Gli ostacoli alla riduzione della plastica

Uno studio tedesco ha indagato sulle abitudini dei consumatori nel rapporto con gli imballaggi in plastica.
















L'Institute for Advanced Sustainability Studies (IASS) ha condotto un'estesa ricerca presso i consumatori tedeschi sull'impiego di imballaggi in plastica, per poi trarre conclusioni sull'approccio più efficace alla riduzione dei rifiuti. Dalla ricerca emerge che sono necessari cambiamenti radicali nelle infrastrutture, ma soprattutto negli stili di vita, il che richiede un cambio di paradigma culturale ed economico.

Secondo l'indagine, il 96% dei consumatori tedeschi ritiene importante ridurre i rifiuti di imballaggio, tuttavia il loro consumo, in Germania, è cresciuto in modo costante fino a toccare 3,2 milioni di tonnellate nel 2018, con un raddoppio dei rifiuti generati rispetto al 1997. Con 228 chilogrammi pro capite, il consumo di imballaggi in Germania risulta molto superiore alla media europea, pari a 174 chili pro capite.

I ricercatori hanno identificato 12 ostacoli alla riduzione di rifiuti da imballaggio e packaging in plastica:

Abitudini d'acquisto: i partecipanti al focus group fanno la spesa principalmente nei supermercati o nei discount piuttosto che nei mercati o nei negozi a rifiuti zero e la maggior parte non porta le proprie borse da casa. Inoltre, gli alimenti confezionati sono popolari.
Scarsa informazione: i ricercatori hanno osservato che i consumatori intervistati erano spesso incerti su quali tipi di imballaggi fossero più sostenibili di altri.
Igiene: molti partecipanti nutrono riserve sulle proprietà igieniche degli espositori di merci non imballate a libero accesso, sull'uso di contenitori portati da casa e, più in generale, sulle soluzioni di imballaggio riutilizzabile.
Proprietà del materiale: i partecipanti spesso preferiscono gli imballaggi in plastica a causa delle loro proprietà, come leggerezza, infrangibilità e resistenza.
Priorità: secondo alcuni partecipanti al focus group, gli sforzi per utilizzare meno imballaggi in plastica si scontrano con altre priorità della loro vita quotidiana, ad esempio i genitori non vogliono appesantire gli zaini scolastici dei figli e, di conseguenza, preferiscono usare la plastica invece delle bottiglie di vetro.
Prezzo: in generale, gli alimenti confezionati nella plastica sono più convenienti di quelli imballati con altri materiali.


Disponibilità: la maggior parte dei generi alimentari venduti nei supermercati e nei discount sono disponibili solo in imballaggi di plastica e, quindi, spesso non c'è molta scelta.
Percezione della responsabilità: secondo i partecipanti, sia gli individui che l'industria hanno la responsabilità di risolvere il "problema della plastica": da un lato, poiché l'industria è responsabile del fatto che così tanti prodotti sono confezionati in plastica, dovrebbe offrire soluzioni. Tuttavia, viene anche sottolineato che i consumatori dovrebbero acquistare in modo più consapevole.
Prossimità e infrastrutture: i partecipanti hanno sottolineato che negozi a rifiuti zero o mercati rionali sono spesso difficili da raggiungere e richiedono più tempo e sforzi per accedervi rispetto a supermercati o discount locali.
Tempo: questa è un'altra barriera cruciale per uno shopping più sostenibile. L'accesso a negozi e mercati a "rifiuti zero" richiederebbe più tempo per la maggior parte delle persone. I partecipanti hanno sottolineato che anche per la spesa servirebbe più tempo impiegando contenitori riutilizzabili, oltre alla pulizia degli stessi. Inoltre, la preparazione di alimenti non trasformati richiede anch'essa un maggor dispendio di tempo.
Comodità: i partecipanti trovano anche scomodo portare i propri contenitori da casa, se hanno altre incombenze da sbrigare o fanno la spesa dopo il lavoro.
Cultura: i consumatori intervistati non attribuiscono molta importanza alla disponibilità di una "vasta gamma di prodotti" durante gli acquisti. Tuttavia, molti sottolineano l'importanza di trovare prodotti specifici nei punti vendita. Ciò si traduce in una domanda indiretta di un'ampia gamma di prodotti di largo consumo, difficile da implementare in negozi "a zero rifiuti" o a basso contenuto di plastica. Le discussioni nei focus group hanno anche mostrato che la cultura del consumo spontaneo e in movimento rende difficile ridurre gli imballaggi. Molti partecipanti all'indagine non si rendono conto che gli alimenti non regionali e non stagionali, consumati tutti i giorni, devono essere per forza confezionati per garantire la conservazione e la freschezza durante il trasporto e lo stoccaggio.
“I risultati dello studio mostrano che attualmente sono necessari molti sforzi e una maggiore informazione affinché i consumatori riducano l'utilizzo di imballaggi in plastica - spiega Katharina Beyerl, coautrice della ricerca -. Se vogliamo rendere le merci a basso tasso di spreco e senza imballaggi monouso in plastica l'opzione più economica e conveniente, dobbiamo modificare le infrastrutture, gli incentivi economici e le condizioni di contorno, non basta chiedere ai consumatori di fare acquisti solo nei negozi a rifiuti zero".


fonte: www.polimerica.it


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