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RIBES, rinnovabili e biodiversità fluviale al centro del progetto di ricerca

 

l progetto europeo RIBES, coordinato dal Politecnico di Torino, intende trovare soluzioni innovative per rendere la produzione di energia idroelettrica più compatibile con la biodiversità fluviale. Intervista al prof. Claudio Comoglio, coordinatore del progetto.


Un progetto di ricerca per rendere la produzione di energia idroelettrica più rispettosa della biodiversità fluviale. Si chiama RIBES- RIver flow regulation, fish BEhaviour and Status”, ed è voluto dall'Unione Europea. In Italia è coordinato dal Politecnico di Torino e vanta un obiettivo ambizioso: trovare soluzioni innovative per incrementare, da un lato, la produzione di energia da fonti rinnovabili come l'idroelettrico e per tutelare, dall'altro, gli habitat acquatici sempre più a rischio.

Per conoscere RIBES più a fondo e da vicino, abbiamo rivolto alcune domande al prof. Claudio Comoglio, docente del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino e coordinatore del progetto.

Da dove nasce l'esigenza di orientare l'innovazione nel campo dell'idroelettrico in modo che si accompagni alla tutela della biodiversità fluviale?

L’attività di ricerca prevista nel progetto RIBES si inserisce in uno scenario in cui di fatto sussiste un conflitto tra gli obiettivi di due strategie europee inerenti la tutela della biodiversità e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Da un lato, nel 2016 le serie preoccupazioni relative alla continua perdita di biodiversità, al degrado degli ecosistemi acquatici e al mancato raggiungimento degli obiettivi della Strategia della UE per la Biodiversità 2020 hanno portato all’ urgente adozione di una nuova Risoluzione per l’attuazione di misure di ripristino degli ecosistemi; dall’altro, nel 2018 la UE ha incrementato al 32% gli obiettivi vincolanti di produzione di energia da fonte rinnovabile, dando così ulteriore impulso al settore idroelettrico per la realizzazione di nuovi impianti e l’ottimizzazione di quelli esistenti. In questo contesto, il progetto RIBES si propone di identificare soluzioni tecniche innovative che consentano di rendere maggiormente compatibili gli impianti idroelettrici e le opere di prelievo da corsi d’acqua.

Che impatto hanno infrastrutture come dighe e sbarramenti sull'ittiofauna e sugli ecosistemi fluviali?

Questa tipologia di manufatti in alveo determina la frammentazione della continuità del corso d’acqua, impedendo a numerosi organismi acquatici di avere accesso alle porzioni d’alveo in cui sono presenti habitat fondamentali per il loro ciclo vitale. In particolare i pesci, nel corso dell’anno e nell’arco della loro vita, compiono diversi spostamenti lungo i corsi d’acqua per trovare zone con adeguata disponibilità di risorse alimentari, aree idonee alla riproduzione ed allo sviluppo degli stadi giovanili e aree con condizioni idonee per superare periodi caratterizzati da condizioni ambientali particolarmente critiche. Dighe e sbarramenti impediscono tali dinamiche bidirezionali (da valle verso monte e viceversa), determinando un impatto significativo sulle popolazioni delle diverse specie. Inoltre, tali manufatti alterano le condizioni idrodinamiche del corso d’acqua (rilascio a valle di portate ridotte, creazione di ampie aree a ridotta velocità della corrente ed elevata profondità nell’invaso di monte), andando così a modificare drasticamente gli habitat precedentemente idonei alla presenza delle diverse specie.

Come è possibile ovviare a questo problema?

La realizzazione di dispositivi denominati “passaggi per pesci” costituisce la principale misura volta a mitigare gli impatti connessi all’interruzione della continuità fluviale presso gli sbarramenti, ed è finalizzata a consentire la libera circolazione alle diverse specie ittiche, ciascuna caratterizzata da diversi comportamenti, capacità natatorie e tempi di migrazione nell’arco dell’anno. Proprio la diversità di comportamento e di capacità natatorie delle numerose specie rende complessa la progettazione di dispositivi efficaci, che siano pienamente funzionali per 365 giorni all’anno e fruibili da tutte le specie, consentendo sia gli spostamenti verso monte che quelli verso valle. Nell’ambito del progetto RIBES, una particolare attenzione sarà pertanto rivolta all’individuazione di soluzioni tecniche innovative che possano rendere maggiormente efficaci tali misure mitigative e migliorare le modalità di monitoraggio della relativa efficacia.

Quali saranno, in breve, le metodologie e gli strumenti che verranno utilizzati?

Le attività di ricerca che saranno sviluppate dal dipartimento DIATI del Politecnico di Torino saranno finalizzate a studiare il comportamento natatorio di diverse specie ittiche migratorie endemiche del bacino padano, al variare delle condizioni idrodinamiche (velocità, turbolenza) presenti all’interno dei passaggi per pesci. In particolare si procederà all’analisi, mediante videoregistrazione, del relativo comportamento natatorio all’interno di un’innovativa canaletta idraulica portatile, che consentirà di effettuare direttamente presso il corso d’acqua esperimenti di laboratorio con condizioni idrauliche controllate. Queste innovative attività sperimentali verranno condotte tramite il MovingLab, il laboratorio mobile sviluppato dal DIATI nell’ambito del progetto cambiamenti_climatici@polito, che sarà direttamente utilizzato in campo lungo diversi corsi d’acqua piemontesi.

Quali obiettivi si propone di raggiungere nello specifico il progetto che porta avanti il Politecnico di Torino?

I risultati delle prove sperimentali forniranno informazioni utili per la tutela delle specie ittiche migratorie endemiche del bacino padano, andando ad incrementare l’attuale limitato stato delle conoscenze scientifiche relativo alla loro ecologia. Costituiranno, inoltre, un fondamentale elemento di input per migliorare gli attuali criteri di progettazione di passaggi per pesci, in modo da rendere tali dispositivi non selettivi e fruibili anche da tali specie minori, le cui popolazioni stanno manifestando un trend di progressivo e rapido declino.

Come previsto dalla struttura dei progetti UE Marie Curie, RIBES prevede percorsi formativi rivolti a 15 giovani ricercatori e ricercatrici nell’ambito dei corsi di Dottorato in 8 Università (Italia, Svezia, UK, Germania, Estonia e Belgio). Ciascuno di loro svilupperà un progetto di ricerca individuale all’interno di un network europeo di Università, enti pubblici, società di consulenza e produttori idroelettrici.

fonte: www.nonsoloambiente.it


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Studenti e sarte si incontrano e ridanno vita ai vecchi jeans

Rigenerazione tessile e rafforzamento del tessuto sociale, attraverso il coinvolgimento di una rete di attori locali. Sono queste le caratteristiche del progetto RicuciTò che ha visto gli studenti del Politecnico di Torino lavorare insieme alle donne della Sartoria Sociale Gelso per ridare vita a vecchi jeans realizzando ciabatte e presine.















Da quello che era uno scarto può nascere qualcosa di nuovo, utile e capace di dare un valore aggiunto ad un'intera comunità. È da questo presupposto che ha preso vita il progetto RicuciTò promosso da HUMANA People to People ItaliaSartoria Sociale Gelso e Occhio del Riciclone. L'iniziativa ha coinvolto gli studenti del Politecnico di Torino ed è stata finanziata grazie al bando AxTò – Azioni per le periferie torinesi sostenuto dal Comune di Torino.
Grazie alla progettazione creativa degli studenti del corso di Design II del Politecnico di Torino, le sarte della Sartoria Sociale Gelso (Cooperativa Patchanka) con il loro laboratorio presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno hanno ridato vita a vecchi jeans realizzando ciabatte e presine da cucina comode, pratiche ed ecosostenibili. Due originali prodotti realizzati anche grazie al supporto tecnico offerto dalla Cooperativa Sociale Occhio del Riciclone.


«Un “rigenerare vita” che ben si coniuga con il desiderio di chi cerca di rinascere attraverso un lavoro giusto e dignitoso. Le donne della Sartoria Gelso in questo ci credono e dalle loro mani escono manufatti ricchi della loro esperienza e di valore umano», afferma Elisabetta De Leo della Sartoria Sociale Gelso.
«Il progetto – ha spiegato Laura Di Fluri di HUMANA People to People Italia - nasce dal desiderio di applicare un modello innovativo di economia circolare e collaborativa nell’attività di recupero del denim, il materiale di cui sono fatti i jeans. Un’iniziativa che declina il valore della rigenerazione a tutto tondo: il rafforzamento del tessuto sociale che passa da un nuovo esempio virtuoso di economia circolare. Un processo e un’esperienza che assumono un significato ancora più preciso se si considera il microcosmo del quartiere di San Salvario, vero e proprio ecosistema in cui si incontrano culture, stili di vita e professionalità diverse, così come esigenze sociali e approcci differenti: un luogo multiculturale per natura».
L’obiettivo di RicuciTò non è dunque solo quello di allungare la vita di un materiale tessile non più utilizzabile ma anche quello di creare nuove sinergie tra diverse realtà del torinese, attraverso l’ideazione e la creazione di un nuovo prodotto di riciclo.
«Dal jeans che si credeva non più riutilizzabile inizia una storia tutta da scrivere che, partendo dall’armadio, arriva e (ri)torna nelle periferie della città… ricucendone il tessuto sociale», scrive HUMANA People to People Italia.


Il progetto, svoltosi da gennaio a settembre, si è articolato in tre fasi:
1. Workshop sulla trasformazione dei materiali e sviluppo di concept creativi
In questa prima fase sono stati coinvolti gli studenti del corso di Laurea in Design e Comunicazione Visiva del Politecnico di Torino: invitati a riflettere sui benefici ambientali e sociali connessi al riutilizzo e riciclo del tessile e alle potenzialità dell’economia circolare, hanno poi elaborato 48 spunti creativi per la successiva realizzazione del prototipo.
2. Realizzazione del prototipo e produzione del prodotto
La Sartoria Sociale Il Gelso, con il supporto tecnico della Cooperativa Sociale Occhio del Riciclone, si è occupata della fase di prototipazione dei due progetti selezionati e di quella di produzione nel laboratorio che gestisce all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, dove sono impiegate tre detenute. Gli studenti del Politecnico durante questa fase hanno incontrato le sarte della Casa Circondariale per un importante momento di scambio e condivisione: creatività e mani, idee e macchine da cucire.
3. Evento di presentazione aperto alla cittadinanza, lancio comunicativo e commercializzazione
L’evento ha l'obiettivo di raccontare il progetto, i partner coinvolti e presentare i prodotti realizzati alla cittadinanza. Contestualmente è prevista la commercializzazione attraverso i due negozi di HUMANA People to People Italia presenti a Torino e la rete di esercizi commerciali individuata nel corso del progetto.


E proprio alcuni giorni fa, domenica 6 ottobre, dalle 11 alle 20 presso il mercato coperto San Salvario Emporium di Torino si è tenuta la mostra di RicuciTò che ha ospitato il confronto aperto tra artisti, illustratori, artigiani e designer provenienti da tutta Italia. “L’occasione ideale per parlare al pubblico di riuso, lotta allo spreco, ciclo virtuoso dei prodotti tessili e solidarietà”, ha commentato Laura Di Fluri.

fonte: http://piemonte.checambia.org/

Al Politecnico di Torino stop alla plastica: borracce e fontanelle per gli studenti
















Il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, ha salutato le matricole che iniziano il loro percorso all’interno dell’ateneo durante una cerimonia che ha visto una partecipazione molto alta. Così tanti giovani che per ovviare alla calca che si era creata in aula magna è stato necessario connettere la diretta dell’evento ai maxi-schermi di altre due aule. Oltre al discorso di presentazione dell’anno accademico, l’evento è stato anche l’occasione per distribuire le «borracce del PoliTo» alle matricole: si tratta di un nuovo tassello delle politiche per la sostenibilità ambientale messe in campo dall’ateneo. 


Oltre alle borracce, che i ragazzi potranno utilizzare per limitare l’uso di plastica, nella sede di corso Duca degli Abruzzi sono state inaugurate altre sei fontanelle utilizzabili per riempire borracce e bottiglie.  

fonte: www.lastampa.it