«La tutela dell’ambiente, la promozione di una responsabilità collettiva di attenzione all’ecosistema, il sostegno all’economia circolare, gli investimenti per una mobilità condivisa e sempre più “green”, l’orgoglio di aver avviato le procedure per avere in città il primo distributore fisso di idrogeno in Italia e una seria campagna per il recupero delle reti da pesca abbandonate in mare dimostrano, a vari livelli, l’impegno di Venezia in quell’importante progetto di salvaguardia del pianeta che deve vederci tutti compatti», commenta De Martin. «Tutte azioni che questa Amministrazione Comunale si onora di aver avviato e sostenuto con l’obiettivo non solo di dare attuazione all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma di procedere su un percorso che deve responsabilizzare ciascuno di noi».
Con la sottoscrizione della dichiarazione d’intenti (Plastic Smart City Commitment) predisposta dal WWF, l’Amministrazione comunale, ha voluto quindi ribadire questo suo impegno a tutela dell’ambiente e, in questo caso, per eliminare la dispersione di plastica in natura entro il 2030 sviluppando un piano d’azione che preveda, tra le altre cose, l’avvio di un progetto pilota che porti a un 30% di riduzione di inquinamento da plastica entro due anni. «Uniti sapremo raggiungere anche questo obiettivo – prosegue De Martin – e sono sicuro che arriveremo a risultati ancora più importanti. Venezia ogni anno durante il Giorno della Sensa “sposa” il Mare e quindi non poteva non essere in prima linea in questa importante campagna in sua difesa».
Il protocollo impegna inoltre a promuovere il coinvolgimento di settori chiave e parti interessate nella valutazione e nel miglioramento delle politiche, dei servizi e dei finanziamenti per prevenire la produzione di rifiuti di plastica e promuovere la loro gestione con soluzioni circolari, a sviluppare un piano di monitoraggio delle attività con baseline e target annuali e a condividere i progressi con il WWF attraverso le proprie attività di reporting, con un coinvolgimento attivo degli stakeholder e della cittadinanza nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche da adottare.
«Siamo orgogliosi di supportare l’iniziativa di Venezia, che è una città d’arte tra le più amate al mondo, sospesa tra bellezza e fragilità, e che diventa così simbolo della lotta alla dispersione della plastica in natura», commenta Donatella Bianchi, presidente WWF Italia. Grazie alla rete di città costiere a forte vocazione turistica dal nord al sud del Mediterraneo, tra cui Nizza, Dubrovnik, Smirne, Tangeri e da oggi Venezia, il WWF sta sviluppando la più grande attivazione civica degli ultimi decenni in difesa del mare. Una sfida cruciale che la pandemia ha ulteriormente accentuato per proteggere il Mediterraneo sempre più soffocato da plastiche e microplastiche che minacciano tutto l’ecosistema marino e la nostra salute.
L’iniziativa Plastic Smart Cities promossa dal WWF mira a collaborare con almeno 25 città o isole del Mediterraneo per ottenere risultati concreti e misurabili per fermare lo sversamento di plastica in natura entro il 2030. Venezia quindi contribuirà e beneficerà di una rete di conoscenze in merito a metodologie sviluppate per l’analisi della gestione dei rifiuti plastici, progetti di innovazione e soluzioni già messi in atto per evitare il consumo di plastica monouso.
Secondo il WWF, il Mediterraneo si sta trasformando in una pericolosa trappola di plastica: ogni anno, circa mezzo milione di tonnellate di plastica di grandi e piccole dimensioni entra nelle acque del nostro bacino, l’equivalente di 33.800 bottiglie di plastica gettate in mare ogni minuto. Un terzo dei rifiuti di plastica è mal gestito e, senza un’azione drastica, si prevede che quadruplicherà entro il 2050. Uno studio pubblicato nel 2020 su Science1 individua nella zona del Mar Tirreno la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino: 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato.
L’emergenza COVID ha purtroppo favorito il grande ritorno della plastica monouso con evidenti effetti collaterali sull’ambiente, a causa dell’aumento dei rifiuti spesso mal gestiti e dispersi. Quello delle mascherine rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema molto più ampio che ha messo un freno ai recenti progressi fatti in materia di sostenibilità e gestione dei rifiuti: la quarantena ha ad esempio stimolato l’aumento degli acquisti online con conseguente aumento degli imballaggi plastici, mentre il divieto nei food service di contenitori riutilizzabili in favore dell’usa e getta. Il WWF ritiene che la pandemia non debba ostacolare l’ambizione nazionale e globale di ridurre la plastica e l’inquinamento da essa generato e debba invece accelerare la ricerca di alternative al monouso e la messa in atto di sistemi circolari di gestione efficiente delle risorse.
Il progetto “Venezia e Smirne insieme contro l’inquinamento da plastica” è realizzato grazie al supporto della Fondazione Blue Planet Virginia Böger. Maggiori informazioni sull’iniziativa globale sono disponibili su questo sito.
1 – Kane I.A. et al., 2020. Seafloor Microplastic Hotspots Controlled By Deep-Sea Circulation, Science, 2020, 1140-1145.
fonte: www.italiachecambia.org
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