in questa categoria è di almeno 20 volte) può rappresentare un vantaggio ambientale in termini di impronta di carbonio, dalla produzione al fine vita, a condizione che venga massimizzato il numero di riutilizzi, minimizzato il peso delle stoviglie e selezionato il materiale che presenta un minore impatto ambientale.
Considerando 20 utilizzi, l’adozione di stoviglie riutilizzabili in polipropilene (PP) risulta più vantaggiosa rispetto alle stoviglie monouso e di quelle in melammina.
Con un basso numero di riutilizzi, ad esempio 5, non risulta invece conveniente dal punto di vista ambientale passare dalle stoviglie monouso a quelle riutilizzabili, mentre a partire da un numero molto alto (ad esempio 100) il beneficio ambientale offerto dalle riutilizzabili diventa indipendente dal peso e dal materiale.

L’utilizzo di stoviglie in materiali non plastici (ceramica, vetro e metallo) si colloca come impronta di carbonio a metà strada tra le stoviglie riutilizzabili in polipropilene e quelle in melamina, senza dimenticare che l’uso di stoviglie in vetro o ceramica potrebbe comportare criticità in termini di sicurezza, rotture o danneggiamenti.


Se non è possibile adottare un sistema di stoviglie riutilizzabili - rileva lo studio elvetico - è preferibile adottare stoviglie in bioplastica o in legno, indipendentemente dal fine vita che può essere - nel caso del cantone svizzero - la metanizzazione o la termovalorizzazione. Considerando anche l’impronta idrica (che svantaggia i polimeri da biomassa), le stoviglie in PLA risultano meno vantaggiose rispetto alle alternative in plastiche convenzionali, anche se una soluzione intermedia - con bicchieri in PLA e piatti e posate in legno - torna ad essere più sostenibile.

Infine, le dimensioni dell’evento non sembrano essere un fattore determinante dal punto di vista ambientale nella scelta o meno di adottare le stoviglie riutilizzabili.

Scarica lo studio: Analisi degli impatti ambientali delle stoviglie monouso e riutilizzabili usate negli eventi in Ticino

fonte: www.polimerica.it


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