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Con le comunità dell’energia arriva l’elettricità a km zero

Le fonti rinnovabili potranno alimentare case, uffici e imprese nell’area vicina al punto in cui l’energia viene prodotta










Una rivoluzione da 17 gigawatt di energia pulita in 10 anni: tanti sarebbero, secondo Legambiente, i nuovi impianti installati da qui al 2030 grazie alle nuove norme sulle comunità energetiche: un ritmo più che triplicato rispetto ai circa 460 megawatt/anno attuali. E forse tra qualche anno nemmeno ricorderemo più l’epoca in cui poche grandi centrali alimentate con fonti fossili producevano tutta l’energia per i nostri frigoriferi, i macchinari delle imprese, i semafori.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Incentivi ha reso finalmente realizzabili – grazie al recepimento anticipato di parte della direttiva europea sulle rinnovabili (RED II) – l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche. Il primo permette, a chi abita o lavora nello stesso edificio, di produrre e consumare insieme energia sul posto. Le seconde, una vera rivoluzione già attiva in altri Paesi del nord Europa come Danimarca e Germania, consente di dare vita a vere comunità composte di tanti soggetti (persone fisiche, piccole e medie imprese, istituzioni locali) purché vicini tra loro: il confine lo stabilisce la connessione alla medesima cabina di trasformazione di media/bassa tensione.

Si potrà produrre e consumare sul posto energia rinnovabile senza passare per la rete elettrica nazionale. Con il vantaggio di ridurre le perdite di rete. “Un cambiamento”, sottolinea Gianni Girotto, presidente della commissione Industria del Senato, uno dei fautori di questa possibilità, “che sposta il baricentro della produzione e del consumo di energia sul territorio, sui Comuni, sulle comunità locali, sulle piccole imprese. Un cambio culturale del modello produttivo industriale che determinerà vantaggi e benefici ambientali, sociali ed economici per tutti”.

La nascita delle energy community, secondo Legambiente, porterebbe investimenti di oltre 13 miliardi di euro e quasi 40 mila posti di lavoro, tra quelli diretti per la realizzazione degli impianti e quelli legati a gestione, efficientamento, integrazione con la mobilità sostenibile. Altra conseguenza non irrilevante sarebbe l’aumento del gettito fiscale di circa 1,1 miliardi di euro. Per non parlare dei vantaggi ambientali: 47 milioni di tonnellate di CO2 in meno al 2030.

Una stima, spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, delle “potenzialità nel nostro Paese di uno scenario di condivisione e autoproduzione dell’energia, che ha grandi vantaggi perché permette di sviluppare le rinnovabili dove c’è la domanda: nei quartieri, nei distretti produttivi, nelle aree interne e agricole”. Per l’Italia, aggiunge, questo “vuol dire anche rilanciare il settore edilizio, che può puntare su progetti integrati di efficienza energetica e di rinnovabili con le comunità energetiche e con la connessione alla mobilità elettrica”.

Ottenere questi risultati dipenderà dal recepimento integrale della direttiva. Oggi si possono realizzare progetti fino a 200 kW: il disegno di legge delega è alla Camera per l’approvazione, poi spetterà al governo presentare un decreto legislativo.

E dipenderà dall’adesione degli italiani. Per questo la Commissione industria del Senato sta lavorando affinché le amministrazioni locali incoraggino “politiche sociali attive” che coinvolgano i cittadini nella creazione delle comunità energetiche. Anche grazie a sportelli informativi.

Nel cammino per la crescente penetrazione dall’autoconsumo nelle comunità entra anche Enea, uno dei partner italiani del progetto europeo COME RES (Community Energy for the uptake of renewables in the electricity sector), finanziato con circa tre milioni di euro dal programma Horizon 2020: “Nell’ambito di questo progetto Enea mette a disposizione le competenze tecnico scientifiche per la progettazione delle comunità energetiche”, spiega Elena De Luca ricercatrice del Dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili. “Oltre alla capacità di fare rete a livello territoriale per lo stretto rapporto con decisori politici a livello nazionale e locale, operatori del mercato energetico, associazioni di categoria e del terzo settore, cittadini”

fonte: www.huffingtonpost.it


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Valle d'Aosta, al via gli incentivi per la mobilità sostenibile



Attuando quanto previsto dalla recente Lr 16/2019, la Regione ha approvato i criteri e le modalità per la concessione dei contributi per lo sviluppo della mobilità sostenibile.


Possono beneficiare dell'incentivo regionale sia i soggetti privati che gli enti locali e loro forme associative, gli enti pubblici non economici dipendenti dalla Regione e gli enti strumentali.

Il contributo copre parte dei costi sostenuti per:

• l'acquisto, il leasing e il noleggio a lungo termine dei veicoli - nuovi di fabbrica o usati - "a bassa emissione" (veicoli che producono emissioni di CO2 non superiori a 70 grammi per chilometro);

• l'acquisto di biciclette a pedalata assistita nuove di fabbrica;

• l'acquisto di dispositivi nuovi di fabbrica per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica (hoverboard, segway, monopattini, monowheel);

• l'acquisto e l’installazione della stazione di ricarica domestica nuova di fabbrica (del tipo wallbox, colonnina o similari), compresi i costi per il collegamento alla rete di distribuzione.

L'intensità del contributo varia in funzione del tipo di beneficiario e in relazione alla sussistenza o meno della rottamazione di un veicolo della medesima categoria omologato nelle categorie Euro 0, 1, 2, 3 e 4. La dotazione finanziaria per questa misura ammonta complessivamente ad € 4.900.000, spalmati sul triennio 2019-2021.

Per gli acquisti effettuati nell’anno 2019, le domande di contributo possono essere presentate fino al 31 marzo 2020.

Per maggiori informazioni e per consultare il bando, si vedano i riferimenti qui sotto.
Riferimenti

Valle d'Aosta - Contributi per lo sviluppo della mobilità sostenibile
in Nextville (Incentivi e bandi)


Lr Valle d'Aosta 8 ottobre 2019, n. 16 - Misure e incentivi per lo sviluppo della mobilità sostenibile
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)



fonte: www.nextville.it

Decreto FER 1, c'è la firma dei Ministri Di Maio e Costa


















È ufficiale: il decreto FER 1 è stato firmato dai Ministri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente, e quindi inviato per la registrazione alla Corte dei Conti prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.


Secondo i dati riportati nel comunicato stampa del MiSE, l'attuazione del provvedimento consentirà la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di circa 8.000 MW, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh e con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi di euro.

Per quanto riguarda il regime di sostegno all'idroelettrico, intorno al quale negli ultimi mesi si erano concentrate le attenzioni del Governo e della Commissione Ue, risulta che "saranno ammessi agli incentivi solo gli impianti idroelettrici in possesso di determinati requisiti che consentano la tutela dei corpi idrici, e in base a una valutazione dell’Arpa". Il comunicato stampa del MiSE conferma anche il premio di 12 €/MWh - in aggiunta agli incentivi sull’energia elettrica - per gli impianti fotovoltaici realizzati al posto delle coperture in amianto o eternit.

"Un grande lavoro di squadra dei due ministeri, Ambiente e Sviluppo economico, che darà impulso alla produzione di energia rinnovabile, creando migliaia di nuovi posti di lavoro – ha dichiarato Di Maio – e puntando alla attuazione della transizione energetica, in un’ottica di decarbonizzazione".

"E’ una vera e propria rivoluzione copernicana, un cambio di paradigma – ha commentato Costa – si premia l’autoconsumo di energia per gli impianti su edificio fino a 100 kW e l’eliminazione dell’amianto, si incentiva la produzione di energia sostenibile oltre che rinnovabile. Questo decreto è una grande opportunità di sviluppo e di tutela ambientale".

Purtroppo i due ministeri non hanno diffuso il testo definitivo del provvedimento, per il quale occorrerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Riferimenti

Rinnovabili, Di Maio e Costa firmano il decreto FER1
il comunicato stampa del MiSE



fonte: www.nextville.it

Ecoincentivi ed ecotassa: acquistare auto green conviene due volte

Nella Legge di Bilancio previsti 200 milioni di euro in ecoincentivi per passare a veicoli ecofriendly


















A partire dal 1° marzo 2019 chiunque, per scelta o necessità, si troverà ad acquistare una nuova macchina sarà tentato dall’optare per una vettura a basso impatto ambientale. In quella data, infatti, entreranno in vigore gli ecoincentivi e la ecotassa inseriti nella Legge di Bilancio, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 dicembre: fino a 6 mila euro per l’acquisto di automobili elettriche, ibride o a basse emissioni di CO2 mentre per i veicoli più inquinanti un aumento del costo fino a 2.500 euro.

Entrambe le misure saranno valide fino al 31 dicembre del 2021; per quanto riguarda l’ecobonus, verrà riconosciuto a chi acquista una nuova vettura a prezzo di listino non superiore a 50 mila euro iva inclusa che abbia emissioni di CO2 inferiori a 70 grammi per chilometro percorso. Si parla, quindi, di auto elettriche o ibride: per la prima tipologia, con emissione di CO2 tra 0 e 20 g/km, il contributo sarà di 6 mila euro in caso di contestuale rottamazione di un veicolo usato (omologato nelle classi da Euro 0 a 4) e di 4 mila euro in assenza di rottamazione; per le auto ibride, con emissioni di CO2 tra 21 e 70 g/km, il contributo sarà di 2.500 euro in caso di rottamazione e 1.500 euro in assenza.


Nella stessa Legge vengono riconosciuti sgravi fiscali per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica. Per coloro che dovessero effettuare tali spese, compresa l’eventuale richiesta di un nuovo contatore fino a un massimo di 7 kW, sarà possibile la detrazione del 50% dell’imposta lorda su una spesa totale massima di 3 mila euro.

Per sostenere gli ecobonus, il Governo mette a disposizione 60 milioni di euro per il 2019 e ulteriori 140 milioni tra il 2020 e il 2021. Parte del finanziamento arriverà dall’ecotassa inserita nella medesima Legge di Bilancio: un sorplus di spesa per coloro che sceglieranno di acquistare veicoli con emissioni superiori ai 160 grammi di CO2 per km percorso. Nello specifico, l’ecotassa ammonterà a 1.100 euro per vetture con emissioni di CO2 comprese tra 161 e 175 g/km, a 1.600 euro per quelle nella fascia tra 176 e 200 g/km, a 2.000 euro tra 201 e 250 g/km e a 2.500 per le vetture che superano la soglia dei 250 grammi di CO2 per chilometro percorso.

fonte: www.rinnovabili.it