Visualizzazione post con etichetta #Humana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Humana. Mostra tutti i post

Studenti e sarte si incontrano e ridanno vita ai vecchi jeans

Rigenerazione tessile e rafforzamento del tessuto sociale, attraverso il coinvolgimento di una rete di attori locali. Sono queste le caratteristiche del progetto RicuciTò che ha visto gli studenti del Politecnico di Torino lavorare insieme alle donne della Sartoria Sociale Gelso per ridare vita a vecchi jeans realizzando ciabatte e presine.















Da quello che era uno scarto può nascere qualcosa di nuovo, utile e capace di dare un valore aggiunto ad un'intera comunità. È da questo presupposto che ha preso vita il progetto RicuciTò promosso da HUMANA People to People ItaliaSartoria Sociale Gelso e Occhio del Riciclone. L'iniziativa ha coinvolto gli studenti del Politecnico di Torino ed è stata finanziata grazie al bando AxTò – Azioni per le periferie torinesi sostenuto dal Comune di Torino.
Grazie alla progettazione creativa degli studenti del corso di Design II del Politecnico di Torino, le sarte della Sartoria Sociale Gelso (Cooperativa Patchanka) con il loro laboratorio presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno hanno ridato vita a vecchi jeans realizzando ciabatte e presine da cucina comode, pratiche ed ecosostenibili. Due originali prodotti realizzati anche grazie al supporto tecnico offerto dalla Cooperativa Sociale Occhio del Riciclone.


«Un “rigenerare vita” che ben si coniuga con il desiderio di chi cerca di rinascere attraverso un lavoro giusto e dignitoso. Le donne della Sartoria Gelso in questo ci credono e dalle loro mani escono manufatti ricchi della loro esperienza e di valore umano», afferma Elisabetta De Leo della Sartoria Sociale Gelso.
«Il progetto – ha spiegato Laura Di Fluri di HUMANA People to People Italia - nasce dal desiderio di applicare un modello innovativo di economia circolare e collaborativa nell’attività di recupero del denim, il materiale di cui sono fatti i jeans. Un’iniziativa che declina il valore della rigenerazione a tutto tondo: il rafforzamento del tessuto sociale che passa da un nuovo esempio virtuoso di economia circolare. Un processo e un’esperienza che assumono un significato ancora più preciso se si considera il microcosmo del quartiere di San Salvario, vero e proprio ecosistema in cui si incontrano culture, stili di vita e professionalità diverse, così come esigenze sociali e approcci differenti: un luogo multiculturale per natura».
L’obiettivo di RicuciTò non è dunque solo quello di allungare la vita di un materiale tessile non più utilizzabile ma anche quello di creare nuove sinergie tra diverse realtà del torinese, attraverso l’ideazione e la creazione di un nuovo prodotto di riciclo.
«Dal jeans che si credeva non più riutilizzabile inizia una storia tutta da scrivere che, partendo dall’armadio, arriva e (ri)torna nelle periferie della città… ricucendone il tessuto sociale», scrive HUMANA People to People Italia.


Il progetto, svoltosi da gennaio a settembre, si è articolato in tre fasi:
1. Workshop sulla trasformazione dei materiali e sviluppo di concept creativi
In questa prima fase sono stati coinvolti gli studenti del corso di Laurea in Design e Comunicazione Visiva del Politecnico di Torino: invitati a riflettere sui benefici ambientali e sociali connessi al riutilizzo e riciclo del tessile e alle potenzialità dell’economia circolare, hanno poi elaborato 48 spunti creativi per la successiva realizzazione del prototipo.
2. Realizzazione del prototipo e produzione del prodotto
La Sartoria Sociale Il Gelso, con il supporto tecnico della Cooperativa Sociale Occhio del Riciclone, si è occupata della fase di prototipazione dei due progetti selezionati e di quella di produzione nel laboratorio che gestisce all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, dove sono impiegate tre detenute. Gli studenti del Politecnico durante questa fase hanno incontrato le sarte della Casa Circondariale per un importante momento di scambio e condivisione: creatività e mani, idee e macchine da cucire.
3. Evento di presentazione aperto alla cittadinanza, lancio comunicativo e commercializzazione
L’evento ha l'obiettivo di raccontare il progetto, i partner coinvolti e presentare i prodotti realizzati alla cittadinanza. Contestualmente è prevista la commercializzazione attraverso i due negozi di HUMANA People to People Italia presenti a Torino e la rete di esercizi commerciali individuata nel corso del progetto.


E proprio alcuni giorni fa, domenica 6 ottobre, dalle 11 alle 20 presso il mercato coperto San Salvario Emporium di Torino si è tenuta la mostra di RicuciTò che ha ospitato il confronto aperto tra artisti, illustratori, artigiani e designer provenienti da tutta Italia. “L’occasione ideale per parlare al pubblico di riuso, lotta allo spreco, ciclo virtuoso dei prodotti tessili e solidarietà”, ha commentato Laura Di Fluri.

fonte: http://piemonte.checambia.org/

I vestiti che non usi più? Armadio Verde, una startup italiana, li ritira e li rimette in circolo. E in cambio puoi averne di ‘nuovi’
















Qualsiasi genitore ha presente la velocità con cui i figli passano da una taglia all’altra creando un accumulo di vestiti negli armadi. Partendo da questa semplice constatazione, due imprenditori italiani hanno fondato una startup che punta sull’economia circolare per creare un mercato sostenibile dell’usato e contenere gli sprechi: si chiama Armadio Verde e promette di sbarazzarci dei vestiti inutilizzati dando la possibilità di scambiarli per altri più adatti alla taglia o semplicemente al gusto del momento.


“Siamo partiti dall’idea di riutilizzare i vestiti da bambini, poi ci siamo resi conto che anche le donne hanno spesso armadi strapieni e voglia costante di cambiare guardaroba”, dice David Erba, cofondatore della startup insieme all’ex moglie Eleonora Dellera. “E i numeri ci stanno dando ragione”.


Dall’8 marzo di quest’anno, quando è stata introdotta la linea donna, gli scambi sono raddoppiati e il 60% dei vestiti che oggi Armadio Verde rimette in circolo sono capi femminili. L’azienda è nata con veri negozi che servivano da punti di raccolta e scambio per poi passare solo online nel 2015, quando ha chiuso con successo un round d’investimenti raccogliendo 1,3 milioni di euro.


Oggi ha all’attivo 8.000 clienti per conto dei quali muove quotidianamente circa 3.000 capi, dà lavoro a 25 persone e ha chiuso il 2017 con un fatturato di € 600.000. Ma la crescita ha fatto un balzo in avanti e per quest’anno la previsione è di chiudere il bilancio superando i 2 milioni di euro. Così com’è strutturato, il modello di business di Armadio Verde è pronto a essere esportato all’estero. Già previsto lo sbarco in Francia per il 2019, a cui poco dopo dovrebbe seguire quello in Germania.

“L’idea è nata guardando l’armadio dei nostri figli riempirsi di vestiti inutilizzabili”, dice Erba, ingegnere passato dal gestire le catene di montaggio degli stabilimenti Fiat al creare startup tecnologiche. “Il modello di business è perfettamente scalabile e il mio sogno è aprire anche ad altri settori merceologici, anche se al momento restiamo concentrati sull’abbigliamento”.

Dopo la registrazione online, Armadio Verde manda a casa una cassa (rigorosamente di cartone riciclato) da riempire con vestiti dismessi. Poi la ritira a sue spese, seleziona i capi e assegna una moneta virtuale con la quale l’utente può comprarne altri fra quelli pubblicati sul sito, aggiungendo 5 euro di spese per ogni transazione.

Nel caso in cui l’abito non soddisfi i requisiti di qualità, può essere devoluto in beneficenza attraverso l’onlus Humana.org affinché trovi comunque un utilizzo. Armadio Verde promette anche di essere sostenibile da un punto di vista ambientale. L’impatto dell’industria dell’abbigliamento in termini di produzione di CO2, impiego di acqua e utilizzo di energia è noto; allungare il ciclo di vita dei capi è un modo per contribuire a ridurlo. Cosa che, però, succede solo raramente perché più spesso vince la nostra voglia di comprare qualcosa di nuovo. Ma nuovo non deve per forza significare mai usato prima.

“L’innovatività del nostro e-commerce sta nel fatto che i clienti devono spedire vestiti che non usano per guadagnare le stelline necessarie per prendere altri vestiti”, sottolinea Erba. “In questo modo il driver del prezzo spinge i clienti a liberare gli armadi da vestiti inutilizzati, creando il circolo virtuoso”.

Dalla sua nascita, Armadio Verde ha reso possibile lo scambio di 180.000 vestiti, una montagna di tessuti fatta di circa 25 tonnellate di cotone, 7,5 di fibre sintetiche e 1,5 di lana. Che, essendo stati riciclati al posto che prodotti ex novo, nelle stime dell’azienda equivalgono a risparmio di 135 tonnellate di CO2 e 225 milioni di litri di acqua.

fonte: https://it.businessinsider.com

Ecomondo: Il futuro di vestiti usati e riutilizzo: come governare la transizione


Mercoledì 7 Novembre 2018 - 14:00  - Sala Abete Hall Ovest


Il settore dell'usato e del riutilizzo si appresta a vivere trasformazioni radicali che cambieranno per sempre il volto del mercato. Esperti, stakeholder e player del settore spiegheranno il processo di cambiamento fornendo aggiornamenti sulle ultime novità normative e operative.


Programma
14.00 Introduzione e benvenuto
Pietro Luppi, Occhio del Riciclone
L'usato tra presente e futuro, questioni e scenari
Josep Maria Tost y Borras, Direttore Agenzia Rifiuti della Catalogna e Vicepresidente ACR+
Riorganizzare le raccolte indumenti in vista degli obiettivi 2025
Claudia Strasserra, Bureau Veritas
Evoluzioni dello strumento ESET per la tracciabilità delle filiere dell’usato
Aretha Dotta, Contarina
Un modello integrato per massimizzare il riutilizzo
On. Stefano Vignaroli
Una nuova legge per l’usato e il riutilizzo
Alessandro Strada, Humana People to People Italia
Vestiti usati, mercato mondiale e punti di equilibrio
Mirko Regazzi, Utilitalia
Linee Guida per le gare di raccolta e recupero abiti usati
Andrea Fluttero, Fise-Unicircular
Verso una democrazia dei consorzi di filiera
Alessandro Stillo, Rete ONU
Informalità ed emersione, da soggetti vulnerabili a soggetti protagonisti

17.30 Ulla Carina Bolin, Humana People to People Italia
Discussione e chiusura
fonte: Ecomondo

Clothes for love: l'innovativa raccolta degli abiti usati che premia chi conferisce scarpe e vestiti
















Dimenticate il tradizionale contenitore giallo per la raccolta degli abiti usati al centro di scandali negli anni passati, oggi ha assunto una nuova forma: quella di un grande cuore rosso, pronto ad accogliere le donazioni ma anche a erogare premi e a dialogare con il cittadino attraverso un touch screen interattivo che permette di ottenere informazioni relative al conferimento dei vestiti.
Una vera e propria innovazione nel modo di raccogliere abiti e scarpe usati presentata da Eurven in occasione di Ecomondo2017 che si sta svolgendo a Rimini Fiera proprio in questi giorni (7 al 10 novembre). Il nuovo contenitore completamente digitalizzato, per la raccolta dei vestiti usati realizzato per il progetto Clothes For Love a cura dell’organizzazione umanitaria HUMANA People to People Italia e in collaborazione con Auchan Retail Italia, le principali Amministrazioni Comunicali lombarde e una ricca rete di partner locali.
Questi nuovi raccoglitori rossi e dalla forma a cuore sono stati progettati dall’Istituto Europeo di Design e completata dal progetto grafico di Re.rurban Studio, ad evidenziare la generosità che accompagna la donazione degli indumenti così come l’attenzione all’ambiente.


raccolta abiti usati 


Il contenitore presenta un display touch screen digitale da cui il cittadino otterrà informazioni relative al conferimento dei vestiti, alla filiera di HUMANA, al progetto beneficiario e ai partner. Il vano d’inserimento non presenta la classica maniglia basculante ma un’apertura di più facile utilizzo ma soprattutto antintrusione e manomissione. All’interno la presenza di sensori volumetrici e un dispositivo di pesatura interna.


raccolta abiti usati


Quello che rende particolare il contenitore è inoltre il suo sistema incentivante: dopo la donazione, infatti, è possibile selezionare dal monitor un buono sconto, che viene stampato in tempo reale, per l’acquisto di prodotti sostenibili come alimentari bio, lampadine a basso consumo o prodotti e servizi di piccoli riparatori e botteghe aderenti. A questo buono se ne aggiunge un secondo di “benvenuto” da parte di HUMANA, come ulteriore riconoscimento al donatore; ma soprattutto, donando i propri indumenti i cittadini potranno supportare le attività d’inserimento scolastico di HUMANA nella zona di Chilangoma in Malawi.
Con il progetto Clothes for love, HUMANA People to People Italia vuole farsi ancora una volta promotore del cambiamento culturale che dobbiamo sforzarci di perseguire nel nostro Paese. È inoltre una testimonianza diretta di come l’applicazione delle nuove tecnologie possa contribuire alle finalità solidali ed essere un fattore di raccordo e dialogo con i cittadini che sempre più chiedono di essere coinvolti in prima persona nelle attività che investono la loro vita” sottolinea Karina Bolin, Presidente di HUMANA People to People Italia.
Ad ora, i contenitori Clothes For Love sono stati posizionati a Milano (presso il punto vendita Simply di Viale Corsica 21) e Vimodrone (presso il Centro Commerciale Auchan) e andranno in tour fino a fine gennaio 2018 nelle principali città lombarde.
E come sottolinea Carlo Alberto Baesso, General Manager di Eurven: “Rifiuto significa risorsa: ogni piccolo gesto virtuoso da parte dei cittadini va premiato e incentivato. In questo modo sarà più facile stimolarli a fare la raccolta differenziata e a prendersi cura ogni giorno dell’ambiente”.





fonte: www.greenme.it

Clothes for love: la raccolta degli abiti usati diventa hi-tech

Buoni sconto ecosostenibili per tutti coloro che donano abiti usati: HUMANA People to People Italia lancia a Milano i nuovi contenitori digitali per la raccolta d’indumenti usati realizzati da Eurven 
















La tecnologia al servizio della solidarietà. Parte da Milano, presso il punto vendita Simply di Viale Corsica 21, il progetto Clothes for love, a cura dell’organizzazione umanitaria HUMANA People to People Italia e in collaborazione con Auchan Retail Italia e le principali amministrazioni comunali lombarde. Il progetto prevede il posizionamento di un nuovo contenitore per la raccolta di abiti e scarpe usati completamente digitalizzato con tecnologie di ultima generazione, realizzato da Eurven. Una vera innovazione nel modo di raccogliere gli abiti usati. Obiettivo del progetto è la trasformazione di un semplice gesto di solidarietà e di tutela ambientale in un momento di dialogo con il cittadino, che per la prima volta contribuisce anche a incentivare lo sviluppo del proprio territorio.
Il nuovo contenitore proposto da HUMANA, la cui forma è stata progettata dall’Istituto Europeo di Design, si differenzia dal tradizionale giallo per numerosi aspetti: la struttura a forma di cuore e di colore rosso vuole evidenziare la generosità che accompagna la donazione degli indumenti così come l’attenzione all’ambiente; il vano d’inserimento dei vestiti non ha la maniglia basculante ma un’apertura antintrusione di più facile utilizzo; la presenza di sensori volumetrici e di un dispositivo di pesatura interna consentono un servizio particolarmente curato. Elemento davvero distintivo è però il touchscreen digitale che consente al cittadino di interagire mediante un monitor, ottenendo informazioni relative al conferimento dei vestiti, alla filiera di HUMANA, al progetto beneficiario e ai partner. Ma la vera novità riguarda la possibilità di ottenere eco-gift: dopo la donazione, infatti, è possibile selezionare dal monitor un buono sconto, che viene stampato in tempo reale, per l’acquisto di prodotti sostenibili come alimentari bio, lampadine a basso consumo o prodotti e servizi di piccoli riparatori e botteghe locali. A questo buono se ne aggiunge un secondo di “benvenuto” da parte di HUMANA, come ulteriore riconoscimento al donatore. Il coinvolgimento delle persone è alla base di questo progetto che ha l’obiettivo di dare valore alla solidarietà dei cittadini, che donando i propri indumenti supportano le attività d’inserimento scolastico di HUMANA nella zona di Chilangoma in Malawi.
I contenitori Clothes for love andranno in tour fino a fine gennaio 2018. Oltre al supermercato Simply milanese, infatti, i cuori di HUMANA saranno posizionati presso i Centri Commerciali Auchan di Vimodrone e Concesio, presso il supermercato Simply di via San Zeno a Brescia e in luoghi di aggregazione dei Comuni di Como, Lecco, Pavia e Varese e ancora Milano e Brescia.
Clothes for love è un concreto esempio di economia circolare in grado di produrre un impatto positivo in termini ambientali e sociali.  Il tutto a vantaggio della trasparenza della filiera e della garanzia della destinazione degli indumenti raccolti. Il contenitore di nuova generazione è ideato allo scopo di divenire uno strumento più vicino ai cittadini per incentivarli a donare i propri abiti usati: la semplicità di utilizzo e l’accesso alle informazioni sull’impiego dei capi donati sono infatti elementi essenziali.

Questi risultano inoltre coerenti con gli obiettivi del Bando per la diffusione della responsabilità sociale delle organizzazioni nelle medie e piccole imprese lombarde di Unioncamere - Regione Lombardia, grazie al quale HUMANA ha ottenuto il finanziamento per avviare l’iniziativa. Finalità del bando è quella di incentivare progetti a valenza sociale, ambientale e culturale che prevedano il coinvolgimento dell’impresa a favore della comunità locale sui temi dello sviluppo locale sostenibile, green economy e innovazione sociale.

Per realizzare Clothes for love, HUMANA ha quindi voluto attivare una rete di partner quali Auchan Retail Italia – a fianco di HUMANA da oltre 15 anni con le insegne Auchan e Simply –, Gallerie Commerciali Italia e le principali amministrazioni comunali lombarde per il posizionamento dei contenitori a forma di cuore. Sono inoltre coinvolti numerosi operatori locali attivi sul territorio ed EURVEN in qualità di partner tecnico. L’azienda, leader nel settore di eco-compattatori per le raccolte incentivanti, ha realizzato il contenitore curandone ingegnerizzazione, software e tecnologia.
“Con il progetto Clothes for love, HUMANA People to People Italia vuole farsi ancora una volta promotore del cambiamento culturale che dobbiamo sforzarci di perseguire nel nostro Paese. È inoltre una testimonianza diretta di come l’applicazione delle nuove tecnologie possa contribuire alle finalità solidali ed essere un fattore di raccordo e dialogo con i cittadini che sempre più chiedono di essere coinvolti in prima persona nelle attività che investono la loro vita” ha dichiarato Karina Bolin, Presidente di HUMANA People to People Italia.
“Siamo lieti di poter ospitare e incentivare in alcuni nostri punti vendita un’innovativa soluzione per   promuovere la donazione degli abiti usati e generare un nuovo valore. Il progetto è in linea con il nostro impegno nella riduzione degli sprechi e in continuità con le altre iniziative sviluppate in questi anni insieme a HUMANA People to People” ha dichiarato Carlo Delmenico, Direttore Responsabilità Sociale d'Impresa di Auchan Retail Italia.
“Il progetto sviluppato in collaborazione con HUMANA è stato per IED un’ottima opportunità di sperimentazione metodologica e un’importante sfida. Gli studenti coinvolti, oggi nostri diplomati, hanno lavorato in team interdisciplinari con l’obiettivo di consegnare a HUMANA proposte complete, nuovi linguaggi funzionali e di comunicazione per la raccolta degli abiti. Ringraziamo HUMANA per la fiducia e l’opportunità” ha dichiarato Anna Cantaro, Responsabile Comunicazione e Progetti Speciali IED Milano.
Carlo Alberto Baesso, general manager di Eurven, conclude: "la nostra azienda crede da sempre nello sviluppo di tecnologie per le raccolte incentivanti e siamo leader del settore perché investiamo molto in progetti di ricerca e sviluppo. Abbiamo accettato la sfida di realizzare lo smart container di HUMANA, mettendo al servizio la nostra tecnologia, con la sicurezza che sarà un successo: questo progetto, con un contenitore per abiti incentivante unico al mondo, rispetta al 100 per cento i principi dell'economia circolare".

fonte: www.ecodallecitta.it