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Armadio Verde, il recommerce di abbigliamento Made in Italy, lancia la collezione uomo



















Dopo un anno dall'introduzione della collezione femminile, Armadio Verde, il recommerce che permette di ridare valore ai capi di abbigliamento facendo leva sull'economia circolare, presenta la linea uomo che si aggiunge agli articoli donna e bambino. Da oggi, gli utenti avranno la possibilità di accedere al vasto assortimento maschile disponibile sul sito e acquistare giacche, jeans, pantaloni, maglie e camicie per dare una svolta al proprio guardaroba. Nata con l'idea di dare nuova vita ai capi d'abbigliamento, puntando sull'economia circolare per creare un mercato sostenibile dell'usato, Armadio Verde espande la propria collezione andando ad aggiungere la linea maschile per rispondere anche alle necessità degli uomini. Negli anni, la piattaforma ha integrato e aggiunto articoli per tutti, dai vestitini per i più piccoli, all'abbigliamento femminile, abiti e accessori, tra cui scarpe e borse. 
"Armadio Verde nasce con l'obiettivo di rimettere in circolo capi d'abbigliamento e accessori che non si utilizzano più, azzerando gli sprechi legati all'acquisto di nuovi vestiti e riducendo in questo modo i consumi e l'impatto sull'ambiente", commenta Eleonora Dellera, Founder, Communication & Brand Manager di Armadio Verde. "Nella nostra epoca siamo costantemente alla ricerca di qualcosa di nuovo che purtroppo usiamo sempre meno. Ciò che amiamo oggi è molto probabile non possa trovare il nostro gusto domani. Da qui la volontà di permettere a tutti – uomini, donne e bambini - di rinfrescare il proprio guardaroba a costi bassi e in maniera sostenibile, evitando di buttare via articoli nuovi ma semplicemente mettendoli a disposizione di altri utenti". 
Armadio Verde crea infatti un circolo virtuoso che vede lo scambio alla base del rinnovo. L'assortimento disponibile online è infatti alimentato da capi in ottime condizioni che gli utenti inviano alla piattaforma, permettendo loro di scegliere altri abiti presenti sul sito e rispondendo alle moderne esigenze dei consumatori. 
Scegliere e acquistare sul recommerce è semplice e veloce: 

  • Basta registrarsi sul sito Armadio Verde e prenotare il ritiro dei vestiti;
  • Riempire una scatola con gli articoli (abbigliamento e accessori) che si vogliono rimettere in circolo e l'azienda si occuperà del ritiro gratuitamente direttamente all'indirizzo indicato;
  • Una volta consegnato il pacco presso il magazzino di Armadio Verde, un team dedicato al controllo qualità verificherà attentamente ogni capo e, per ogni articolo approvato, verranno attribuite un numero di Stelline - la moneta virtuale alla base di ogni 'scambio' utilizzabile per gli acquisti sul sito. Le Stelline sono assegnate nello stesso modo a seconda di marca, taglie e tipologia del capo. I vestiti vengono messi così in collezione online mantenendo lo stesso valore in Stelline;
  • A questo punto, è possibile utilizzare le proprie Stelline per acquistare altri articoli, aggiungendo una cifra in euro.

fonte: https://www.greencity.it

I vestiti che non usi più? Armadio Verde, una startup italiana, li ritira e li rimette in circolo. E in cambio puoi averne di ‘nuovi’
















Qualsiasi genitore ha presente la velocità con cui i figli passano da una taglia all’altra creando un accumulo di vestiti negli armadi. Partendo da questa semplice constatazione, due imprenditori italiani hanno fondato una startup che punta sull’economia circolare per creare un mercato sostenibile dell’usato e contenere gli sprechi: si chiama Armadio Verde e promette di sbarazzarci dei vestiti inutilizzati dando la possibilità di scambiarli per altri più adatti alla taglia o semplicemente al gusto del momento.


“Siamo partiti dall’idea di riutilizzare i vestiti da bambini, poi ci siamo resi conto che anche le donne hanno spesso armadi strapieni e voglia costante di cambiare guardaroba”, dice David Erba, cofondatore della startup insieme all’ex moglie Eleonora Dellera. “E i numeri ci stanno dando ragione”.


Dall’8 marzo di quest’anno, quando è stata introdotta la linea donna, gli scambi sono raddoppiati e il 60% dei vestiti che oggi Armadio Verde rimette in circolo sono capi femminili. L’azienda è nata con veri negozi che servivano da punti di raccolta e scambio per poi passare solo online nel 2015, quando ha chiuso con successo un round d’investimenti raccogliendo 1,3 milioni di euro.


Oggi ha all’attivo 8.000 clienti per conto dei quali muove quotidianamente circa 3.000 capi, dà lavoro a 25 persone e ha chiuso il 2017 con un fatturato di € 600.000. Ma la crescita ha fatto un balzo in avanti e per quest’anno la previsione è di chiudere il bilancio superando i 2 milioni di euro. Così com’è strutturato, il modello di business di Armadio Verde è pronto a essere esportato all’estero. Già previsto lo sbarco in Francia per il 2019, a cui poco dopo dovrebbe seguire quello in Germania.

“L’idea è nata guardando l’armadio dei nostri figli riempirsi di vestiti inutilizzabili”, dice Erba, ingegnere passato dal gestire le catene di montaggio degli stabilimenti Fiat al creare startup tecnologiche. “Il modello di business è perfettamente scalabile e il mio sogno è aprire anche ad altri settori merceologici, anche se al momento restiamo concentrati sull’abbigliamento”.

Dopo la registrazione online, Armadio Verde manda a casa una cassa (rigorosamente di cartone riciclato) da riempire con vestiti dismessi. Poi la ritira a sue spese, seleziona i capi e assegna una moneta virtuale con la quale l’utente può comprarne altri fra quelli pubblicati sul sito, aggiungendo 5 euro di spese per ogni transazione.

Nel caso in cui l’abito non soddisfi i requisiti di qualità, può essere devoluto in beneficenza attraverso l’onlus Humana.org affinché trovi comunque un utilizzo. Armadio Verde promette anche di essere sostenibile da un punto di vista ambientale. L’impatto dell’industria dell’abbigliamento in termini di produzione di CO2, impiego di acqua e utilizzo di energia è noto; allungare il ciclo di vita dei capi è un modo per contribuire a ridurlo. Cosa che, però, succede solo raramente perché più spesso vince la nostra voglia di comprare qualcosa di nuovo. Ma nuovo non deve per forza significare mai usato prima.

“L’innovatività del nostro e-commerce sta nel fatto che i clienti devono spedire vestiti che non usano per guadagnare le stelline necessarie per prendere altri vestiti”, sottolinea Erba. “In questo modo il driver del prezzo spinge i clienti a liberare gli armadi da vestiti inutilizzati, creando il circolo virtuoso”.

Dalla sua nascita, Armadio Verde ha reso possibile lo scambio di 180.000 vestiti, una montagna di tessuti fatta di circa 25 tonnellate di cotone, 7,5 di fibre sintetiche e 1,5 di lana. Che, essendo stati riciclati al posto che prodotti ex novo, nelle stime dell’azienda equivalgono a risparmio di 135 tonnellate di CO2 e 225 milioni di litri di acqua.

fonte: https://it.businessinsider.com